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Autore: Urheber des Bosen    14/11/2013    2 recensioni
Uno può finire poeta o pazzo, profeta o delinquente, solo o innamorato, non è affar suo, e in fin dei conti è indifferente.
Il problema è realizzare il proprio destino, non un destino qualunque, e viverlo tutto, fino in fondo dentro di sé.
Il problema è quando quello stesso fato t'impedisce di compiere il tuo destino.
Genere: Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Nessun contesto
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A volte si ritrovava a pensare che alla fine non importava.
Non interessava a nessuno quel'attimo, quell'anima che camminava per dei corridoi polverosi; pensava che forse noi siamo solo un errore del big bang, non siamo nati per uno scopo e sopratutto non siamo nati per nessuno.
E allora per quale motivo quell'anima annoiata si sentiva pesante?
 Perchè quel  moro troppo attento per prestare attenzione a qualcosa, mentre cercava di camminare con la sua solita andatura elegante sentiva male al petto, perchè per la prima volta dopo anni gli venne voglia di urlare?
  Anzi,di scalciare, sopratutto di prendersela con qualcuno.
Era un impulso indomabile, animalesco; perchè per quanto la storia possa far finta di dimenticare, l'uomo viene da una scimmia, un animale che per quanto possa essersi evoluto, nasconde una vena violenta, aggressiva.
 Per la prima volta Sasuke non ebbe più il controllo di se stesso e si ricordò di essere una scimpanzé.
Ricordò che a volte questi animali lottavano, per il puro senso di esistenza.
 E quindi con questa illuminazione,prese un altro animale, a caso, e senza un motivo che non fosse il puro svago, iniziò a lottare
Mentre compieva quest'atto, per alcuni classificato solo come vile, gli venne in mente un altro motivo di rabbia: il suo essere finito.
Per quanto lui si sforzasse di elevarsi, di guardare oltre, si ritrovava ad essere come tutti gli altri: un banale e rozzo scarabocchio.
E così dall'alto della sua scoperta mediocrità,  fece l'unica cosa che credeva possibile in quel momento, picchiò più forte.
Non conosceva il ragazzo con cui stava avendo la lite, ma non gli importava, sembrava abbastanza robusto e quindi almeno non si sentì un vile, vista la situazione era un punto positivo, dopo tutto.
Non seppe bene chi interruppe il combattimento, ma ad un tratto si ritrovò schiacciato da una serie di mani, che fastidiosamente continuavano a chiedergli sulla sua salute.
Avrebbe gentilmente mandato tutti a quel paese, ma..ah no, lo fece.
Con la sua splendida bocca insanguinata e con voce suadente disse:" Non mi rompete i coglioni!".
Dopo questa eroica uscita, avrebbe voluto andarsene, anche perchè stava per svenire, come al solito si era sopravvalutato e più che prenderle, le aveva prese, ma ad un tratto si ricordò di essere a scuola e che quindi avrebbe dovuto rispondere delle sue azioni.
Sarebbe stato inutile spiegare a quella mandria di bufali che l'aveva fatto solo per sfogare i suoi istinti primordiali, per una sorta di prova scientifica, ma nessuno ci avrebbe creduto, probabilmente nemmeno lui.
Così si lasciò trasportare da quella folla inferocita, gli venne a mente che l'uomo è davvero strano, in gruppo, supportato dell'aggressività generale, compie azioni che individualmente non avrebbe mai commesso.
Sasuke lo aveva sempre saputo, erano un ammasso di pecore, specialmente quelle stupide ragazze che ingiustamente continuavano a difenderlo con frasi del tipo" Sasuke non farebbe mai una cosa del genere!, sarà stato sicuramente provocato".
Quanto le odiava, in quel momento di furia avrebbe potuto dimenticare il loro gentil sesso e dargli uno schiaffo ben piazzato, solo per dimostrare il contrario, ma non lo fece.
Era impazzito, ma non avrebbe mai superato i limiti del buon gusto, per ora.
Mentre sentiva le grida del preside rivolte verso la vittima, si sentiva un verme, era lui che aveva iniziato la rissa e senza alcun motivo.
Ma non ebbe la capacità di farsi dare la colpa, agli occhi degli altri sarebbe stato sempre perfetto e questo lo infastidì come non mai.
Anche se avrebbe voluto essere crudele, nessuno gliel'avrebbe mai riconosciuto, avevano scelto il suo ruolo, molto tempo addietro.
Ad un tratto capì, avrebbe cambiato il suo personaggio, non avrebbe avuto limiti.
Forse quell'uomo fuori dal mondo stava davvero cambiando, ma in peggio.
La vita è facile, la noia è difficile, ecco perchè si cerca di non rispecchiare la Natura che il Destino ci ha donato.
 
...Ovviamente le previsioni di Naruto erano esatte, avrebbe preso un pessimo voto.
Il ragazzino non solo non studiava, ma aveva anche la spocchia di non copiare, o meglio odiava chiedere favori a quelle teste quadre dei suoi compagni.
Insomma, aveva degli amici che gli avrebbero volentieri passato le loro versioni, il piccolo particolare è che quest'ultimi studiavano ancor meno dell'interessato.
E quindi dovette contare solo sulle sue forze, insomma un suicidio scolastico.
Per testimoniare il suo fallimento Naruto affondò il suo testone sul banco, con l'opportuna idea di affogarci dentro, l'avrebbe fatto se quel rompiscatole del professore di greco non avesse interrotto i suoi pensieri poco felici:"Allora questa volta potremmo sperare in un cinque?".
Adorava quel professore troppo positivo per vestire quel ruolo, piccolo particolare è che il docente proprio non tollerava quello sfaticato, non tollerava chi si adagiava sulla propria incapacità.
Ma Naruto sapeva che in fin dei conti gli voleva bene, insomma lui era l'unico che bene o male capiva la sua vena sarcastica.
Più volte il professore aveva ribadito che questa caratteristica non era positiva:"L'uomo ironico non sarà mai buono".
Al che il ragazzo rispondeva:"Buono no, ma saggio si"
Quando le parole del saggio insegnante lo svegliarono, l'interessato alzò gli occhi e cercò di dare una risposta eloquente per acquistare punti, ma si arrese e non gli uscì niente di meglio che:"Io non ci spererei troppo"
Questa sentenza, seppur banale fece nascere un sorriso su quel viso solcato da anni di lavoro:" La speranza è l'ultima a morire, ma con te non si sa mai"
Per quanto offensiva questa frase fece ridere l'inetto, che decise che non valeva la pena abbattersi per l'ennesimo brutto voto, tanto non sarebbe stato il primo e sopratutto non sarebbe stato l'ultimo.
Così si dimenticò di fare l'ameba e vedendo delle persone riunite nel corridoio che parlavano animatamente, decise di andare ad ascoltare l'ultimo gossip, probabilmente avevano messo un nuovo gusto di patatine nella macchinetta..
Beh, meglio di niente pensò mentre raggiungeva gli altri, appena si trovò dinanzi la marea di gente , porse la domanda più naturale di tutte, ovviamente secondo la sua testa bacata:"Allora che succede?".
Non l'avesse mai fatto, una marea di ragazze lo assalirono, certo aveva sempre pensato che un giorno sarebbe successo, ma non certo per ucciderlo.
"Naruto sei sempre fuori dal mondo!"disse la ragazza più alta, susseguita da un'altra fanciulla con  le lacrime agli occhi"Oggi qualche mostro ha picchiato Sasuke"; al che si aggiunsero altre voci, sempre di ragazze"Ma che stai dicendo! l'hanno picchiato perchè stava difendendo uno del primo anno".
Il biondo non poteva credere che quel ragazzo, quel'essere che aveva conosciuto la mattina fosse un eroe, insomma non gli pareva proprio il tipo, avrebbe giurato che se avesse visto qualcuno a terra, gli sarebbe passato sopra.
Forse la prima impressione era sbagliata, forse era davvero forte.
Tuttavia si rifiutò di dire che l'aveva conosciuto, sicuramente gli avrebbero fatto troppo domande e per qualche motivo se la sarebbero presa con lui, insomma a detta di tutti lui aveva una cattiva influenza o meglio sfortuna.
Povero giovane, avrebbe scoperto più tardi quanto questa affermazione potesse essere vera.
Tuttavia nel bene e nel male la giornata scolastica era giunta al termine e tutti si avviarono verso casa.
Tutti tranne Naruto, che preferì andare a mangiare un pezzo di pizza con una sua campagna di classe: Sakura.
Quest'ultima era una ragazza allegra e...basta, il biondo non credeva avesse altre qualità, per quanto ne sapesse era abbastanza violenta, poco gentile e sopratutto irascibile.
Tuttavia la cosa non infastidiva il ragazzino che vedeva nell'amica una buona compagnia, la trovava particolare, ricordava la prima volta che la vide, la cosa che lo colpì di più furono i capelli rosa.
Certo la gentil fanciulla ebbe non pochi problemi per questa sua scelta estetica, ma non li decolorò mai, li amava , diceva che erano parte della sua personalità e per tanto decise di mandare a fan culo l'umanità ed il buon gusto.
Il biondo odiava le banalità e quindi decise subito di andare a fare amicizia con lo strano soggetto, certo per istaurare un rapporto civile dovette impiegare tre mesi e un paio di costole rotte, ma ne era valsa la pena, dopo tutto.
Mentre due ragazzi caratterizzati da strani capelli lasciavano la scuola, accompagnati da tante risate, un ragazzo con il labro spaccato stava lanciando una sedia.
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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