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Autore: Aireen    17/11/2013    6 recensioni
Rose/Scorpius.
Scorpius ha un segreto. Un enorme segreto. Uno di quei segreti in grado di condizionarti la vita, ma lui non è assolutamente intenzionato a rinunciare a nulla. Soprattutto ad una persona.
"Ma è cioccolata! E' naturale che ti piaccia!" Scorpius sorrise leggermente nell'udire quell'esclamazione indignata. Rose era estremamente carina quando qualcosa la irritava.
"Ecco, Rose: tu sei come la cioccolata." Se ne uscì con fare enigmatico, beandosi dell'espressione confusa sul viso della ragazza.
"Cosa intendi dire?"
"Beh, è naturale che tu mi piaccia!"
Genere: Avventura, Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Chocolate&Love'
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 Vi pregherei di darmi un vostro parere, mi aiuterebbe molto e mi darebbe un grande incoraggiamento.
Un abbraccio!

Dear Hogwarts

Il resto dell’estate trascorse tra partite di Quidditch e pasti deliziosi: l’ultima sera Molly Weasley diede il meglio di sé, imbandendo un vero e proprio banchetto che nulla aveva da invidiare a quelli che le cucine di Hogwarts preparavano per gli studenti.
Per quanto Rose non vedesse l’ora di tornare a Hogwarts dovette ammettere che lasciare la Tana, quell’anno, non fu affatto facile. 
Le sue estati non erano mai noiose, anche se i suoi cugini sapevano essere pesanti, con loro non si correva mai il rischio di annoiarsi, e in quei tre mesi il divertimento non le era mancato di certo!

Quando la mattina del primo settembre nonna Molly li obbligò ad alzarsi all’alba per sistemare le ultime cose, senza correre il rischio di perdere il treno, fu con riluttanza che Rose sigillò definitivamente il suo baule e scese le scale, dirigendosi in cucina.
La sua ultima estate si era conclusa, non poteva ignorare quel dato di fatto. L’anno successivo avrebbe iniziato il tirocinio come Guaritrice e avrebbe avuto ben poco tempo da dedicare a banchetti e Tornei di Quidditch in Weasley.
Fino a quel momento, Rose aveva sempre cercato di ignorare il nodo che le si formava alla bocca dello stomaco ogni volta in cui i suoi pensieri volgevano sull’argomento “Hogwarts”; quello sarebbe stato l’anno degli addii: l’addio alla sua adolescenza, l’addio alla spensieratezza, l’addio alle estati all’insegna del riposo.
Come accettare la fine di un’era? Rose proprio non ci riusciva.
<< Rosie, il tuo baule dov’è? I tuoi genitori sono arrivati, tesoro, e tuo padre vuole caricare la macchina. >> Nonna Weasley fece la sua comparsa, concitata dai preparativi per l’imminente partenza dei nipoti.
<< E’ in camera mia e di Dominique… dove sono mamma e papà? >> Le rispose lei, gettando un’occhiata veloce alla cucina, che appariva deserta.
<< Ancora di sopra? Oh, cara, ti aspettano in salotto; sarà meglio che tu chieda a tuo padre di andare  a prendere il baule. >> Borbottò Molly, mentre con un colpo di bacchetta allontanava una grossa scatola di biscotti al cioccolato dalle mani avide di Fred.
<< Freddie, smettila di mangiare! Non vorrai passare il viaggio a vomitare, vero? >> Lo rimproverò, mentre il nipote si trascinava furtivo in cucina alla ricerca di qualcos’altro da mettere sotto i denti.
Rose si incamminò verso il salotto, infilandosi in tasca una Cioccorana posata su un tavolino lì vicino.
<< Tesoro! >> Sua madre la abbracciò, raggiante, non appena varcò la soglia della stanza, immediatamente imitata dal marito. Rose ricambiò i loro abbracci, sinceramente felice di rivederli, e mollò un piccolo schiaffo sulla guancia di Hugo che fingeva di asciugarsi gli occhi, commosso.
<< Papà, il baule è ancora su, mi accompagni a prenderlo? >> Ron annuì, e lasciando un bacio tra i capelli della figlia si diresse con lei al piano superiore, nella stanza che era appartenuta a sua sorella Ginny.
<< Allora, Rosie? Entusiasta, per il nuovo anno? >> Suo padre le sorrise, puntando la bacchetta contro il baule, che si sollevò senza difficoltà da terra e li seguì fuori dalla stanza. << Ok, tesoro. Vienimi davanti e fammi da guida, non voglio correre il rischio di investire qualcuno… che non sia tuo zio George, è chiaro! >> Aggiunse, mentre Rose si posizionava davanti a lui.
<< Il nuovo e ultimo anno, vorrai dire papà! Ah, mi dispiace dirti che zio George ci raggiungerà in stazione, quindi dovrai pazientare un altro po’ per ucciderlo. >> Rispose lei con ironia.
<< E Fred e Roxanne? Li portiamo noi? >>
<< No, li accompagnano i nonni. >> Rose fece segno a Ron di fermarsi, poiché Dominique stava salendo le scale a passo di marcia, inferocita.
<< Io… Tu… Faremo i conti! >> Farfugliò per poi superarli, dirigendosi al piano superiore.
<< Hai litigato con Dom, Rosie? >> Domandò Ron, sconcertato. Rose scrollò le spalle, non aveva idea di cosa avesse la cugina: conoscendola poteva aver scoperto che shampoo avesse usato il giorno prima ed essersi arrabbiata perché non gliene aveva prestato nemmeno un po’. La mente di Dominique non era delle più sane tra quelle presenti in quella casa bizzarra, il che era tutto dire.
<< Assolutamente no. >> Replicò allora, riprendendo la sua marcia, immediatamente seguita dall’enorme baule.
<< Ce l’avete fatta, finalmente! >> Hermione li attendeva ai piedi delle scale, con le mani sui fianchi e l’aria spazientita. Rose sospirò, ben sapendo quali sarebbero state le conseguenze di quella pungente affermazione.
<< Hermione, tesoro, perché non l’hai accompagnata tu Rosie a prendere il baule? >>
<< Lo sai che mi fa male il braccio destro, Ronald! E comunque, se l’avessi portato giù io quel baule, saremmo già in viaggio da dieci minuti. >>
<< Mi ritieni un incapace? >>
<< Non ho mai detto questo! >>
<< Sì, invece. >>
<< No. >>
<< Sì >>
<< No! >>
Quell’assurdo battibecco proseguì fino al momento di caricare i bauli in macchina, quando Hermione colpì accidentalmente il marito in testa con uno di essi, costringendolo così a star zitto e a farsi curare il grosso taglio che si era procurato sulla fronte.

Cinque minuti dopo, avevano finalmente raggiunto l’autostrada, seguiti da Arthur e Molly Weasley, che accompagnavano Fred e Roxanne, e dal resto della famiglia.
Una volta che tutto l’esteso parentado di Rose ebbe raggiunto la stazione e attraversato la barriera che separava i binari nove e dieci, fu il momento dei saluti, forse il più difficile: tutti volevano salutare tutti e di solito si finiva per essere stritolati più di una volta da una serie di braccia a caso, di cui non si conosceva neanche il proprietario.
Rose riuscì a districarsi da tutti quegli abbracci e a raggiungere i suoi genitori, che avevano ripreso a battibeccare furiosamente.
<< Mamma, papà, allora io vado… >> Tentò debolmente di richiamare la loro attenzione; i due si voltarono nella sua direzione e, cercando di ricomporsi, le sorrisero e la strinsero a sé a turno, augurandole un buon anno scolastico.
<< Ricorda la mossa che ti ho insegnato, Rosie! Batterete Serpeverde anche quest’anno! >> Le urlò suo padre, mentre lei già si accingeva a salire sul treno. 
E così tra un saluto e qualche lacrima, partirono, per quello che  - Rose ne era certa - sarebbe stato un anno indimenticabile.

 

L’Espresso per Hogwarts era in viaggio ormai da quindici minuti, ma Rose era ancora alla ricerca di uno scompartimento libero; dopo qualche altro minuto, trascorso ad ispezionare ogni angolo del treno, giunse dinnanzi ad uno scompartimento praticamente vuoto, eccetto che per due persone: Albus e Scorpius.
Rose si ritrasse dalla loro visuale, cercando di ragionare sul da farsi: entrare e fare l’ennesima pessima figura, o proseguire nella ricerca, che già si preannunciava come un enorme insuccesso?
Ma la voce concitata di Al interruppe le sue riflessioni.
<< No, Scorpius, miseriaccia! Rosie, no. Lo sai che è pericoloso… >>
<< Credi che potrei mai farle del male? >>
<< I… Io, non lo so Scorpius. E’ rischioso, capisci? Sei sempre stato attento a manternere le distanze... perché proprio lei? >>
Rose si sforzò di udire il resto della conversazione che si era trasformata in un bisbiglio soffocato, ma fu inutile. Di cosa stavano parlando? E lei cosa c’entrava? O forse parlavano di un’altra Rose? No, impossibile: che lei sapesse Albus non conosceva nessun’altra Rose.
Cercando di assumere un’aria tranquilla e per nulla impacciata o imbarazzata, Rose fece qualche passo in avanti, fingendo di guardarsi intorno e di aver individuato solo in quel momento il cugino e il suo compagno di viaggio.
<< Ehi, Al! Ciao Scorpius… >> Salutò, entrando nello scompartimento e fallendo miseramente nel suo intento di non arrossire.
<< Oh, ciao Rose! >> Albus le sorrise, ma alla ragazza non sfuggì lo sguardo nervoso che il cugino lanciò subito dopo all’amico. Cosa stavano combinando quei due? Possibile che stessero veramente parlando di lei?  Non potè fare a meno di pensare a ciò che Al le aveva detto al Paiolo Magico; aveva sempre ritenuto che volesse solo prenderla in giro, ma  dopo ciò che aveva udito...  non ne era più così sicura.
<< Posso sedermi qui? Il treno è stracolmo di gente! >> Asserì Rose, senza lasciarsi sfuggire nemmeno uno degli sguardi carichi di tensione che si stavano scambiando i due.
<< Certo che puoi sederti qui! >> Replicò Scorpius, cogliendola di sorpresa.
<< Grazie. Qualcosa non va? >> Chiese, fingendo di aver notato solamente in quel momento le occhiate di sfida che i due si stavano scambiando da quando si era seduta.
<< Oh no, certo che no, Rosie! Va tutto alla perfezione. >> Ringhiò Al, senza distogliere lo sguardo da quello che teoricamente era il suo migliore amico.
La tensione era palpabile, e ben presto Rose si nascose dietro uno dei suoi pesanti libri, nel tentativo di ignorare la strana situazione che si era venuta a creare: non credeva che Albus e Scorpius potessero litigare, li aveva sempre visti andare d’accordo.
<< Che libro stai leggendo, Rose? >> La voce di Scorpius la costrinse ad alzare lo sguardo dalle pagine del romanzo e a tornare a respirare quell’aria tesa che aleggiava all’interno dello scompartimento.
<< Jane Eyre… è un libro Babbano. >> Mormorò lei, mentre le sue guance si tingevano inevitabilmente di rosso.
<< Beh, dal titolo sembra interessante! >> Asserì lui. Albus sbuffò sonoramente, accennando una risatina sarcastica.
<< Smettila. >> Sibilò, puntando i suoi occhi verdi, così simili a quelli del padre, in quelli grigi di Scorpius.
Era uno strano spettacolo da vedere, si disse Rose. Una volta, molto tempo prima, quelli stessi sguardi si erano scontrati e scambiati odio reciproco in continuazione, e ora che invece sembravano aver trovato un punto di incontro, tornavano a sfidarsi silenziosamente. Dopo ventisei anni.
Dopotutto, per quanto potessero essere caratterialmente diversi dai loro padri, fisicamente, Albus e Scorpius erano le loro fotocopie. E in quel momento, sembrava proprio di essere tornati indietro nel tempo.
<< Di fare cosa, precisamente? >> Domandò ironicamente Scorpius.
<< Lo sai… >>
<< Prendete qualcosa dal carrello, cari? >> Una donna anziana aveva interrotto quel bizzarro litigio, e ora li osservava sorridente, con un carrello ricolmo di dolci che sostava accanto alla sua figura esile e così familiare agli studenti della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
<< Io prendo quattro Cioccorane e delle Bolle Bollenti, grazie. Voi… voi non prendete niente? >> Rose si voltò verso i due ragazzi, che ora guardavano in direzioni opposte.
<< No, grazie. >> Risposero quasi all’unisono, senza cambiare posizione o voltare anche solo la testa per guardarla.
Sospirando, Rose pagò la donna e si rimise seduta, incerta sul da farsi: probabilmente i due si stavano trattenendo dal picchiarsi solo grazie alla sua presenza.
<< Ne volete una? >> Tentò, porgendo loro le Bolle Bollenti.
<< Sì, grazie Rose. >> Scorpius abbandonò il suo posto vicino ad Al e andò a sedersi accanto a lei, accettando la caramella che la ragazza gli offriva. Al sembrava deciso a strozzarlo, lo guardava così male che Rose fece fatica a non temere per la vita del ragazzo che le sedeva accanto.
<< Sai Rose, Dominique ti cercava prima, dovresti andare da lei. >> Albus distolse lo sguardo dal suo storico compare per rivolgersi alla cugina, sforzandosi di assumere un tono cordiale e pacato:  Rose capì che più che un invito, quello era un ordine.
<< Oh, sì allora io… io vado. >> Borbottò lei, affrettandosi ad abbandonare lo scompartimento: odiava vedere la gente litigare,  ma odiava ancora di più  non sapere... per non parlare poi di quanto detestasse origliare! 
In quella situazione, però, non potè impedire a se stessa di appostarsi appena fuori dalla visuale di Scorpius e del cugino, decisa a scoprire cosa diavolo stesse succedendo. Perché Al non voleva che lei e il suo amico parlassero? Perché le aveva chiesto di stare attenta? Qual era il problema di Scorpius?
Insomma, non potevano di certo biasimarla se adesso se ne stava appostata fuori dal loro scompartimento: quella faccenda la riguardava, dopotutto!
<< Sei un idiota, Scorpius! >> Fu la prima cosa che udì.
<< Per Merlino, Albus! E tu saresti il mio migliore amico? Non vuoi nemmeno che io ottenga un po’ di felicità? La mia situazione fa già abbastanza schifo così, cerca di non renderla ancora più difficile! >> La voce di Scorpius era soffocata, sembrava che si stesse trattenendo dal singhiozzare.
<< Sai che non è così, Scorpius. >>
<< E allora com’è? >>
<< E’ rischioso. Lo è anche per te! >> Ribadì Albus.
<< Non sono un mostro, Al. Sono una persona, come te e come Rose, e…>>
Ma il resto delle parole di Scorpius furono soffocate dal rumore di una porta che sbatteva; Rose non ebbe nemmeno il tempo di rendersi conto di ciò che accadeva che, in meno di un secondo, si sentì trascinare all’interno di uno scompartimento: dove si ritrovò circondata dalle sue cugine, e fu costretta da una folle Dominique a sedersi tra Molly e Roxanne.
<< Ma sei impazzita? >> Urlò, arrendendosi e lasciandosi cadere sul sedile.

<< Racconta! >> Ringhiò la cugina in risposta, minacciosa.
<< Racconta, cosa? >>
<< Te e Malfoy. Camera da letto. Festa di Al. >> Sibilò. Aveva un’aria decisamente folle, e guardandosi intorno Rose notò  che  sembravano  essere tutte nelle stesse esatte condizioni: divorate dalla curiosità.  
<< Chi te l’ha detto? >> Le chiese Rose, afflitta.
<< Oh, Al se l’è lasciato sfuggire… >> Mormorò lei, accarezzando la bacchetta che le spuntava dalla tasca dei jeans.
<< Ascoltate, non ho intenzione di raccontarvi proprio un bel niente, anche perché non c’è niente da dire. >> Affermò Rose: non aveva intenzione di farsi torturare dalle cugine per quello che ne rimaneva del viaggio.
<< Non ci credo. >> Dominique la squadrava con sospetto.
<< Nemmeno io. >> La appoggiò Lily.
<< Inoltre, non vuoi che tutti vengano a sapere di quella cosa, vero Rosie? >>
Rose non amava raccontare in giro i fatti propri, ma Dominique Weasley, anche detta Asso, sapeva benissimo come giocarsi le proprie carte.


  
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