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Autore: Jolly Gamer    14/11/2013    0 recensioni
Hanako è una ragazza che come tante sta affrontando i problemi adolescenziali. Le sue giornate trascorrono normalmente, la sua è una vita regolare come quella di tante altre, una vita che vista dall'alto può sembrare quasi inutile, è così che la pensa ''lui''. Ma le giornate tranquille e serene di Hanako stanno per finire, e colui che la guarda dall'alto sta per ricredersi e capire che ogni vita ha un ruolo importante in questo mondo, ormai in rovina...
Genere: Drammatico, Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Quella mattina mi svegliai piuttosto presto e visto che la scuola era crollata a causa della forte scossa di terremoto, decisi di uscire con i miei amici. Quella mattina imparai una lezione che ricorderó per sempre. Ci incontrammo in un piccolo bar e perdemmo un pó di tempo lì. Mirko infastidiva Helen, che si stava ingozzando di caramelle, punzecchiandola con la cannuccia della coca cola che aveva appena finito, mentre ascoltava le conversazioni dementi fra me, Kevin, Hiroshi e Satoshi. Tutta la conversazione si basa su una frase detta da Kevin "La prof Hanamoya è una vecchia zitella con la f*** fracida! BLEAH!" io lo guardai e gli risposi con tono disgustato "Questa potevi evitarla!", poi si intromise Satoshi "Zitella? Nah, non credo. Il prof di informatica l'ha sicuramente.. Ehm.. Come posso dire..", "Le ha sicuramente installato il cavo USB ! La prima volta che si inserisce nel pc lo installa sempre.. Hehehe.." disse Hiroshi. La conversazione continuó allegramente, mi ero completamente dimenticata degli eventi del giorno prima. Uscimmo dal bar e passeggiammo per quelle stradine isolate. Ci piacevano i luoghi isolati, perchè potevamo essere noo stessi e parlare di qualsiasi cosa senza preoccuparci della gente che ci circondava. Mentre passeggiavamo sentimmo un urlo "Va via bastardo!", "I negri come te non sono i benvenuti qui!". Cercammo di non farci vedere e assistemmo alla scena. C'erano tre ragazzi che stavano minacciando quella persona perchè era scura di pelle. Il ragazzo li implorava "Per favore devo raggiungere mia madre in ospedale! Se non faccio in tempo..", non finì di parlare che uno di loro gli diede un forte pugno in faccia. Uno dei tre si mise dietro al ragazzo scuro e lo bloccó, mentre gli altri iniziarono a picchiarlo brutalmente. Un pugno dopo l'altro, in faccia, nello stomaco.. Nessuno dei miei amici aveva il coraggio di intromettersi. Questa è la dura realtá, in queste situazioni nessuno si intromette lasciandosi sconfiggere dalla paura. Non riuscivo piú a guardare ed istintivamente mi intromisi "Hey! Che diamine state facendo?! Fermatevi subito!", uno di loro si giró minacciandomi "Vuoi essere picchiata anche tu?", io non mi feci intimidire e gli risposi "Smettila stronzo!", "Levati di mezzo puttana!" disse lui spingendomi. A questo punto si intromisero anche gli altri, e i tre ragazzi, vedendoci in maggioranza, scapparono via. Soccorremmo subito il povero ragazzo pieno di lividi, Hiroshi e Satoshi lo aiutarono a camminare fino al bar piú vicino, dove gli offrimmo una bibita fresca. Gli chiedemmo perchè quei tipi lo odiavano così tanto da picchiarlo brutalmente, la sua risposta fu "Io non gli ho fatto niente, la mia unica colpa è essere nero. Mi odiano perchè non sono bianco come gli altri", dopo questa risposta mi sentii triste, e mi resi conto che il razzismo purtroppo era un fenomeno ancora esistente. Facemmo amicozia con il ragazzo, si chiamava Tom ed era figlio unico, era immigrato con la madre perchè soffriva di cancro e sperava di essere curata qui, per le cure le hanno chiesto molti soldi per le cure, quindi Tom lavorava sempre per cercare di accumulare piú denaro possibile. Ad un certo punto Kevin chiese a Tom "Ci sarai anche domani?" w Tom allegramente rispose "Stesso posto e stessa ora!" e batterono il cinque. Eh già, Tom era proprio come Kevin. All'ora di pranzo tornammo tutti alle nostre abitazioni, e dopo pranzo, strinsi i denti e mi recai al Black Office, dove mi aspettava l'addestramento. Per strada incontrai Keiichi e camminammo insieme fino alla base. Parlammo tutto il tempo e scoprii che anche lui ascoltava musica rock e metal, era la prima volta che Keiichi si apriva con qualcuno, il che mi sorprese molto. Ma arrivata al Black Office mi sorpresi ancora di più, l'altro collaboratore era Tom. Disse che il direttore gli dava parecchi soldi per quel lavoro, e a lui faceva comodo per pagare le cure della madre. Dopo aver conversato un pó con lui iniziai il mio addestramento. Il mio addestratore era Bill, il membro più anziano ed esperto della squadra, disse che in questa segtimana mi avrebbe insegnato ad usare la pistola, era molto dolce e simpatico. Giorno dopo giorno mi addestravo, mentre Tom mi preparava la merenda ad ogni pausa, e mattina dopo mattina ci incontravamo con gli altri in quel bar. Ma una mattina, Tom non si presentó. Aspettammo un'ora, poi mi passó un pensiero per la testa e corsi, dirigendomi nel luogo dove i tre ragazzi picchiarono Tom. Sentivo Helen urlare "Hanako!! Dove stai andando?!", ma non la risposi, se quello che avevo pensato era vero.. No! Non volevo nemmeno pensarci! I ragazzi mi seguirono, arrivammo sul luogo, ma era troppo tardi. Ton giaceva a terra. Non credetti ai miei occhi, mi avvicinai e lo iniziai a scuotere implorandolo di svegliarsi, ma non c'era piú niente da fare. Kevin si avvicinó a me piangendo e mi strinse forte cercando di consolarmi, ma dentro di me governava l'odio e la rabbia. Siamo tutti uguali, Tom non meritava questo! Piangevo sia dal dolore che dalla rabbia, vedendo il cadavere pieno di ferite di Tom. Quando la madre seppe della morte del figlio si tolse la vita. Successivamente ci fu il loro funerale, ma gli unici ad essere presenti eravamo noi, che vestiti in nero pregammo per la povera vittima del razzismo e per la povera madre, che almeno lassù avrebbero trovato la pace, quella pace che Tom sognava.
  
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