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Autore: Rika Rini    17/11/2013    0 recensioni
Angelo.Parola malsana.
Morti che camminano.
Morti che amano.
Morti che vivono.
Famiglie che vengono distrutte.
Il peso nel cuore dei sopravvissuti,io e lei.
Io,essere senza cuore che vivrà a lungo.
Lei,persona completa che morirà presto.
Io e mia sorella.
Fino a che non arrivano gli occhi color del cielo.
Io terra,lui cielo.
Ci incontriamo solo su una linea sottile.
Lui persona,io cosa.
Finché l'Angelo non fa la sua comparsa.
Ed io torno ad essere persona.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Lentamente incominciai a salire le scali della Sede,già troppo stanca,nonostante la giornata fosse appena iniziata … Insomma! Non erano nemmeno le dieci e mi sentivo come se fossero passate ore e ore dalla sveglia!! Sospirai seccata,ed entrai nell’atrio,come al solito era quasi vuoto,solo qualcuno bighellonava qua e là. Decisa mi diressi verso il corridoio che portava alla mia stanza,quando vidi una zazzera di capelli verdi solcati da ciocche bianche che mi passò accanto. Mi voltai,era raro vederlo da quelle parti. Gli corsi dietro,senza pensarci due volte,le mie emozioni a volta facevano capolino dal profondo del mo cuore di pietra,direi. Afferrai la sua maglietta,facendolo voltare verso di me. Stefan. Finalmente era tornato. L’unica persona con cui mi sentivo legata,colui che consideravo il mio migliore amico. Peccato,però che lui non la pensasse nello stesso modo. Quando mi vide scacciò subito la mia mano,e guardandomi freddo mi chiese-Cosa vuoi? Hai qualcosa da dirmi?- La mia espressione restò neutrale,anche se la mia anima Soffriva,io non volevo che si arrabbiasse,da quando avevano eliminato il Maestro lui è sempre stato così. Eppure io credevo fossimo amici,se n’è andato quando avevo più bisogno di lui,però nonostante tutto gli volevo ancora bene,abbassai lo sguardo e sussurrai-Volevo solo salutarti … scusami se ti ho disturbato- Alzai per un attimo lo sguardo,per osservare bene il mio amico,era cresciuto tantissimo,almeno una ventina di centimetri,i capelli verdi ero brillanti e le ciocche bianche,non più così rade come quando l’avevo conosciuto,facevano sembrare la sua testa un prato innevato. Gli occhi,di cui il sinistro cieco,mi guardavano con astio. –Se non hai nulla da dirmi,allora non chiamarmi direttamente, ricordati che noi non siamo amici- Sussultai. Il colpo finale. Mi misi a fissare ostinata il terreno,dentro di me c’erano due sentimenti contrapposti,tristezza e rabbia. In quel momento qualcuno mi afferrò spingendomi dietro la sua schiena,con fare protettivo e urlò a Stefan-Ti pare forse il modo di trattarla!?- urlò il ragazzo. Stefan sbuffò e rispose -Perché come dovrei trattarla è forse un tuo affare,ragazzino?-afferrò per il colletto della camicia il ragazzo,non volevo guardare niente e nessuno in quel momento,così restai a guardarmi i piedi. Il ragazzo ribatté,con il fiato corto-Non credo che sia tuo diritto trattarla in questo modo! Inoltre non mi importa che sei più vecchio di me,se fai queste cose sei un immaturo!- In quel momento Stefan lo lasciò andare,facendolo cadere a terra,il ragazzo gemette di dolore. –Hai solo diciassette anni ragazzino,non montarti la testa- e se ne andò svelto. -Ahi … ahi … - si lamentò il ragazzo,massaggiandosi ola testa-Ho fatto una magra figura- si alzò e venne verso di me,toccandomi delicatamente il braccio mi chiese con gentilezza-Stai bene?- Alzai lo sguardo,trattenni il fiato per lo stupore,era Eric … Mi guardava preoccupato,mi osservò bene e tirando un sospiro di sollievo mi sorrise,dicendo-Per fortuna non ti ha fatto nulla di grave, pensavo ti avesse picchiato. Che bello non ti è successo niente- restai in silenzio fissandolo,lui d’altronde non si aspettava una risposta,continuava a parlare,sempre sorridente. Sotto l’occhio gli si andava formando un livido,sicuramente mentre non stavo guardando Stefan gli aveva dato un pugno. Impertinente avvicinai la mano al suo viso e toccai il punto in cui si andava formando il livido. Lui sussultò stupito. Guardai in basso e sussurrai-Scusami- un’unica parola,che valeva come cento. Eric sgranò gli occhi,ma mi sorrise ed esclamò-Tranquilla- abbassò un attimo lo sguardo e rabbuiandosi un attimo mi chiese-Senti ma quel tipo,Stefan,chi è?- -Stefan è Stefan -risposi io semplicemente,Eric scosse l testa e disse-Non intendevo questo!-Mi afferrò la mano e la strinse tra le sue,continuava a guardarmi negli occhi senza distogliere lo sguardo,le guance con una lieve sfumatura rossa-Io …- sussurrò,ma venne interrotto dalla sirena d’allarme. Continuava a suonare,segno che c’era stata una Resurrezione ,e noi della Sezione d’assalto e della Sezione medica venivamo chiamati a raccolta. Mi alzai velocemente. Eric mi seguì a ruota,imprecò fra i denti. Ma lo ignorai,dirigendomi decisa verso la mia stanza per mettere l’uniforme,Eric a poche camere di distanza mi disse-Buona fortuna- -Buona fortuna anche a te-sussurrai entrando nella stanza,il mio augurio era quasi inutile, lui non correva troppi pericoli,ero io quella in prima linea,lui non doveva fare altro che accompagnare uno dei Team medici come scorta. Sicuramente questo non doveva renderlo troppo orgoglioso, avevo sentito dire che nonostante avesse talento non era stato accettato per via dei troppi membri. Ultimamente però i membri sono diminuiti,pensai mentre la camicia passava la testa, verrà trasferito presto,non possono perdere un elemento come lui … Con gesti meccanici finii di indossare l’uniforme,presi la cintura,che avrebbe contenuto le mie due pistole e i proiettili di scorta,la misi immediatamente e uscii di corsa. Nell’atrio adesso c’era molta più gente,quel giorno era un caso speciale,era solo mattina,eppure c’era già stata una Resurrezione, di solito ce n’erano di notte. Mi avvicinai all’armeria e superando tutti gli altri presi le mie due pistole,una nera e una argento,feci il carico di proiettili e decisa andai sull’auto che mi avrebbe condotto alla città infestata. Non era il caso di esitare,in fondo come lo era stato il mio Maestro anni prima io ero la migliore dell’organizzazione. Una dei cinque Team della Sezione d’assalto speciale,che si occupavano degli zombie originali,io ero il membro assegnata a questa zona,gli altri quattro erano in diverse Sedi all’estero,tutti gli altri lavoravano in coppia,io ero l’unica che aveva rifiutato un compagno,non che m’importasse. Lavoravo meglio da sola.
  
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