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Autore: SavetheFrog    16/11/2013    5 recensioni
Dopo un anno e mezzo, la storia di George ripende.
Una folle idea frulla per la mente di George Weasley.
E' pronto a tutto per salvare il suo gemello.
E se ritrovasse l'ultima Giratempo? Un viaggio che lo porterà ad affrontare più ostacoli di quanti non creda, ma che gli insegnerà anche a vivere di nuovo.
Capitolo 11^- La Dama della foresta.
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Weasley, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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La Dama della Foresta.




George stringeva la Giratempo in mano e continuava a sfiorarne la superficie che, da dorata che era, ora appariva leggermente annerita dal tempo. Aveva letto così tante volte la scritta che vi era incisa sopra da averla imparata a memoria. "I mark the hours, every one. Nor have I yet outrun the sun. My use and value unto you, are ganged by what you have to do."
Possibile che quel piccolo oggettino, quella cosetta così fragile, col suo malfunzionamento, potesse distruggere tutte le sue speranze? La ripose nel taschino interno della giacca. Lui e Glemin erano sul letto e lei, avvolta dal suo braccio con la testa poggiata al suo petto, fingeva di dormire. Nessuno dei due aveva sonno, quando si hanno così tanti pensieri è difficile trovare una posizione comoda. George era ancora scosso e aveva riflettuto a lungo sulla loro situazione, ma si conosceva fin troppo bene, e, per questo motivo, sapeva benissimo che tutta quella razionalità non era cosa per lui.
-Mina.. - la scosse appena – Mina, svegliati..
Glemin finse di avere gli occhi impastati dal sonno e lanciò un'occhiata alla strana sveglia a forma di gufo che stava appollaiata sul comodino. Erano le due di notte passate.
-Sì?
Chiese, sinceramente spaesata.
-Usciamo, se resto qui dentro a deprimermi ancora impazzirò di sicuro!
Propose alzandosi di scatto, avvolgendosi nella sua sciarpa.
-Dove andiamo?
Fu tutto ciò che riuscì a dire lei mentre raccattava le sue cose sparse per la camera. George sorrise guadagnandosi un'occhiata poco convinta da parte di Mina.
-A prenderci una sbronza epocale!


http://www.youtube.com/watch?v=tDTQQWSmo8s
The Rumjacks - An Irish Pub Song


Il “Boccale-magico” vantava la miglior burrobirra di tutta Dublino e, a parere di George, il titolo era più che meritato. La musica fuoriusciva direttamente dalle pareti e alcune streghe ondeggiavano senza il minimo ritmo. La barista, una signora tarchiata dalla spumosa chioma azzurra rideva rumorosamente, sovrastata di poco dal frastuono degli strumenti. Alcuni auror, ormai fuori servizio, facevano scontrare i loro boccali festeggiando chissà che. Mina di fianco a lui, non era minimamente a disagio, probabilmente per lei quello era pane quotidiano, anzi forse era poco più di una festicciola per bambini. Era presa a buttar giù il terzo bicchiere di Sanguigno (rum piuttosto denso con una particolare sfumatura rossa), per essere così piccola reggeva piuttosto bene l'alcol, ennesimo segno del fatto che non ci fosse nulla di nuovo dove si trovavano per lei. George non aveva idea del perché si trovasse lì, sapeva solo che continuare a deprimersi non avrebbe portato a nulla. Le cose non vanno così male, continuava a ripersi tra un sorso e l'altro. Avrebbe trovato Hamus Reaze, fosse stato anche in capo al mondo o ai confini dell'universo lui l'avrebbe trovato. Ora si era lì, con Glemin che rideva, e l'ammirava perché neanche per lei c'erano state gran belle notizie, Claus era sulle sue tracce, eppure quella strana ragazza-volpe rifiutava l'idea di permettere al suo carneficie di torturala ancora. George, vagamente lusingato, pensò che, probabilmente, Mina con lui si sentisse molto al sicuro. Buttò giù un bicchiere di Fumoso (un liquore che aveva consistenza ariosa, ricordato per la sua capacità di dare subito alla testa), dopo il terzo George non capiva quasi più niente, come, d'altronde, anche Glemin faticava a connettere. Le note di musiche popolari risuonavano nelle loro orecchie come amplificate e le risate si susseguivano senza un motivo preciso. George tirò a sé Mina, invitandola a ballare quelle canzoni così frenetiche, fatte di flauti, chitarre scordate e battiti di mani e piedi. Vorticavano tra folla pestandosi i piedi a vicenda, i nasi che si sfioravano di tanto in tanto, le risate che esplodevano a destra e a manca tra una parola e l'altra delle strofe. George faceva piroettare Mina per poi prenderla tra le braccia, tutti si accorsero di loro e li lasciarono al centro della pista. La guardò un attimo, rapito, mentre lei continuava a volteggiare radiosa e spensierata per poi finire sempre e comunque (nonostante il suo barcollio) contro il suo petto. “E BACIALA!” urlò un mago nerboruto con la faccia rossa di alcool. George fissò Glemin sorridendole malizioso, con una calma che poco apparteneva ad un ubriaco, le prese il viso tra le mani e poggiò le labbra ancora piegate in un sorriso sulle sue, il locale esplose in grida di gioia, applausi e risate. Mina scoppiò a ridere lasciando cadere la testa all'indietro. Gli faceva bene, quella ragazza-volpe, sapeva tirare fuori il vecchio George, la parte migliore di sé stesso, quella che pensava non avrebbe più rivisto. Aveva voglia di ballare tutta la notte, di divertirsi come un matto, di ridere, di cantare, di baciare Glemin ancora mille volte. Mina sembrò quasi leggergli la mente e gli si fece più vicina, lasciando tra le loro bocche pochi centimetri. George aveva un sapore particolare, dolce e fresco e le sue labbra erano sempre un po' umide, come se sapesse prevedere quando l'avrebbe baciato. La avvolse con le mani, sciogliendo ogni punti sul quale si posassero, tranne lo stomaco che faceva un sacco di capriole ogni volta che la sfiorava. Le lasciò un ultimo bacio sulla cicatrice sul collo, quella che recitava “I'm worthless”. Non sentiva la sua voce, ma lesse le sue labbra. Non potrei essere meno d'accordo, aveva detto. Sorrise, porgendogli l'ennesimo bicchiere. Questa volta, whisky incendiario.


http://www.youtube.com/watch?v=BHRyMcH6WMM
Marilyn Manson – Sweet Dreams


Draco era seduto davanti al camino e continuava a fissare la sua sigaretta, senza fumarla. Si era fatto abbastanza tardi ormai. Che fine aveva fatto quell'elfo domestico? Si alzò e cominciò a fare su e giù per la stanza, esasperato dall'attesa. Qualcosa stava succedendo, ne era sicuro. Da quando suo padre era venuto a frugare nella sua vecchia abitazione agitato come un bambino, lui aveva capito che qualcosa si stava muovendo. Non aveva detto una parola, Lucius Malfoy, era arrivato e, come se nulla fosse, aveva letteralmente buttato la casa all'aria per arrivare ad un nulla di fatto. Che cosa stava cercando? Draco se l'era chiesto per settimane, senza trovare una risposta. Lego, il suo elfo domestico, era stato da lui personalmente incaricato di seguire suo padre, in cerca di qualcosa. Qualsiasi cosa che avesse potuto aiutarlo a fare chiarezza su tutta la faccenda. Ma ogni giorno era un nuovo fallimento, Lego tornava a mani vuote e Draco si considerava fortunato se riusciva a distoglierlo dall'idea di suicidarsi in meno di cinque minuti. D'un tratto, quando ormai si era rassegnato all'idea che il piccolo elfo tornasse prima dell'alba, eccolo che appariva sull'ultimo scalino marmoreo di casa Malfoy. Era provato, ma a livello psicologico, i suoi occhi erano arrossati e le pupille così dilatate da nascondere il colore delle iridi. Era terrorizzato.
-Parla, presto!
Lo incitò Draco bruscamente, avvicinandosi a lui. Lego tentò di deglutire più volte.
-S-sono... Loro sono...
Balbettò, più a sé stesso che al mago, fissò il pavimento.
-Loro sono tornati...Signore...
Disse, lasciando troppe domande senza risposta. Draco scosse la testa spazientito e ansioso.
-Loro? Loro chi?!
Chiese impaziente facendosi ancora più vicino, gli occhi di Lego sembrarono farsi ancora più grandi, gli ricordò moltissimo il loro vecchio elfo domestico, come si chiamava lui? Draco non riuscì a ricordarselo.
-I Mangiamorte.
Gli sembrò che qualcuno gli avesse risucchiato i polmoni, non si ricordava più come si faceva a respirare. Lego aprì di nuovo la bocca, Draco temeva le sue parole.
-Vogliono la Giratempo.
Rimase lì, impalato, per un un tempo indefinito non si mosse di un millimetro, e gli sembrò che tutto nel raggio di cinque metri facesse lo stesso. Come se ogni cosa fosse stata distrutta e quello fosse l'ultimo infinito istante di vita che gli restava. Una ciocca di capelli quasi bianchi gli si parò sulla fronte. Se volevano davvero la Giratempo questo significava solo una cosa: i Mangiamorte volevano portare indietro Voldemort.
-Lego, prepara la mia valigia, starò via per un po'.
Ordinò inflessibile senza guardarlo, sentendo le mani congelarsi senza motivo.
-Dove va, signore?
Non pensava che l'avrebbe mai fatto, ma nella vita non si può mai sapere.
-A fare visita ai Weasley, alla Tana.


http://www.youtube.com/watch?v=hBcXe2B97TQ
Florence and The Machine-Seven Devils


In una stanza circolare col soffitto scoperto, faceva capolino la luce della luna. I suoi raggi argentati illuminavano le radici e le foglie, annerite dal freddo e dalla morte, che ricoprivano tutta la parete, esattamente a ore dodici, puntato a Nord, era posizionato un trono fatto di radici, foglie, spine e qualche fiore appassito. Era tutto morto, proprio come il resto della vegetazione presente nella stanza.
-Allora? E' tutto pronto?
Domandò l'unica donna del gruppo, seduta sul trono. Alta, molto magra, coi capelli di un colore tendente al magenta lunghi e mossi fino al fondoschiena, occhi neri come la pece e cerchiati da occhiaie, la pelle diafana assolutamente perfetta e le labbra rosso sangue. Bellissima, tanto bella che tutti e dodici gli uomini presenti non riuscivano a staccarle gli occhi di dosso.
-Ci rincresce, Dama della Foresta, ma la Giratempo sembra assolutamente introvabile..
Proferì uno dei dodici, Connor Marceus, infiltrato direttamente dalla gazzetta del profeta, alto e distinto, con un forte accento di Londra. La Dama della Foresta gli scoccò un'occhiata indifferente e subito l'uomo immediatamente alla sua destra, Rufus Grottenar, si affrettò ad aggiungere.
-Mia Signora, i nostri informatori più abili ci hanno riferito che la Giratempo è ancora in circolazione, ma le nostre tracce si fermano all'emporio di Magie Sinister.
La donna lo guardò con un particolare bagliore negli occhi.
-Se dunque questa è la verità, recatevi immediatamente a notturn alley.
Honius Kollar, dall'altra parte della stanza circolare, si schiarì la voce.
-Regina della Foresta, vi siamo già stati, ma sembra che Sinister sia stato vittima di un qualche sortilegio a causa del quale non ricorda più nulla.
La Dama, con calma spiazzante e seminando inquietudine in tutti i presenti, si alzò, scostando l'ampio vestito nero, e con passo lento e sinuoso, come se qualcuno battesse su dei tamburi per darle il giusto ritmo, si avvicinò a Honius.
-Dolce Honius Kollar,- lo chiamò a lei tendendo una mano, Honius si avvicinò rapido- Noi non siamo scolaretti di Hogwarts, non utilizziamo metodi sterili per ottenere ciò che vogliamo.
Gli accarezzava la guancia, Kollar sembrava ipnotizzato, la Dama gli pose l'indice sull'occhio sinistro.
-Collezionerò un occhio per ogni vostro fallimento.- Avvisò lei a tutti i presenti, percependo chiaramente il respiro dell'uomo arrestarsi, si voltò di nuovo verso di lui.- Tu, Marceus e Grottenar, ritornerete immediatamente a Londra, e mi porterete le informazioni di cui ho bisogno. Se non lo farai il tuo occhio sarà mio.
Non attese un risposta e senza nessun indugio ritornò al tuo trono fatto di radici, foglie e muschio. In quello stesso istante i tre uomini di smaterializzarono.


Quando ritrovarono la loro forma i tre uomini erano spaventati.
-Grazie tante, Honius! Sei veramente il re degli idioti! Perchè hai dovuto parlare?!
Quasi sputò Marceus, Kollar evitò il suo sguardo e si affrettò a borbottare un: “Tanto lo avrebbe scoperto lo stesso.”
-Si certo, e cosa ti aspettavi che ti avrebbe fatto i complimenti per la sincerità e dato un bacio in fronte?
Lo schernì Rufus, voltandogli le spalle.
-Ci avrebbe mandati tutti alla sua ricerca! Ora, se le cose dovessero andarci male ci rimetteremo un occhio ciascuno.
Concluse Marceus. Honius che era il più magro tra loro, sembrò farsi ancora più sottile e con l'ultimo barlume di sicurezza che gli rimaneva aprì bocca.
-Direi che dunque stare qui a litigare è la cosa più stupida che possiamo fare, no? Incamminiamoci subito e facciamo tornare la memoria a Sinister. Se non ricordo male tu sei molto portato per gli incantesimi di memoria, o forse mi sbaglio, Rufus?
Grottenar dal canto suo lo guardò disgustato e nel superarlo gli diede un spallata soffiando acido: “Non chiamarmi per nome.”.
I tre si avvicinarono alla bottega di Magie Sinister ed entrando sentirono il rumore di libri che cadono. Il proprietario doveva averli notati guardando fuori dalle finestre, attirato dalle loro discussioni e in preda a chissà quale intuizione si era prontamente nascosto.
-Reducto.
Sibilò Marceus, mandano completamente in frantumi una libreria, dietro la quale Sinister stava tutto rannicchiato. Conscio di non avere scampo si alzò e cominciò in tono leggero.
-Signor Marceus, quanto tempo! Devo dire che il suo aspetto è sempre piacevole. Salve anche a voi signori Kollar e Grottenar, è sempre un piacere vedervi varcare la soglia della mia umile bottega! Cosa vi porta qui?
Concluse con un leggero tremolio nella voce. Marceus gli sorrise, scoprendo una dentatura perfetta e affilata. Connor era un bel mago con occhi di un azzurro intenso tendente al turchese e capelli biondo cenere di quelli che solo passandoci le dita in mezzo acquisivano un forma pressoché perfetta, lineamenti sinuosi, ma mascolini e il mento ricoperto da un sottile strato di barba, giovane, venticinque anni appena compiuti, nel mondo babbano sarebbe stato scambiato senza fatica per un modello. La sua carriera era partita con successo; dopo aver frequentato Hogwarts nella casa dei Corvonero si era diplomato con voti eccezionali e aveva subito cominciato a lavorare presso la gazzatta del profeta, prima come segretario del direttore poi, grazie ad un scoop riguardante streghe che commerciavano in segreto pozioni d'amore troppo potenti (praticamente delle maledizioni Imperio in bottiglia) aveva ufficialmente a scrivere con giornalista per la famosa rivista.
-Evitiamo pure queste farse, Sinister. Sai benissimo perchè siamo qui.
Il mago sembrò molto seccato, come se il rifiuto verso la sua falsa cortesia lo indisponesse moltissimo.
-Vi ho già detto che non ricordo nulla! L'unica cosa di cui ho memoria è di essermi risvegliato con delle orecchie da coniglio attaccate alla fronte!
Spiegò con stizza e un leggero imbarazzo. Grottenar gli si avvicinò con un sorriso arcigno.
-Sarà meglio rinfrescarti la memoria allora.
Sibilò avvicinando la bacchetta alla sua fronte.
-Vi prego.. Ve lo giuro! IO NON RICORDO!!
Grottenar si mise a ridere, sadico.
-Oh, ma noi lo sappiamo bene, semplicemente non ci interessa.
Premette con forza contro la sua fronte, dalla bacchetta fuoriuscì una luce bluastra che avvolse Sinister. Subito l'uomo cominciò a tremare in preda alle convulsioni, mentre dalla sua bocca scivolava via della saliva schiumosa. Marceus posò la sua mano sulla spalla di Rufus.
-Non ucciderlo, limitati ad estrarre i suoi ricordi.
Ordinò lapidario. Grottenar parve smarrito, ma lo ascoltò. Kollar guardò Connor di sottecchi.
Sinister si accasciò a terra, mentre riprendeva colorito, Marceus innalzò la sua bacchetta e proferì:
obliviate.
-Allora? Cosa hai visto?
Gli chiese dopo che ebbe intascato la sua bacchetta.
-Ho solo visto uno strano ragazzo...Alto, con vestiti molto colorati, non proprio di lusso.
Confidò Rufus, ancora un po' confuso dopo l'incantesimo, che richiedeva una certa forza fisica.
-Descrivilo meglio.
Lo incitò Honius.
-Capelli rossi, occhi azzurri, molte lentiggini... E un orecchio mancante.
Marceus soppesò le sue parole.
-Capelli rossi, vestiti non proprio di buona mano, lentiggini a volontà... E un orecchio mancante...- rimase muto per alcuni secondi – durante la battaglia di Hogwarts una famiglia di Sanguepuro, ha perso un figlio, uno dei due gemelli... L'altro è rimasto mutilato, privato dell'orecchio sinistro. I Weasley, una famiglia caratteristica per via dei capelli rossi, tramandati di generazione in generazione e per la totale mancanza o quasi di denaro, che spiegherebbe i vestiti non proprio di lusso. Se non mi sbaglio, il nostro uomo dovrebbe essere George Weasley.
Grottenar ghignò.
-Puoi tenerti il tuo occhio, Kollar.
Sibilò. E subito i tre si smaterializzarono.






Ebbene siete arrivati alla fine del capitolo della ribalta! Ahah! Tenete d'occhio il trio, sarà importante ;) Spero che non vogliate linciarmi (ma avete comunque tutto il mio sostegno nel caso invece lo desideraste ahah!). Perdonate gli errori e se vi va lasciatemi una recensione, sia positiva che negativa! Un bacio, Savethefrog!
  
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