Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: La_Matricola    13/11/2013    1 recensioni
"Aveva visto la disperazione, per una volta, negli occhi di un uomo. Lo aveva sentito gridare per il suo collega disteso a terra. Aveva provato qualcosa. Forse compassione, forse attrazione. Ma non lo avrebbe ucciso."
Chione, giovanissima sicaria nera, al servizio di sua maestà la malvagia Morvyth, è stata incaricata dell'omicidio di alcuni soldati nemici. Ma qualcosa, o qualcuno, le farà ricredere di amare il proprio lavoro.
SCRITTA A QUATTRO MANI CONTEMPORANEAMENTE A "I RINNEGATI DI MALOIE" di @WORLOCK
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Un bagliore di terrore attravrsò il suo sguardo, quando si posò sulla figura dell'assassina. Istintivamente portò le mani ai fianchi, cercando anche un solo abbozzo di arma, ma fallì miseramente.

-Non ti preoccupare, non voglio ucciderti..- mormorò lei, strizzandosi i capelli ricci con entrambe le mani. -ti avrei lasciato affogare nel Grof non credi?-

Il colonnello indietreggiò di qualche metro dalla donna, portandosi sull'erba fresca. Scosse vigorosamente la testa per scrollarsi un po' di acqua dai capelli. Si portò una mano alla fronte, e strinse tra indice e pollice il setto nasale. Aggrottò le sopracciglia.

-Perchè siamo finiti nel fiume? ma...spiegami perchè inseguivi Megan! Non avevamo un accordo noi?-

l'assassina ributtò indietro i capelli sulla schiena, sollevando una miriade di goccioline minuscole di acqua. Si passò le mani sui capelli un'ultima volta e di voltò a guardarlo.

-accordo? non avevamo proprio alcun accordo noi due. Non è che salvarti la vita la prima volta garantisca che non ti uccida. O che non faccia fuori qualcuno del tuo gruppo. Insomma, questi erano gli ordini della regina e finchè voglio mangiare dovrò eseguirli.- gli rispose, decisa e perentoria, slacciandosi la cappa nera dal collo. Strano non l'avesse appesantita nel fiume, o che non l'avesse persa. Ad ogni modo era zuppa d'acqua e per due giorni sarebbe stata inservibile. La stese sul prato, sotto il sole, in modo da rimediare almeno un minimo alle condizioni pessime in cui versava il manto.

-si ma la mia domanda è perchè proprio Megan?-

-oh è questo il suo nome? Megan?- Chione rise. -pensa che nemmeno sapevo il nome della mia potenziale vittima.- scosse la testa. Il colonnello parve infastidirsi dal comportamento della donna: schivava, evitava saggiamente di rispondere alla sua domanda cambiando argomento, rimanendo sul vago.

-mi rispondi?- le chiese dunque. La donna, sconcertata da quel tono innervosito e dall'insistenza dell'uomo, si voltò di scatto. Nella sua mente balenarono una serie di pensieri svariati: come poteva rispondere a una domanda simile? cosa avrebbe risposto? non poteva di certo dirgli che era solo gelosia.

-è una come un'altra, colonnello. Poteva essere lei, poteva essere quell'omone che ti porti dietro costantemente. Potevi essere tu.- Red sbuffò a questa risposta. Era plausibile ma non lo convinceva completamente. -se ti voltassi adesso mi faresti un favore.- concluse lei. -magari potrei asciugarmi.-

-e con cosa, che hai solo quei vestiti? che idiozia.- commentò lui.

-tu non conosci la gilda. Abbiamo distaccamenti in ogni dove, in ogni distretto di questo diavolo di regno. Se non mi sbaglio poco distante da qui, c'è un grosso tronco cavo che fa da sorta di magazzino...- continuò lei, addentrandosi nel bosco limitrofo alla riva del fiume, seguita constantemente dallo sguardo di Red, che incuriosito dalla sicurezza della donna, non riusciva a staccarle gli occhi di dosso. Sembrava che ovunque andasse, conoscesse a memoria quel luogo, nemmeno ci avesse vissuto tutta la vita.

-...la gilda solitamente dispone per ogni membro, e parlo di poche persone, una bisaccia con la stessa identica divisa che indosso, e la nasconde tra le ampie radici di grosse e vecchie querce...- la sua voce giungeva fioca. -COME QUESTA!- esclamò d'un tratto, e tornò gioiosa di corsa alla riva del fiume, con in mano una borsa nera con il marchio della Gilda, da cui estrasse esattamente lo stesso corpino e gli stesso pantaloni, più un paio di slip. Il tutto asciutto, fortunata lei.

Lo guardò, e gli fece un cenno con la mano che aveva libera.

-quindi ora voltati. Non c'è molto spazio per cambiarsi, e infilarsi nel sottobosco con tutti quegli aghi di pino che si appicicherebbero inesorabilmente alla pelle bagnata non mi sembra il caso.-

Red si voltò, e lasciò che la donna si spogliasse completamente. Sentì uno scroscio di acqua, e con la coda dell'occhio la scorse in acqua, che si dava una lavata sommaria e rapida. Si voltò lentamente, e si perse a guardarla. Aveva un viso giovanile ma uno sguardo provato, con l'aria di qualcuno che ha visto o vissuto qualcosa che non augurerebbe a nessuno mai. Nonostante tutto, la vedeva gioire per le piccole cose, e questo gli piaceva. Era una semplice. Con quei capelli lunghi e ricci pareva una Naiade. Era bella, doveva ammetterlo.

La donna scorse il soldato intento a guardarla, e si immerse completamente nell'acqua fredda.

-GIRATI!- Red sorrise e si voltò nuovamente. Chione fece più in fretta che potè: corse fuori dal fiume, si passò sul corpo la maglietta, che sotto il corpetto era rimasta per metà asciutta, e si asciugò alla bell'emeglio, per poi rivestirsi in fretta e furia.

-a posto?-

-a posto-

-senti, Chione... lo so tra noi direi che buon sangue proprio non corre. Ad ogni modo dovremo unire le forze, finchè non riusciremo a tornare da dove siamo venuti. Quindi.. tira fuori le pistole dalla bisaccia e armale. Dovrai aiutarmi a procacciare cibo. Io penso al fuoco, tu alla pappatoria.-

Non aveva tutti i torti. L'assassina si raccolse i capelli, li legò, ripose le pistole asciutte e funzionanti nelle fondine della divisa e partì insieme a lui nel bosco. A metà strada si divisero.

Chione camminava leggera, senza fare alcun rumore, alla ricerca di piccoli animali. Faticava a trovarne, ma conosceva chi non avrebbe fatto fatica. Sapeva che Semiramide la seguiva ovunque, quindi l'aveva sicuramente seguita anche nel percorso che aveva compiuto finora. Ululò dunque, e attese la risposta, adagiata ad un pino.

Una decina di minuti dopo, un tartufo umido si premette contro il suo braccio, per poi giungere una lingua tiepida e insalivata a leccarle la spalla. La sua lupacchiotta. Era fedele come nessun'altro. Il migliore alleato.

Conosceva Chione una lingua antica, che parlavano i suoi antenati e che evidentemente aveva origini nella Lingua Madre, che comprendevano anche determinati animali, tra i quali i lupi.

Proprio in quella lingua sussurrò alla lupa di aiutarla nella caccia, e l'animale premette il muso contro il viso della donna, in segno di assenso, per poi correre via in mezzo agli alberi.

Red era già alla radura e aveva raccolto una buona catasta di legna, che sarebbe durata per quasi tutta la notte. Il fuoco ardeva da qualche minuto, e la fame graffiava nello stomaco. Erano quasi 24 ore che non addentava cibo. Si chiedeva dove fosse finita la "cacciatrice", quando vide un lupo grigio-biancastro spuntare da in mezzo agli alberi. Afferrò di nascosto un ceppo di legna, pronto a difendersi. Lupi solitari non se ne vedevano molti, e se si vedeva qualche lupo solitario solitamente qualche secondo dopo sbucava anche il resto del branco. Si tenne pronto a scattare, tendendo ogni muscolo.

Dietro alla lupa fece capolino anche una figura sottile e umana, con un sacco pesante sulle spalle, e un sorriso gigantesco dipinto in volto.

-signori si mangia!- commentò Chione, poggiando il sacco a terra e aprendolo, rivelando il suo contenuto: due conigli di grossa taglia e un chinghialetto. Un pasto luculliano.

La lupa si sdraiò accanto al fuoco, guardando con aria assente le fiamme che giocherellavano, e ogni tanto passandosi la lingua sul naso. Chione lesse la tensione nello sguardo del colonnelo quando si poggiava sull'animale. Gli pose una mano sulla spalla, e lo rincuorò.

-stai tranquillo Red. Lei sta con me.- Red aggrottò la fronte.

-vuoi dire che è tua?-

-lei non è mia.- scosse la testa Chione,e Semiramide sollevò il muso. - Semiramide è mia amica. Un'alleata. La migliore.- la lupa si passò la lingua nuovamente sul naso e sbadigliò, per tornare a sdraiarsi.

-dunque! cambiando discorso, se hai un coltello si potrebbero scuoiare gli animaletti e pulirli un po', cosa dici?- Chione rise, tenendo sollevati i conigli per le orecchie.

-si da il caso che le mie armi tu me le abbia nascoste.-

-prova un po' a guardare dietro la roccia laggiù...- lo intimò lei. Red si diresse verso il piccolo masso, e dietro vi trovò adagiato il suo pugnale, e due piccoli pugnali da lancio. Afferrò tutto, e lo portò al falò. Chione afferrò una lama e cominciò un lavoro certosino di scuoiatura delle sue vittime.

pure previdente, pensò Red, guardando l'assassina muovere le dita con agilità sull'animale. Sorrise, pensando fosse una qualità da non sottovalutare, almeno in senso positivo.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: La_Matricola