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Autore: MandyCri    16/11/2013    9 recensioni
Un insegnante di matematica e un’alunna.
Un ragazzo scrupoloso. Una ragazza scellerata.
Un uomo di umili origini e una donna dell’alta società.
Due mondi completamente diversi che si intersecano e si uniscono come nella più banale delle addizioni.
La matematica non è un’opinione e il risultato di uno più uno è sempre due.
Un amore difficile, tenero e divertente.
Josh e Ilary si scontreranno in uno dei più famosi luoghi comuni: Teach & Love.
Ideata e scritta per il contest "Teach & Love"
Prima classificata.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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CAPITOLO 5
 
Ilary entrò a scuola correndo.
Aveva accumulato un enorme ritardo per prepararsi. Voleva essere bellissima e in più, aveva scelto con cura i vestiti per potersi cambiare finite le lezioni.
Quello era il giorno più importante della sua vita: era diventata maggiorenne.
Da un mese, ormai, suo padre spingeva per fare una festa galattica per la sua entrata in società, ma lei aveva rifiutato decisa.
- Ho altri impegni – aveva risposto telegrafica, tutte le volte che glielo aveva chiesto – L’unica cosa che voglio, sono le chiavi della casa in cui viveva la nonna.
Adesso aveva una casetta tutta sua e, finalmente, ne sarebbe entrata in possesso.
Quando l’avvocato aveva letto il testamento della nonna paterna, era rimasta sbigottita.
Cherry Santhel aveva lasciato tutti i suoi averi alla piccola Ilary, sua unica e adorata nipote, con la clausola che sarebbe potuta entrare in possesso del patrimonio, solo al compimento dei diciotto anni.
Suo padre ne era stato felice e non aveva contestato la decisione della madre.
Alla sua famiglia il denaro non interessava, anche perché ne avevano parecchio.
In realtà a Tyler Santhel interessavano solo le donazioni dei suoi seguaci per la sua campagna politica, per il resto era un uomo distratto e poco attento a ciò che lo circondava, non che fosse un cattivo genitore, tuttavia non era nemmeno un modello da seguire.
Troppo impegnato e attento solo a se stesso.
Ad Ilary non era mai interessato un fico secco dei soldi, dei terreni, delle azioni e obbligazioni e, tantomeno, delle molteplici proprietà immobiliari di cui sarebbe entrata in possesso, una volta maggiorenne.
Non ci aveva mai pensato, tranne da un mese a quella parte.
Pensava, soprattutto, alla casa in cui era vissuta sua nonna fino al suo ultimo respiro.
Una villetta bianca poco fuori città con una staccionata e un bel prato.
Non era chissà cosa, abituata alla sua sforzosa dimora, però a lei, adesso, sembrava una reggia.
Il resto non le interessava e avrebbe lasciato che suo padre glielo amministrasse come aveva fatto fino a quel momento, ma la casa della nonna le serviva.
Le serviva per vedere il professor Carper.
Aveva calcolato tutto, progettato ogni singolo istante del suo futuro e non vedeva l’ora che fosse l’una per dirlo a Josh.
Si sarebbero potuti vedere lì. Aveva già fatto una copia delle chiavi per il suo bel professore. Quella villetta sarebbe diventata il loro rifugio d’amore, la loro casa.
Poche ore e il suo sogno si sarebbe avverato.
Era così eccitata.
La prima ora sarebbe stata un tormento, ne era certa, perché avrebbe visto Josh nelle vesti di professore, ma non le importava, anzi.
Essendo lei un’ottimista di natura, era quasi felice, dato che in questo modo sarebbe stata con lui un po’ di più.
Ormai era completamente andata per Mr. Carper, lo sapeva, ma la cosa la rendeva enormemente felice.
Josh Carper era il suo primo, unico, grande amore.
Altro che Christopher Reed! Come aveva potuto solo pensare di essere innamorata di quello lì?
Chris era stato solo una “cottarella”, se ne era resa conto solo conoscendo Josh.
Solo tenergli la mano la faceva volare in un mondo sconosciuto fatto di stelline e cuoricini, senza contare quelle fitte allo stomaco che, ormai, erano una dolce routine, quando Josh la sfiorava o semplicemente la guardava.
Non voleva nemmeno pensare a ciò che era successo alla festa o, più recentemente, il giorno prima.
Ogni volta che lo faceva, Ilary cadeva in uno stato di catalessi, una specie di morte apparente, tanta era l’emozione che provava.
Sarebbe stato il compleanno più bello e magico di sempre, altro che festa! Già si vedeva ai fornelli a preparare una cenetta romantica per Josh oppure avrebbe optato per un take away, cinese o pizza, dato che lei era completamente negata in cucina!
Ma che le importava?
Uno spuntino veloce e poi sarebbero passati direttamente al dolce che, per inciso, era lei!
Il camino acceso e tanto amore.
Questo sarebbe stato il regalo di compleanno più bello che si aspettava da Mr. Carper.
Si fermò un attimo davanti alla porta e si sistemò la gonna e la camicetta: Josh doveva vederla al meglio.
Bussò ed entrò.
Quando vide la professoressa Williams seduta davanti alla cattedra, Ilary sbiancò, poi la guardò corrucciata.
Perché era lì? Doveva esserci Josh al suo posto. Era la classe di matematica!
- Miss Santhel si accomodi, pure. Per fortuna il professor Carper non c’è, lo stavo per annunciare, altrimenti le avrebbe messo una nota di demerito per il ritardo.
Ilary si avvicinò amareggiata verso il suo banco – Mi scusi Mrs. Williams, questa notte sono stata male e, nonostante mio padre mi avesse detto di stare a casa, ho preferito venire a scuola, ma effettivamente forse aveva ragione… - mormorò.
Si sedette al suo posto più delusa che mai.
- Allora ragazzi, il professor Carper oggi non si sentiva bene ed è stato a casa… - vigliacco! - … quindi statevene buoni e magari ripassate le lezioni delle prossime ore…
Mrs. Williams continuò a parlare, ma Ilary non udì una sola parola.
La sua mente era invasa da mille pensieri su Josh.
Perché non era venuto a scuola? Sapeva benissimo che era il suo compleanno!
Era una scusa o davvero si sentiva male?
E in ogni caso, perché non l’aveva avvertita? Le avrebbe potuto mandare un SMS e dirle che non si sentiva bene e magari anche scriverle un semplice “auguri”.
Più si arrovellava il cervello per capire e più il sospetto che Josh non si fosse presentato in classe, perché era il suo compleanno, aumentava.
Prese lo smart-phone e gli inviò un messaggio per chiedergli cosa fosse successo.
Perché l’aveva abbandonata proprio quel giorno?
Dopo dieci minuti con lo sguardo incollato sul telefono, Ilary cominciò a preoccuparsi: Josh non le aveva ancora risposto.
No! Josh Carper non le avrebbe rovinato il giorno più importante della sua vita.
Si alzò tenendosi la pancia – Mrs. Williams credo di non farcela… - piagnucolò, facendo finta di torcersi dal dolore – Mio padre aveva ragione – in certi casi, era meglio mettere in mezzo il nome dell’uomo più importante della contea, per potersela svignare tranquillamente.
La donna la guardò preoccupata – Miss Santhel, capisco la sua voglia di imparare, ma certe volte bisognerebbe ascoltare gli adulti, soprattutto quelli che le vogliono bene. È meglio che vada a casa. Le farò io la giustificazione. Vuole che la faccia venire a prendere?
Ilari negò con la testa – Credo di farcela a tornare a casa da sola, mi dispiace così tanto…
Mrs. Williams scacciò un finto insetto con la mano – Vada a casa Miss Santhel, si curi e si riposi – disse con tono gentile.
Ilary raccolse le sue cose, camminò molto lentamente con lo sguardo basso ed uscì dalla classe.
Non appena la porta si chiuse dietro di lei, cominciò a correre freneticamente.
Sapeva dove abitava Josh e ci sarebbe arrivata in poco meno di un quarto d’ora.
Gliel’avrebbe fatta vedere lei a quello stronzo!
Cosa credeva che non venire a scuola le avrebbe impedito di raggiungerlo?
Ilary rise istericamente tra sé e sé.
Probabilmente Josh non aveva ancora capito di che pasta era fatta. Lei otteneva sempre ciò che voleva e una cosa era molto chiara: lo desiderava sopra ogni cosa.
Eppure, credeva che il bel professore avesse capito che lei non era certamente il tipo di persona che si scoraggiava così facilmente e il fatto che lui non si fosse presentato a scuola, non era certo un ostacolo per Ilary Santhel!
Era delusa.
Quello era il termine corretto per descrivere il suo stato d’animo.
In quel mese in cui si erano frequentati assiduamente, lui non aveva ancora imparato a conoscerla.
Mille dubbi la assalirono.
Forse non era nemmeno giusto raggiungerlo.
Probabilmente, quello di Josh era un messaggio chiaro: non gli importava niente di lei.
Che stronzo! L’aveva baciata appena il giorno prima, per non parlare poi del fatto che per un mese l’aveva illusa, tenendole la mano come un gentiluomo d’altri tempi.
Si sarebbe sentita meno ferita se l’avesse sbattuta sulla scrivania per scoparsela.
Si, perché in quel modo, non le avrebbe portato nessun rispetto.
Invece lui, per tutto quel tempo, l’aveva abbagliata con i suoi modi gentili, facendola sentire importante.
Quale uomo teneva per mano una ragazza, senza mai andare oltre per approfittarsene? Chi si accontentava di risate, occhiate languide e messaggini?
Ilary, con il tempo, si era data una sola risposta: un uomo innamorato.
Invece, aveva sbagliato.
Il dispiacere di essere stata presa in giro l’assalì, trasformandosi presto in rabbia.
Arrivata sotto casa di Josh, parcheggiò velocemente e non si preoccupò affatto di aver occupato il posto di due macchine.
Davanti al citofono della palazzina, scorse velocemente i cognomi scritti sui campanelli. Quando vide “Carper”, pigiò l’indice con rabbia una, poi una seconda, una terza volta e continuò così, finché la voce arrabbiata di Josh arrivò nitida – Chi cazzo è che rompe le palle? Se sei uno stupido fannullone, vengo giù e ti prendo a calci in culo!
Ilary spalancò la bocca sorpresa – Oh! Allora le dici anche tu le parolacce…
- Ilary? – la voce di Josh le arrivò in un sussurro.
- Apri – rispose decisa.
- Ilary…
- Apri – ribadì.
- Cosa ci fai qui? Perché non sei a scuola? – domandò quasi irritato.
- Apri, ti ho detto!
- Non dovevi venire…
- APRI questo cazzo di cancello o ti giuro che corro da mio padre e gli racconto tutto! – sibilò arrabbiata a denti stretti.
Il cancello scattò – Quarto piano – proferì secco.
Ilary corse a perdifiato al portone e poi salì le scale velocemente per non perdere tempo ad aspettare l’ascensore.
Arrivò davanti alla porta socchiusa con il fiatone e il cuore che batteva impazzito.
Josh aprì di colpo e occupò con la sua stazza l’entrata.
Se ne stava rigido con le braccia conserte ed un’espressione decisamente dura dipinta sul viso – Cosa ci fai qui? – chiese senza nemmeno salutarla.
- Oggi è il mio compleanno – disse, fissandolo.
Il professor Carper socchiuse gli occhi e le lanciò una lunga occhiata sprezzante – Auguri! – disse senza alcun entusiasmo – Quindi? Cosa ci fai qui?
Ilary avvertì le lacrime far pressione, ma cercò di resistere.
Deglutì – Josh, io… credevo che l’avremmo festeggiato insieme… - mormorò con la voce quasi rotta dal pianto.
- Pensavi male – asserì lui afono.
- Josh…
- Ilary ti ho detto mille volte che per te sono Mr. Carper o il professor Carper. Adesso basta con questa confidenza. Mi hai proprio stufato! Non sopporto più la tua vocina irritante e i tuoi modi di fare da ragazza di mondo. Lo capisci o no che per me sei solo una ragazzina… una bambina? – disse con voce cattiva.
Ilary non capì più nulla.
L’amore, il dispiacere, la rabbia, i sogni infranti e le speranze frantumate esplosero per poi fondersi in un sentimento più potente: l’odio.
- Hai mai vissuto veramente Josh? – chiese spietata – Sei mai riuscito a scrollarti di dosso quell’aurea da saputello e gioire di ciò che ti circondava? Hai mai goduto della vita che ti è stata donata? Hai mai pensato che, oltre al dovere, c’è anche il piacere? Ti sei mai lasciato andare per assaporare le fortune che ti sono state date, ma tu non riesci nemmeno a vedere? No! Non l’hai mai fatto! Te ne stai nella tua campana e non te ne frega niente se è dorata o di stagno. Tu credi di avere tutto e invece non hai un bel niente e, quel che è peggio, non ti accorgi nemmeno che per sentirti tu al sicuro, distruggi la vita degli altri. Hai mai rischiato professor Carper? Dimmelo! Hai mai rischiato per qualcosa che ne valesse la pena?
Le lacrime le bagnavano il viso e Ilary non riuscì a più a controllarle.
Teneva i pugni stretti come se quel gesto potesse infonderle ancora più rabbia per aiutarla a demolire l’imperscrutabile e saggio Josh Carper.
Lui la guardava con gli occhi spalancati e un’espressione allibita.
- Ero io la tua possibilità per vivere, ma tu non l’hai capito – disse infine, tirando su con il naso – Grazie per il meraviglioso compleanno che mi hai fatto passare. Un regalo stupendo, Josh!
Prese dalla tasca la busta in cui aveva messo la copia delle chiavi della villetta della nonna e gliela lanciò addosso, con odio.
- Ilary… - mormorò ancora atterrito.
- Lascia stare Josh. Non ho voglia di sentire le solite cose. Sei il mio professore. C’è troppa differenza d’età. Sono minorenne… ah no! Questo non lo puoi più dire, ma che peccato! Insomma… non propinarmi tutti i tuoi abituali bla, bla, bla… li ho già ascoltati un milione di volte e sai una cosa? Mi hanno stufata! - Ilary alzò gli occhi e lo guardò – Oh… non era questo quello che volevi dire… che stupida sono. Non ti preoccupare Josh, non rischi la galera, non dirò a nessuno ciò che è successo tra noi e sai perché? Perché non è mai successo nulla! Ecco perché!
- Ilary…
- Smettila Josh! – si voltò e cominciò a camminare per uscire da quell’incubo.
Fatto qualche passo, si fermò e abbassò il viso, passandosi le dita sugli occhi per asciugare le lacrime che continuavano a scendere – Ero il tuo biglietto per provare a vivere veramente. Il fato te l’ha servito su un piatto d’argento, ma tu sei troppo cieco per vedere oltre – disse senza girarsi, poi ricominciò a camminare.
Sapeva che Josh era dietro di lei.
Sentiva che la fissava sgomento, ma non sarebbe tornata da lui, non per orgoglio, ma per giustizia.
Sarebbe stato inutile.
Josh doveva capire da solo ciò che voleva veramente.
Doveva sconfiggere i suoi fantasmi, senza l’aiuto di nessuno, tanto meno il suo.
Forse sarebbe tornato o forse no.
Sapeva che per lei sarebbe stata dura, non l’avrebbe dimenticato facilmente, ma sarebbe andata avanti.
Lei voleva vivere, al contrario di lui e non l’avrebbe aspettato.
No, non sarebbe stato giusto.
 

 
   
 
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