Film > The Big Four
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Autore: 365feelings    17/11/2013    3 recensioni
Raccolta di headcanons non sempre collegati tra loro. Tante jackunzel, un pizzico di mericcup e per finire bromance che ci sta sempre bene. Oh sì, anche un po' di p0rn.
11. Di disgrazie e troppi compiti (che sono un po' la stessa cosa) — Hogwarts!AU
Rapunzel li trova ad un tavolo della Sala Grande, perché ovviamente devono essersi fatti cacciare dalla biblioteca.
Genere: Fantasy, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Rapunzel
Note: AU, Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Autore: kuma_cla
Fandom: cross over (principalmente Le cinque leggende e Rapunzel)
Personaggi: Jack e Rapunzel, Hiccup e Merida
Rating: giallo
Avvertimenti: flash fic, sentimentale
Note: storia scritta per il prompt numero 18 del Writing Day. Si trattava di una (bellissima) canzone che mi ha accompagnata in questa stesura: Blind Guardian - Skalds and Shadows (che è la canzone intonata dal vecchio). L'ambientazione è volutamente vaga, perché nemmeno io ho bene idea di cosa, come e perché stia accadendo. Jack, Hiccup e Merida sono a capo di una guarnigione dell'esercito (il resto lo tengono Babbo Natale e il Coniglio di Pasqua, per intenderci) e boh, facciamo che abbiano vinto una battaglia (contro l'esercito dell'Uomo Nero, ecco) e ora fanno tutti festa. E poi c'è Rapunzel che se l'è svignata dalla torre e cura i feriti; non sa nemmeno lei chi è davvero e perché abbia i suoi poteri, quindi per il momento preferisce tacere.










In quella notte trapuntata di stelle, attorno ai fuochi che ardono voraci non c'è spazio per la guerra. Nell'accampamento i soldati riempiono le coppe di vino e dimenticano il sangue e il ferro.
Jack e Hiccup camminano tra le tende e rispondono ai saluti degli uomini che incrociano: anche loro, per quella sera, mettono da parte responsabilità e preoccupazioni.
Merida li raggiunge con passo incerto, più un giocoliere che un valente guerriero con i tre boccali in mano. I riccioli rossi si accendono di mille riflessi quando passa accanto a uno dei grandi fuochi dell'accampamento e il vestito che si è concessa fa ricordare ai presenti che è una donna.
Jack indugia sulla curva dei fianchi e pensa che sia bellissima, l'impavida Merida. Ma non è lei che sta cercando, non è lei quella che vuole. Lascia vagare lo sguardo, ma sono solo soldati quelli che vede, non c'è traccia della guaritrice.
«Magari sta ancora lavorando» suggerisce Hiccup, che non ha bisogno di parole per comprendere ciò che passa nella testa dell'amico.
«O magari sta ballando» aggiunge Merida, indicando la direzione da cui si fa strada il suono di un flauto.

Un vecchio ha iniziato a cantare, la voce roca accompagnata dal ritmo dei tamburelli, e presto altre voci, più limpide, si sono unite. 
Attorno al fuoco, i soldati più giovani, ispirati dal vino, hanno iniziato a muovere qualche passo di danza, anche se non ci sono dame da invitare.
Rapunzel, incuriosita, scosta un lembo della tenda per vedere cosa sta succedendo e sorride nel notare l'aria di festa che si respira quella notte - una parentesi felice in un campo di morte.
«Vai anche tu» le dice un uomo, uno dei feriti «Noi staremo bene».

Cosa ci faccia un ragazzino, tredici anni al massimo, nell'accampamento non vuole nemmeno saperlo; la risposta avrebbe il sapore amaro della guerra e quella notte vuole lasciarla da parte. Ma quel ragazzino, si rende conto dopo essersi fatto largo tra la gente ed essere giunto non senza fatica in prima fila, sta ballando con la guaritrice.
La giovane donna batte i piedi a terra, seguendo il ritmo della musica, e alza le braccia al cielo con grazia, gli occhi socchiusi e la lunga treccia che ondeggia sulla schiena.
Jack non riesce a distogliere lo sguardo e anche se ci riuscisse non vorrebbe: Rapunzel ha tutta l'aria di essere una visione, tanto è bella e delicata - il ricordo di un mito, una dea dimenticata. E sa di non essere l'unico a pensarlo.
La guaritrice muove il corpo sottile a ritmo di musica e poi ruota su se stessa come una bambina felice, la gonna che si gonfia attorno alle sue gambe: i soldati la stanno guardando, rapiti dalla sua danza, e lì sono tutti uomini da troppo lontani dalle proprie dimore, dalle propri mogli.
«Fossi in te la inviterei a ballare, subito» gli suggerisce Hiccup.
«Potrei dire lo stesso a te» gli risponde, indicando Merida che ride con alcuni soldati.

Riconoscerebbe quei capelli anche tra mille persone e non c'entra il fatto che abbiano il candore delle neve e che lì ci sia solo un uomo ad avere una simile chioma: non appena scorge il riflesso argentato tra i soldati, il cuore inizia a batterle in gola. 
Jack, quel Jack, si sta facendo strada verso di lei e quando la raggiunge è così agitata che l'unica cosa che le riesce è un inchino un po' traballante. Ma il guerriero la ferma, perché un simile omaggio è degno di un re e lui certamente non lo è.
«Ma siete una delle cinque leggende e state combattendo per la sicurezza dei popoli».
«Sto solo adempiendo al mio dovere, come molti altri soldati» si giustifica e le porge una coppa «O preferite danzare ancora?»
Rapunzel accetta timidamente il vino e ne assaggia un lungo sorso, ma non appena il sapore si impossessa del suo palato inizia a tossire.
«Non avete mai bevuto del vino?» le chiede l'altro sorpreso e lei fa cenno di no con le testa, un diffuso rossore sulle gote. Jack ride e si scusa, dice di non aver mai conosciuto una persona come lei.
«Vi va...vi va di passeggiare?» le domanda poi.

Quando sente qualcosa tirarla all'indietro, Rapunzel capisce immediatamente di cosa si tratta e vorrebbe morire: la lunga treccia si è impigliata da qualche parte. A passeggiare con Jack, si è persino scordata dei suoi ingombranti capelli e ora, mentre cercano di liberare la treccia, si chiede perché debba essere così impacciata.
Mentre si fanno strada, alla cieca, tra i nodi della sua lunga chioma, le loro mani finiscono inevitabilmente per sfiorarsi e un brivido li percorre entrambi.
Il bel volto di Rapunzel si tinge ancora una volta di rosso e Jack distoglie lo sguardo, turbato dalle proprie emozioni.
«Le vostre mani sono preziose» le dice dopo che hanno ripreso a passeggiare tra le tende dell'accampamento. Più camminano, meno i suoni della festa li raggiungono e alla fine sono solo echi di risate e flauti quelli che sentono.
«Da quando siete giunta, i morti sono diminuiti» continua «Ci state salvando».
«Sto solo compiendo il mio dovere, come molte altre guaritrici» replica, usando le stesse parole dell'uomo e strappandogli un sorriso.
«Vorrei solo che foste arrivata prima, molti sarebbero sopravvissuti con le vostre cure».
E io vi avrei conosciuta prima, ma questo non lo dice.
Rapunzel abbassa lo sguardo e fissa intensamente le dita dei piedi che spuntato dall'orlo della gonna; il peso di quelle morti, anche se non dovrebbe, grava sulle sue spalle e non passa giorno che non si chieda che cosa sarebbe successo se fosse giunta prima.
«Non avete freddo?» le chiede l'uomo, indicando i piedi nudi, un dettaglio che aveva notato mentre ballava.
«Sì» gli risponde «Ma il freddo mi fa sentire viva».
Jack annuisce e le racconta di quando anche lui girava a piedi scalzi, ma all'epoca era solo un ragazzo e la guerra era ancora lontana.
«Parlatemi di voi, siete così misteriosa».
Rapunzel ringrazia ancora una volta le tenebre per mascherare le espressioni del suo volto: non sa mai cosa dire, quando le chiedono del suo passato. Ci sono molte cose che nemmeno lei capisce, che nemmeno lei sa. Ma Jack le piace, sente di potersi fidare di lui; quindi cerca di raccontargli una versione non troppo lontana dall'originale.
«Ho vissuto lontano da qui, nelle terre a est. La donna che mi ha cresciuta temeva molto per me, diceva che il mondo era un brutto posto. Ma poi sono cresciuta e ho deciso che era il momento di scoprirlo da sola, per poter decidere in base all'esperienza» gli dice «Come vedi, di misterioso non c'è molto».
«Come siete rimasta coinvolta nella guerra?» le chiede «Temo che alla fine converrete che il mondo è un brutto posto, se continuerete a fare la guaritrice».
«C'è tanta sofferenza, ma anche molta gioia. Guardate il vostro esercito: i soldati hanno le coscienze sporche di sangue e i cuori in lutto, ma riescono ugualmente a trarre piacere dalle piccole cose».
«Ci sono diversi posti che, se questa guerra finirà e se voi me lo permetterete, vorrei farvi vedere. Luoghi bellissimi, che ti fanno riappacificare con te stesso».
«Ne sarei onorata» e nonostante il buio Jack cogli le tracce di un sorriso radioso sul volto della donna.
Vorrebbe baciarla e portarla nella sua tenda e qualcosa gli dice che se lo facesse, lei non si negherebbe; eppure c'è anche qualcosa che lo trattiene. Rapunzel ha l'aria curiosa e ingenua di un bambino che scopre il mondo per la prima volta, i modi semplici e genuini della gente di campagna, ma allo stesso tempo i lineamenti del suo volto e una certa eleganza nei movimenti gli suggeriscono natali altolocati.
A tutti gli effetti, è un mistero che non riesce a risolvere: è arrivata all'improvviso dal nulla, con il suo vestito lilla e la sua lunga treccia (non aveva mai visto capelli così lunghi) e ha iniziato a guarire i soldati.
Rapunzel assomiglia a un fiore, pensa, a un fiore raro e delicato; per questo Jack non vuole correre.
«La canzone del vecchio soldato» gli chiede poi con curiosità «Era in una lingua che non ho mai sentito».
«Si tratta di un antico canto che veniva intonato dalla gente della mia terra, a nord. Ora sono in molti a cantarla, anche se non tutti comprendono le parole. Immagino che ricordare la tradizione li aiuti a sopportare tutto questo» le spiega e con un gesto ampio indica l'accampamento che ormai sta alle loro spalle. I fuochi attorno ai quali Rapunzel ha danzato brillano caldi nella notte e infondono sicurezza.
La guaritrice si siete sull'erba e invita il guerriero a fare lo stesso.
«Raccontatemi» gli dice «Raccontatemi tutto». 
   
 
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