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Autore: LiamHart    12/11/2013    1 recensioni
"Forse c'è un momento, in ogni storia, in cui l'antagonista riesce a capire qual'è il ruolo che ricopre davvero. Ognuno fa la propria parte, ognuno crede di essere il buono della propria storia, ma a volte basta un momento di lucidità per capire che non è così, che ormai altro non si è che il cattivo della situazione.
E cosa succede una volta fatta questa scoperta? E' più facile tornare sui propri passi o andare avanti?"
Cerberus, dopo la fine dei razziatori, era ancora in piedi, e Tristan Cole si sarebbe ritrovato a dover svolgere un incarico che gli era stato commissionato direttamente dall'Uomo Misterioso quando era in carica.
Tristan non poteva saperlo, ma il tentativo di svolgere quell'incarico sarebbe stato soltanto il preludio dell'avventura più importante della sua vita.
Genere: Avventura, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Garrus Vakarian, Miranda Lawson, Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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I due assi del mirino si incrociavano proprio sulla nuca del mio bersaglio. Non ero ancora riuscito a scorgere il volto di quella ragazza, la osservavo da lontano. Lei era all'interno della sua abitazione, seduta sul letto e impegnata in una conversazione tramite factotum, io invece sul tetto di un edificio adiacente. La potevo vedere tramite il vetro della finestra, che di certo non sarebbe stato un problema per il proiettile con cui l'avrei colpita.
Era una cosa dannatamente meschina, uccidere qualcuno in quel modo, colpendolo alle spalle. Da questo punto di vista, il fatto che fosse una ragazza rendeva tutto ancora più complicato.
Il mirino si era stabilizzato, non tremava minimamente, a differenza del mio indice sul grilletto.
Signore... Sussurrai all'auricolare che mi teneva in contatto con Sutton.
Si, Cole? Inspirai profondamente, era la prima volta che ponevo quella domanda, ed immaginavo già delle possibili risposte. Tuttavia non riuscii a trattenerla.
Perchè devo ucciderla?
Nei secondi di silenzio successivi ebbi modo di osservare le azioni di quella ragazza, sembrava una persona qualunque. Discuteva animatamente con quella che dalla lunga distanza mi sembrò essere un'altra ragazza, gesticolava, e dai movimenti del busto capii che stesse ridendo.
E' riservato, Cole.
Perchè? Qualche altro secondo di silenzio, sperai che si voltasse, non colpendola alle spalle forse mi sarei sentito meno meschino.
Cole, non è il momento di fare domande! FAI IL TUO LAVORO, UCCIDILA. Fine della discussione. Mi presi qualche istante per riflettere, quindi decisi di porgli un'altra domanda.
Come si chiama..?
Come..?
Ogni volta che uccido qualcuno, mi dite almeno il suo nome... Come si chiama? Non ne avevo dimenticato uno, il fatto che uccidessi per lavoro non mi rendeva spietato e privo di morale come qualsiasi altro assassino. Avevo segnato sul factotum i nomi di tutti gli esseri che avevo ucciso, fino ad allora solo di sesso maschile, che fossero Turian, Umani, Krogan o di qualsiasi altra razza.
Sentii un sospiro provenire dall'auricolare, quindi il nome che attendevo.
Miranda Lawson. Nel preciso istante in cui lui mi fece quella comunicazione, la ragazza si voltò. Sentii il cuore fermarsi per un attimo. La conoscevo.
I miei primi giorni fra le fila di Cerberus, lei era stata la mia guida. Poi fu affidata ad un progetto importante, segreto, di cui io non potevo venire a conoscenza. Le nostre strade si separarono, e quando chiesi di lei, mesi dopo, mi dissero che aveva disertato.
Le dovevo molto, mi aveva insegnato molte delle tecniche di combattimento e delle funzioni di Cerberus che conoscevo adesso. C'era di più.
Lei iniziava a piacermi, e per un breve periodo, prima che scomparisse, iniziai a credere che la cosa fosse reciproca. Ero riuscito ad abbattere quella barriera di ghiaccio che sembrava essersi costruita intorno per tenere lontano qualsiasi contatto umano. Era diventata importante per me, e probabilmente io lo ero diventato per lei.
UCCIDILA.
Si, signore. Miranda si alzò dal letto con fare molto tranquillo, e scomparì quasi subito dalla mia visuale.
Chiusi la conversazione con Sutton, e corsi fino a raggiungere la strada, quindi mi diressi verso la porta della sua abitazione, dove bypassai la serratura elettronica. Entrai in silenzio, indossai il passamontagna da ricognizione e salii in maniera furtiva le scale, fino a raggiungere il piano superiore. Decisi, adesso, di armarmi della predator, la pistola semplice, più adatta agli scontri in spazi chiusi. La mia mente era talmente piena di pensieri, in quel momento, che selezionarne uno per analizzarlo mi sarebbe riuscito impossibile. Non sapevo cosa avrei fatto, appena me la sarei trovata di fronte. Sarei riuscito a premere il grilletto? Avrei provato almeno a parlare con lei, prima?
Entrai in quella che doveva essere la sua camera da letto, non la trovai. Iniziai a scrutarmi intorno, ma appena prima che raggiungessi la soglia della stanza adiacente, venni colpito violentemente al ventre da qualcosa che mi scagliò dall'altra parte della stanza. Un istante dopo lei era lì, di fronte a me. Mi aveva attaccato con uno dei suoi dannatissimi poteri biotici.
Quindi mi date ancora la caccia? Restai senza parole nell'osservarla, era stranissimo non vederla con quella tuta da combattimento di Cerberus addosso, mi era capitato pochissime volte.
In quel momento indossava un vestito semplice, azzurro, che le arrivava appena alle ginocchia. Un nastro bianco lo stringeva in vita, ed era leggermente scollato. Era scalza.
Miranda... Avrei voluto dirle qualcosa, ma appena prima che ci riuscissi lei mi scaraventò dall'altra parte della stanza, contro un quadro che all'impatto col mio corpo cadde al suolo, rompendosi in svariati pezzi.
Mi rialzai immediatamente, e le puntai la pistola contro. Ancora una volta l'indice tremò sul grilletto, non mi era mai successo fino a quel giorno.
Credi che sarà così facile sbarazzarsi di me? Provò a scaraventarmi nuovamente contro il muro, ma io fui più lesto ad occultarmi sotto il suo sguardo, per raggiungerla alle spalle e bloccarla in una presa resistente. Lei iniziò a divincolarsi, a scalciare.
Miranda, ascoltami... Lei sembrò per un attimo riconoscere la mia voce, ma subito dopo mi colpì con una gomitata al viso che mi fece indietreggiare. La pistola mi era caduta al suolo.
La ragazza si ci fiondò sopra, cosa che feci anche io, col risultato che mi trovai nuovamente a stringere una presa intorno alle sue braccia. Rotolammo al suolo per diversi secondi, ed approfittando delle sue abilità biotiche fu lei a bloccarmi al suolo. Mi tolse il passamontagna, mi osservò per bene in viso, poi aprì la bocca per dire qualcosa, ma non ci riuscì.
Prima che riuscisse a fare altro la presi per i fianchi e la ribaltai al suolo, sotto di me, quindi con le mani le bloccai le spalle contro il pavimento.
Tu... Mormorò. Riuscivo a leggere qualcosa nei suoi occhi, sembrava paura mista a stupore.
Ti sorprende?
Considerando che fino a questo momento pensavo che fossi morto, direi di si. Rispose dura, voltandosi ad osservare la pistola, troppo lontana da entrambi.
Questa volta fui io a restare senza parole. Io? Morto?
Cosa diamine stai dicendo?
Ha importanza adesso? Andiamo, uccidimi! Sappiamo entrambi cosa fanno ai disertori.Mi mossi a tentoni verso la pistola e la raccolsi, liberandola tuttavia da quella presa.
Che stai facendo? Lei si mise in piedi a sua volta, adesso sembrava confusa. Non conservai la pistola, ma decisi di non puntargliela contro.
Perchè ti vogliono morta? So che hai disertato, ma non mi hanno mai contattato per uccidere un semplice disertore. Era quella la domanda che mi tenevo dentro dal momento in cui Sutton aveva pronunciato il suo nome.
Lei si portò una mano dietro il collo, ma prima di rispondermi pronunciò ancora, questa volta con un pizzico di emozione nella voce: Sei vivo.
Si, sono vivo! La osservai confuso, e aggiunsi Perchè la cosa ti sorprende tanto?
Lei scosse il capo e si sedette sul letto, stavolta seguii i suoi movimenti con la pistola, benchè ormai era chiaro che non l'avrei usata per nessun motivo.
Tristan, ci sono molte cose che non sai riguardo... Cerberus! E se sei qui per uccidermi, è evidente che è ancora in piedi. Mi sbaglio?
No. Risposi in maniera quasi acida.
Avrei dovuto raccontarti tutto quando ne ho avuto la possibilità...
Hai un'altra possibilità adesso. Lei annuì, e dopo avermi studiato per qualche secondo decise che quello era il momento della verità.
Nei minuti successivi tutto quello di cui ero a conoscenza e in cui credevo sarebbe stato messo a dura prova dalle sue parole.
Cosa era davvero Cerberus?





Spero di aver stuzzicato la vostra curiosità, anche se non so in quanti mi stiate seguendo! Un saluto a tutti! Lele

  
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