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Autore: Nerea_V    14/11/2013    5 recensioni
'Concentrati sulle cose semplici.
Semplice a dirsi. L’unica cosa che riuscivo a percepire era la superficie dura e fredda su cui ero stesa. Cercai di aprire gli occhi, ma nonostante sentissi le palpebre alzarsi non notai alcuna differenza. All’inizio vedevo una leggera luce, ma presto neanche quella mi raggiunse più e non vidi altro che buio attorno a me'
[NON FINITA - non so se o quando la finirò... scusate]
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Ben Breaden, Claire Novak
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Il palazzo era ancora pattugliato da due macchine della polizia, i cui agenti stavano conversando allegramente tra loro, senza fare conto a cosa accadesse attorno a loro. Così passammo senza che ci venisse chiesto niente quello che doveva essere il primo posto di blocco. Arrivati al quarto piano ci dirigemmo verso la fine del corridoio dove si potevano intravedere ancora i nastri che tenevano fuori i curiosi dall’appartamento. Nonostante questo e il fatto che l’omicidio era accaduto il giorno prima, i curiosi non mancavano. Gente passava con finta non curanza davanti alla porta, cercando di sbirciare all’interno e signore più intrepide importunavano agenti della polizia per avere più informazioni con cui spettegolare insieme alle sue amiche.
Senza curarci minimamente degli sguardi curiosi di quest’ultime, passammo sotto il nastro giallo e entrammo nell’appartamento. Ovviamente un agente ci fermò subito.
- Agente Lockhart e questa è la mia collega l’agente Sprout.- Disse Ben mostrando i distintivi.
L’uomo li guardò perplesso e poi si fece di lato per farli passare. – Un agente non bastava? Come mai l’FBI è tanto interessata a questo caso?- Chiese perplesso alludendo all’altro agente di cui aveva parlato anche lo sceriffo.
- Forse perché voi non ve ne siete interessati per tempo. Non saremmo qui se aveste chiuso prima l’appartamento, come bisogna fare in questi casi.- Dissi dura, cercando di sviare l’attenzione dalla sua domanda.
Lui rimase un attimo bloccato, ma non continuò sull’argomento. Ci avviammo all’interno del salotto percorrendo lo stretto corridoio di entrata. - Bella mossa far leva sui suoi sensi di colpa.- Bisbigliò Ben al mio orecchio facendomi sorridere trionfante.
Arrivammo al centro del salotto dove vari agenti facevano avanti e indietro per trovare anche il minimo indizio che fosse sfuggito a un primo controllo. Altri facevano fotografie a tutta la stanza. Un lungo bancone separava la cucina dal salotto, entrambi arredati in un stile semplice  moderno. La cucina era color mogano chiaro, il pavimento piastrellato era un altro elemento di divisione della stanza, che al confine con il soggiorno diventava di moquette beige. Proprio sull’attaccatura di quest’ultima con la cucina, campeggiava un enorme macchia rossa che si allargava quasi fino al divano. La ragazza probabilmente aveva continuato a perdere sangue finché il corpo non era diventato freddo, dato che l’avevano trovata il giorno dopo la sua presunta morte. In gesso bianco era stata disegnata il contorno del corpo, di come era stato ritrovato all’arrivo degli agenti. Il corpo ovviamente era stato portato via, ma la scena del crimine non lasciava nulla all’immaginazione. L’appartamento era perfettamente ordinato e nulla era fuori posto, tranne che per la macchia di sangue sul pavimento e la sedia leggermente spostata che doveva aver urtato la vittima nel cadere a terra.
- Signori.- Disse quello che sembrava l’agente a capo dell’indagine, un uomo grassoccio e avanti nell’età, teneva un taccuino nella mano e sembrava voler annotare ogni più piccolo particolare.
- Signore.- Risposi io girandomi verso di lui, che finì di annotare qualcosa e poi alzò lo sguardo.
- Mi hanno detto che siete dell’FBI. I vostri capi devono essere molto scrupolosi per mandare addirittura tre agenti a lavorare sul caso.- Disse quest’ultimo squadrandoci dalla testa ai piedi. – Anche se mi sembrate novellini e la cosa non mi quadra.- Continuò corrugando le sopracciglia pensando a una soluzione.
Incrociai il suo sguardo e con fare risoluto affermai. – Mi creda, le apparenze non contano. Abbiamo molta esperienza sul campo alle spalle.-
Lui ci diede un'altra occhiata, soprattutto a Ben, dopotutto era lui quello che sembrava un ragazzino. – Come volete voi.- Concluse.
- Le dispiace se le facciamo qualche domanda?- Chiese Ben.
- Certo che no. Ho già risposto a quelle del suo collega, ma è scappato talmente tanto in fretta che non so se vi abbia informato di quel che ho detto lui.- Disse tranquillamente l’agente.
Lo guardai perplessa. – Come scappato?-
- Non so, ha detto che era stato richiamato d’urgenza e che sarebbe arrivato un sostituto… ed eccovi qua! Solo che speravo vi lasciasse il materiale che aveva raccolto.- Spiegò.
Sospirai di sollievo il più silenziosamente possibile, niente problemi con le nostre identità in vista. – Non si preoccupi, abbiamo recuperato tutto quel che ci serviva dal suo capo, ci daremo un occhiata stasera. Vorremo solo qualche informazione sulle condizioni dell’appartamento al momento del ritrovamento del cadavere.- Spiegò Ben, lanciandomi uno sguardo di intesa per quanto riguardava averla scampata con la legge. Se facevamo in fretta ce la saremmo cavata prima che arrivasse il vero sostituto.
L’agente Colin, così si presentò, non ci disse nulla di rilevante sul caso. Solo quello che ci aveva già detto lo sceriffo, nulla più. Ci guardammo un po’ in giro e trovammo resti di ectoplasma sulla base del bancone. Come sospettavamo si trattava di un fantasma legato alla casa. Ci restava solo di scoprirne l’identità e fare della sua tomba un falò.
Tornammo alla nostra camera al motel, dove Night mi saltò addosso per salutarmi non appena varcammo la soglia della stanza.
- Per fortuna che dovevamo fare in fretta. Ho i piedi che gridano ‘pietà’. – Dissi togliendomi le scarpe e lanciandole con un calcio dall’altra parte della stanza.
Poggiammo tutte le fotocopie e i libri  presi in prestito alla biblioteca sul tavolo che c’era nella stanza. Ben si sedette subito lì e incominciò a sfogliare alcuni fogli con al fianco un blocco per gli appunti, mentre io mi sedetti a gambe incrociate sul letto con Night al fianco steso con il muso tra le zampe che si guardava attorno assorto, ma contento delle carezze che ogni tanto gli facevo sovrappensiero.
Mentre sfogliavo concentrata uno dei tomi impolverati che parlavano della storia della città sentii di nuovo quella strana sensazione scorrermi lungo la schiena, come un brivido di fastidio. Cercai di ignorarla, ma poi la sensazione non scomparve. Alzai piano lo sguardo, guardandomi intorno, ma non c’era nulla di sospetto o di diverso. Tutto sembrava tranquillo, riabbassai lo sguardo sul libro, ma senza realmente riuscire a leggere le parole che vi erano stampate sopra. Continuavo a sentirmi a disagio e il cane affianco a me se ne accorse e alzò il muso poggiandolo sul mio ginocchio e fissandomi negli occhi perplesso. Gli sorrisi, scossando piano la testa per fargli capire che andava tutto bene, ma non ne ero per niente certa. Infatti la strana sensazione non faceva che aumentare invece che diminuire e io mi sentivo sempre più irrequieta. A un certo punto Night alzò la testa di scatto, orecchie alzate, puntando dritto davanti a sé. Guardai anch’io e vidi che fissava la finestra dietro il tavolo su cui stava lavorando Ben. Fuori era scoppiato un temporale estivo e l’acqua veniva giù a catinelle, strano che non me ne fossi accorta fino a quel momento dato il rumore assordante che la pioggia faceva sbattendo contro i muri e il vetro, per non parlare poi dei tuoni. Sospirai, probabilmente era quello ad avermi messo in allarme come anche Night, non c’era nulla di cui preoccuparsi. Inoltre io adoravo i temporali, quindi sarebbero stati un sottofondo magnifico per la serata già buia oltre il normale per essere solo le nove di sera. Sarei uscita volentieri per andare a prendere la cena e farmi una passeggiata sotto l’acqua con Night.
In quel momento un fulmine squarciò il cielo e illuminò l’esterno su cui dava la finestra per un secondo, ma fu sufficiente. Una sagoma scura si staglio non molto lontana dal vetro, poggiata al palo della luce del parcheggio del motel, come se quello fosse il suo posto da sempre e puntava, per quello che potevo vedere, lo sguardo su di me.
Mi uscì un gridolino dalle labbra non appena il lampo lasciò ricadere nell’oscurità il parcheggio. Night ringhiò basso e Ben alzò lo sguardo verso di me e vedendomi paralizzata con gli occhi spalancati e le mani sulla bocca mi si avvicinò.
- Tutto bene Claire?- Mi chiese preoccupato guardando dove stavo guardando io ma non vedendo altro che nero oltre quel vetro. Io invece avevo come impressa nella retina la figura di quell’uomo appostato fuori a osservarmi.
Per qualche minuto non riuscii a staccare lo sguardo dalla finestra, ma poi mi sentii scuotere la spalla e mi girai verso Ben che mi guardava preoccupato. – Scusa Ben, ma… Oddio, mi sembra di diventare pazza.- Dissi prendendomi la teta tra le mani. – E’ tutta la sera che ho una strana sensazione, come di essere osservata e… e c’era qualcuno lì fuori che mi guardava poco fa..- Dissi quest’ultima frase in un sussurro. Lui si bloccò e alzò di scatto lo sguardo verso il parcheggio ancora oscurato. Di colpo un altro lampo schiarì l’esterno e lì dove poco prima c’era la figura di un uomo adesso c’era solo un palo vuoto. – Era lì, era proprio lì.- Dissi alzandomi in piedi e avvicinandomi al vetro della finestra.
- Ok, vado a controllare.- Disse Ben prendendo torcia e pistola per uscire.
Lo seguii, ma la pioggia scendeva troppo fitta perché si potesse vedere bene con la sola luce di pochi lampioni. Guardammo in ogni angolo del parcheggio, ma non c’era nulla. Niente da trovare, né qualche segno che lasciasse intendere che c’era stato qualcuno poco prima in quel posto. – Incomincio decisamente a pensare di essere uscita di testa.- Dissi prendendo la testa tra le mani non appena rientrammo in stanza. Mi appoggiai al muro di fianco alla porta e sentii la mano di Ben sfregarmi il braccio per confortarmi, mentre sentii una leggera pressione all’altezza della coscia. Abbassai le mani e vidi che Night cercava di attirare la mia attenzione. Gli sorrisi e gli diedi due carezze sul muso.
- C’è di sicuro una spiegazione a questo, stai tranquilla. Magari era un gioco di luci, in fondo il lampo è durato solo pochi secondi.- Mi disse Ben.
Annuii poco convinta e mi staccai dal muro. Presi la giacca, anche se ormai serviva a poco dato che ero completamente bagnata, e afferrai borsa e guinzaglio per poi aprire la porta.
- Senti Ben, vado a prendere un paio di panini e torno.- Dissi per poi uscire seguita da Night. Il guinzaglio non mi serviva con lui, ma più che altro lo portavo per fare stare tranquille le altre persone.
Camminai sotto la pioggia cercando di schiarirmi le idee con Nightmare al fianco. Certo, forse Ben aveva ragione, ma una parte di me diceva che quello che avevo visto e sentito era reale. Allora cos’era? Centrava con il caso o era un'altra questione? Rabbrividii al pensiero che qualcosa di non definito potesse avercela con me, ma dopo tutti quegli anni di caccia molti esseri potevano avercela con me, fortunatamente sapevo combatterli, questo era l’importante.
Mentre entravo nel fastfood sentii ancora quella strana sensazione, diedi un’occhiata attorno a me, ma niente. Scrollai le spalle ed entrai per ordinare la solita squallida cena.
 
Prima di andare a dormire trovammo tutti i documenti che testimoniavano la morte di Carl Grillmont nel 1983. Era un ex giocatore di poker con problemi di alcolismo che fu ucciso dalla sua fidanzata un giorno al suo rientro a casa. - Pare che lei avesse tentato di lasciarlo e allontanarlo per molto tempo, ma lui non aveva mollato. Poi quella sera lei ha dato di matto e l’ha fatto fuori tagliandogli la gola.- Riassunse Ben.
- Bene quindi probabilmente è lui.- Dissi.
Lui mi guardò annuendo. – Qui c’è anche scritto che la fidanzata si tolse la vita quella stessa sera, dopo aver preso atto di quel che aveva fatto. Lei si chiamava Josephine Milligan. Entrambi sono sepolti al Long Pond Cemeterya cinque minuti di macchina da qui.-
Diedi un’occhiata ai fogli su cui avevamo trovato le informazioni un’ultima volta, poi li sistemai sul tavolo.  – Bene ci andremo domani mattina, con questo tempo non si va da nessuna parte con la macchina, tantomeno con il mio fedelissimo ma scassato Pick up.-
Così ci mettemmo a letto per dormire quelle poche ore che ci dividevano dal mattino e verso le sette, quando smise di piovere decidemmo di avviarci al cimitero.
Odiavo fare questo lavoro dopo la pioggia. Il terreno diventava fango e anche più pesante, quindi faticavi il doppio per scavare. Infatti dopo più di un ora eravamo riusciti ad arrivare alla cassa del primo cadavere completamente sporchi di terra bagnata. Dopo avergli dato fuoco con non poca difficoltà ci dirigemmo verso l’altra tomba e incominciammo a scavare. Mentre Ben finiva di dissotterrare la cassa comparve il fantasma di Josephine che non contenta di quel che stavamo facendo al suo corpo mi sbattè contro una lapide prima che io potessi colpirla con una sbarra di ferro puro. Mi rialzai in pochi secondi e la colpii con tutta la forza che avevo. Quando il fantasma sparì, scacciato dal ferro, ci sbrigammo ad aprire il coperchio della bara, spargerci benzina e sale e darle fuoco. Giusto in tempo per vederla ricomparire e bruciare davanti a noi mentre Night continuava ad abbaiarle contro.
Tornammo alla camera del motel completamente distrutti e ricoperti di fango. Facemmo a turno per la doccia e dopo aver pulito bene il taglio che mi ero procurata al braccio, vi diedi tre punti e Ben mi aiutò a fasciarlo.
Dopodiché facemmo i bagagli e passammo a prendere un paio di panini al fastfood. Poi partimmo, io alla guida, Ben a sfogliare giornali per trovare un nuovo caso sul sedile del passeggero e Night sul retro del Pick up a sonnecchiare.










Angolo autrice
Allora boh... non so cosa dire XD insomma sì, scusate perchè ci metto sempre una vita! Tra l'università, risistemare casa e altre mille cose da fare non ho mai il tempo per concentrarmi sulla storia, riprenderla in mano e andare avanti. Per adesso sto postando capitoli già scritti, spero di riuscire ad andare avanti al più presto, anche perchè la storia c'è l'ho già più o meno scritta tutta in testa, quindi si tratta solo di buona forza d'animo e via XD
Quindi perdonatemi, intanto vi lascio la seconda parte del capitolo precedente :)
Un bacio e grazie a tutte! Soprattutto per la vostra pazianza :)
A presto
  
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