Fanfic su artisti musicali > MultiBand/Crossover
Segui la storia  |       
Autore: Madness in me    13/11/2013    1 recensioni
“Va tutto bene, va tutto bene. Butteremo la cenere di quei quaderni in qualche secchione, più tardi. Quel mostro non può uscire da lì, Hope, quante volte ancora dovrò ripeterlo ? Lui non ti farà del male. Te l’ho promesso. Ti ho promesso che non ti avrebbe toccato, che non sarebbe mai uscito fuori da quelle pagine e così sarà."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Avenged Sevenfold, My Chemical Romance, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Chapter Fifteen.

 

 

Selene POV

 

Ero sveglia perché le medicazioni attente di Korey e tutte le  cose che mi aveva fatto ingerire per il dolore non stavano servendo affatto.
Continuavo a contorcermi dal dolore nel letto.
“Piccola, cosa posso fare per te ?” mi chiese Matt, con gli occhi rossi dalla stanchezza.
“Niente amore, stai tranquillo. Vado a prendere una boccata d’aria sul balcone, tanto non riesco a dormire.” Gli dissi, accarezzandogli una guancia.
“Vuoi che venga con te ?” chiese preoccupato.
“Sei stanco morto, preferirei che dormissi un po’.”
“Ti direi di no, ma sono davvero troppo stanco” sbadigliò “però per qualsiasi cosa, torna a chiamarmi.”
“Lo farò amore, ti lascio la porta aperta.” Sorrisi, lo baciai e uscii dalla stanza.
Sentii dei rumori in cucina, mi chiesi chi ci fosse già sveglio ma non feci in tempo a darmi una risposta.
Sentii qualcuno parlare dalla cucina, un qualcosa come sussurrato e un “Come ? Non ti sento.”.
Ero già a metà scala e quando capii divorai gli ultimi gradini e mi lanciai in cucina.
Zafira era a mezz’aria, tenuta per la gola da Nate, probabilmente priva di sensi.
Per qualche assurdo motivo lui non si accorse di me e io dovevo fare qualcosa.
Presi fiato e mi lancia verso di lui urlando, ignorando le fitte lancinanti che le mie ferite mi mandavano.
Sapevo che urlando il resto della famiglia si sarebbe lanciata di sotto in cucina e mi avrebbe aiutata, quindi dovevo resistere per poco.
Mi buttai su Nate che lasciò cadere Zafira e lo buttai a terra, lui si rialzò e mi lanciò contro un muro dirigendosi nuovamente verso Zafira.
“LASCIALA STARE, MOSTRO!” gridai mentre mi lanciavo di nuovo contro di lui.
Tra uno spintone e l’altro eravamo arrivati in salotto, davanti alla finestra.
Decisi di mettere tutte le mie forze e dargli una possente spinta che lo fece finire contro la finestra che si infranse in mille pezzi, quando si rialzò aveva in mano un pezzo di vetro e i suoi occhi erano diventati completamente rossi.
Le fitte che sentivo erano aumentate almeno di dieci volte ed ero per terra che, praticamente, strisciavo all’indietro cercando di scappare da Nate che, furioso, si dirigeva verso di me impugnando il pezzo di vetro come un pugnale.
“TI SGOZZERO’ COME SI FA CON I MAIALI E BERRO’ IL TUO SANGUE, PUTTANA! DOVEVI LASCIARMI UCCIDERE ZAFIRA!”
Questo mi dava una minima consolazione, Zafi era viva.
Ora dovevo salvarmi la pelle io.
Non avevo fiato quindi non riuscii a gridare, le forze stavano andando via completamente e non sapevo per quanto ancora sarei riuscita a sfuggire a quel mostro.
Improvvisamente qualcuno piombò addosso a Nate facendogli cadere di mano il pezzo di vetro e facendo sbattere la testa di quest’ultimo contro il muro.
Di tutti quelli a cui stavo pensando, Frank era proprio l’ultimo che mi sarei aspettata di veder arrivare a salvarmi la vita.
Frank saltò via da Nate e mi prese per un braccio iniziando a tirarmi, fino alla cucina dove Zafira giaceva ancora a terra senza forze, chiuse la porta a chiave e iniziò a gridare.
“GERARD!” fu il primo nome che gridò “MATT! ZACKY! HELENA! BRIAN! AIUTO, AIUTATECI PORCA PUTTANA!”
Si avvicinò a me e si accucciò “Come stai, Sally ?” mi chiese, senza fiato.
“Bene, Frankie. Grazie per avermi salvata ma non dovevi metterti in mezzo, cazzo!”
“DOVEVO SI, STAVA PER UCCIDERTI!”
“Zafira come sta ?” chiesi, ma Frank non fece in tempo a rispondermi perché Nate apparve dietro di lui e lo prese per la gola, alzandolo da terra.
“LASCIALO STARE!” gridai istintivamente.
“E tu, chi saresti, nano ?” chiese Nate, ridendo, a Frank “Non ti saresti dovuto impicciare, ora morirai quando invece tu ti saresti benissimo potuto salvare!”
Improvvisamente Brian sfondò la porta della cucina, Gerard si lanciò contro Nate gridando “NON AZZARDARTI A TOCCARE IL MIO FRANK, PEZZO DI MERDA!”
Matt si catapultò nella stanza e mi si fiondò addosso prendendomi in braccio “Piccola, stai bene ?”
“ZAFIRA! QUALCUNO VADA DA ZAFIRA!” gridai.
Zacky corse da Zafira, le toccò la gola e disse “Sta bene, è solo svenuta. La porto da Korey” e così dicendo la prese in braccio e corse via.
Gerard teneva in braccio il povero Frank che, terrorizzato, tremava e diceva “ Volevo solo aiutarle, io volevo aiutarle.”
Brian ed Helena prendevano a calci Nate che era a terra.
Quest’ultimo sparì, improvvisamente.
Brian corse verso di me “Come stai, Scricciolo ?”
“Io bene, Frank come sta ?”
Helena si avvicinò “Sta bene, è solo spaventato.”
“Mi ha salvato la vita.” Sussurrai.
Matt mi stringeva convulsamente e tremava dalla rabbia.
Johnny comparve, per l’ennesima volta, dal nulla con lo sguardo vuoto e appena notammo che era sporco di sangue ci pietrificammo, Helena corse verso di lui.
“JOHNNY CHE SUCCEDE ?”
“Le.. due tipe sono in camera nostra.. Jimmy..” Disse, prima di cadere al suolo privo di forze.
“Ci pensiamo noi a lui, andate!” disse Gerard.
Io, Brian, Helena e Matt cominciammo a correre verso camera di Jimmy.
Il resto della famiglia era occupata a curare Zafira e Johnny, quindi eravamo rimasti solo noi quattro.
Dovevamo salvarlo.
Dalla stanza di Jimmy si sentì Mary ridere e Jimmy gridare “NON MI FACCIO CERTO UCCIDERE DA VOI, STRONZE!”
Jimmy era vivo, ora dovevamo solo tirarlo fuori da quel maledetto incubo.
Il primo a varcare la soglia della camera di Jimmy fu Brian, seguito da Matt e Helena, io fui l’ultima.
“CAZZO, POTEVATE METTERCI UN PO’ DI PIU’, NO ?” gridò Jimmy sdraiato a terra.
Mi lanciai contro Jess ed Helena fece lo stesso con Mary.
Attaccai Jess al muro, tenendola per la gola e per la prima volta mi spaventai di me stessa.
Le parlai, con voce fredda, quasi metallica.
“Non permetterti mai più, ma più Jess, di toccare la mia famiglia. Non importa che pensi, cosa vuoi o cosa dirai. Non sono sola, è ora che lo accetti. Non voglio ucciderti, non portarmi a dover scegliere di toglierti la vita, perché se dovesse essere l’unico modo per mettere al sicuro la mia famiglia, lo farei. Io il modo per farti fuori lo conosco, Jess e non ne ho paura. Non portarmi a tanto, ti prego.” Detto questo, le strappai con le unghie la carne dalla gola e lei sparì, gridando.
Quando mi girai, Helena, Matt, Brian e Jimmy mi guardavano con uno sguardo tra il confuso e il terrorizzato.
“C-che significa tutto quel discorso, Sally ?” mi chiese Helena.
“Non importa.” Sussurrai, abbassando lo sguardo.
Mi avvicinai a Jimmy e mi accucciai vicino a lui “Come stai ?”
“Io sto bene, credo di avere una caviglia slogata” disse, poggiandomi una mano su una guancia “Tu, piuttosto ? Quelle parole.. che cosa significava quel discorso, Sally ?”
Mi scostai bruscamente dalla sua mano, mi tirai su e mi allontanai “Non significava niente, non dovete preoccuparvi. Vado a fumare.” Annunciai mentre uscivo dalla stanza.
Tutti sapevano che volevo stare sola quando parlavo in quel modo, e così fu.
Ero sul balcone a fumare quando Mikey arrivò, mi tirò su da terra e mi fece sedere in braccio a lui.
“Ora parlami.” Disse.
Era passato troppo tempo da quando lui ed io eravamo rimasti soli l’ultima volta.
“Hope, per favore.” Quel soprannome.. quanto lo odiavo.
Ridacchiai.
“Ho parlato con Jimmy, mi ha detto del discorso che hai fatto a Jess. Che cosa significa ? Ti prego, Hope, parlami.”
Mi girai a guardarlo.
“Cambierebbe qualcosa sapere che significato avevano quelle parole ? Ho promesso a me stessa che vi difenderò tutti, vi salverò da quest’incubo, in un modo o nell’altro, lo prometto. Ma non deve importarvi come. Ti prego, Mik.”
“Tu starai bene ?” mi chiese, guardandomi dritto negli occhi.
“Io starò bene.” Risposi, sorridendo.
“Allora va tutto bene, sarò al tuo fianco.”
“C’è bisogno di aiuto, di sopra ?” chiesi.
“No.”
“Allora rimaniamo un po’ qui, okay ?”
Sorrise e poi mi abbracciò e rimanemmo in silenzio ad osservare il cielo, come facevamo sempre da quando ci eravamo conosciuti, quando io avevo bisogno di lui.
Sapevo che nessuno avrebbe mai capito o accettato la mia scelta, ma loro erano tutto per me e io dovevo difenderli.
In un modo o nell’altro.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > MultiBand/Crossover / Vai alla pagina dell'autore: Madness in me