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Autore: LadyMarauders    15/11/2013    3 recensioni
- Come ti chiami?- fu la prima cosa che le venne in mente di chiedergli, infondo è la prima cosa che si fa quando ci si conosce.
- Ho tanti nomi, ma non me ne piace nessuno, dammi un nuovo nome tu, secondo te come potrei chiamarmi?-
Adorava dare i nomi alle persone a seconda del loro viso, lo faceva sempre, come faceva a saperlo? Ah già, era nel suo sogno.
- James, secondo me ti chiami James-
Genere: Fantasy, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando uscirono dalla porta si ritrovarono in un grande giardino in campagna. Penny dovette pensarci un po su per riconoscere il luogo in cui erano finiti. Ma poi si sentì stupida a non averlo capito subito. Erano a casa dei suoi nonni, dentro il loro giardino. L'aveva capito dall'altalena legata al tronco della grossa pianta che si trovava al centro di tutto quel verde.
- Siamo a casa dei miei nonni- disse piano – quella è la mia altalena-
- Andiamo-
 
Penny si su quella piccola asse di legno. Erano anni che non andava in quel posto, in realtà era sicura che ne l'altalena ne l'albero fossero più li, ma quello era il suo sogno, quindi era tutto come l'ultima volta.
James era in piedi davanti all'altalena e ogni tanto la spingeva, in quel momento le sembrò ti tornare bambina, quando suo padre la spingeva nei pomeriggi d'estate. Quando suo padre viveva ancora con loro.
- Mi ricordi mio padre in questo momento, per favore smettila, altrimenti i sentimenti che inizio a provare per te diventerebbero davvero inquietanti-
 
Rise, quella risata non le fece più paura. Le cose stava precipitando, lo sapeva.
- Che tipo è tuo padre?- chiese poi James
- Cos'è, fai anche da psicanalista?-
- Oh no, non sono affatto bravo a capire le persone, è solo pura curiosità-
- Mio padre, è un padre come tanti, con me e mia sorella si è comportato sempre bene, anche dopo tutto quello che è successo-
- Perché, cosa è successo?-
- Ha tradito mia madre, svariate volte, e quando mia madre l'ha scoperto, l'ha cacciato di casa. Lui l'ha implorata di farlo tornare,con le solite scuse “ giuro che non era niente per me” e lei c'è cascata, e mio padre ha cominciato di nuovo a tradirla-
- Ora capisco perché ti è tanto antipatico Ulisse-
- Già, io gli voglio bene, per carità, c'è sempre stato per noi, ma diciamo che non è strano che io non mi sia mai fidata dei ragazzi-
- Quindi immagino che non c'è nessun ragazzo al tuo capezzale,in questo momento.-
- No, niente ragazzi, mi sono ammalata a quindici anni, e sono tre anni che grazie alle chemio non ho i capelli, non sono così attraente.-
- Adesso hai dei bellissimi capelli, e in verità ti trovo parecchio attraente-
 
Penny si toccò la testa, era vero, aveva ancora i suoi capelli. Una cascata di onde dorate- rossicce le ricadevano sulle spalle. A scuola la chiamavano “pel di carota”, lo aveva sempre trovato un insulto davvero poco originale, ma a lei piacevano i suoi capelli rossi, le più grandi eroine avevano i capelli come i suoi. In quel momento li aveva lunghi fino sotto il seno, come prima di ammalarsi, chissà com'era di aspetto?
- Vorrei tanto vedermi, non so che aspetto ho in questo momento-
 
James sorrise, e gli porse la mano, voleva che lo seguisse. Camminarono per un po in quel giardino che stava cambiando sempre di più, Penny era sicura di trovarsi anni luce lontana da casa. Arrivarono accanto ad un lago, circondato da alberi verdissimi e prati pieni di fiori colorati, James salì su un ponticciolo di legno, e lei lo seguì.
- Guardati nello specchio dell'acqua-
- E se poi mi innamoro del mio rifletto e affogo come Narciso?-
- Giuro che se ci provi, ti salverò io-
 
Si sdraiò sulle tavole di legno e si sporse per vedersi. Era davvero tornata a tre anni prima. La pelle chiara con le piccole imperfezioni normali dell'adolescenza, le sopracciglia bionde, quasi bianche, e i suoi occhi verde chiaro,erano gli occhi di una ragazza sana, senza nessun segno della malattia. Penny sorrise e il suo riflesso ricambiò il sorriso.
- Devo dire che con i capelli e senza le labbra secche e la pelle screpolata sono più carina, e le mie braccia senza flebo o fili vari sono molto graziose -
 
James si sedette accanto a Penny, ma non si avvicinò all'acqua
- Tu non vieni a specchiarti?-
- Oh no, sto bene qui, io e l'acqua profonda non abbiamo un bel rapporto, non sai mai cosa può uscire da un lago del genere-
- Ehi, sei nel mio di sogno, non ricordi? Non ti farei mai fare del male dalle rane che vivono in questa pozza-
 
James sembrava dubbioso, ma si sdraiò accanto a lei, il suo riflesso era bello tanto quanto l'originale, i capelli grigi, gli occhi neri come la notte, il sorriso bianco.
- Visto,niente ha tentato di buttarti giù nel lago-
- Grazie mille per non aver fatto apparire dei mostri marini-
- è stato un piacere- Penny sentì che tra poco si sarebbe svegliata, e aveva bisogno di sapere alcune cose. - Tu non potrai mai venirmi a trovare all'ospedale vero?-
 
James ci pensò un po su e poi scosse la testa – Non senza creare del panico, no, purtroppo non posso-
- E io, sta volta mi ricorderò del sogno?-
 
Sorrise – credo che questa volta non avrai problemi a ricordarti di me, sempre se vuoi ricordarti di me durante la veglia-
- Voglio tentare – disse lei – Se mi mancherai troppo, la prossima volta non ti ricorderò va bene? Ci sarai la prossima volta?-
 
- Finche non mi caccerai con la forza mi ritroverai sempre, ovunque i tuoi sogni ti porteranno, te l'ho già detto-
Il sogno si stava pian piano sgretolando, era ora di svegliarsi
- devo andare James, spero che mi verrà sonno il prima possibile-
- non ti sforzare, tanto sarò qui-
James si spostò leggermente e poggiò le sue labbra su quelle di Penny.
 
Quando aprì gli occhi il sole entrava dalle finestra. Non sapeva quanto avesse dormito, ma dall'intorpidimento generale del corpo, sapeva che lo aveva fatto profondamente.
Il suo primo pensiero fu James. Sta volta se lo ricordò perfettamente, i lineamenti appuntiti, gli occhi neri come la notte, e quel bacio. Come ogni sogno che si rispetti, era finito appena le cose si erano fatte più interessanti. Ma lei sarebbe tornata in quel luogo con lui, forse il sogno non si sarebbe interrotto subito, o forse si? Forse era una regola ben precisa, mai baciarsi a lungo nei sogni. Lo avrebbe scoperto quella notte.
Prese a tentoni il cellulare che si trovava sul comodino accanto al suo letto, era quasi l'una.
La porta si aprì ed entrò l'infermiera Sarah, una donna sui sessant'anni, con i capelli tagliati corti completamente grigi. Era una donna imponente, alta e con qualche chilo di troppo sui fianchi, ma era l'unica infermiera che Penny riusciva a sopportare.
- Ben svegliata principessa, credevamo che dormissi per sempre-
- Stavo facendo un bellissimo sogno-
- buon per te mia cara, dopo il sogno ti toccherà l'incubo dei pasti dell'ospedale, questa mattina per te c'è passato di verdure, felice?-
- Non vedevo l'ora, mia madre è andata via?-
- L'abbiamo cacciata a calci nel sedere sta mattina. quella donna è qui da troppo tempo.-
- Avete fatto bene, gliene darei un paio anche io, se solo potessi-
Mangiò quella brodaglia verde che passava l'ospedale, ma tanto il cibo aveva sempre lo stesso sapore, quindi che fosse buono o no, per Penny non faceva differenza. Il cibo era la cosa che più le mancava, da quando il tumore si era ingrandito non riusciva più a distinguere bene i sapori, ed era stata la parte più brutta della malattia, seconda solo alla perdita dei capelli. Sorrise ripensando al suo riflesso nel lago, si era sempre trovata bruttina, ma in quel riflesso si era vista bellissima.
Quando l'infermiera Sarah tornò per riprendersi i piatti con quello che sembrava cibo, Penny la implorò di accompagnarla a fare due passi.
- ti prego, sono ferma da questo letto da troppo tempo, mi sento bene, riesco ancora a camminare, solo un giretto per il corridoio, mi porto le flebo dietro-
- va bene signorina, fammi finire qui e poi ci facciamo due passi-
Scendere dal letto non fu poi così facile come pensava. Ma dopo qualche giramento di testa era in piedi, con il tubo delle flebo proprio accanto a lei.
Camminarono avanti e indietro per il lungo corridoio del piano, mentre Sarah la informava di tutti i pettegolezzi dell'ospedale. Anche se non aveva idea di chi fossero le persone di cui ascoltava le storie, del sano e vecchio gossip la faceva sentire meglio.
- Posso farti una domanda?-
- Certo tesoro, dimmi-
- Tu credi in Dio?-
Sarah si fermò e studiò la ragazza. - Certo che credo in Dio, tutti dovrebbero farlo, perché tu no?-
- Lo sai che sono atea, quindi voglio chiederti una cosa, io non ne so molto, secondo te, gli angeli, possono apparire in sogno?-
- Ovvio che possono. E lo fanno spessissimo. Quando Maria scoprì, tramite l'Angelo Gabriele di aspettare nostro signore Gesù, Giuseppe ricevette in sogno l'Angelo che gli disse di dover sposare Maria e crescere con lei il messia. Lo fanno molto spesso, perché hai sognato un angelo?-
Penny non voleva raccontare del tutto i suoi sogni. E poi non credeva che Sarah avrebbe apprezzato la parti in cui un angelo l'aveva baciata.
- Faccio dei sogni strani, ultimamente, e li ricordo sempre, e c'è sempre questo ragazzo-
- Quale ragazzo?-
- James. Si chiama James, o almeno mi ha detto di chiamarlo così-. Penny raccontò a Sarah del suo aspetto fisico, del fatto che è sempre stato li ad aspettarlo. Sarah guardò la ragazza e sorrise.
- Potrebbe davvero essere il tuo angelo custode, lo fanno spesso quando...- e si fermò. Penny la vide diventare rossa in viso e distogliere subito lo sguardo.
- Quando le persone stanno per morire. - finì la frase Penny.
Nel pomeriggio vennero un po di persone a trovarla, tra cui Charlie, l'unica amica che le era rimasta accanto quando si era ammalata. Avere un tumore, sopratutto al cervello, fa allontanare le persone. Questo Penny l'aveva scoperto a sue spese. La gente pensa che avere un tumore dentro la testa ti fa diventare, automaticamente, una pazza omicida che uccide le persone. Purtroppo non era così divertente.
Era felice di avere un po di persone intorno, ma in quel momento avrebbe voluto semplicemente dormire e incontrare James. Forse era davvero un angelo ed era per quel motivo che si sentiva così attratta da lui, forse emanava un aurea sexy da angelo. O forse il tumore la stava davvero facendo diventare pazza, creando questa allucinazione durante il sonno, anche quella era una possibilità.
Quando arrivò la sera, Penny era distrutta. Il suo piano era riuscito perfettamente, alzarsi per stancarsi un po, rimanere tutto il giorno sveglia per poter dormire a lungo durante la notte. E così fece.
Prima di sognare James, fece un sogno comunissimo, di quelli confusi e senza un senso logico. Ma quel sogno le servì per capire qualcosa di molto importante.
   
 
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