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Autore: AlexVause    13/11/2013    7 recensioni
For You (per Te)
Cosa non farei per te, Amore Mio...
Ogni giorno che passa sei nel mio cuore.
Ogni attimo in cui non ci sei, sento la tua mancanza.
Ogni mio passo lo farò verso te, ogni mia azione sarà per te.
Always (sempre)
Ogni cosa te la dedicherò, fosse anche solo un sorriso. Finchè vivrò e per sempre.
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Swan Queen
Seguito di Trust.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: David Nolan/Principe Azzurro, Emma Swan, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Regina Mills, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Amarsi e perdersi per poi ritrovarsi. Destino.'
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Capitolo 3
 
Regina stava andando a prendere Henry a scuola.
Non aveva voglia di tornare subito in ufficio.
Pensava ad Emma e Neal. Di cosa stavano discutendo? Emma le avrebbe parlato di ciò che era accaduto quel pomeriggio con lui?
Il suo stomaco si serrò. Ancora problemi. Andavano così bene le cose.
Il freddo quella sera stava diventando pungente. Ora ne era sicura, sarebbe nevicato di li a poco.
La neve…quanti ricordi in lei.
Vide Henry uscire di corsa, andare verso l’autobus giallo per poi fermarsi quando vide sua madre.
- Mamma?
Regina gli sorrise.
- Ciao Henry.
- Come mai sei qui?
Chiese il ragazzino incuriosito.
- Giornata faticosa. Ho pensato di fare una passeggiata e di venirti a prendere.
Il figlio l’abbracciò stringendola a se.
- Che ne dici se mangiamo tutti da Granny stasera? Si sta facendo buio e stranamente non ho voglia di ritornare a casa.
Gli  fece un sorriso dolce. Lui la strinse ancor più forte per poi scostarsi.
- Siii!
- Allora chiamo la mamma.
Regina prese il telefono dalla tasca del suo cappotto, mentre invitò Henry ad incamminarsi verso il municipio.
- Pronto?
Rispose Emma dalla centrale.
- Che ne dici se mangiamo tutti da Granny stasera? Henry è d’accordo.
- Lo sei andato a prendere a scuola?
- Si.
Si sentì una pausa, come se Emma stesse riflettendo su qualcosa.
- Non è da te Regina. Che succede?
- Nulla. Ora andiamo in municipio. Compiti e poi ci troviamo da Granny va bene?
Emma era perplessa. Forse Regina sapeva qualcosa di Neal?
- Va bene.
- Chiedi anche a Cip e Ciop.
Si sentì henry ridere in sottofondo.
- Chi?
Emma si voltò verso i genitori che si stavano coccolando.
- Eh…ah…già. Chiedo. A dopo.
- A dopo.
La chiamata terminò, lasciando la Evil Queen immersa nuovamente in quel pensiero che dal pomeriggio l’assillava. Emma e Neal.
- Mamma?
Regina si riscosse.
- Si?
- E’ successo qualcosa?
Sua madre sorrise, ma ciò non distolse il figlio da l’esser preoccupato.
- Non lo so.
Henry alzò un sopracciglio.
Regina rise.
- Sembri me.
Accarezzò i capelli del figlio.
- Non preoccuparti. Andiamo a fare i compiti, finisco di firmare alcuni documenti e poi raggiungiamo la mamma e i nonni a cena.
Henry prese per mano la madre senza dire una parola.
 
La cena passò velocemente, fra una chiacchiera e l’altra.
Snow informò Regina ed Emma di un progetto scolastico sulla sicurezza.
Ci sarebbe stata una lezione tenuta da Mary Margaret assieme ad Emma, che avrebbe parlato dei pericoli sulle strade e su come evitarli.
La neve aveva già ricoperto tetti e strade ancor prima che andassero a dormire, ma Regina quella notte non chiuse occhio.
Erano le sei del mattino quando uscì di casa, andò alle scuderie con l’auto e poi cavalcò fino al bosco.
Era come se fosse tornata indietro di trent’anni. Un tuffo nel passato.
Si inoltrò all’interno del bosco innevato.
Aveva sempre amato l’inverno nella Foresta Incantata.
La neve era l’unica cosa che sapeva rendere magico anche il più noioso dei mondi, creandone uno tutto nuovo agli occhi di chi guarda.
Il freddo era pungente, ma a lei non importava minimamente. Non credo nemmeno l’avesse notato.
Aveva bisogno di riflettere, di capire.
Perché Emma non le aveva parlato dell’incontro con Neal?
Possibile che non poteva mai totalmente fidarsi di qualcuno?
I segreti rovinavano sempre ogni cosa.
In sella al suo destriero si spostava fra gli alberi senza meta. Sguardo fisso davanti a se a vedere il paesaggio, ma senza guardarlo veramente.
Il silenzio surreale la circondava.
Daniel. Quel nome le balzò nella mente come un raggio di sole, in pieno volto, che ti acceca.
Era tutto così facile con lui…
Un volto le si parò davanti agli occhi.
Capelli lunghi e biondi, sorriso che ti lasciava senza fiato. Emma.
Che stava facendo? Perché ha deciso di prendere questo impegno con lei? Quante altre cose le teneva nascoste? Cosa provava davvero per Emma e soprattutto perché non riusciva a lasciarsi andare totalmente?
Cosa la fermava?
Troppi erano i pensieri che l’assillavano.
Regina fermò il cavallo come se avesse sentito l’improvviso, il peso della domanda affioratale in quell’istante.
E se Emma facesse un passo avanti verso Neal, proprio a causa di ciò?
Sentì il suo cuore dolere a quella domanda. Forse per una probabile risposta positiva, a tale quesito.
Un rumore la scosse dai suoi pensieri.
Un’ombra nera la osservava da dietro un albero.
- Chi è là?
Urlò Regina per farsi udire.
L’ombra si voltò e corse via.
La Evil Queen lanciò il cavallo al galoppo.
Contro di lei non aveva scampo.
Regina lo colse alla sprovvista cambiando sentiero, in modo da aggirare la persona che la spiava.
L’uomo rallentò la sua corsa. Era affaticato.
Si fermò chinandosi sulle ginocchia per riprendere fiato, ma davanti a se arrivò al trotto Regina.
Fu come un lampo.
Quello stesso istante appena vissuto, scatenò in lui un ricordo da tempo dimenticato.
L’uomo chiuse gli occhi per poter dar voce a quelle immagini che gli passavano nella mente.
- Neve mista a fango, ricopriva la strada. Cavalieri sui loro destrieri, sfilavano lungo il percorso in cui mi trovavo. Scortavano lei…la persona più temuta in tutto il regno.
Mio padre era assente, non solo in quel momento, ma anche nella mia vita.
“Abbassa la testa ragazzo.” Furono le parole di un pover’uomo al mio fianco.
“Io non mi inchinerò mai ai suoi piedi. Non sono codardo come mio padre.” Fu quella la mia risposta.
Un oscuro destriero si parò davanti ai miei occhi.
Alzai lo sguardo verso chi lo montava. Una donna.
“Non si guarda mai la Regina negli occhi.” Un uomo dalla voce profonda mi sgridò.
Avevo quindici anni all’epoca.
Io non riuscivo a distogliere gli occhi da quello sguardo…da lei.
L’uomo si tolse il cappuccio che gli ricopriva la testa e nascondeva il viso.
Alzò lo sguardo verso Regina che rimase di sasso nel vedere chi aveva davanti.
Lei ancora sul cavallo.
- “Prendetelo.” Fu l’ordine del capitano.
Mi spaventai e corsi via, ma nessuno mi rincorse. Ero solo. Mi fermai a riprendere fiato e appena alzai di nuovo lo sguardo la Regina era li, sul suo nero cavallo…davanti a me. Mi osservava.
- Non puoi fuggire in eterno.
Lo dissero entrambi nello stesso momento.
- Eri tu quel ragazzo?
Chiese Regina incredula.
- Avevo una paura fottuta di te, sai?
Ammise Neal.
- Non ti ho fatto nulla.
- Mi avresti ucciso, se avessi saputo chi ero.
La Evil Queen era confusa. Cos’aveva di speciale per essere ucciso da lei in quel passato, oltre al fatto di metterle i bastoni fra le ruote in questo presente?
Regina rimase in silenzio.
- La Evil Queen…la grande Regina del male, risiede qui a Storybrooke.
La mora serrò la mascella, trattenendosi dal rispondere a quella provocazione.
- Vuoi sapere cosa penso realmente in questo momento?
- Scommetto me lo dirai comunque.
Sbottò Regina.
- Tu…sei un mostro!
- Dovrai convivere con questo tuo pensiero, come stanno facendo tutti gli altri.
- Io non sono tutti. Se Emma riesce a convivere felicemente con tutto ciò che hai fatto, affari suoi. Io non ci riesco. Non voglio che tu veda, ne che cresca mio figlio!
Regina scese da cavallo, avvicinandosi pericolosamente all’uomo.
- Se non fosse per me, tuo figlio sarebbe chissà dove. Il mostro sei tu, che hai abbandonato lui e sua madre.
Sibilò il Sindaco.
- Mi vuoi fare la morale? Proprio tu?
Neal si mise a ridere.
- Che vuoi Neal?
- Riprendermi ciò che è mio.
Regina stava per scoppiare.
- Lei non è tua!
Fu un urlo il suo.
Un’esplosione di rabbia e gelosia, covata dentro da quando Neal aveva messo piede a Storybrooke.
La sua voce si udì come un eco per tutto il bosco.
Lei era sua, Henry era suo. Non avrebbe permesso a nessuno di portarglieli via.
- Non smetterò mai di lottare per lei.
L’uomo aveva lanciato una sfida che Regina non accettò. Non subito.
La Evil Queen si voltò per risalire a cavallo, ma qualcosa la fermò.
Era in piedi immobile. Dava le spalle a Neal, circondati dal silenzio. Soli.
Regina ghignò…nessun testimone.
- Nemmeno io.
Il suo fu un lieve sussurro.
Creò una palla di fuoco pronta a lanciarla su Neal quando una forza improvvisa l’atterrò, trovandosi sdraiata a terra.
Rise divertita.
- No, no, no. Non ci si comporta così, Maestà.
Gold si avvicinò a Regina ancora a terra.
- Era da immaginarselo. Quindi…è lui tuo figlio.
La Evil Queen sorrise alla beffa. Era questo ciò che Emma le aveva nascosto?
- Vedi di ricordartelo. Se gli torci anche solo un capello, me la pagherai cara.
La minacciò Gold.
- Pago già per colpa tua.
Il tono della Regina era triste, vuoto, come se a parlare fosse stata la consapevolezza di quella ragazza che aveva incontrato Tremotino in un passato ormai lontano.
Gold e Neal sparirono nel silenzio di quel bosco.
La Evil Queen rimase sdraiata a terra sulla neve. Occhi chiusi.
Il telefono che aveva nella tasca del cappotto squillò più volte, ma lo ignorò.
Perché non poteva essere felice?
Perché era sempre tutto così dannatamente complicato per lei?
Se la sua vita fosse finita in quell’istante,forse sarebbe stato tutto più semplice e non avrebbe più sofferto.
Egoista? Si. In fondo, lo era sempre stata.
- Non credo sia una buona idea, startene sdraiata li.
Regina aprì gli occhi. Malefica era in piedi accanto a lei.
- Se vuoi diventare una statua di ghiaccio, sei sulla buona strada amica mia.
- Non sono qui da molto.
Rispose malinconica la mora.
Malefica fissò l’amica mentre l’aiutò a rialzarsi.
- Che ti sta succedendo? Dov’è la Regina potente, forte e determinata che conoscevo?
La Evil Queen si stava ripulendo il cappotto dalla neve.
- Si è stancata.
Malefica si accigliò.
- Vuoi parlarne?
- Preferirei di no.
Il telefono di Regina suonò nuovamente.
Decise di rispondere.
- Pronto.
Era lontana, come se la mente si fosse smarrita in un altro mondo.
- Regina, si può sapere dove sei? Ti cerco da ore: a casa, in ufficio, al telefono.
Emma era arrabbiata più per la preoccupazione, che per altri motivi.
La compagna rimase in silenzio.
- Regina?
- Ho…avuto un problema. Sarò nel tuo ufficio a momenti.
La bionda capì che qualcosa non andava.
- Regina, stai…
Ma la mora riattaccò prima che lo Sceriffo terminasse la domanda.
- Vuoi che ti accompagni?
Chiese Malefica.
- Preferirei…
La frase fu iniziata da Regina.
- …di no.
Per poi essere terminata dall’amica
- Capisco. Vieni da me se hai bisogno…ma so che non lo farai.
Disse la Strega incamminandosi nel bosco lungo il sentiero, nascosto dalla neve bianca.
- Sei venuta a piedi?
Le chiese improvvisamente Regina, come se si fosse scossa da quel torpore che la circondava.
- Mi ricorda il passato.
Le rispose continuando a camminare fino a che non scomparve fra la vegetazione.
- Già…





Note di Alex: Ed ecco a voi il capitolo 3...un Regina con tante domande. Cos'accadrà?
Ringrazio tutti voi che seguite questa storia :)
Fatemi sapere se il capitolo vi è piaciuto. Ci tengo :)
Alla prox :)
  
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