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Autore: Reagan_    14/11/2013    3 recensioni
Ci si può innamorare senza riserve e senza motivo? Anche quando si è diversi, opposti?
Georgiana Sullivan è una analista finanziaria, cresciuta in una famiglia benestante della New York dei grattacieli.
Donald Jeter è un medico afromericano specializzando in chirurgia che si divide fra il lavoro, lo studio e il volontariato nel suo vecchio quartiere degradato.
Diversi eppure innamorati.
Opposti eppure simili.
Nella New York delle luci e delle risate offuscate dal buio della Guerra Fredda.
Storia che partecipa al "Slice of Life" Challenge.
Genere: Generale, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Storia che partecipa alla Challenge "Slice of Life" indetto da areon.
Link Challenge:http://freeforumzone.leonardo.it/d/10511289/-Slice-of-Life-challenge/discussione.aspx
Prompt:  Giro in Bicicletta
Titolo: Giugno 1972-Giro in Bicicletta
Autore: Reagan_
Fandom: Originali-Romantico
Personaggi: NC
Genere: Generale
Rating: Giallo
Avvertimenti: Nessuno
Lunghezza: (conteggio parole e numero pagine):956





"La vita è come andare in bicicletta. Per mantenere l'equilibrio devi muoverti."
Albert Einstein


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Giro in Bicicletta




Il vento s'insinuava fra i suoi capelli, li faceva danzare secondo un ritmo scoordinato e piacevolmente violento, il vestito rosso era salito di qualche centimetro, facendo intravedere il candore della pelle dell'interno della coscia e di conseguenza facendogli perdere spesso equilibrio sulla bici arrugginita che stava guidando seguendo la scia profumata e il sentiero percorso di Georgiana.
Il suo sorriso compariva ogni tanto quando si voltava per incitarlo a proseguire la corsa in bici.
Lui non era certo abituato come lei, solita a passare le sue estati fra picnic e corse in bicicletta da quando aveva imparato a camminare, mentre lui era rinchiuso nel suo claustrofobico quartiere emarginato.
Gli dolevano le caviglie, ma Donald tentò di superarla, suscitando la sua sorpresa e la sua risata spensierata. Si erano inoltrati sempre più vicini alla spiaggia, pregustandosi la vista dell'oceano che si perdeva e del cielo che si confondeva con il moto ipnotico delle onde.
L'odore di mare, di salsedine, di sabbia calda e morbida, spingeva su per le narici e coinvolgeva ogni singola cellula del corpo di Donald. Ogni volta che scappava con Georgiana in quel piccolo pezzo di paradiso, si stupiva di come l'aria stessa lo rinvigorisse e lo calmasse allo stesso tempo.
Georgiana frenò e gli indicò una piccola scorciatoia per il mare, ruotò la bici e si lanciò giù per la collina, con la sicurezza di un aviatore esperto. Donald strabuzzò gli occhi e cercò di seguire quel turbine di rosso e castano, pregando che il telaio della sua bici non si spezzasse.
Georgiana saltò giù dalla bici prima di schiantarsi sulla sabbia e si mise a correre verso le onde biancastre. Donald la seguì goffamente, maledicendosi per aver smesso di fare sport, e si trascinò fino ad arrivarle affianco.
La mano della ragazza circondò la sua e si sorrisero improvvisamente timidi, rimasero a lungo così: in piedi, con le mani intrecciate, le scarpe ormai zuppe di acqua salata, un sorriso di pace sulle labbra.
Ad interrompere quella pace furono grosse gocce di pioggia.
Il vento impetuoso che tanto aveva infastidito i capelli di Georgiana, ora voleva la rivincita sul mondo, le gocce cadevano violente e in pochi secondi il vestito rosso della ragazza le si appiccicò sul corpo minuto. Donald lo vide come un segno divino, un invito del Dio Dionisio a proporsi e a tentare la scalata verso il piacere sessuale.
Nonostante si frequentassero da diversi mesi, ogni approccio più intimo gli era stato negato, un po' per il poco tempo, un po' per la ritrosia e imbarazzo di Georgiana, ma quel giorno qualcosa accadde.
Lasciarono le biciclette verdi riverse sulla spiaggia, lei lo trascinò in una piccola cabina con la porta socchiusa e lì, in modo del tutto naturale e lento, si scoprirono a vicenda.
In principio dovevano solamente spogliarsi per non prendere troppo freddo ma quando Donald catturò con un bacio una goccia di acqua salata che scorreva lungo il collo di Georgiana, tutto cambiò.
I mozzati sospiri di piacere lasciarono il posto a gemiti sommessi.
Georgiana gli slacciò i pantaloni, sussurrandogli che era pronta, nonostante tremasse.
E così, mentre le biciclette venivano sommerse dalla pioggia e cullate dalla sabbia, Donald e Georgiana si unirono per la prima volta, fra lo sgomento, singhiozzi di dolore ed immenso piacere.
Alla ragazza piacque sentire il suo torace nudo contro il suo seno, le sue labbra carnose scivolare lungo la sua pelle, il cromatico contrasto dei loro colori, i suoi sospiri contro le sue labbra e quella oscillazioni di bacini che si cercano e si scontrano.
Donald si fermò più volte, teso fino allo spasmo e intimidito dalla responsabilità, si lasciò baciare dalle sue labbra tremanti, la lasciò libera di scoprire le basi dell'amore fisico e da qualche parte sentì un moto d'orgoglio quando le strappò il primo grido, il primo orgasmo, che cancellò le lacrime pungenti della prima lacerazione.
Solo allora si permise di venire, crollando sul suo morbido e minuto corpo.


Il sole era tornato a brillare, dietro nuvole scure e bianche, il mare si era calmato, le bici si stavano crogiolando in attesa di asciugarsi completamente e partire per un altro giro.
Donald donò a una Georgiana che non riusciva a guardarlo in faccia, il suo maglione per coprirla e proteggerla da malanni.
S'incamminarono verso le biciclette che li stavano aspettando e decisero che era venuto il momento di tornare indietro. Il ragazzo la seguì, beandosi della vista di quel corpo che ora conosceva profondamente.
Si fermarono solo davanti al garage della casa isolata dei Sullivan, dove fecero riposare le bici e per la prima volta dopo l'episodio nella cabina, si guardarono negli occhi.
Nessuno dei due seppe chi cominciò, sta di fatto che si trovarono uniti in un abbraccio che non sapeva di consolazione, ma di piacere. I baci divennero morsi, l'eccitazione di Donald divenne più evidente e Georgiana decise di trascinarlo dentro quella casa silenziosa, fiondandosi nella prima camera da letto. Fu un amplesso ragionato, equilibrato e gentile, Donald lasciò che Georgiana conducesse il gioco, sorprendendolo con la sua passione ed attenzione.
Quando finirono rimasero a lungo, distanti ed ansimanti, a fissare il soffitto.
-Dovremmo andare più spesso in giro con la bici.- disse Donald cercando di farla parlare e scoprire cosa si celasse dietro quell'espressione confusa e tesa.
La ragazza si voltò a fissarlo, sorridendogli, gli si avvicinò e stettero abbracciati.
-Vorrei trovarti sempre accanto a me, anche a letto.- mormorò lei.
Donald s'irrigidì per un secondo, le scostò qualche ciocca ribelle e la baciò.
Da quel momento in poi, non parlarono.
I muscoli indolenziti dall'amore e dal loro giro in bicicletta, li obbligarono a fare un sonnellino mentre le nuvole della pioggia lasciarono il posto ad un arcobaleno tenue e a un cielo azzurro.








   
 
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