CAPITOLO
3 A Mystery I Was
Never Gonna Solve
Mentre
vi incamminate fianco a fianco rientrando
verso casa, ti senti il cuore gonfio e un’eccitazione diffusa
in tutto il
corpo. Una piacevole sensazione di benessere si è
impadronita di te e decidi di
goderti tutto ciò che questi giorni porteranno con
sé.
Qualunque
cosa sia.
Una
volta arrivati in casa, vi mettete a lavorare di buona lena in
cucina, dividendovi i compiti in modo molto naturale, come se lo
faceste da
sempre: tu ti occupi dell’insalata mentre Rick ti ha promesso
che ti stupirà
facendoti gustare la migliore bistecca al mondo. Sostiene che
gliel’abbia
insegnata lo chef della steak house più famosa di New York
e, conoscendolo,
potrebbe anche essere vero. Ha agganci con i mafiosi, figuriamoci se
non può
annoverare un cuoco stellato Michelin fra i suoi amici.
Prima
di iniziare a cucinare, il tuo ospite ha acceso lo stereo e adesso
siete accompagnati da un piacevolissimo sottofondo musicale. La voce
calda di
Ella Fitzgerald che canta “The man I love” riempie
il silenzio della villa e ti
ritrovi a canticchiare con lei, sotto voce. Someday
he’ll come along, the man I love. And he’ll be big
and strong, the man I love… Anche
se ti sembra di farlo in modo impercettibile,
la cosa non passa inosservata. Rick smette di occuparsi della bistecca
e si
concentra su di te. Appena ti accorgi del suo sguardo, sollevi gli
occhi
dall’insalatiera e aggrotti la fronte con fare interrogativo.
“Tutto
bene?” gli chiedi.
“Sì…
hai una voce splendida, sai? Detective, sei una continua
sorpresa… Ho sempre pensato that
you were a mystery I was never gonna
solve.” Te
lo dice con un tono
di voce dolce e avvolgente. E ti sembra che quelle parole ti arrivino
dritte al
cuore. Ma la tua parte razionale fa scattare l’allarme.
“Be’,
grazie Castle. Ora però toglimi una curiosità: il
tuo amico chef
ti ha insegnato a cuocere le bistecche o a carbonizzarle?”
Colpito
e affondato.
La
dolcezza sul volto dello scrittore lascia immediatamente spazio al
panico, mentre si affretta a salvare la vostra cena. Pericolo scampato.
E non
ti riferisci certo al rischio di saltare il pasto. Il grado di
intimità fra voi
è cresciuto in modo esponenziale nelle ultime ore e questo
ti attrae e ti
spaventa al tempo stesso.
La
tua insalata ormai è pronta, condita con la salsa speciale
che hai
imparato da tua madre, mentre la carne deve terminare la cottura,
possibilmente
senza ulteriori incidenti di percorso. Esci sul patio e ti incanti ad
osservare
il panorama. Il sole è ormai tramontato e
l’oscurità sta prendendo il sopravvento.
Rispetto alle luci e ai rumori della città che non dorme
mai, qui c’è una
quiete ammaliante che fa bene al cuore. Senti a malapena le note
attutite che
provengono dalla casa e il rumore potente delle onde
dell’oceano che si
infrangono sulla spiaggia. Sei uscita solo con una T-shirt e una
leggera folata
della brezza serale ti fa rabbrividire. Quella e due mani, grandi e
calde, che si
appoggiano sulle tue braccia. Ti volti
improvvisamente – non ti eri assolutamente resa conto che si
fosse avvicinato –
e te lo ritrovi a pochi centimetri.
Vi
guardate negli occhi e, quasi contemporaneamente, entrambi abbassate
lo sguardo concentrandovi sulle labbra l’uno
dell’altra. Deglutite. Basterebbe
davvero poco per colmare quella distanza, ma ecco che suona di nuovo
quell’allarme nella tua testa. Ti irrigidisci e ti allontani
da lui.
“Beckett…
mi dispiace distrarti dalla tua contemplazione delle
meraviglie di questo angolo di paradiso, ma la cena è pronta
e non vorrai mica
sprecare la creazione di chef Richard? Andiamo, su, la bistecca si
raffredda.”
Gli
sorridi riconoscente.
Ancora
una volta ha capito come toglierti dall’imbarazzo.
Lo
segui in cucina e vi mettete a tavola. La cena prosegue tranquilla,
quel disagio che si era creato per la vostra prossimità
eccessiva pare essersi
volatilizzato. Merito anche del vino rosso che Rick ha scelto per
accompagnare
la succulenta bistecca. Devi ammettere che il tuo ospite ha un ottimo
gusto
anche in quel campo. Magari si è fatto consigliare da
qualche sommelier famoso,
di sicuro ne conoscerà più di uno. Il delizioso
liquido cremisi va giù che è un
piacere e ti fa sentire… bene. Intendiamoci, non sei brilla,
reggi l’alcol
senza problemi, ma questo nettare ti rende appagata e su di giri al
tempo stesso.
Interessante combinazione… Chissà come si chiama
questo vino… e quanto costa.
Speriamo non troppo. Ti piacerebbe poterlo comprare per offrirlo a
Castle
quando verrà a cena da te.
No,
un momento, stai valutando l’idea di invitarlo a casa tua?
Be’,
per contraccambiare.
Sì,
certo, come no.
Oh
santo cielo, meglio non pensarci adesso.
Meglio
concentrarsi sulla bistecca, che – peraltro –
è davvero
fantastica. Castle è un cuoco strepitoso.
Dopo
aver lavato le stoviglie e sistemato la cucina vi accomodate sul
patio, sorseggiando un altro bicchiere
di vino.
Tu sei accoccolata sulla sedia a dondolo, avvolta in una coperta che ti
ha dato
Rick, premuroso come sempre nei tuoi confronti. Lui invece è
seduto sul divano:
fa finta di guardare il cielo ma ti osserva di sottecchi.
Continuate
a parlare del più e del meno finché ti
complimenti con Rick
per la sua abilità culinaria, suggerendogli di aprire un
ristorante tutto suo.
“Sai,
Beckett, in realtà pensavo di chiedere alla tua amica
Madison se
potevo mettere a disposizione le mie doti gastronomiche nel suo
locale.”
Già,
Madison. Quella che ti ha detto che avevi una cotta per lui e che
volevi fare tanti piccoli Castle babies.
E sai benissimo che lui lo ha sentito: era dall’altra parte
del vetro durante
l’interrogatorio e non si è trattenuto dal
confessartelo lui stesso, con suo
immenso divertimento, al termine della tua chiacchierata con Maddy. Ti
fa un
sorriso malizioso e una parte di te vorrebbe togliergli quel ghigno,
mentre
un’altra se lo mangerebbe di baci, perché Madison
ha maledettamente ragione.
No,
un momento, qui stiamo correndo troppo.
Deve
essere colpa di quel vino…
Meglio
una dignitosa ritirata.
“Be’,
si sta facendo tardi e comincio ad essere stanca. Buonanotte
Castle.”
Ti
alzi e ti avvicini a lui, lasciandogli un bacio su una guancia e
indugiando
forse più del dovuto. Per ringraziarlo della sua
ospitalità e della gustosa
cena che avete preparato insieme. Certo, come no.
Questa
tua mossa lo ha spiazzato, tanto
che ci mette un po’ a reagire e, quando lo fa, solleva una
mano con
l’intenzione di accarezzarti i capelli. Tu però sei
più veloce di lui a rialzarti, così quella
carezza si ferma su un braccio. E
basta quel tocco per far partire una scarica elettrica che ti
attraversa
completamente.
“Buonanotte
Kate, dormi bene.” Ti sussurra.
La
stanza degli ospiti è grande come metà del tuo
appartamento, quello
che è saltato in aria, e ha una meravigliosa vista sulla
piscina. Aveva
ragione, è situata in un posto appartato e confidi di
poterci andare domani…
Magari
con lui.
Con
o senza costume.
Oh
santo cielo, Kate Beckett, cosa ti viene in mente?
Scuoti
la testa cercando di liberarti dal ricordo del corpo di lui, big and strong, come dice la canzone che
canticchiavi prima e che continua a risuonare nella tua testa. He’ll look at me and smile,
I’ll understand.
Then in a little while he’ll take my hand. Riflettendoci,
sembra che quelle parole si
riferiscano proprio a voi due: al suo modo di guardarti e di
sorriderti, a lui
che ti ha preso la mano poche ore fa per mostrarti dove parcheggiare la
moto.
Strano, anche la canzone che hai ascoltato stamani alla radio mentre
facevi
colazione nel tuo appartamento, prima di partire, sembrava parlasse di
te. Si
intitola “Hey blue eyes” e la canta
un’attrice con un nome strano, aspetta,
come si chiama? Katic, sì, Stana Katic.
C’è una frase che ti ha
colpito: I want you to want me the way
that I want you. Lei
sì che
ha le idee chiare! E poi quel titolo ti ha fatto pensare a un altro
paio di
occhi azzurri… E’ un po’ come se per te all
the songs make sense.
Ti
togli l’orologio di tuo padre e la catenina con
l’anello di Johanna,
apri il cassetto del comodino e li posi con la consueta cura che
riservi loro.
Ricordi
quando hai spiegato a Rick che cosa significhino per te quegli
oggetti: eravate all’inizio della vostra collaborazione e lo
tolleravi a
malapena. Lui cercava di analizzare ogni tuo singolo gesto per creare
la sua
Nikki. Aveva anche provato a indovinare quale fosse il motivo che ti
aveva
spinto a entrare in polizia. Lo sguardo che ti ha rivolto in
quell’occasione,
mentre ascoltava la tua storia, è ancora ben vivido nella
tua mente: un misto
di dolcezza e strafottenza. Rammenti anche come vi siete salutati: lui
ti ha
detto until tomorrow,
perché lo
riteneva un saluto pieno di speranza, mentre tu gli hai ribattuto che,
essendo
un poliziotto, potevi solo augurargli buonanotte.
Quanta
strada ti sembra di aver fatto da allora.
La
detective Beckett, rigida e tutta di un pezzo di quel tempo, non
avrebbe
mai immaginato di trovarsi nella villa al mare di Castle a pensare a
quanto
fosse maledettamente attraente in quel costume e a quanto sarebbe bello
stare
fra le sue braccia. La Kate di oggi, invece, indugia
nell’immagine di te e lui
nella sua piscina. Quel sogno ti riempie il cervello e il cuore. E ti
metti a
fantasticare di quanto ti piacerebbe guardare il mare abbracciata a
lui. Con
questo pensiero, scivoli serenamente fra le braccia di Morfeo.
Angolino
delle autrici:
In
questo capitolo veniamo a scoprire che Beckett
gradisce molto un vino rosso che la fa sentire… bene ;-) Poi
sia la
preparazione della cena sia la cena stessa hanno contribuito ad
aumentare la
tensione tra loro. E infine sul patio Kate fugge con la stessa tattica
usata
nella famosa trasferta a LA… Insomma, ancora una volta i
tempi non sembrano
maturi, ma dentro l’animo di Kate c’è un
tumulto… e Castle, pazientemente,
aspetta. E ora? Cosa succederà? Il concorso a premi, vinto
per lo scorso capitolo
a pari merito da Emily27 e KatiaR, è ad una nuova edizione.
Chi indovinerà
questa volta?
Grazie
per l’affetto con cui ci state seguendo!
Debora
e Monica