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Autore: GraStew    16/11/2013    5 recensioni
Irene e Stefano: un amore senza via uscita. Lei, ventidue anni, si è appena diplomata come estetista. Lui, ventisette anni, è un massaggiatore. Si guardano, si desiderano... ma c'è un'enorme differenza tra di loro, che senza dubbio non gli permetterà di stare insieme.
Dal primo capitolo:
"La verità la conosceva bene.
Era innamorata di lui.
Dalla prima volta che l’aveva visto non aveva smesso un attimo di pensarlo e ora che se lo ritrovava a pochi passi il suo cuore non voleva smettere di battere così velocemente."
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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La differenza tra me e te

*Una decisione difficile*

 
 
 
Irene era ancora seduta in una panchina posta ai lati del cortile dell’ospedale quando Michael la informò che Stefano si era svegliato e la stava aspettando.
Si sentì inerme, impotente davanti una situazione così grande. Com’era potuto succedere? Che cosa avrebbe detto a lui? E a Mariangela?
Poteva davvero immischiarsi in un quadretto familiare così complicato? Si ritrovò a scuotere la testa avvilita e a passo lento si diresse verso l’entrata, seguita da Michael altrettanto pensieroso. Lui era l’unico, insieme alla sua amica d’infanzia Lara, a conoscere tutta la verità.
Michael l’aveva avvertita di non approfondire l’amicizia ma Irene non l’aveva ascoltato. Ed ora eccola, si ritrovava faccia a faccia con la moglie del suo amante. La donna la squadrò dalla testa ai piedi e quando capì che era con lei che suo marito l’aveva tradita, avanzò minacciosa, pronta a scontrarsi. 
«Come ti permetti a venire qua?» urlò la donna non appena fu così vicina da osservare le iridi di Irene.
«Mariangela» la bloccò Michael scuotendo la testa «non hai nessun diritto di parlarle così. Falla passare, dai» disse il ragazzo, con tono risoluto. Irene lo guardò, gli sorrise leggermente e scosse la testa.
Doveva affrontarla in modo definitivo.
«Sono venuta qui per Stefano. Lo so, sono in torto in questo momento perché sono l’amante di tuo marito, ma io non lo sapevo. Non mi aveva detto di essere sposato, se non dopo un po’. Secondo te, sarei stata così stupida da immischiarmi in una situazione del genere? ». 
Mariangela rimase in silenzio. La guardava in cagnesco e alla fine annuì avvilita. «Sai… me lo sentivo che prima o poi Stefano mi avrebbe tradito. Era solo questione di tempo. Io ho fatto lo stesso con lui» confessò la donna scoppiando a piangere. «Lo amo con tutto il cuore e mi pento amaramente di tutti gli sbagli che ho commesso. Non puoi portarmelo via. Non puoi lasciare un bambino senza padre».
Irene sentiva dentro di lei una rabbia montarle dentro, una collera insormontabile.
«Tu sei una stronza! E Stefano… anche lui lo è! Vi rendete conto che non potete continuare questa stupida farsa? Lo ami? Come fai a dire simili sciocchezze? Se lo amassi davvero, lo rispetteresti e non l’avresti mandato in ospedale. Per te, per lui e soprattutto per vostro figlio, l’unico che ne risentirà.
Come credi che si sentirà quando saprà che i suoi genitori si sono traditi a vicenda? Non vi amate e non avete rispetto per le persone che vi stanno intorno. Io… io non voglio avere niente a che fare con tutta questo» disse Irene trattenendosi dal gridare solo perché sapeva di essere all’ospedale.
«Allora, che ci fai qui? Perché sei venuta? Che cosa vuoi ancora da mio marito?».
«Non ti riguarda. Amo Stefano e voglio accertarmi che stia bene.  Poi sparirò. Adesso sei pregata di non parlarmi più. Io per te non esisto» pronunciò Irene con rabbia.
«Hai davvero una faccia tosta, lo sai?» reclamò Mariangela, irritata dal sentirle pronunciare l’amore verso suo marito. Non ricevette risposta da Irene che, nervosa e arrabbiata, si diresse verso la camera del suo amante.
Mariangela cercò di fermarla, ma fu intercettata da Michael che, intimandola di sedersi e di stare in silenzio, la guardò per la prima volta con ripudio. «Stefano ha sbagliato, ma tu… tu sei una donna viscida e senza un po’ di ritegno. Hai continuato a tradire tuo marito e ora pretendi il suo amore. Mi fai schifo» le disse il ragazzo. Mariangela non obiettò, anzi scoppiò a piangere per la consapevolezza di essere una cattiva donna.
Quando Irene varcò la soglia della stanza numero quattordici, le sembrò di impazzire per l’intensità del suo sentimento. Vedere Stefano disteso su di un letto di ospedale, la sconvolgeva a tal punto che non sapeva cosa dire per spezzare il silenzio. Era sveglio e la guardava negli occhi senza dire una sola parola; forse anche lui, pensò la ragazza, era esausto per quella situazione.
«Ciao» sussurrò lei avvicinandosi al capezzale di Stefano. «Come ti senti?» continuò a chiedergli cercando di non cedere sotto i suoi occhi così magnetici anche in quello stato. 
«Mi fa male solo un po’ la testa, tu come stai? L’hai incontrata?».
Irene annuì solamente. Aveva preso la decisione più dolorosa della sua vita e adesso doveva dirla ad alta voce.
«Sì, l’ho vista. Abbiamo discusso… mi ha chiesto di non intromettermi nella vostra famiglia, di non portarti via da loro. Mi ha detto che ti ama, che si è pentita» confessò la ragazza con le lacrime agli occhi.
«Non ci credo… cosa le hai risposto?». Stefano pronunciò quella frase con l’ansia e la rabbia che gli ribollivano nelle vene. «Irene cosa le hai detto?». Aveva paura di sentire la risposta, ma doveva sapere.
«Le ho detto che ti amo, ma che sparirò dalle vostre vite» disse secca, girandosi verso la finestra in modo da non guardarlo in viso, conscia del fatto che se l’avesse fatto, non sarebbe riuscita a pronunciare quelle parole.
«No, no. Ti prego! Non puoi lasciarmi, non puoi. Io ti amo! Hai capito? Vieni qua». Il tono supplichevole che usò Stefano fece indietreggiare Irene. Nello stesso tempo sapeva di non poter crollare, così scosse la testa e indurì i muscoli per trattenere le lacrime.
Si sentiva sopraffatta da tutti quei sentimenti contrastanti. Voleva buttarsi su di lui e abbracciarlo e baciarlo fino allo sfinimento, ma in cuor suo desiderava anche andarsene e vivere una vita tranquilla.
«Ho bisogno di te» sussurrò il ragazzo con le lacrime che gli rigavano il viso.
«Io ho bisogno che tu ti riprenda in modo da parlare con più calma, va bene? Non voglio che ti affatichi» rispose solamente la ragazza.
«Amore, per favore».
«Non mi chiamare così, Stefano. Non complicare le cose più di quanto non lo siano già. Te ne prego» mormorò flebilmente Irene, incrociando le braccia sul petto. Sentiva freddo, nonostante il periodo era abbastanza caldo. Un freddo gelido le percorreva le ossa, i muscoli fino ad arrivare al cuore.
Batteva troppo velocemente e sapeva di doversi calmare altrimenti le sarebbe venuto un attacco di panico e non poteva farsi vedere il quel modo.
«Non te ne andare» la supplicò, ma Irene scosse la testa sorridendo a malapena.
«Riprenditi, Stefano. Ci vediamo tra qualche giorno. Te lo prometto». Si avvicinò a lui, ma proprio mentre stava per lasciargli un bacio sulla fronte, entrò Mariangela e Irene dovette andarsene imbarazzata e con le lacrime agli occhi.
Andò a casa, evitando di parlare anche con Michael e si chiuse in camera ancora una volta. Doveva spiegare tutto ai suoi genitori, perciò cercò di calmarsi e quando ci riuscì, si diresse in cucina, dove erano seduti Nino e Teresa.
«Tesoro come stai?» le chiese la madre in evidente preoccupazione. «Raccontaci. Siamo preoccupati».
Irene sospirò rassegnata e si decise a confessare tutta la verità. «Ho conosciuto questo ragazzo prima di iniziare a lavorare. È il massaggiatore del centro estetico e mi è piaciuto da subito. Quando ho iniziato a lavorare ho iniziato a parlargli e ho scoperto che io piacevo a lui. Si chiama Stefano e solo dopo essermi donata a lui, mi ha confessato di essere sposato e di avere un figlio. Ha sbagliato, lo confesso, non me l’ha detto prima. In realtà, il rapporto con la moglie non è dei migliori, non vivono una bella situazione familiare e lei, dopo aver scoperto il tradimento, lo ha colpito e mandato in ospedale. Ho avuto una discussione con entrambi oggi e sono sfinita. Lo sono perché lei è una donna meschina e perfida e lui è uno stronzo. Sì, dannazione! Sono innamorata di uno stronzo, sposato, con un figlio. Ho deciso di non vederlo più nonostante mi faccia male. Sì, fa male da morire». Dopo queste parole, scoppiai in un pianto disperato davanti le facce sconvolte dei miei genitori.
«Tesoro mio… non fare così. Sei giovane, bella e intelligente. Nessun ragazzo, ricordati, merita le tue lacrime. Nessuno Irene» mormorò Teresa abbracciando la figlia con amore.
Nino, attonito e senza parole, non seppe cosa dire. Rimase in silenzio pregando solamente che la figlia smettesse di piangere.
Sette giorni dopo, più sicura di sé, Irene tornò a lavoro e tutti la accolsero con un grande abbraccio.
Anche la signora Carmela fu felice di riaverla nel suo staff e non le chiese niente. Sapeva già tutto perché le era stato riferito da Michael il giorno prima.
«Sono contento che tu sia tornata a lavoro», disse proprio quest’ultimo rivolto a Irene, mentre indossava il camice da lavoro.
«Anche io sono felice. Senti Michael, sai come sta Stefano? È tornato a lavoro?».
Il truccatore sospirò, non sapendo se rispondere sinceramente o no; alla fine preferì la prima ipotesi.
«Sta meglio e sì, è tornato ieri».
«Capisco. Ha provato a chiamarmi più di una volta, ma non ho risposto.  Che cosa dovrei dirgli? Sì, è vero. Gli avevo promesso che avremmo parlato di persona per chiarire tutto, ma non sicura di riuscire a guardarlo nuovamente negli occhi senza abbracciarlo o scoppiare a piangere. Che cosa devo fare?» chiese Irene al suo amico. Era davvero confusa e la sola idea di rivederlo la rendeva nervosa e con il cuore che le batteva a mille.
«Stamattina è di turno, Ire. Preparati ad affrontarlo e comunque vada segui il tuo cuore».
«Lo farò. Grazie per il consiglio».
«Vorrei poter fare di più per te, ma purtroppo la scelta riguarda solo te. Pensa ai lati positivi, ma anche a quelli negativi. Pensa a tutto e decidi. Lui vorrà una risposta» le sussurrò all’orecchio per non farsi sentire dagli altri colleghi, che pettegoli gli passavano attorno fingendo di fare altro.
Irene abbracciò Michael baciandolo sulla guancia. «Sei un amico fantastico. Grazie di cuore» disse amorevolmente sorridendo.
«Quando vuoi, baby!» esclamò lui, facendole l’occhiolino.
Irene era felice perché sapeva che, in qualunque modo sarebbero andate le cose, avrebbe sempre avuto al suo fianco il suo migliore amico.
Con un peso in meno sul cuore, si buttò a capofitto sul lavoro, spegnendo per tre ore il cervello.
Ogni volta che entrava in cabina, si sentiva bene.
L’estetica era il suo mondo, la sua vita e non avrebbe rinunciato a quel lavoro per niente e nessuno. Era l’unica cosa sicura in quel momento così difficile. Un’ ancora di salvezza che la teneva a galla, nonostante il peso che aveva sul capo.

 
 
*****


 
Buonasera gente.
Sono tornata, almeno spero. Sto passando un momento difficile, ma non mi va di star qua a giustificarmi. Spero solamente che il capitolo vi sia piaciuto.
Irene ha preso la sua decisione: quale sarà? Voi che pensate?
Starà con Stefano o farà finta di non amarlo?
Il prossimo capitolo sarà l’ultimo di questa breve storiella quindi scoprirete tutto.
Vi abbraccio e ringrazio chi ha letto questo capitolo nonostante il ritardo.
Gra

 
 
 
 
 
 
 
  
 
 
   
 
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