I mesi che seguirono furono più tranquilli di quanto Camilla
potesse sperare.
Forse l’aver già attraversato questa fase di adattamento
necessario alla fine di un matrimonio la stava aiutando a costruire un nuovo
equilibrio nella sua vita di tutti i giorni. Il rapporto con Livietta
migliorava lentamente, anche grazie all’intervento di Greg, la cui presenza aveva
influssi positivi sull’umore della ragazza. Anche la situazione con Renzo
poteva definirsi civile ed accettabile: nei giorni dedicati al trasloco, l’uomo
aveva sempre avvertito prima di tornare a casa per essere sicuro di non trovare
“ospiti” (come definiva Gaetano e Tommy), ed anche in seguito i suoi incontri
con la figlia e la ex moglie erano oggetto di attenta programmazione per non
rovinare l’esistenza di nessuno. Così quando Renzo si ritrovò a parlare con
Camilla per le pratiche relative alla separazione, la donna non era andata
incontro a dubbi e rimpianti per quanto era accaduto. Anzi, Camilla si ritrovò
a pensare che tutti i timori che l’avevano spinta a restare con Renzo tanto a
lungo si erano rivelati totalmente infondati.
Eppure, in questa situazione di relativa calma e serenità,
c’era qualcosa che la turbava, che le impediva di essere pienamente felice.
Eva.
La professoressa sapeva benissimo che la ex moglie di Gaetano
non sarebbe stata affatto contenta della relazione tra lei ed il poliziotto e
che questo poteva comportare l’allontanamento di Tommy dal padre. Nonostante
questo, però, Camilla cominciava a sentire che tacere il tutto a Eva e mentire
a Tommy per non correre il rischio che il bambino rivelasse qualcosa di
inappropriato alla madre era un grande errore strategico: come avrebbe reagito
lei se si fosse trovata nei panni di Eva?
Un paio di volte aveva provato a parlarne con Gaetano, ma
l’uomo aveva sempre glissato sull’argomento. Camilla sapeva che non potevano
evitarlo per sempre, ma nemmeno si aspettava che il problema si sarebbe
presentato all’improvviso davanti alla sua porta di casa in una calda mattina
di agosto.
-Eva!
-Camilla- il tono piatto con cui la donna aveva pronunciato
il nome della professoressa fece presagire il peggio a quest’ultima. -Posso
entrare?
Camilla annuì facendosi da parte e lasciando che Eva entrasse
nel suo appartamento. Vide che lo sguardo della donna vagava per le stanze
della casa, come ad analizzare l’idoneità di quell’ambiente per suo figlio,
fino a quando non si posò sulla finestra del salotto da cui si vedeva benissimo
l’interno dell’appartamento di Gaetano. Eva sogghignò a quella vista come se in
qualche modo avesse colto la donna in flagrante.
-Mi stavo facendo del the freddo. Posso offrirle una tazza?-
chiese Camilla con il preciso scopo di distrarre la svedese dalla vista.
-Sì, grazie.
Le due donne passarono diversi minuti in silenzio davanti a
quel the. A dirla tutta, sarebbe più corretto dire che Eva non sfiorò neppure
la tazza, ma si limitò a fissare Camilla, mentre quest’ultima si sforzava di
trovare interessante anche la più piccola goccia di the che galleggiava nel
bicchiere.
-Immagino lei sappia perché sono qui- fu Eva a rompere gli
indugi con grande sollievo di Camilla.
-In realtà, no. Se sta cercando Tommy e Gaetano…
-No, cercavo proprio lei- la pausa di silenzio che ne seguì
servì a terrorizzare ancora di più Camilla, che non si era mai sentita così a
disagio nemmeno davanti alle decide di delinquenti che aveva incontrato negli
ultimi anni. –Credo che lei e Gaetano dobbiate dirmi qualcosa…o mi sbaglio?
A questo punto la professoressa trovò inutile evitare di guardare
Eva e alzati gli occhi verso la svedese decise che la cosa migliore da fare era
dire la verità. –Se si riferisce alla nuova situazione che si è creata tra me
e…
-Nuova situazione? Camilla, non prendiamoci in giro.
Chiamiamola per quello che è. Relazione. Tu e Gaetano avete una relazione, è
così?
-Siamo passati al tu, adesso?- se Eva voleva passare
all’attacco, Camilla non si sarebbe certo tirata indietro. –Comunque, sì.
Abbiamo una relazione.
-Della quale non sono stata informata.
-Non credevo dovessimo farlo.
-E non avreste dovuto informare almeno Tommy? Dopotutto vive
con suo padre e, a quanto mi ha riferito, è più il tempo che passa qui con te e
tua figlia piuttosto che con lui.
Camilla accusò il colpo e dovette ammettere almeno a se
stessa che Eva aveva ragione. Tenere all’oscuro Tommy non era stata una mossa
intelligente.
-Sì, forse avremmo dovuto parlargliene, ma prima volevamo
essere sicuri che questa nuova…situazione…fosse stabile e fattibile.
Eva sorrise con evidente ironia: -Magari fra uno o due anni,
così che non potesse raccontarmi nulla.
-Ok, d’accordo. Non volevamo che tu lo venissi a sapere
troppo presto. Non siamo stupidi, Gaetano ed io. Sapevamo perfettamente che
avresti usato questa scusa per portarti via Tommy. Non è per questo che sei
qui?
-Tommy è mio figlio…
-Ed è anche figlio di Gaetano, se per questo! Senti…io non
voglio portarti via tuo figlio. Non voglio fargli da madre!
-Ci mancherebbe! Sono io sua madre.
-Appunto. Tu sei sua madre. Io sono semplicemente la nuova
compagna del padre. E come tale dovrò incontrare Tommy. Non puoi pensare di
tenerlo lontano da Gaetano solo perché ora ci sono io.
-Posso provarci. E ti assicuro che lo farò, Camilla.
La professoressa sospirò all’ultima affermazione di Eva: -Io
posso capire come ti senti, ok? Sono stata anche io una madre separata, il cui
ex marito stava con un’altra donna. Una donna che mia figlia adorava, con cui
andava d’accordo. Ma se avessi impedito a mio marito di stare con la sua nuova
compagna o se, peggio ancora, avessi impedito a Livietta di vederla, avrei solo
peggiorato le cose. Guarda cosa è successo l’ultima volta che te lo sei voluto
portare via…lui ha fatto in modo che io capissi le tue intenzioni.
-Con questo vuoi dirmi che mio figlio preferisce te a me?
-No. Voglio dirti che Tommy può volere bene ad entrambe se
solo tu glielo permettessi!
-Tommy è MIO figlio. Non TUO. Sono stata chiara? Se tu e
Gaetano pensate di potermelo portare via, vi sbagliate di grosso!
Eva si alzò in piedi non appena terminato di parlare e senza
aspettare che Camilla potesse aggiungere qualcosa, si diresse a grandi passi
verso la porta di ingresso e la sbattè alle sue
spalle dopo averla oltrepassata.
Camilla rimase a guardarla attraversare il cortile dalla
finestra della cucina. Il passo militare tradiva la rabbia della donna e la
sola cosa che sembrò sensata a Camilla fu quella di afferrare il telefono ed
informare Gaetano dell’accaduto.
***
-Vorrei solo sapere cosa ti è saltato in mente? Perché non le
hai detto di tornare quando sarei stato presente anche io? O meglio ancora di
parlare direttamente con me?
La reazione di Gaetano colse alla sprovvista la
professoressa. Camilla lo aveva raggiunto nel suo appartamento quando lo aveva
visto rientrare dal lavoro e sì, era certa di trovarlo alterato, ma con Eva!
Non certo con lei.
-Ho provato a dirle che tu non c’eri, ma lei voleva parlare
con me.
-Certo, con l’anello debole.
-Cosa vorresti dire, Gaetano?
-Che io avrei saputo come gestirla, come bloccarla, come…
-…mentirle? È questo che stai dicendo?
L’uomo scosse il capo mentre si infilava una mano tra i
capelli: -Non è quello che volevo dire, Camilla!
-Però è quello che abbiamo fatto fino ad ora.
-Mi sembrava che fossi d’accordo anche tu! O sbaglio?
-Io ero d’accordo sul prenderci del tempo per capire come
affrontare il tutto con Tommy ed Eva. Non pensavo che a distanza di quattro
mesi ancora non ne avremmo nemmeno parlato! Perché se ricordi bene, io ho
tentato di affrontare con te il problema, ma inutilmente!
-Ok, è colpa mia. È questo che vuoi sentirti dire?
-No! Vorrei solo che tu la smettessi di far sentire in colpa me
per questa situazione!- urlò la donna con così tanta rabbia che Gaetano fu
costretto a guardarla negli occhi per la prima volta da quando era arrivata.
Quegli occhi scuri erano preoccupati e allo stesso tempo sconvolti tanto
quanto, il commissario ne era certo, lo erano i suoi. Gaetano si sentì
immediatamente male per come aveva urlato contro Camilla in quegli ultimi
minuti: la donna voleva bene a Tommy come ad un figlio e di certo non poteva
essere serena dopo quanto accaduto. Mosse un passo verso di lei, che però si
ritrasse come impaurita. Il poliziotto accusò il colpo ma senza perdersi
d’animo tentò di nuovo di avvicinarla finendo con il poggiare le mani sui suoi
fianchi.
-Camilla, scusami. Non volevo urlare. E non ce l’ho con te.
Mi credi?- Sentì il corpo della donna sciogliersi dopo quelle parole e capì che
lei gli aveva creduto: -E’ solo che ho paura che Eva possa portarmi via Tommy e
che…ho già perso quattro anni della vita di mio figlio, non voglio perderne
altri.
-Lo so, Gaetano. Ma ora c’è solo una cosa che tu possa fare
per lui.
-Prendere Tommy, andarmene dall’altra parte del mondo e
cambiarmi i connotati?- scherzò il vicequestore per alleggerire una situazione
che sapeva bene essere fin troppo complicata.
-Questa è una possibilità- rispose Camilla sorridendo. –Ma forse
ce ne sarebbe un’altra…molto meno dispendiosa e inquietante.
-Sono tutt’orecchi, professoressa.
-Parla con la tua ex moglie.
Gaetano fissò la donna con una punta di ironia dipinta sul
volto: -Speravo in qualche consiglio più utile, in realtà.
-Senti, Gaetano. Vuoi la verità? Se cerchi lo scontro
frontale con Eva sei destinato a perdere. Perché lei è la madre e tu sei “solo”
il padre. Lei fa un lavoro che le permette di avere orari compatibili con la
vita di Tommy mentre tu fai il poliziotto. Se finite davanti ad un giudice, non
solo vedrai il tuo conto in banca assottigliarsi a favore di quello del tuo
avvocato (e anche di quello di Eva), ma ti ritrovi di certo senza Tommy.
Il vicequestore sembrò illuminarsi all’improvviso, cosa che
lasciò stupita Camilla per un istante. –Hai perfettamente ragione! Camilla, tu
sei un genio!- disse alla donna prima di stamparle un bacio deciso sulle
labbra.
-Ok…che cosa ho detto di così geniale?
-Non capisci? Abbiamo la soluzione a portata di mano.
-Di cosa…?
-Andiamo a vivere insieme. Tu, io, Tommy e Livietta. È quello
che volevamo, no? E così io acquisterei punti nei confronti di Eva per l’affidamento
di Tommy-Il viso accigliato di Camilla non era esattamente ciò che Gaetano si
aspettava di vedere dopo la sua proposta. –Camilla…
-No! Non dire un’altra parola. Tu sei completamente fuori
strada, Gaetano!
-Ma…Camilla! Avevamo già deciso che prima o poi avremmo fatto
il grande passo, o mi sbaglio? Ti chiederei anche di sposarmi, ma non posso. Non
sei nemmeno ufficialmente separata ancora…
-E pensi che chiedermi di sposarti solo per ingannare la tua
ex moglie sia quello che volevamo?
-Camilla…non è così…non lo faccio solo per impedire ad Eva di
prendersi Tommy.
-E’ solo per questo invece che tu ora mi stai facendo questa
proposta! E io….non posso nemmeno pensare che tu abbia fatto una cosa del
genere! Eva è sul piede di guerra perché le abbiamo mentito su di noi e tu cosa
vuoi fare per migliorare la situazione? Ingannarla di nuovo?
-Non è un inganno. Noi due ci amiamo, lo avremmo fatto
comunque prima o poi.
-Stiamo solo cercando un modo per separare Tommy da sua madre
e non è giusto. Eva è sua madre!
-E io sono suo padre!
-Ed è questo che vuoi insegnare a tuo figlio? Che il fine
giustifica i mezzi…sempre? Io capisco come ti senti all’idea di perdere Tommy,
ma toglierlo a sua madre non lo farà stare bene. Saranno anni di guerre e
litigi e Tommy sarà in mezzo. È questo che vuoi per lui?
-Camilla…
-Non voglio ascoltare una parola di più, Gaetano. Penso che
tu debba dormirci sopra e spero che domani mattina avrai cambiato idea. Perché al
momento alla tua proposta non potrei che rispondere “no”!
Gaetano non poté fare altro che guardare la donna
allontanarsi veloce verso la porta dandosi mentalmente dell’idiota per quello
che aveva appena fatto: non solo aveva ingigantito il problema con Eva, ma ne
aveva pure creato uno con Camilla. La serata peggiore della sua vita, insomma!
Ed era appena cominciata! Perché non appena Camilla fu uscita
dalla porta, si ritrovò Eva davanti a lui con lo sguardo tutt’altro che
amichevole.