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Autore: Yuna Shinoda    26/04/2008    8 recensioni
Arrivai a Forks circa due anni fa, nel 2005.
Gli anni precedenti, ben 17 della mia lunga adolescenza, li avevo trascorsi in Alaska, a Denali. Lì c’era la famiglia di Tanya, un’avvenente ragazza bionda che seguiva la mia stessa dieta.
Bhè, di sicuro vi starete chiedendo cosa centri la dieta. Centra, centra…
Dovete sapere che io non sono propriamente una persona che si nutre di cibo normale.
Purtroppo no.
Per delle strane coincidenze, nell’agosto del 1948, pochi mesi dopo la fine della seconda guerra mondiale, mi ritrovai qui a Forks, in Washington. Che poi era stata anche la città in cui abitavo prima.
Sono nata nel 1931 a Forks, Washington. Mio padre e mia madre erano per così dire separati in casa, visto che non era ancora stata fatta una legge sul divorzio a quel tempo, ed io ero una semplice ragazza di campagna. Mio padre faceva parte della guardia nazionale – l’odierna polizia – e mia madre non lavorava, semplicemente badava a me e mi curava come una qualsiasi madre avrebbe fatto con la propria figlia.[...]
Edward è umano, Bella vampira.
Bella vive assieme ai Cullen a Forks da due anni, quando lei e gli altri decidono di tornare a scuola, vede Edward Masen e non riesce a controllarsi.
Twilight visto da un altro punto di vista, un po' OOC all'inizio, ma cercherò di rispettare le caratterizzazioni dei personaggi dando una nuova visone del libro... Dal POV di Bella.
Genere: Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Spiegati meglio - gli dissi, impaziente di avere una spiegazione decente.
Esitò un istante, fermo e forse anche un po' sudato, poi iniziò a parlare.
- Sappi che è un miracolo che ascolti tutto questo... Solitamente non ne parlo mai con nessuno. -
Si fece scuro in volto e, guardandosi i piedi, sospirò, quasi come se stesse per dire qualcosa che lo turbasse.
Non osai dire nulla, anche se chiaramente ero curiosa di conoscere la sua storia.
Sentivo le mani più fredde del solito, indurite, quasi come se ci fosse tensione nell'aria, come se ciò che si stava apprestando a dirmi recasse un peso a lui insopportabile.
Pronta ad ascoltare il racconto, rimasi attenta e immobile.
- Io... sono nato 17 anni fa nella periferia di Chicago e... -
Qualcuno ci interruppe.
La madre, o dovrei dire matrigna, di Edward, ci richiamò all'attenzione.
Edward, già un po' impacciato e in ansia, si voltò verso Elizabeth impercettibilemente, quasi come se non avesse gradito quell'interruzione.
Il suo sguardo diceva tutto.
- Edward, penso che dovresti rientrare... Scusami se te lo faccio presente, ma sono già le 23, 30... - disse velocemente la matrigna.
Edward, dal canto suo, era sempre stato diligente ed obbediente, quindi si limitò ad annauire anche se si vedeva che non gli andava affatto questa separazione improvvisa.
- Bellla... Mi dispiace ma devo andare. Ci vediamo domani? -
Si fermò un istante, poi ripetè - Scusa, domani c'è il sole, non puoi -
Basta, Edward. Non parlare più! So io quando ci dobbiamo vedere! E credimi, sarà davvero in un momento vicino...
Con il dito, toccai le morbide labbra di Edward.
Erano calde, soffici e tremenendamente rosse... Un rosso che mi faceva perdere decisamente la testa, pensando a quanto sangue c'era annidato.
Sentì irradiarmi il dito e poi la mano intera da un calore favoloso, un calore che non ricordavo nemmeno più come fosse.
Il contrasto tra la mia e la sua temperatura era davvero irreale, ma in un certo senso mi confortava.
Edward quasi rabbrividì, così che mi allontanai subito.
- A dopo. - Riuscì a dire, per poi correre veloce nella foresta e riapparire pochi minuti più tardi alla sua finestra.
Non riuscì a capire cosa mi disse lui dopo questo inusuale congedo, ma penso era qualcosa come "Che dici", non ne ho idea.
Il fatto di non poter leggere nel suo pensiero e quindi essere ignara di ciò che dice e che pensa mi attira ancora di più a lui.
A causa di questo piccolo incidente di percorso, quando poi decisi di farmi rivedere da Edward, sperando non si mettesse paura o che mi cacciasse, mi fece prendere un'altra figura imbarazzante.
Ero intenta, come ormai facevo da alcune notti, ad arrampicarmi sul cornicione del tetto della veranda e poi entrare nella sua stanza.
Quella sera, tutta presa dal fatto che ero davvero curiosa di sentire il resto della storia, mi dimenticai quanto ci mettevano gli umani a vestirsi e lavarsi per prepararsi ad andare a letto.
Già una volta era successo, ero su di un albero a visionare uno spettacolo molto interessante, quando improvvisamente lui inzia a togliersi tutti i vestiti e a restare in mutande.
"Bella, calmati, altrimenti vai in iperventilzione." No, aspetta. Cancelliamo l'ultima parola. Fortunatamente, anche se non sono abituata a visioni del genere, non inizio a non respirare più. Già non respiro di mio!
Mi aiutai con il piede e poi con la mano, quando fui in cima al tetto della veranda, e mi appogiai al davanzale della sua finestra.
Non avevo ancora alzato gli occhi, ma, quando lo feci, quando mi alzai mantenendomi sempre al davanzale per non rischiare di cadere, incontrai due profondi occhi verdi decisamente increduli.
Edward sussultò, dando un piccolissimo gridolino.
- Bella! - chiamò.
Io intanto, imbarazzata della situazione, mi abbassai nuovamente verso il tetto e mi sedetti su questo, aspettando l'okey di Edward.
E sapete perchè?
Ops, ho tralasciato un piccolo particolare.
Appena incontrai quei dolcissimi occhi smeraldi, a parte la sua fascia straordinaria di muscoli e tutto il suo corpo grandioso, l'unica cosa che faceva compagnia a tutto questo era una piccola e semplice asciugamano bianca.
"Adesso ti mangio! Non puoi stare con tutta quella carne appetitosa di fuori..."
- Bella! - chiamò di nuovo.
- Posso? - domandai, con una voce molto bassa rispetto alla mia naturale.
- Certo, entra. Ops, dovrei dire sali. - Emise un piccolo sogghigno.
Piano, mi rialzai sempre per non cadere e per sostenere le gambe dinanzi a quello che avevo davanti.
Goffamente, cercai di entrare senza farmi male.
"Stupida, i vampiri non si fanno male" mi ripetevo nel cervello dopo questa affermazione davvero insulsa.
Edward, più veloce che mai, mi fu subito vicino e mi aiutò a scendere dalla finestra e a poggiare i piedi sul pavimento della sua stanza.
- Scusami, non sapevo che... - Indicai la sua asciugamano cercando di giustificarmi.
- Oh, questo. Posso andare anche a vestirmi nel bagno... E poi non devi scusarti, so che non avresti mai potuto saperlo. -
"Vuoi andarti a vestire nel bagno? Perchè non qui, Edward? Tanto che fa, ci sono solo io dopotutto!"
Sciocchi pensieri di una vampira pervertita e sadica.
Insomma, ritrova il tuo contegno, Bella!
- O-okey. -
- Dopo mi spiegherai anche come hai fatto a salire. - Disse, con la voce ironica e dolce come sempre, dirigendosi verso la porta del suo bagno.
Così restai sola.
Mi sedetti sul suo letto, quasi come se fosse una cosa sconosciuta per me.
Dopotutto quasi lo era.
Non ne usavo uno da quando ero umana, e a casa Cullen avevo un divano nella stanza, proprio perchè il letto non mi serviva a nulla.
Certe volte, però, quando venivo a trovare Edward, mi sedevo solo per pochi minuti al capezzale del suo, per accarezzargli i capelli, mentre lui parlava nel sonno.
Poi Edward uscì dal bagno.
Aveva in dosso una tuta blu scuro, che faceva risaltare la sua pelle diafana, quasi come la mia.
- Allora... Quasi pensavo di rivederti tra alcuni giorni, e tu? Sali nella mia stanza. Incredibile. -
- Ma vero. -
- Come hai fatto? - Mi guardava quaasi incredulo, quasi come se non siano connesse le cose vampiro = capacità di arrapicarsi eccetera eccetera.
- Ricordati chi sono. - dissi, lanciandogli un'occhiata quasi furbesca.
- Ah, già. Tu sei quella che cerca di stare con gli umani e di non ucciderli... Ma intanto vorresti il loro sangue e il loro corpo - Sorrise.
"Edward, vedo che stai iniziando a ragionare. Capisci con chi hai a che fare, adesso?"
- Eh, già. Proprio così. -
- Uhm. Allora sei diciamo venuta qui... per la storia, immagino. -
- Esattamente. - Risposi, senza fargli capire che ero molto curiosa di sentirla.
- Bene, allora affina l'udito! -
Edward prese una sedia da vicino alla scrivania e si sedette proprio davanti a me.
La sue espressione era decisamente cambiata da quella di poco prima, giù in veranda.
Adesso sembrava più rilassato.
- Allora, ecco... Ti ho detto dove sono nato... -
- Chicago -
- Brava, vedo che hai una buona memoria - mi prese in giro, sogghignando, poi riprese - Bhè, lì a Chicago posso dire di non aver avuto buoni genitori. Mio padre era un alcolizzaato, mia madre era una prostituta. -
Sobbalzai quando mi disse questi due dati salienti sui suoi veri genitori.
Deve aver avuto davvero una triste infanzia.
- Mia madre non era in grado di prendersi cura di me, così mi portò in una casa famiglia che era conosciuta per la fama di accogliere bambini e ragazzi di cui i genitori non potevano più prendersi cura. Poi, quando compì dieci anni, un caldo giorno di giugno, ebbi la sorpresa più bella che potessi mai ricevere: l'infermiera della struttura mi disse che una coppia di Seattle era disposta ad adottarmi e che stavano già venendo lì a prendermi. Appena lì vidi capì che per me stava per iniziare una nuova vita. Migliore. -
Si fermò. Sembrava quasi fosse commosso.
Dopo un po' vidi che aveva gli occhi lucidi, ma non riusciva afar scendere quella lacrime che restava ferma nei suoi occhi.
- Edward, non devi raccontare tutto per forza - gli dissi, quasi per confortarlo.
"Anche se non avessi saputo tutto questo, mi avresti attirato lo stesso", ripeterono i miei pensieri.
- No, per favore. Tu mi hai raccontato cose che invece non avresti dovuto dire. Devo essere leale nei tuoi confronti anche io -
Mi limitai a poggiargi una mano sulla spalla, anche se fredda, speravo gli potesse dare calore.
- Dicevo... Elizabeth e Michael mi adottarono quando avevo dieci anni. Decisero di venire a Forks perchè il padre di Elizabeth, tuo padre, era anziano e aveva bisogno di cure, così ci trasferimmo qui. All'inizio questo posto mi fu ostile, sempre pioggia, sempre cielo scuro. Poi, mi sono abituato. -
- E adesso non vuoi più separartene -
- Esatto. Forks è tutto per me, come i miei genitori. -
C'era un tono solenne nelle sue parole.
Era stato abbandonato e aveva vissuto per tanto tempo in una casa famiglia, per poi ritrovare la felicità ed essere sereno.
Edward, invidio questa tua voglia di vivere. E te lo dice una che ha davanti l'eternità.
Ci fu un lungo silenzio.
Ne io, ne lui, osavamo parlare. Piuttosto, ci guardavamo negli occhi senza interrompere il contattoprofondo che si era creato.
Poi lui si alzò.
- Adesso sarà meglio che vada a dormire, c'è scuola per me domani - Mi fece l'occhiolino.
- Ah, uffa. Tanto io resto. -
- Ehm? - Fece, lo sguardo decisamente meravigliato.
- Edward, scusa se te lo dico così ma io... Vedi, io... Tutte le notti... Entro nella tua stanza e... -
- Ho capito, ho capito. Resta pure qui se vuoi. Se ti diverte tanto vedermi dormire. -
"Non sai che rumore dolce e leggero sentire ogni notte il tuo respiro. E' come una musica talmente impossibile che non si può comporre."
- Si che mi diverte - dissi, con un ghigno sul volto.
- Okay... - rispose, già steso nel suo letto con la coperta fin sulle spalle - buonanotte, Bella - concluse, con un tono più dolce che mai.
Impercettibilmente, mi stesi accanto a lui cingendogli la vita con un braccio.
Edward sussultò, per il brivido freddo che aveva appena percepito, causato dal mio corpo gelato.
- Bella? -
- Si -
- Ma sei sempre stata così, finora? Cioè, intendo quando venivi qui -
- Si -
- Ah. Non sai che splendida sensazione sia sentire il tuo corpo così vicino al mio -
Rimasi di sasso a questa sua affermazione direi un po' maliziosa, che non risposi.
Mi limitai a chiudere gli occhi per percepire meglio i battiti del suo cuore e tutto ciò che faceva mentre inconsciamente, dormiva.
Più ero lì, e più mi accorgevo che la mia vita senza Edward Masen non poteva esistere.
Non parlo del sangue, no.
C'è altro oltre a quello. Non dico che mi tenti, però sento che in me sta nascendo qualcosa di nuovo verso di lui.
Sono sicura che lo scoprirò presto... Non si di cosa si tratti, so solo che se avessi un cuore decente che battesse ancora, certamente ad un breve sguardo con Edward, uscirebbe dal petto.




Note: Inanzitutto scusate dell'enorme ritardo nel postare, ma sono super impegnatissima, ormai siamo al giro di boa e a giungo avrò la maturità, mi tocca di studiare tanto :(
Comunque ringrazio tutte, anche oggi non riesco a fare il nome di tutte che mi seguite da tempo, riesco solo a dirvi che grazie a voi riesco a dare il meglio nei miei capitoli, perchè sono davvero felice delle vostre recensioni posititve
Grazie anche ai 38 che l'hanno aggiunta ai preferiti:
1 - aLbICoCCaCiDa
2 - algin91
3 - ALT
4 - AnimaDannata
5 - becky cullen
6 - CAMiL92
7 - cla61
8 - Clhoe
9 - crusade
10 - CucciolottaFly
11 - Giuggiolina
12 - gold eyes
13 - hitomi
14 - Jackie Hooker
15 - kagome84
16 - kikikaulitz
17 - Lady Arwen
18 - Leleo 91
19 - Locke
20 - Lunastortalupin
21 - Midnight Dream
22 - Miss England
23 - NENACHAN
24 - nene1964
25 - Only_a_Illusion
26 - pazzerella_92
27 - Pepsi
28 - Princesseelisil
29 - Selene89
30 - Selene_Malfoy
31 - Shoen
32 - SummerBreeze
33 - susy88
34 - sweetmiki
35 - TheCrazyGirl
36 - valybeba
37 - yuko_chan
38 - Zenity

Grazie!!! Ci vediamo al prossimo chap che dovrebbe arrivare presto poichè giovedì sarà di nuovo festa! Baci, Yuna


  
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