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Autore: Sarah_00    15/11/2013    1 recensioni
Lei: Tranquilla, introversa, debole, sola;
Lui:Scontroso, forte, bipolare, solo;
Il destino vorrà che queste due persone, totalmente diverse ma, allo stesso tempo, uguali, si incontrino.
Sì, perchè entrambi sono soli;
entrambi hanno bisogno di affetto, di amore.
Tutto inizia con un errore.
Uno sbaglio che cambierà la vita di entrambi.
Una storia che coinvolge violenza, sesso, amore, vendetta.
Riusciranno a stare insieme?
***
Dalla storia:
“Quello non era niente, Zoe, dovrai vedere cosa dovrai sopportare da ora in poi”
Mi dice sempre con il solito sorrisino malefico. Caccia un coltellino dalla tasca e al solo pensiero di quello che mi potrebbe fare con quel coso un brivido di paura mi percorre il corpo. Si avvicina minaccioso. Con il metallo freddo del coltello accarezza la mia guancia dal lato non tagliente. Io resto immobile con il terrore che muovendomi mi avrebbe fatto ancora più male.
“Hai paura, vero? Molta paura, scommetto”
Mi soffia sulle labbra.
“E fai bene, molto ma molto bene ad aver paura di me”
(...)
“Posso salvarti, Zayn…posso almeno provaci”
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Demons.'
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Capitolo 6.

ZAYN’S POV

Mi sveglio a causa del sole che penetra dalle persiane. Merda. Speriamo di non aver fatto tardi. Mi alzo stropicciandomi gli occhi. Guardo verso il letto. Hope sta ancora dormendo. Mi dispiace di averla scambiata per la sorella. Infondo non si merita tutto questo. È colpa di Zoe. Se non era stata così tanto puttana e stronza con me, forse non avrei fatto niente.

Odio essere ingannato dalle persone.

Diceva di tenere a me.

Diceva di amarmi.

Cazzate. Solo tantissime cazzate.

E io come uno stupido ci credevo.

Sapeva bene di tutto quello che avevo passato in quel dannato orfanotrofio. Gli adulti che non mi volevano, i bimbi che mi trattavano come se fossi spazzatura. Ero ‘’quello non inglese’’ oppure ‘’il figlio di terroristi’’.

Inventavano storie su di me.

Alcuni dicevano che ero nato da Satana e mia madre l’avevo uccisa e per questo stavo lì.

I bambini sanno essere così perfidi…solo  crescendo mi sono reso conto che erano tutte cazzate.
Ma in quel momento ci stavo male. Io non ero cattivo. Non ero crudele. Fin quando non mi ci hanno costretto a diventarlo.

“Hope! Forza, svegliati! Dobbiamo partire”

Le dico cercando la chiave per aprire la manetta. Lei apre gli occhi faticosamente per poi sbadigliare. Si mette seduta mentre si guarda
intorno.


“Già?”

Mi chiede.

“Sì, casa di Harry è lontana e poi a quest’ora sarà difficile essere notati”

Dico aprendo l’armadio e cacciando un cambio per me. Mi sfilo la maglia e i jeans e non posso non notare il suo imbarazzo. È diventata tutta rossa. Faccio una piccola risatina.

“Hope, se proprio vuoi mi tolgo anche i boxer”

Dico sarcastico.

“No, n-no”

Dice coprendo il mio corpo dalla sua visuale con una mano.

“Dai, non sono mica così male?”

Dico divertito.

“No, non lo sei ma…non voglio vederti nudo”

“Beh, non posso dire lo stesso con te”

Dico con voce più sensuale mentre mi avvicino. Lei titubante toglie la mano davanti a se e mi guarda confusa. Mi diverte da matti. È
così…ingenua.


“Sto scherzando, Hope”

Dico con tono ovvio e divertito.

“Ah…”

Dice diventando ancora più rossa in viso. Mi metto dei jeans e poi una maglia per poi coprirmi con una giacca di pelle nera.

“Devi pisciare o cose simili?”

Le chiedo.

“Ehm…eh…vorrei andare un attimo a lavarmi il viso…se posso”

“Va bene, basta che ci muoviamo”

Le apro la manetta e la trascino in bagno. La osservo mentre attentamente si pulisce il sangue sul volto e riesco a notare il suo sguardo
triste. Non molto diverso dal mio. Dopo un po’ finisce e la riporto in stanza. Caccio un borsone e lo riempio di cose essenziali. Prendo una
felpa con il cappuccio e la porgo a lei che l’afferra titubante.


“Mettila, e anche il cappuccio, nessuno deve riconoscerti”

La infila e chiude la cerniera per poi alzare il cappuccio. La guardo un attimo e accenno un sorriso per poi ordinarle i capelli.

“Forza, dobbiamo andare”

Le dico prima di mettere le manette in tasca e prendere la sua mano mentre con l’altra tengo il borsone.

“Senti, ora non ti metto ammanettata a me, ma prova a fuggire e saranno guai, capito?”

“S-sì”

Dice annuendo.

“Perfetto”

Dico prima di infilare un paio di lenti scure e uscire di casa. La porto in auto e aspetto che salga per poi entrare anche io. Ci vorrà un bel
po’ per arrivare da Harry, abita fuori città.  Ecco perché ho chiesto aiuto a lui. Spero solo che la polizia non ci becchi.




Spazio della scrittrice xx

Ehii belle!! che ne pensate?
spero vi piaccia, bacii xx

 




   
 
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