Un risveglio confuso è ciò che riapre gli occhi ad Ageray. Umidità addosso, un bosco dove non ricorda di essere entrato e dolori che non ricorda di essersi procurato. Ritrovare la memoria può non essere piacevole come si crede.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
«LASCIATEMI ANDARE!! Non sono quello che pensate! Vi prego!
Vi state sbagliando!» La folla si stava raccogliendo numerosa
attorno alla catasta di legna.
«Ma siamo davvero sicuri?» disse una signora.
«I soldati del re non sbagliano mai, deve pagare.»
le rispose un uomo.
«Ma non mi sembra proprio la persona che farebbe...»
«Vuole essere accusata anche lei, per caso?»
«Oh no, non era mi intenzione. Mi scusi.»
«Bruciatela!» urlò qualcun altro dalla
folla alle guardie che trascinavano la donna. «E' quello che
si merita!»
«Lasciatemi andare, vi prego!» urlò la
donna, ormai in lacrime. La sicurezza e la rabbia che provava avevano
ormai lasciato il posto alla rassegnazione. Niente avrebbe
più potuto salvarla. Sapeva che urlare non sarebbe servito a
niente, ma non riusciva a smettere. Cercava di suscitare un po' di
compassione nei suoi compaesani, in quelli che erano suoi amici, una
volta. Amici che adesso la guardavano mentre stava per essere
giustiziata. Le due guardie la lanciarono sulla catasta di legna e la
legarono al palo che sorgeva nel suo centro. Una delle due guardie
prese la parola.
«Donna! Sei stata condotta qui oggi perchè
accusata di stregoneria!» disse, rivolto verso di lei. Si
girò poi verso la folla e continuò.
«Questa donna ha praticato le oscure arti della stregoneria!
Contro il nostro sovrano, il nostro Re Erold!»
«Questo non è vero! Lasciatemi and–
» Con il calcio della spada, l'altra guardia le
assestò un forte colpo allo stomaco, togliendole il respiro.
«Ancora!» urlarono dalla folla.
«Fatela soffrire!»
La prima guardia riprese. «Sei accusata di stregoneria contro
il nostro sovrano! E come tutti sappiamo, sarai prima punita con il
simbolico taglio delle mani e poi bruciata, strega!»
«Sì!» incitò la gente.
Si girò verso il suo collega e fece un cenno con la testa.
L'altro sfoderò il pugnale e prese saldamente il braccio
sinistro della donna. Alzò la lama verso l'alto e
calò il colpo. Un taglio netto portò via la mano
alla donna, che riprese a urlare di dolore. Si spostò poi
dall'altra parte e ripeté la scena con l'altra mano. Uno dei
due moncherini rotolò giù dal mucchio di legna,
fino ad arrivare ai piedi di un bambino che stava guardando la scena.
Era impietrito da tanta brutalità.
«E ora» ricominciò la prima guardia
«è giunto il momento!» Andò
poi a prendere la torcia che avevano portato, si rigirò
verso il pubblico e la alzò verso il cielo.
«Per il nostro re! A morte le streghe!»
Un urlò si levò dalla folla. La donna si mise a
piangere ancora più forte. La guardia si avvicinò
alla pila e appiccò il fuoco.
Le sue urla squarciavano l'aria, tentando di smuovere la compassione di
qualcuno per farsi liberare. Ma i paesani erano tutti inferociti e non
volevano altro che quella strega bruciasse sul rogo, come era giusto
che fosse. Tutti quanti incitavano le fiamme e acclamavano il re.
Tutti, tranne uno. Il bambino, che non avrà avuto
più di sei anni, stava ancora guardando tutta la scena,
pietrificato. Rimase lì parecchi minuti, guardando la donna
che veniva bruciata viva dalla fiamme. In lacrime lei gli
lanciò uno sguardo, prima di perdere definitivamente i sensi.
«Andiamo, non sono cose che devi vedere.» disse un
uomo al bambino.
«Ma... La mamma...»
Una lacrime scese sul suo viso, mentre allontanava il bambino da quel
macabro spettacolo. «La mamma non c'è
più Ageray. La mamma non c'è
più...»
Note finali:
Capitolo volutamente molto corto. Spero comunque ve ne piaccia
l'intensità che spero di aver reso. Come per il precedente
capitolo, ogni critica e/o suggerimento sono assolutamenti ben accetti
;)