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Autore: missA_suzy    16/11/2013    1 recensioni
Dopo il matrimonio fallito, Akane è distrutta. Quelle tre pazze di Shampoo, Ukyo e Kodachi avevano non solo distrutto il suo sogno più grande, ma anche la sua casa. Per di più, la situazione non era affatto cambiata e Ranma non si era nemmeno preoccupato di andare a chiederle se stesse bene. Così, aveva preso ad evitarlo e per un po’ di tempo funzionò. Ma quando una mattina, Kasumi comunicò a tutti che Ranma e suo padre erano andati via, ad Akane crollò il mondo addosso. Dopo un iniziale momento di sconforto, ritornò la stessa ragazza di sempre. La stessa ragazza di tre anni prima.
Genere: Fluff, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Gender Bender
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Non ho mai smesso di amarti.

Capitolo tre: Ma non volevi una nuova vita?

 

Al contrario di quello che pensava la giovane Tendo, il codinato non era andato a casa ma stava camminando per le vie del quartiere assorto nei suoi pensieri. Era molto evidente che la sua ex fidanzata aveva preso la palla al balzo, accettando di sostituire quel cretino di Tatewaki per non andare con lui. Questo gli  creava una strana sensazione allo stomaco, provata anche in altre occasioni. Proprio per quello la scorsa notte si era intrufolato in camera sua per farla ragionare e, quando si era trovato di fronte lei che dormiva, non aveva resistito e le aveva accarezzato la fronte, spostandosi appena in tempo per evitare che lo vedesse. Poi ovviamente avevano cominciato ad urlare come al solito, ma lei gli aveva mostrato ancora quel pizzico di gelosia che lo fece sorridere in quel preciso istante. E poi era arrivato il peggio. Aveva chiaramente fatto intendere che le loro strade si erano separate e, a giudicare dal suo sguardo, non si sarebbero incrociate mai più. Alzò lo sguardo dispiaciuto e desiderò non averlo mai fatto. Quella strada la conosceva più delle sue stesse tasche, gli ricordava le corse fatte col suo maschiaccio per non arrivare tardi a scuola, lei che inutilmente cercava di colpirlo con la cartella e anche quei momenti in cui passavano di lì per fare la spesa a Kasumi. La cosa peggiore di tutte però era che probabilmente lo stava evitando e lui non se ne era accorto, troppo impegnato a sfuggire a quelle arpie di Shampoo e Kodachi. Lo aveva notato quella mattina sebbene fosse quasi un mese che Akane si comportava in maniera diversa anzi, i suoi amici glielo avevano fatto notare.

-          Ranma, che cosa hai fatto ad Akane? – gli aveva chiesto l’amico Daisuke quella stessa mattina

-          Ma niente, che cosa vuoi che le abbia fatto! – aveva brontolato lui come al solito

-          E allora perché ti sta evitando? – aveva incalzato Hiroshi, consapevole di ferirlo in qualche modo. Ma era questo il punto. Bisognava fargli capire come stessero le cose, anche ferendolo. In fondo si sapeva che il ragazzo era una frana per certe cose. Il codinato smise di mangiare improvvisamente e guardò i due – Akane mi sta evitando? Siete sicuri?

-          Ma non hai notato il suo comportamento? Per cominciare la mattina viene a scuola da sola, non cucina più per te e per giunta Nabiki mi ha detto che a casa vostra la situazione è ben più tragica. Devi essere un tonto se non hai capito niente!

-          Smettetela! E se davvero è così questa sera le parlerò io

-          Nel caso ti ascoltasse, buona fortuna

-          Sì, buona fortuna amico mio. Ne avrai bisogno.

 

-          Sono tornato!

-          Ranma, finalmente – esclamò la voce allegra di Kasumi – abbiamo una buona notizia

-          Che genere di buona notizia? – cercò di informarsi lui togliendosi le scarpe

-          Oggi mio padre ha chiamato dei signori che ci hanno aggiustato la palestra! Puoi andare ad allenarti se vuoi. Per la cena manca ancora un po’.

-          Dici sul serio? – non ci poteva credere. Soun aveva chiamato degli uomini per farsi aggiustare la palestra. Si ripeté la frase mentalmente e dopo un tempo interminabile andò a cercarlo per ringraziarlo e per parlare un po’ con lui. Lo trovò vicino al laghetto e gli si avvicinò cautamente.

-          Grazie per averla riparata

-          L’ho fatto esclusivamente per mia figlia, non potevo permettere che abbandonasse le arti marziali, è la sua passione. Però Ranma – disse girandosi – perché le hai fatto questo, me lo spieghi?

-          Soun mi devi credere, sono davvero tanto dispiaciuto. Soprattutto ora che ha rotto il fidanzamento.

-          Non la biasimo.

-          Ma dimmi, erano vere le parole dell’altro giorno? Che accetterai chiunque si presenterà alla porta di questa casa, fosse anche un imbecille?

-          Sai perché lo accetterò? – il ragazzo negò col capo – perché avrò la certezza che non farà soffrire Akane come hai fatto tu – disse alzandosi definitivamente ed entrando in casa lasciandolo lì con le sue colpe, impotente.

 

Nel frattempo Akane, dopo essere uscita da scuola era andata a comprare il regalo per Kasumi consapevole del fatto che quell’idiota non si era minimamente preoccupato di nulla. E quando mai si preoccupava di qualcosa, pensò la giovane, l’unica cosa che gli importava era senza dubbio il cibo. Arrivata a casa nascose il regalo dentro il cappotto per non farlo vedere alla sorella e, appena seppe che la palestra era stata ricostruita, si precipitò al Dojo senza neanche cambiarsi. Aperta la porta scorrevole vi ci trovò dentro Ranma che ora la guardava stupito mentre alcune gocce di sudore gli rigavano la fronte, facendolo apparire ancora più bello di quanto già non fosse.

-          Sapevo che saresti venuta.

-          Vuoi che vada via? – chiese facendo un passo indietro come a voler uscire. Si era pentita di essere entrata nell’istante in cui lo aveva visto, e forse lui aveva capito le sue intenzioni perché si stava avvicinando pericolosamente

-          Puoi restare, io ho finito. Devi allenarti?

-          Beh, non è che questa sera ne abbia molta voglia, sono stanca. E non sono neanche vestita nella maniera adeguata – disse guardando la sua divisa che ondeggiava leggermente a causa del vento che entrava dalla porta semiaperta

-          Akane dimmi una cosa, tu mi stai evitando?

Quella semplice domanda per lei fu come un fulmine a ciel sereno, allora aveva capito!

-          Stai vaneggiando!

-          E allora perché appena mi vedi cambi direzione?

-          Semplicemente perché ho altre cose da fare. Non posso stare a guardarti per tutto il tempo, sarebbe stupido non trovi?

-          Non vuoi guardarmi allora? – chiese avvicinandosi sempre di più. Era raro che avesse questi attimi di immenso coraggio, ma servivano per capire una volta per tutte cosa stava succedendo.

-          Non voglio guardarti, non voglio sentirti, non voglio vederti e non voglio parlarti. C’è altro? – si maledisse mentalmente per ciò che aveva appena detto. Si era fatta guidare dall’orgoglio cercando di nascondere le insicurezze. E invece, si era fatta beccare.

-          Guardami, io ti..

I vetri della palestra si ruppero all’improvviso – Ni-hao amore!

Lui si girò infastidito – Shampoo, ma non potevi aspettare un altro po’?

-          Scusami Akane, non è che potresti andartene da qualche altra parte lasciando me e Ranma da soli?

Alla ragazza gelò subito il sangue. Nessuno poteva permettersi di dirle ciò che doveva fare e tantomeno in casa sua! – perché non andate voi da qualche altra parte!? Questa è casa mia!

-          Akane, ma sei impazzita!? Vuoi che io vada con lei?

-          Puoi andare con chi vuoi, a me non interessa. – disse con tono calmo uscendo dalla palestra. In quel mese, da quando aveva rotto il fidanzamento, aveva cominciato a provare sempre meno gelosia nei confronti di lui che invece trascorreva tutto il suo tempo con altre ragazze per cercare di infastidirla in qualche modo. Senza successo, ovviamente. Sembrava che ad Akane Tendo non interessasse più nulla di Ranma Saotome. In giro c’erano tanti altri ragazzi che la ricoprivano di gentilezze, perché sarebbe dovuta restare con lui che non faceva altro che insultarla? Era incredibile, ma dopo solo un mese si era ripresa magnificamente dimenticando la faccenda del matrimonio. E, se possibile, era diventata ancora più fredda e scontrosa di come Ranma ricordasse. Un bel passo avanti, insomma. Tornò nella sua camera e si cambiò, poi scese per cena – Kasumi, vuoi che ti aiuti a sistemare?

-          Non farlo Kasumi, potrebbe lasciarti in mezzo ai guai – sputò con ribrezzo Ranma in versione femminile comparendo in cucina

-          Perché ti sei bagnato con l’acqua fredda? – chiese Nabiki che tentava di fotografarlo per racimolare un po’ di spiccioli dal suo cliente più fidato

-          Ho detto a Shampoo che mi doveva lasciar perdere, lei si è arrabbiata e mi ha buttato nel laghetto. Soddisfatta!?

-          Almeno sa farsi rispettare, un po’ di cervello ce l’ha.

-          Si può sapere perché t’intrometti!?

-          Non posso neanche parlare in casa mia!?

-          Hai ragione, in casa tua – disse allontanandosi e dirigendosi verso la sua camera. Akane gli fece una linguaccia e aiutò la sorella a sistemare la cucina per poi andare a dormire.

Il mattino seguente casa Tendo ebbe un brusco risveglio causato dalle urla di Kasumi che si propagandarono per tutto il quartiere. Tutta la famiglia si precipitò in cucina preoccupata credendo che si fosse tagliata o bruciata, ma rimasero molto confusi vedendola consegnare un foglietto al capofamiglia che impallidì non appena finì di leggere. Akane guardava il padre e le due sorelle scetticamente pensando che si trattasse di qualche stupidaggine come i funghi andati a male, dopotutto in quella famiglia erano tutti un po’ sensibili. Ma quando il padre le passò il foglio a malincuore, il  mondo smise di esistere e la testa le girava vorticosamente.

Scusateci tanto per non avervi avvertito, ma abbiamo preferito così. E più semplice, senza abbracci e lacrime. Spero che possiate comprendere. Ranma.

Erano partiti, erano partiti e non sapeva se li avrebbe rivisti. Se lo avrebbe rivisto. Solo ora si rendeva conto che tutte le strategie per allontanarlo e tutta quell’indifferenza che mostrava erano solo un pretesto per non soffrire ancora. Si era pugnalata con la sua stessa arma, forse se non gli avrebbe parlato in un modo così frivolo lui ora sarebbe ancora lì. Con lei. Aveva cercato di non farsi scottare da lui ed era rimasta scottata da stessa. Anche la coscienza fece la sua parte, facendola pentire all’istante di ciò che aveva fatto e portandola ad un pianto disperato.

Ma non volevi una nuova vita?

♥♥♥♥

Buon sabato, come andiamo?
Io non tanto bene, questa settimana è stata un completo stress! Ma comunque sono sopravvissuta pensando al week-end *-*
Ogni volta che finisco un capitolo non so bene cosa scrivere, quindi spero solo che vi sia piaciuto c:
Sul mio twitter (_akanetendo) pubblicherò una foto visto che qua non me la fa mettere. Volevo sapere se qualcuna di voi che ha twitter potrebbe dirmi di quale episodio si tratta..non lo trovo c.c
Buon fine settimana e al prossimo capitolo con tante nuove emozioni u.u (musichetta di sottofondo)
ciao :DD

  
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