Chiedo umilmente perdono per la
lunghissima assenza, ma purtroppo ( o per fortuna?) l’esame si avvicina e sono
stata impegnata all’inverosimile. Scusateeeeeee
Buona lettura!
CAPITOLO 14 : CLOSE THE DOOR, PLEASE
Luna corse…corse a perdifiato per i
corridoi della scuola, nelle aule, tra gli studenti. Sembrava essere sparito nel
nulla. Dove poteva essersi cacciato? Infine lo trovò, in una vecchia stanza
illuminata da un enorme candelabro appeso al soffitto. Doveva essere la stanza
dei trofei.
Colin era seduto su un divanetto e
stava leggendo un libro. Aveva lo sguardo assorto, una mano tra i capelli biondi
e la cravatta slacciata che gli penzolava al collo.
Luna scostò una grande tenda rossa che separava la stanzetta dal corridoio e tossì per fargli notare la sua presenza. Il biondo alzò gli occhi di scatto e la guardò stupito. Cosa era venuta a fare lì? Lasciò cadere il libro sul divanetto e si alzò in piedi, raggiungendo il centro della stanza. Il silenzio teso e fastidioso che si era creato fu rotto dalla voce del ragazzo – Perché sei qui?-. Luna emise un sospiro tremolante e con passo incerto lo raggiunse. A fatica alzò lo sguardo cristallino su di lui e gli sussurrò – Colin….credo che noi due dovremmo parlare…-.
Jack si diede mentalmente del
cretino mentre seguiva la ragazza correre ovunque in cerca di Colin. Insomma,
non c’era nessun bisogno di tenerla d’occhio. Non era il caso di seguirla. E
allora perché la spiava e la seguiva? Scosse la testa sbuffando. Si, era un
cretino. Però il suo cervello malato aveva pensato che Luna avrebbe avuto
bisogno di conforto e di qualcuno con cui sfogarsi dopo aver discusso con Colin.
Sentiva che non sarebbe stato facile come incontro. Lui le avrebbe detto cosa
provava, e lei di essere innamorata di Jack. Doveva dire al suo migliore amico
di lasciarla perdere, che amava un altro, che STAVA con un altro. Una persona
sensibile come Luna avrebbe sicuramente sofferto. Ecco il perché la stava
“spiando”.
La vide entrare in una sala dove non
era mai stato prima e si avvicinò anche lui con passo furtivo. Si appoggiò alla
parete di fredda pietra scura e con l’indice scostò di pochi centimetri la
pesante tenda rossa che lo separava dall’altro locale. Vide immediatamente Colin
al centro della sala, lo sguardo duro e glaciale, e Luna che gli si avvicinava
impacciata, imbarazzata forse, e gli sussurrava qualcosa. Colin alzò gli occhi
al cielo e mormorò qualcosa che non riuscì a sentire. Riusciva a vedere
perfettamente cosa stava accadendo, ma le voci non gli giungevano se non sotto
forma di sibili e mormorii. Non era però difficile immaginare cosa si stessero
dicendo i due ragazzi. Lo si deduceva anche dall’espressione contratta e
pensierosa di Colin, dalle parole che gli uscivano forzate, il rossore sul suo
viso, lo sguardo un po’ lucido. Era il momento della sua dichiarazione, della
verità. Jack vide Luna, che gli dava le spalle, avere un piccolo brivido e
portarsi una mano alla bocca. Un singhiozzo. Poi le sue parole confuse e forse
anche incredule. Jack provò un moto d’affetto e di pena allo stesso tempo quando
vide l’espressione di Colin mutare completamente. Sembrava dapprima incerta, poi
spaventata e infine scioccata. Jack la interpretò come una rabbia imminente.
Colin inspirò profondamente e annuì. Lui e Luna parlarono ancora per qualche
minuto, poi Colin l’abbracciò rapido e bianco come un lenzuolo corse via, dalla
porta sul lato opposto a dove si trovava Jack.
Il viso del povero biondino diceva
tutto: aveva gli occhi lucidi, la mascella contratta e una tristezza immensa.
Jack avrebbe voluto andare da lui e consolarlo, ma ora Luna veniva prima di
tutto e tutti. Se ne era reso conto
solo in quel momento che lei avrebbe sempre avuto la priorità sul resto.
Il moro sospirò. E
sorrise. Finalmente Luna sapeva tutto, e conscia di quello che provava Colin
aveva comunque scelto di stare con Jack. Perché lo amava. E anche lui, proprio
in quella stupida stanzetta, si era reso conto della stessa cosa. Era
semplicemente felice. Come poter non esserlo? La ragazza che amava era stata
disposta a dire al suo migliore amico che non lo amava….tutto questo per lui.
Si…Luna era davvero speciale. Era la ragazza perfetta per lui.
Il ragazzo
scostò la tenda che lo copriva e si diresse a passo rapido verso la ragazza,
sola in mezzo alla stanza, ancora singhiozzante. Lei sentì i suoi passi e si
voltò rapida nella sua direzione. Quando lo vide ebbe un tuffo al cuore. Le mani
le tremarono e provò l’istinto di correre ad abbracciarlo.
Lui le sorrise sereno e allargò le braccia, invitandola a stringerlo. Lei fece qualche passo tremolante verso di lui e gli si poggiò al petto. Lasciò cadere la testolina bionda sulla sua spalla e singhiozzò più forte. Lui le accarezzò i capelli e le sussurrò – Tranquilla…è tutto a posto…-. Lei alzò il viso e scosse la testa, facendo un passo indietro. – No, Jack…non è tutto a posto…oh…è così difficile!-. Lui annuì – Lo so, credimi…lo so!-. Alcune grosse lacrime scesero dagli occhi azzurri di Luna, che si coprì la bocca con una mano. Scosse il viso più forte e infine mormorò – Jack…come posso? Come posso fare una cosa del genere?-. Lui rimase in silenzio e pensò che fosse meglio farla sfogare. Dopo sarebbe stata sicuramente meglio. – Avanti…- la incoraggiò teneramente - …dimmi tutto!-. Lei sospirò e lo guardò supplichevole – Stavo per venirti a cercare. Sai…ho appena parlato con Colin…ha detto che…che è innamorato di me! Ohh…avrei quasi preferito non saperlo mai!-. Jack le continuò a sorridere – Piccola… è normale! Ma non devi preoccuparti…vedrai che gli passerà!-. Lei arrossì di colpo, e alzando il tono di voce esclamò – Smettila di essere così gentile! Non gli passerà! Non voglio che passi! Jack…ti voglio così bene…sapessi quanto mi dispiace…ma io…ma io lo amo! Me ne sono resa conto solo quando mi ha detto cosa provava! Io ora voglio lui! Ti prego… scusami…- e con queste parole corse via in lacrime.
- Io ora voglio lui! Ti prego… scusami…-.
Jack sgranò gli occhi
e rimase immobile per qualche istante. No, correggo: lo rimase per molto, molto
tempo, incerto se avesse capito male oppure se fosse solo un incubo.
Le sue parole gli
risuonarono aspre in mente “ Ma io lo amo!”. Jack sentì la disperazione, la
delusione e la frustrazione prendere il sopravvento. Non ci poteva credere che
potesse finire tutto così. Alzò lo sguardo al soffitto, vi punto l’indice contro
ed esclamò – Ammettilo! Tu ce l’hai con me! Non è vero??? Confessa! Tu mi odi,
mi detesti!!!!-.
“ Si, lo ammetto…forse
un po’…ma vedila in questo modo, mio caro: per una porta che si chiude si apre
un portone, no? Hai idea di quante ragazze ci siano a questo mondo? Devi solo
uscire e cercare quella giusta! Avanti, pelandrone, il mondo ti aspetta! Buona
fortuna!”.
- Seee…- bofonchiò il ragazzo mettendosi le mani in tasca e camminando verso la sua stanza – “Buona fortuna”… come se tu non c’entrassi niente! Sei il mio “fato”, razza di miserabile! Guai a te se mi tiri ancora scherzi simili, sai?-. E uscì chiudendosi la porta alle spalle.
NDA:
Ammetto che potrebbe essere un po’ deludente come finale. Ma a me gli Happy
Ending iniziano ad annoiarei. Comunque se vi ha fatto schifo non preoccupatevi
(non ancora…) perché ne avevo in mente un altro (o forse due?). Dovendo
scegliere avevo pensato a questo, ma alla fine ho deciso di scrivere e
pubblicare anche l’altro. Quindi tra poco potrete trovare anche uno o due finali
alternativi!
Grazie a
chi è riuscito ad arrivare fin qui…vi adoro! Thanks… e un
bacio…
(becky)