Heart Of Courage
Capitolo 3
Il
cuore della piccola Owl batteva all'impazzata alla vista del biondo
Saga; non capiva il perché quel ragazzino le facesse
così tanto
effetto. Tutte le volte in cui lo osservava allenarsi, rimaneva persa
nella visione dei due gemelli, stremati e feriti dall'uomo che doveva
istruirli.
Non
aveva mai avvicinato nessuno dei due, troppo timida per farlo, ed in
quel momento, ritrovandoseli entrambi di fronte, non riusciva
più a
spiccicare parola.
Osservava
Saga timidamente, arrossendo lievemente sulle gote leggermente
paffute, mentre un attimo prima si era mostrata autoritaria verso
Kanon, che in quel momento sogghignava osservando divertito la scena.
<<
Kanon! >> Lo richiamò il gemello,
riservandogli uno sguardo
enigmatico, che faceva intendere un bel po' di disappunto.
<<
Spero tu non abbia dato noia a questa fanciulla! >>
Era
buono ed amato da tutti Saga, lo dimostrava il suo tono di voce
autoritario ma fraterno, che aveva preso in sua difesa. Di tutta
risposta però, Kanon alzò le spalle con fare
menefreghista,
andandogli incontro e girandosi di nuovo verso la povera Owl, che era
indietreggiata così tanto da sbattere la schiena contro la
secolare
corteccia.
<<
Io non le ho fatto nulla, ho solo chiesto chi fosse! >>
Rispose
Kanon di tutta fretta, portandosi le mani dietro la nuca e
guardandola con fare interrogativo.
Non
si era accorto prima di come era vestita, né tanto meno
degli occhi
color nocciola ed i vistosi capelli rossi che circondavano il suo
spaesato viso.
Era
vestita con una tunica bianca, simile a quella delle ancelle, solo
adattata al suo fisico minuto e lercia per averla strusciata
sicuramente dappertutto nel Tempio.
Non
l'aveva mai vista, ma lei sembrava conoscerli bene.
Saga
guardò il fratello con espressione incuriosita; in effetti
non
ricordava di aver mai visto quella bambina prima di allora,
così,
tirando fuori il suo più bel sorriso -che fece arrossire di
più
Owl- si avvicinò a lei scostandosi una ciocca di capelli
biondi
dagli occhi, lasciando che si intravedessero le sue iridi
così
scintillanti da parer smeraldo.
<<
Scusalo se ha usato dei modi un po' bruschi, lui è fatto
così! >>
Furono
quelle le prime parole di Saga verso Owl, che rimase di stucco. Le
parve avere così tanto buon animo, che stentò a
credere che si
stava allenando per diventare un Saint. Più che un
combattente, se
pur per la giustizia, quel bambino le sembrò più
adatto per
prendere un giorno il posto di Shion, a capo del Tempio come suo
Sacerdote.
Lo
osservava da molto tempo, dal primo giorno in cui il loro maestro li
prese in custodia.
Kanon
era sempre quello più montato dei due. Non era cattivo,
risultava
solo più schietto e sincero; non che Saga non lo fosse, ma
si
mostrava agli altri in maniera del tutto differente dal fratello.
Nonostante
erano così simili nel fisico, con quei lucenti e lunghi
capelli
biondi, che scintillavano come spighe in un campo di grano, e gli
espressivi occhi verdi, il loro carattere era totalmente opposto come
due facce della stessa medaglia, che insieme si completano.
Non
li aveva mai visti separati, per quanto riusciva a seguirli dopo
l'allenamento. Non si allontanavano mai, e nel poco lasso di tempo
durante la giornata in cui il maestro concedeva loro un po' di
riposo, lo trascorrevano insieme ad Aiolos.
Owl,
che si ricordò di aver abbassato gli occhi per la vergogna,
prendendo un copioso respiro, si decise a rialzarli verso il suo
interlocutore cercando di scandire al meglio le parole.
Era
così piccola e così impacciata, che si
maledì per essere scappata
così lontano. Era forse per quella ragione che Shion la
teneva
lontana da tutti? Cos'altro poteva fare di altrettanto stupido, se
non prendersi una cotta all'età di dieci anni, per un suo
coetaneo?
<<
Tranquillo. >> Iniziò, quasi balbettando.
<< Gli stavo
comunque dicendo che mi chiamo Owl e vivo al Tempio da quando sono
nata, ma non tutti mi conoscono. >>
Si
mise a nudo, rivelandosi ai due gemelli che la guardarono
interrogativi, lanciandosi alcune occhiate di consenso.
<<
Capisco. >> Le sorrise Saga di rimando, cercando di farla
sentire a suo agio e non in soggezione, anche se quello che poteva
spaventarla era essere Kanon e non lui. << Che nome
delizioso.
>> Sorrise ancora e la bambina si ritrovò di
nuovo ad
osservarsi l'orlo della tunica, mentre Saga si rivolse finalmente al
fratello, andandogli incontro.
<<
Tu l'hai mai vista? >> Gli chiese sottovoce e vide che il
gemello scosse la testa con un gesto negativo, mentre i suoi occhi
erano ancora puntati su di lei.
<<
Neanche io. >> Rispose infine ad una silenziosa domanda,
volgendo la propria attenzione sulla figura titubante davanti a loro.
<<
Hai detto di chiamarti Owl, giusto? >>
Fu
Kanon a parlare, avanzando deciso di due passi, fino a ritrovarsela
di fronte.
Incredibilmente
Owl, una volta alzato finalmente lo sguardo, notò che il
bambino non
era poi così più alto di lei; la sovrastava solo
di pochi
centimetri ma riusciva comunque a guardarlo negli occhi verdi in cui
si specchiava.
Li
aveva sempre osservati da lontano, dove i loro lineamenti risultavano
troppo confusi e facilmente scambiabili. Molte volte avrebbe potuto
confonderli, ma grazie a non si sa quale senso, riusciva facilmente a
distinguerli anche da lontano. Saga aveva i capelli di una leggera
tonalità più scura, mentre la pelle di Kanon
risultava leggermente
più abbronzata di quella lattea di Saga. Infondo,
pensò, non erano
poi così uguali se osservati da vicino.
Sorrise
al pensiero ed annuì alla domanda del ragazzino, che
alzò un
sopracciglio e si lisciò di nuovo il mento con fare pensoso.
<<
E, visto che ci conosci, potrei sapere chi sei tu? Sappiamo solo il
tuo nome, nulla più! >>
Continuò
risoluto, parandosi di fronte a lei nonostante fosse così
attaccata
alla corteccia del secolare albero, che le sarebbe risultato
difficile scappare. Tuttavia, non aveva voglia di andarsene. Il suo
sguardo, dopo averlo spostato dal viso incuriosito di Kanon, si
spostò oltre le sue spalle, alla ricerca di un viso calmo e
riflessivo, ornato dal sorriso più bello che avesse mai
visto.
Prese
coraggio, arrossendo di nuovo visibilmente. Non voleva certo fare una
figuraccia davanti a Saga, nonostante la pressa di Kanon quasi la
spaventava.
Si
appiattì di più all'albero e si strinse nelle
spalle, cercando di
nascondere alla loro vista la mano ferita.
Ancora
doleva, e forse per quello riusciva a rimanere lucida e rispondere
alle domande dei due. Dalla soggezione di Kanon alla timidezza verso
Saga, non riusciva a concentrarsi su sé stessa, per spiegare
chi
fosse e perché fosse in quel luogo così sperduto
dietro le
abitazioni delle donne cadette.
Ci
pensò prima di rispondere; alla fine, non sapeva neanche lei
chi
fosse. Si sentiva un'anima sperduta nel Tempio, sotto
l'autorità del
Sacerdote, che per lei era quasi come un padre. Non ricordava nulla
dei genitori ed a quanto le aveva raccontato Shion, suo padre era
morto in battaglia e sua madre dandola alla luce. Erano due Saint del
Tempio, corrotti dall'amore e periti per due guerre totalmente
diverse.
Shion
la trattava amorevolmente, così come faceva con tutti, e lei
non
faceva altro che piantargli grane perché non aveva nulla da
fare
durante la giornata. Nonostante il suo comportamento autorevole e
paterno, continuava a celarle molte cose su di lei e crescendo
riusciva ad intuirlo.
<<
Vivo qua al Tempio sotto sorveglianza del Sacerdote, che mi fa da
padre. Lui è gentile ed amorevole, ma durante la giornata ha
molti
impegni, così impiego il mio tempo ad osservare la vita che
si
svolge fra queste mura; spesso infrangendo le secolari regole ed
osservo silenziosamente i vostri allenamenti. A volte mi acquatto
dietro qualche roccia, o mi arrampico sugli alberi. Così,
solo
perché non ho nulla da fare! >> Ammise quasi
liberandosi di un
peso. Ovviamente tenne nascoste alcune cose, come la sua ostinazione
ad allenarsi di nascosto, facendosi del male. Portò
così la mano
ferita fra le pieghe del vestito.
I
due gemelli si guardarono per un secondo, indecisi se crederle o
meno, ma ammettendo silenziosamente che una bambina di
quell'età non
avrebbe avuto motivo di mentire, tirarono un sospiro di sollievo.
<<
Ed io che ti ho creduto una spia! >> Ridacchiò
Kanon,
visibilmente sollevato. Era come se fosse diventato un'altra persona.
Anche
Owl sospirò sollevata, dopo essersi tolta un peso dal cuore,
che
pesava come un macigno, e dopo che gli sguardi tesi dei due si
rilassarono.
<<
Ecco come fai a conoscerci. Ci osservi durante gli allenamenti.
>>
Ridacchiò Saga, allentando ulteriormente la tensione.
Pensava
si arrabbiassero o ridessero di lei, o addirittura che l'avrebbero
portata dal loro maestro o dal Sacerdote per farla punire, invece si
ritrovarono a ridere insieme, proprio come dei bambini.
<<
Lo so, non avrei dovuto. Il Sacerdote impone discrezione..
>>
Iniziò Owl, visibilmente pentita per aver trasgredito le
regole. Di
fronte a quei fedeli cadetti, che si allenavano per diventare devoti
Saint, si sentì quasi “sporca”. Infondo,
anche se benevolmente e
non del tutto intenzionalmente, sbeffeggiava Pope Shion.
<<
Hai coraggio per essere solo una bambina. >> Le disse
Kanon e
lei si meravigliò non poco di sentire quelle parole proprio
dalla
sua voce. Credette di essere presa in giro o derisa da colui che era
così schietto e divertito, invece l'aveva presa in simpatia.
Sorrise.
<<
Hai avuto coraggio anche ad affondare un pugno su quell'albero!
>>
Continuò Kanon, facendosi serio e Saga voltò
immediatamente lo
sguardo verso di lei, turbato, cercando di notare se la sua mano
avesse riportato ferite e quando vide che, sul candido vestito
–
anche se sporco di terra – colavano vermiglie gocce di
sangue, si
avvicinò a lei e le prese fra le sue la mano ferita.
<<
Perché lo hai fatto? >> Chiese visibilmente
confuso. <<
Avresti potuto farti molto male. Sei fortunata ad esserti fatta solo
un taglio, ma nonostante questo hai bisogno di cure. >>
Continuò il maggiore che, sotto il suo lieve ed esperto
tocco, Owl
tremò leggermente e le sue gote si tinsero ancora del roseo
colore
della timidezza.
<<
Così.. >> Rispose solamente, tenendosi per
sé il vero motivo.
Non voleva essere giudicata, né far sapere dei suoi vani
tentativi
di bruciare il suo inesistente Cosmo. Sapeva che, se Shion l'avesse
saputo, forse non sarebbe stato così amorevole come al
solito, e le
avrebbe riservato una bella strigliata.
<<
Non è un granché come risposta, ma per il momento
è più che
sufficiente. >> Cercò di obbiettare Saga,
leggermente
accigliato.
Lasciò
la presa salda dalla sua mano poco dopo e Owl sentì come un
vuoto.
La ferita tornò a pulsarle ed il sangue a gocciolare sulla
veste.
Osservò Saga però, che curiosamente e con un
gesto secco e deciso,
strappò via una manica dalla sua maglietta andandole a
coprire la
ferita per arrestare l'emorragia. Continuò ad osservare
quella
medicazione improvvisata con la faccia sognante, mentre Kanon
sbuffava per l'attesa poco lontano da loro.
Saga
era sempre stato di animo gentile e lo sapeva; si ritrovò
quindi a
pensare se, al posto suo, lui avrebbe fatto lo stesso per una persona
che neanche conosceva.
Osservò
la scena senza sembrare interessato, spostando lo sguardo dal
fratello ad Owl, che pareva essere presa da lui, e ridacchiò
divertito.
<<
Meglio portarti in infermeria, al cospetto del Grande Sacerdote,
prima che tu possa prenderti una brutta infezione. >>
Disse
tranquillamente Saga mentre Owl mandò giù un un
bel po' di saliva
con un boccone amaro. Se fosse stata portata da Shion, l'avrebbe
scoperta immediatamente, visto che al suo cospetto non riusciva mai a
mentire. Non gli andava di far vedere quanto trasgredisse le regole a
colui che istruiva e dirigeva tutti i Saint del Tempio.
Benché
l'affermazione di Saga risultò quasi imposta, e
perché fu proprio
lui ad imporla, si decise a seguire il gemello fino alla scalinata
delle dodici Case, in silenzio e seguiti a sua volta da un Kanon
apparentemente troppo silenzioso.
Lui
continuava ad osservarla da lontano, cercando di cogliere qualsiasi
informazione in più su di lei solamente guardandola; ma era
difficile, non aveva poteri telecinetici né tanto meno
poteva
leggere nelle menti delle persone. Non che diffidasse di lei, ma
aveva visto chiaramente la scena della bambina mentre tirava un pugno
contro l'albero, e ce l'aveva anche presa in giro, mentre di fronte
al fratello aveva risposto molto vagamente. Si continuava a chiedere
il perché, anche se era ben chiaro ai suoi occhi.
Owl
era attratta da Saga, indubbiamente.
Ridacchiò.
Una
volta raggiunto l'ultimo palazzo all'apice delle tredici Case, i due
gemelli scortarono Owl fino alle stanze dell'infermeria, dove una
donna vestita con una lunga tunica bianca, iniziò a medicare
e
fasciare la mano della piccola.
Nel
frattempo i due furono convocati dal Grande Sacerdote, mandandoli a
chiamare dal suo sottoposto: un uomo vigile alle regole del Pope.
Shion
sedeva come al solito sullo scranno dorato, vestito della leggera
tunica biancha che gli accarezzava il corpo come un leggero vento.
Non portava nessun impedimento che gli coprisse il viso: né
la
maschera, né l'elmo dorato, che teneva appoggiato sul
bracciolo del
trono.
Quando
Kanon e Saga entrarono, inchinandosi di fronte alla massima
autorità
del luogo, Shion si alzò dalla sua postazione molto
lentamente,
rimanendo in silenzio ad osservare i due mentre, con gli occhi verdi
rivolti verso il suolo, continuavano a chiedersi se li avesse
convocati per chiedere di Owl o per sgridarli. Erano veramente
confusi entrambi; anche Kanon, che fino a quel momento aveva tenuto
sul volto un'espressione quasi scocciata.
<<
Alzatevi. >> Decretò infine con la nobile voce
di un
guerriero, invece che di un autorità. Trattava i
“suoi” ragazzi
come se fossero dei figli. Non era mai arrabbiato oppure infastidito
per i loro comportamenti. Cercava di ragionare, tirando fuori
amorevoli discorsi e parole, scandite con un tono cristallino e mai
roco e di questo gliene erano grati, almeno potevano tirare un
sospiro di sollievo.
Shion
li osservò nei movimenti, quando i già lunghi e
mossi capelli
biondi dei due frusciarono sopra le semplici armature da
combattimento, che prevedevano una copertura sufficiente a
salvaguardare gli organi più importanti del corpo, come il
cuore.
Quando
anche gli occhi smeraldini dei due cadetti si posarono sul Pope, egli
mostrò un sorriso che, seppur preoccupato, mostrava tutta la
buon'anima dell'uomo che, in quel momento, voleva mostrarsi come il
suo vecchio maestro Hakurei, che considerava i suoi allievi come
fossero dei figli. Nei suoi lunghi anni di patronato, aveva sempre
cercato di assomigliare a lui: forte, autoritario e ma mai
impreparato. Un uomo su cui tutti potessero contare. Colui che, da
oramai duecento anni, teneva alta la fede in Atena.
<<
Nobile Shion. >> Dissero i due all'unisono, accennando
così un
piccolo inchino di devozione, specialmente in Saga cui occhi
risplendevano.
<<
Sono stato avvertito dell'incidente della piccola Owl. >>
Iniziò preoccupato, nonostante già le tutrici
avevano detto che era
un ferita curabile con poco. Quando si trattava della sua figlioccia,
diveniva seriamente ansioso. Sapeva cosa lei provava quando si
rifiutava di spiegarle qualcosa riguardo il suo futuro; riusciva a
vedere il viso imbarazzato della piccola, divenire accigliato.
Sospirò.
<<
Vi ringrazio per averla accompagnata in infermeria. >>
Tradì
infine le sue emozioni ma fu Saga a parlare dopo qualche secondo di
silenzio.
<<
Dovere, Grande Sacerdote. >> Rimostrò un
devoto inchino, che
fece sorridere il Pope di tranquillità.
<<
Owl è giovane, ma già così attiva e
curiosa. Mi domando se, prima
o poi, non si cacci nei guai. >> Sospirò
Shion, tornando
seduto sul trono, portandosi una mano alla testa per scacciare un
lieve mal di testa.
<<
Sicuramente è curiosa, Signore, ma credo non lo faccia
apposta. >>
A
quella presa di parola, il Pope rialzò lo sguardo
meravigliato sul
suo interlocutore; non tanto per ciò che aveva detto, ma
benché era
stato proprio Kanon a dirlo, meravigliando anche il fratello, che gli
sorrise fiero.
Per
quanto lo conosceva, visto che erano cresciuti insieme, suo fratello
non aveva mai avuto una buona parola riguardo i suoi conoscenti. Per
ringraziare si limitava a dire solamente “grazie”,
esprimendo i
suoi sentimenti attraverso ciò che gli occhi mostravano di
lui.
Nemmeno con Aiolos, che conoscevano praticamente da sempre, o col suo
maestro, che trattava bene o male gli allievi a seconda delle
esigenze degli allenamenti. Lui li aveva cresciuti come un padre, ma
mai dalle labbra di Kanon era uscita una parola di ringraziamento.
L'unico
con cui si confidava ed aveva forse il rapporto più bello,
era
proprio lui, il suo gemello; il suo doppio; colui che lo completava.
<<
Naturalmente. >> Shion riprese la sua espressione di
sempre e
dopo uno dei suoi soliti sorrisi, congedò i due bambini e si
diresse
oltre i bianchi tendaggi posti dietro il trono dorato, diretto alle
stanze dell'infermeria.
Una
volta usciti dal Tredicesimo Tempio, Saga arrestò i passi ed
osservò
le spalle di Kanon che lo precedevano, fino a che non si accorse che
accanto a lui il gemello non c'era più. Si voltò
interrogativo,
notando come il fratello lo guardava con un'espressione difficile da
comprendere. Aveva il suo solito sorriso benevolo, compreso di una
risatina quasi canzonatoria. Non era da lui.
Alzò
un sopracciglio e si avvicinò di più all'altro.
<<
Qualcosa non va? >> Chiese, nonostante aveva capito che
stava
ridendo di lui.
<<
Mi meravigli sempre, Kanon. >> Prese parola Saga,
ridacchiando
compostamente da dietro il palmo della sua stessa mano.
In
un primo momento rimase in silenzio, interdetto ed interrogativo. Non
capiva perché suo fratello gli avesse rivolto quelle parole,
così
prese in mano la situazione per cercare di capire.
<<
Di che parli? >> Chiese risultando quasi sconvolto.
<<
Hai difeso quella bambina di fronte al Sacerdote. Non ti facevo
così!
>> Sorrise il fratello, che con i suoi modi composti si
portò
le braccia dietro la schiena, incrociando le mani e guardandolo
dritto negli occhi, facendolo imbarazzare.
<<
Dubiti di me, fratello? >> Kanon storse il naso offeso e
Saga
soffocò una risata, cercando di tornare serio. Gli piaceva
questo
lato nascosto di Kanon, che non era mai riuscito a vedere. Stava
crescendo, e questo lo doveva anche al suo maestro. Era sicuro che
sarebbe diventato un devoto Sant del Tempio, qualunque fosse stata la
sua strada.
<<
Beh? >> Continuò, vedendo che Saga aveva
mancato di
rispondere. Lo osservava con un sorriso strano stampato sul volto,
mentre il vento faceva frusciare i loro capelli biondi.
<<
Nulla. >> Si limitò a dire per far tacere il
curioso gemello,
mentre riprese a camminare ridacchiando, sentendo i borbottii di
Kanon a poca distanza da lui.
Intanto,
nella stanza dove era stata condotta Owl, una delle tutrici aveva
appena finito di fasciare la mano della piccola, facendole mille
raccomandazioni che lei non ascoltò minimamente. Teneva la
testa
abbassata e sovrappensiero, mentre la donna credette che era solo
seriamente pentita di quanto successo.
Invece
Owl ripensava all'accaduto; a come si era imbattuta, per caso, nei
gemelli enigmatici del Tempio. Era stato così diverso
dall'osservarli all'ombra di una roccia. Diverso dall'aguzzare la
vista per scorgerne i lineamenti e non confonderli. Aveva imparato a
conoscerli tramite dicerie e di come si mostravano all'uomo a cui
dovevano quasi la vita. Per alcuni versi, le supposizioni che si era
fatta di entrambi erano giuste, ma c'erano molte sfaccettature di
quei coetanei che ancora le risultavano così misteriose,
come
l'attrazione che iniziava a provare per Saga.
Non
si era mai accorta, così presa dall'osservarlo, di arrossire
visibilmente alla vista di quei lunghi capelli biondi e degli occhi
smeraldini del ragazzino che faceva sfoggio delle tecniche e dei
miglioramenti che imparava durante il passare del Tempo.
Certo,
si disse, un conto era osservarli da lontano, ed un conto era stato
trovarseli di fronte.
Aveva
sempre pensato che la differenza fra loro fosse minima, invece si era
ritrovata due poli opposti di una calamita e l'unica cosa che era
stata capace di fare, fu farsi vedere fragile da Kanon e rossa come
un peperone da Saga.
Se
voleva diventare una guerriera, di certo non era quello il modo.
Doveva imparare a controllarsi, per risvegliare il suo Cosmo, ed
aveva bisogno che Shion non si accorgesse di nulla. Era importante.
Invece,
proprio il Sacerdote in persona entrò nella piccola stanza,
facendo
un piccolo accenno all'infermiera di lasciarli soli.
Quando
finalmente alzò il viso su di lui, quasi in procinto di
piangere e
di dar sfogo a tutta la sua fragilità di femmina,
notò che Shion
non indossava né la maschera, né il dorato elmo.
Portava sul volto
solamente un triste sorriso, ed era rivolto a lei.
Le
salì un groppo in gola per quel comportamento. In genere, il
Pope
sospirava ogni qualvolta tornava al Tempio dopo una
“malefatta”,
o dopo essersene beatamente fregata delle regole. Quella
novità nel
volto segnato dalle piccole rughe dell'uomo, le fece quasi salire le
lacrime agli occhi.
Per
la prima volta, Owl si sentì colpevole.
Fine
capitolo 3
---
Colei che scrive:
Evviva, ce l'ho fatta a
terminare il capitolo prima di partire :3 Mi è rimasto solo
domani, poi la nave mi attende :P
Ma, torniamo a noi! Pian
piano ci avviciniamo ai pezzi clou della storia, anche se siamo appena
alla conoscenza dei due gemelli ;) Ed abbiamo anche scoperto che ad Owl
piace Saga (una mia trama diversa yuppi xD in genere prediligo Kanon,
ma ci sarà un perché! E poi diciamolo,
è un Adone u,u)
Ok, finiamo di
idolatrare i gemelli e torniamo a noi!
Spero che anche questo
capitolo vi sia piaciuto e mi scuso per eventuali errori che non sono
riuscita a vedere!
Un bacione ai recensori
ed ai lettori, che spero mi facciano sapere il loro parere :3 E chi ha
messo la storia fra le seguite ^^
Un bacione
al prossimo capitolo!