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Autore: SaraRocker    16/11/2013    8 recensioni
Dopo la guerra magica, periodo immediatamente successivo.
-Hermione scopre improvvisamente che quel sentimento che ha nutrito per Ron, non era amore, e si trova dunque, costretta a lasciarlo.
Lei è improvvisamente sola, in una Hogwarts senza più i vecchi amici (quelli del settimo anno hanno lasciato gli studi), infondo chi mai dopo ciò che era accaduto sarebbe tornato tanto facilmente? Solo lei. Lei che non aveva più altra casa.
Eppure, non è la sola.
Draco, con il padre ad Azkaban, torna ad Hogwarts intento ad allontanarsi dalla propria malsana famiglia.
Cosa accadrà quando i due si incontreranno?-
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Il ballo di fine anno

-Epilogo


"mi dissero che per farlo innamorare dovevo farlo sorridere,
invece ogni volta che sorride mi innamoro io"
[Cit.]

 
"No, Hermione... Te lo scordi che io farò una simile idiozia..." sentenziò Draco portandosi a sedere sul letto, poggiando la schiena alla testiera di esso, scoprendo così il suo sensualissimo torace che solo la sera precedente e la notte stessa, mi ero divertita a stuzzicare maliziosamente. Sorrisi al ricordo, strisciando -coperta dalle lenzuola- fino sopra di lui. Lo vidi sospirare leggermente non appena gli arrivai sopra, ma non infierii, concentrata sul mio obbiettivo: il ballo di fine anno.
"Questa sera sarà l'ultima occasione per potere salutare la scuola! Devi venire, altrimenti io come faccio?" gli domandai cercando di parirgli quanto più dolce e sofferta potessi, ma lui non demorse, rimanendo la fiera e composta serpe che mi affascinava costantemente. Si limitò ad accarezzarmi la schiena nuda -ancora reduci dal nostro amplesso di poche ore prima-.
"Puoi andare con Potter e la piccola Weasley" sorrise dispettoso il biondo proseguendo con il muovere le proprie dita prima dall'alto verso il basso, e viceversa, sulla mia spina dorsale, facendomi rabbrividire.
Socchiusi gli occhi, già oltremodo eccitata da quel tocco sensuale, per poi parlare, anzi, soffiargli addosso "Vuoi che faccia il terzo in comodo? Non ci penso nemmeno."
"Ti stai oscenamente scaldando, Hermione..." mormorò lui cambiando discorso, vedendo la mia espressione assolutamente soddisfatta dai suoi tocchi leggeri. Si abbassò poi sul mio viso baciandomi con passione. Io ricambiai, permettendo alla sua lingue di penetrare la mia bocca senza freno. Ci staccammo non appena rimanemmo senza fiato.
"Vieni ti prego..." lo pregai nuovamente, guardandolo intensamente ed affiancandomi a lui abbracciandolo e lisciandogli la pelle diafana del petto.
Lui sorrise maliziosamente, facendomi arrossire di fronte al -non voluto- doppio senso nelle mie parole, soprattutto visto il modo in cui avevo parlato: completamente eccitata a causa dei suoi baci e delle sue carezze.
Mi voltai dal lato opposto rispetto a lui fingendomi offesa, ma non passò nemmeno un minuto che lui mi cinse dolcemente la vita con le braccia, per poi darmi un bacio sulla fronte "Va bene, Hermione... Verrò a quello stupido ballo" aggiunse poi facendomi sorridere. Mi voltai e lo baciai, torturando giocosamente le sue labbra umide e morbide, per poi sfoderare la lingua iniziando a giocare con la sua.
Non appena rimanemmo nuovamente senza fiato mi alzai, ormai certa fosse ora di colazione, e mi diressi alla ricerca dei miei vestiti con il volto adornato da un sorriso genuino e sincero.
"Felice?"
"Tanto..." mormorai in risposta tornando ad avvicinarmi a lui avverrando la camicia adagiata sul fondo del letto ed infilandomela.
"Ricorda: è un gloves party ottocentesco.. Quindi dovrai travestirti a dovere" aggiunsi poi non potendo evitare di scoppiare in una fragorosa risata vedendolo contorcere il naso al pensiero.
La McGrannit aveva messo ai voti poche settimane prima il possibile tema del ballo, ed era risultata una parità tra i voti per la festa ottocentesca, e per i gloves parties, perciò aveva deciso -così da potere accordare tutti- che quello sarebbe stato l'assurdo tema da rispettare: vestiti ottocenteschi a patto che siano coordinati con guanti.
"Non so in queale meandro della tua mente si trovi la vocina che ti dice che io abbia vestiti adatti alla festa, ma direi che un semplice completo nero andrà più che bene" parlò il meraviglioso biondo di fronte a me, facendomi alzare lo sguardo al cielo esasperata da quella risposta tanto convenzionalmente targata 'Malfoy'.
"Non vorrai farmi credere che il purosangue Draco Lucius Malfoy non ha un paio di guanti in pelle? Non ci crederei..." mi lasciai sfuggire sorridendo altezzosa mentre mi dirigevo ai piedi del letto, dove avevo lasciato i miei mocassini la sera precedente.
"Tsk! Va bene, Hermione, hai ragione, ho un paio di guanti, ma questo non vuol dire che abbia anche un completo da nobil uomo ottoc-" "Di questo non devi preoccuparti! L'ho già ordinato io! E' nero, ma ha degli inserti verde smeraldo in velluto! Si abbina perfettamente con il mio" lo interruppi eccitata, palesemente estasiata di essere finalmente giunta alla meta che mi ero posta: la fine di tutto. Perchè era quello ciò che il ballo simboleggiava per me. Era la fine delle torture, dei brutti ricordi, dei mangiamorte e della sventura che avevano aleggiato su di noi per ben sette anni.
Al momento della fine del ballo di quella sera sarebbe iniziata la mia nuova vita.

Io e Draco avevamo fatto progetti dopo la fine della battaglia contro Arkhano. Ci avevamo messo del tempo a renderci perfettamente conto di ciò che eravamo, ma lui non si era mai fatto indietro di fronte alla propria dichiarazione, e quando avevo deciso di ringraziarlo per il suo 'ti amo', lui mi aveva osservata storto, completamente severo, dicendomi che era tutto reale e che nel momento in cui aveva creduto che fosse finita, aveva fatto chiarezza sui propri sentimenti, dicendo che forse, nel profondo, mi aveva sempre amata, ma che doveva ancora capirlo.

"La scuola finirà." avevo esordito malinconicamente un pomeriggio di aprile. Fuori pioveva a dirotto ed io avevo deciso di rifugiarmi nella biblioteca silenziosamente, non desiderando per nulla la compagnia di Ronald o Harry, ormai divenuti oltremodo apprensivi di fronte alla mia relazione con Draco.
Avevano ancora paura che potesse nascondere qualche misterioso e micidiale segreto in grado di ferirmi o uccidermi. Non capivo com potessero anche solo supporre simili idiozie dopo che era stato fondamentale per la cattura della mangiamorte, che scoprimmo in seguito, si chiamava Ursula Connary.

Mi ero perciò diretta alla biblioteca da sola, senza avvisare nessuno, nemmeno i fantasmi presenti nel castello, sperando di potere contare in un po' di confortante quiete. Eppure una persona mi venne a cercare. Lui mi venne cercare, illuminandomi splendidamente la giornata in un modo, che nemmeno il sole sarebbe stato in grado di fare.

"Lo so, Hermione" aveva asserito lui con tranquillità osservandomi. Non stava studiando, infatti. Si era semplicemente seduto di fronte a me ed aveva iniziato a guardarmi mentre studiavo, anche se, dovevo ammettere, non mi era possibile con la sua presenza tanto vicina.
"Non ti interessa?"
"Ne sono sollevato, effettivamente." rispose pacatamente lui, dando unìocchiata al libro che avevo aperto d'innanzi a me: 'gemme, pietre ed amuleti'.
"Che intendi?" domandai io guardandolo, incontrando i suoi occhi plumbei che per poco non mi fecero svenire.
"Stare qua mi riporta a momenti che vorrei dimenticare. Ed a persone che mi mancano profondamente." si limitò a dire, riferendosi in particolare a Goyle, probabilmente. Anche per lui la guerra aveva significato perdite e tristezza.
"Oh... Capisco" asserii dopo qualche istante pacatamente, mentre lui inclinava il viso interrogativamente di fronte quella mia risposta.
"Cosa c'è che non va?" mi chiese poi, facendomi quasi sussultare. Osai pensare, per un secondo, mi avesse letta nel pensiero.
"Niente, solo che... Non credi sarà brutto non potersi più vedere tanto spesso?" spiegai, passando il muo sguardo dalla superficie del tavolo, a lui, che vidi con un'espressione interdetta in viso.
"Oh... A questo proposito, ho comprato una villa" disse con tranquillità, come si trattasse di un'azione compiuta quotidianamente.
"Che vuoi dire con 'ho comprato una villa'?" lo cazonai io, divertita da quel suo atteggiamento altezzoso.
"Credevo avresti accettato di vivere con me, finiti gli studi"
"Ed il Manor?" domandai io, in un misto tra completa felicità e confusione, essendo esaltata dalla porposta di Malfoy di convivere, ma interdetta dal fatto che il luogo in cui saremmo stati destinati non sarebbe stato il Maniero della sua famiglia.
"Io non voglio tornare mai più là, e credevo nemmeno tu."
Annuii, capendo perfettamente il suo ragionamento ed essendogli segretamente grata.
"Oltretutto, mia madre abiterà al Malfoy Manor. Riuscirà ad andare avanti da sola, vedrai" aggiunse poi alzandosi, segno che l'ora era ormai terminata ed eravamo costretti a dividerci, ognuno indirizzato in un'aula differente.
"Stai dando per scontato che accetterò di vivere con uno spocchioso Malfoy?" domandai dunque divertita sorridendo, mentre lui già mi dava le spalle sulla soglia della stanza.
Si voltò, facendomi perdere un battito di fronte al suo splendido sorriso "Sto forse sbagliando?"


Ci eravamo dichiarati al mondo con ben poche censure e la scuola aveva reagito come ci eravamo aspettati, inizialmente: additati come appestati. Una Grifondoro ed un Serpeverde innamorati erano pura blasfemia in un istituto tanto arcaico -in quanto ad usi ed abitudini-, ma noi eravamo andati avanti, e lentamente, la diceria era divenuta quotidianeità accettabile.

La Gazzetta del Profeta aveva pubblicato interi articoli riguardanti la nostra storia, dicendo fosse menzogna, poi realtà, poi montatura per fama ed infine asserendola come possibile riscatto dei mezzosangue.

"Perchè quella faccia, Hermione?" mi aveva chiesto Ginny notando il mio sguardo tristemente intento nel leggere l'articolo sulla prima pagina de 'La Gazzetta Del Profeta'. Eravamo in Sala Grande ed i gufi avevano appena distribuito la posta ai vari studenti. "Che c'è scritto?"
Sospirai spossatamente, per poi iniziare a leggere il titolo, e di seguito l'articoloco " 'La strega più brillante della generazione: profittatrice?'... Il titolo dice tutto..." proseguii scettica guardando la mia amica.
"Continua" mi esortò lei gentilmente, dandomi un po' di coraggio. Harry era seduto al suo fianco, mentre Ronald era intento in una discussione con un giovane Grifondoro appassionato di Quidditch.
" 'Ormai non si parla di altro: l'istituto di magia e stregoneria si Hogwarts è stato totalmente stravolto dall'evento. Hermione Granger, nata babbana da una famiglia londinese e Draco Malfoy, figlio di mangiamorte fino a pochi mesi fa al servizio di Voldemort, sembrano intrattenere una relazione. Se inizialmente si era creduto che il ragazzo fosse impegnato, per mezzo di un contratto privo di vincoli, alla signorina Greengrass, ora non si può evitare di ammettere che la situazione tra i due non è una montatura. Eppure ci poniamo una domanda..." sospirai giunta al punto dolente "Se, dalla parte del ragazzo non possiamo dire nulla -il desiderare cambiare strada ed il ringraziamento da parte dell'Auror Harry Potter per la cattura della strega fuggitiva mesi fa, sono tutti segnali che ci fanno capire la redenzione del giovane-, dobbiamo dunque additare la giovane Granger di fronte alla propria scelta tutt'altro che prevedibile. La signorina Granger, rimasta pressocchè orfana dopo la fine della guerra magica, è passata da una famiglia numerosa di poveri -i Weasley- ad una ricca famiglia purosangue nobile. A questo punto ci pare evidente porci una nuova domanda: profittatrice?'" conclusi posando il giornale e guardando la mia amica, ormai a bocca aperta di fronte le stupidaggini racontate "Il resto sono inutili ripetitività su come avrei agito..."
"E' assolutamente inaccettabile!" scattò Ginny sbattendo i palmi delle mani sul tavolo ed alzandosi in piedi, facendo sussultare parte degli studenti attorno a noi "Con quale diritto possono parlare così?"
"Ne hanno a quanto pare. E comunque mi ci sono abituata: da quando mi sono dichiarata apertamente, o per lo meno, da quando abbiamo smesso di nasconderci, ne sono usciti a centinaia di articoli di questo genere." risposi mordendomi il labbro inferiore. Non mi pentivo del fatto che avessimo smesso di nasconderci, ed ero stata pronta ad accettare qualsiasi eventualità in seguito a quella mia scelta. Non mi sarei lamentata per un'ennesima stupidaggine su un quotidiano.
Amavo troppo Draco per farlo.
"Io non riuscirei a stare zitta..." commentò semplicemente Ginny mettendosi a braccia conserte.
Tornammo a mangiare tranquillamente, tentando di dimenticare il fastidio dovuto all'articolo, ma a breve una voce particolarmente acuta e squillante, si levò dal tavolo dei tassorosso, facendomi alzare il volto in quella direzione immediatamente.
"Guardatela! Non è altro che una profittatrice da quattro soldi!" esclamò ad altavoce una ragazzina, probabilmente del quinto anno, dai capelli lisci e lunghi circa fino le spalle. La osservai confusa, per poi notare il giornale tra le sue mani.
Mi alzai, pronta a rispondere, improvvisamente acida in volto "Con che coraggio parli? Non mi conosci nemmeno! Dovresti stare zitta!"
Lei non tentennò nel proseguire il suo attacco "Ti conosco abbastanza da sapere che, nonostante queste verità su di te, sei considerata un'eroina! Vergognati, babbana!" mi sputò addosso facendomi innervosire sempre più. Mi chiesi all'istante per quale motivo quella tassorosso pettegola non fosse una Serpeverde.
"Dovresti riflettere prima di parlare" si intromise una voce all'apparenza calma proveniente dal fondo della stanza. Qualche tavolo più in là Draco era intervenuto in mia difesa, alzandosi dal porprio posto ed iniziando a camminare nella nostra direzione.
"Oh! Sei tu Draco Malfoy? Dovresti lasciare questa ragazzina, non fa altro che-" "Vuoi chiudere la tua saccente boccaccia, ragazzina?" gli soffio addosso, quasi sibilando, il biondo, guingendole vicino minacciosamente.
Mi resi conto solo in un secondo istante che l'intera sala si era ammutolita di fronte la scena.

Lei non rispose, improvvisamente impallidita dallo sguardo ghiacciato di lui.
"Grazie" si limitò a sussurrare Draco prima di lanciarmi un'occhiata calda, completamente diversa dal solito, che mi fece imporporare.
Compì un paio di falcate, ampie e veloci, sino a giungere al centro del corridoio che separava, da un lato due lunghe tavolate, e dall'altro, altre due. Tutti gli studenti lo guardavano, confusi da quel comportamento mentre lui aveva aperto la bocca intento a parlare. Mi lanciò un ultimo sguardo.
"Io amo Hermione Jean Granger e chi non ci crede può benissimo andare al diavolo, per quanto mi riguarda"
Quasi urlò quella frase, pronunciandola con una solennità che io non sarei stata in grado di attribuirgli, facendola rimbombare nella sala per mezzo del proprio eco severo, ed immediatamente avvertii il mio cuore accellerare. Mi tornò a guardare sorridendo, facendomi capire che non mi sarei mai pentita della scelta compiuta.





"Sei bellissima" mi soffiò all'orecchio Draco, giungendomi dalle spalle, sorprendendomi.
Il ballo era iniziato da almeno un'ora e lui, sicomme non aveva avuto prima gli abiti, era arrivato in ritardo. Io ero andata in sala accompagnata da Ginny e Harry, ed avevo poi atteso una biona mezz'ora in un angolo, in attesa che il mio -pigro- cavaliere giungesse.
Mi voltai, per nulla esitante, incontrando immediatamente i suoi occhi splendenti e bellissimi, tanto da abbagliarmi. Non resistendo, come presa da un istinto profondo in me, mi misi in punta di piedi e lo baciai, giungendo perfettamente alla sua altezza con quel piccolo slancio.
Mi staccai più rilassata di prima, per poi dare un'occhiata al completo che indossava: gli abiti gli calzavano a pennello e non potei evitare di sorridere come una bambina notando indossasse i guanti.
"Anche tu... E vedo che hai rispettato le regole." mormorai stringendogli una mano nella mia.
Il mio abito era lungo e decisamente troppo decorato per i miei giusti, eppure non avevo potuto ribattere in quanto il tema obbligava vestiti del genere. Il corsetto mi stringeva in vita, lasciandomi però i seni decisamente troppo scoperti, mentre la gonna si apriva morbidamente all'altezza del fondoschiena, giocando con numerose forme e dimensioni. 
Vidi lo sguardo del mio -ormai- ragazzo puntare sul mio seno.
"Ehi... Cosa guardi?" domandai ostentando una voce da bambina innocente, accarezzandomi qualche secondo il bordo dell'abito oltre il quale spuntavano i due seni.
Lui sorrise maliziosamente, per poi chinarsi sul mio orecchio destro sussurrando "Dopo stasera mi aspetto una soddisfaciente sorpresa." 
"Ahaha... Probabilmente l'avrai" mormorai sensualmente pochi attimi prima che arrivassero Harry e Ginny ad interromperci.
"Sei arrivato, Malfoy! Dovresti evitare di fare ritardo, non lo sai?" lo riprese Ginny, pur sorridendogli, decisamente non in vena di arrabbiarsi quella sera.
"Beh, ritardare è qualcosa che un Malfoy può permettersi, Weasley." rispose il biondo facendomi alzare gli occhi al cielo esasperata. Alla fin fine, nonostante fosse cambiato, ed anche molto, era sempre il solito arrogante ragazzo che amavo follemente.
"Andiamo a ballare, avanti!" lo esortai io dopo qualche minuto, afferrandogli la mano e portandolo con me sino al centro della sala, dove numerose coppie si stavano esibendo sui toni di un lento perfettamente eseguito dall'orchestra.

Volteggiammo a lungo, facendoci avvolgere dalla musica e guidare da ogni nota, il tutto mentre io rimanevo assorta dalle incredibili capacità del mago di fronte a me. Pareva in grado di fare qualsiasi cosa, ed il fatto che fosse ormai parte di me, mi rendeva fiera al posto suo.
"Amo danzare con te..." esordii dopo qualche minuto, durante un passaggio decisamente coinvolgente della ballata "Mi rammarico che sia una cosa tanto rara"
"Se è ciò che vuoi, nella villa organizzeremo un ballo ogni sera" mi disse lui dolcemente, mentre io poggiavo il mio capo sul suo petto, avvertendo i suoi battiti cardiaci oltre il tessuto della giacca e della camicia.
"E' perfetto" commentai io semplicemente, completamente rilassata tra le sue braccia.
"Non lo è, invece. Non ancora." mi fermò interrompendo il proprio moto e guardandomi severamente. Sussultai di fronte quella sua affermazione tanto certa ed immediatamente avvertii una sorta di timore montare in me.
Lui, nel frattempo, si chinò d'innanzi a me, confondendomi in un primo istante, ma commuevere nel secondo.
"Che diavol-" "Hermione Jean Granger..." esordì lui interrompendomi, palesemente in imbarazzo dalla situazione: tutti in sala si erano fermati, compresi i musicisti e li insegnanti.
"So che il nostro passato è una confusione impronunciabile, e che il nostro presente è probabilmente più annebbiato di quanto dovrebbe, ma credo che con il tempo il futuro potrebbe divenire un posto soleggiato in cui sostare..." mormorò lentamente, guardandomi negli occhi completamente agitato.
"Quindi..." sospirò portando una mano in tasca "...Vuoi concedermi l'onore di diventare mia moglie?" concluse mostrandomi una piccola scatola rivestita in tessuto verde smeraldo ed aprendola, porgendomi ciò che essa conteneva: un piccolo anello fatto di un sottile filo in oro bianco con su incastonato un piccolo diamante.
Mi portai una mano alla bocca, completamente assorta dalla situazione, mentre avvertivo la vista annebbiarsi a causa degli occhi che si facevano lucidi dalla gioia del momento.
Era difficile descrivere le sensazioni che mi si sommarono nello stomaco: fu come avvertire una scarica di elettricità fortissimaa in grado di riportare in vita i morti, mentre milioni di fuochi d'artificio festeggiavano un capodanno meraviglioso. Annuii, non riuscendo in un primo momento a trovare le parole, per poi iniziare a parlare.
"Sì... Sì, Draco! Oddio... Sì!"
Lui si alzò porgendomi l'anello con attenzione ed infilandomelo nella mano elegantemente. Mi tuffai poi nelle sue braccia, completamente assorta dalla situazione ed innamorata come non mai.
Mi baciò appassionatamente, con un'irruenza per nulla fastidiosa, fino a che entrambi non avemmo più fiato. Poggiai la mia fronte sulla sua, così da poterlo guardare in quegli occhi che mi avevano fatta prima piangere, poi sognare ed infine amare. Poi, lui parlò.
"Adesso... Adesso è davvero perfetto"



Angolo dell'autrice!
Allora, questo era l'ultimo capitolo :) e spero tanto vi sia piaciuto!
Voglio dirvi subito (per chi non lo sapesse haha) che 'gloves' significa guanti, quindi il gloves party è una festa a tema 'guanti'. Non chiedete perchè ahaha
Poi vi dico che, sì, ecco è finita! Immagino stiate tirando un sospiro di sollievo del tipo 'non dovrò più leggere sta roba orribile u.u'! Ahah
Io posso solo dire che mi sono divertita ed appassionata scrivendo questa piccola long (di davvero pochi capitoli secondo le mie solite abitudini), e sono felice di averla portata a termine! Ringrazio tutti coloro che hanno commentato e messo tra le preferite e seguito la mia storia, perchè siete significati tutti favvero molto e con questo piccolo saluto competamente sincero vi saluto e vi dico che prima o poi probabilmente tornerò in questa sezione :)

Un bacio,


Sara
  
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