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Autore: Viola89    06/11/2004    1 recensioni
La mia più recente produzione. Mi piacerebbe tanto che la leggeste.
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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MOSTRAMI UN TRAMONTO CAP. 2: MY WAY Quando il giorno successivo scesero le scale del sotterraneo, Gojyo fu colto da un dubbio –Ehi, ma come avrà fatto quella ragazza a compiere una strage in seguito alla perdita del suo “io”, essere tornata lucida ed essere rimasta tale per ben sei mesi?- Fu Hakkai a rispondere –Forse è dipeso dal fatto che ha sempre vissuto con degli umani, e deve aver assimilato un po’ di umanità; inoltre a questa profondità le vibrazioni negative che si diffondono nel Togenkyo arrivano tardivamente- Quando entrarono nel locale sotterraneo li accolse una voce -Sei venuto presto oggi Goku,…- e si bloccò, vedendosi davanti quella piccola folla che la osservava, mentre lei osservava loro; le si rivolse un ragazzo dagli occhi verdi e dal sorriso dolcissimo, che ruppe il silenzio venutosi a creare -Lei è la signorina Ryoko, vero? E’ molto graziosa, proprio come ci aveva detto Goku- Vedendo un simile sorriso su quel volto fresco e calmo, tranquillo e amichevole, Ryoko si riscosse da quello stato di momentanea apatia e arrossì, cosa piuttosto vistosa sulle sue guance lattee, nonostante la luce della torcia, -Grazie…e lei è Hakkai gusto? Goku mi ha raccontato tante cose, di tutti voi! Ma diamoci del “tu”, vuole?- -Certo, sarebbe un piacere!- -Come va la vita, Ryoko?- questo lo disse Gojyo, dopo che Hakkai ebbe rotto il ghiaccio. -Gojyo vero? Goku mi ha detto che tutti ti chiamano “pervertito di un kappa”, devo farlo anch’io oppure…- -STUPIDISSIMA SCIMMIA QUALI SCEMENZE VAI A RACCONTARE IN GIRO?! IO TI DISINTEGRO! SANZO DOVRA’ RACCOGLIERE I TUOI RESTI CON SCOPA E PALETTA!- sbraitò il kappa, letteralmente inferocito, e attaccò un’ennesima litigata con la scimmia. -Piantatela o vi ammazzo, coppia di imbecilli!- gridò Sanzo, e distribuì colpi di harisen a volontà. Ryoko guardava la scena più che divertita; tutto il suo corpo era scosso dalle risa e oscillava in un equilibrio precario. Quando lo spettacolino terminò, alla ragazza venne presentato anche Hakuryu, che si mise a giocare con Chun, dal quale Sanzo stava scrupolosamente lontano. Goku, Gojyo e Hakkai discussero con Ryoko come se fossero stati amici di vecchia data, ma Sanzo non aveva aperto bocca, era rimasto zitto tutto il tempo, persino troppo rispetto ai suoi parametri. Poi i tre demoni si impegnarono ad osservare Chun e Hakuryu, e la ragazza si accorse che Sanzo la fissava. Sentendosi addosso quei gelidi occhi viola, anche se dall’espressione del ragazzo che la osservava era impossibile capire cosa stesse pensando, la giovane youkai si sentì a disagio. Quel monaco non la stava squadrando o giudicando dall’alto in basso, semplicemente la stava silenziosamente osservando, e fu proprio quell’impassibilità, quell’assenza di emozioni a confondere Ryoko, che davanti allo sguardo del ragazzo non seppe come comportarsi; riuscì solo a proferire tre parole appena sussurrate -Perché mi fissi?- Quelle parole attirarono comunque l’attenzione di tutti i presenti, compresa quella delle due bestioline. -Non ti preoccupare signorinella, il venerabile Sanzo è un po’ lunatico ogni tanto- scherzò il demone coi capelli rossi. -Hai qualcosa da dire prima di andare all’altro mondo?- ribatté il bonzo corrotto, che già cominciava ad irritarsi. -Allora Sanzo- intervenne Goku –Ora che l’ hai vista la libererai?- La risposta del monaco si fece attendere a lungo prima di venire udita -Domani pomeriggio- disse Sanzo, senza riferirsi a nessuno in particolare, come parlando all’aria immobile e stantia che lo circondava. La sua risposta fu accolta dalle voci eccitate di Ryoko e Goku –Quando sarò fuori farò un mucchio di cose, già mi vedo…!- -Potresti anche venire con noi!-, dalle congratulazioni di Gojyo –Se fossi in te per prima cosa mi cercherei un ragazzo…-, e dall’insolito silenzio di Hakkai. Quest’ultimo osservò il bonzo salire le scale senza salutare nessuno, e lo seguì; quando furono circa a metà della scalinata e fuori dalla portata d’orecchio il demone dagli occhi di smeraldo si rivolse al biondino -Anche tu hai notato qualcosa di strano, vero?- -Sì- fu la monosillabica risposta priva di espressione. -Non mi è molto chiaro, ti dispiacerebbe spiegarmelo?- -Quella ragazza ne avrà ancora per due o tre giorni al massimo- gli disse serio il monaco. Non c’era da chiedere se Sanzo ne fosse sicuro o meno. Raramente si sbagliava, e il demone capì che anche quella volta aveva visto giusto, ma almeno aveva avuto la delicatezza di non dirlo a nessuno; non ancora almeno. -Pensi che lei lo sappia?- -No, e se lo sa è un fatto che ha rimosso dalla sua mente dopo quello che le è stato fatto sei mesi or sono- -Che cosa di preciso?…Anzi no, non dirmelo, lo spiegherai con calma a tutti. Comunque voglio chiederti se per te va bene tenere all’oscuro di tutto Goku e Ryoko, vorrei che fossero più pronti- -Fa come ti pare-. E il discorso si concluse così. ------------------------------------------------------------------------------------------------------- Quella notte, nella sua stanza, Sanzo non riusciva a prendere sonno per colpa di un fastidiosissimo e sconosciuto uccello notturno che continuava a lanciare i suoi striduli richiami chissà dove; se solo l’avesse visto l’avrebbe volentieri zittito con la shoreijyu, che in quel momento era rimasta sul comodino. Stava camminando per la stanza, ancora vestito e col sutra appoggiato sulle spalle, aspettando che quell’uccellaccio smettesse di disturbarlo, quando sentì il rumore di un passo felpato. Si voltò e, sul comodino e con la shoreijyu in bocca, c’era il gatto nero con gli occhi verde luminescente che, non appena si accorse di essere osservato, scappò via con la pistola ancora tra i denti. -Bestiaccia!- si lamentò Sanzo e, maledicendo tutte le bestiacce ladre, fastidiose e affini, decise di seguire il felino. Lo seguì, come aveva sospettato, sino al sotterraneo dov’era sigillata la giovane demone; la torcia era ancora accesa, ma lei, rannicchiata sul pavimento, dormiva, e Chun si era rifugiato in un angolo. Il biondino, pensando già alla fastidiosa allergia che di lì a poco gli sarebbe venuta, non si accorse di aver oltrepassato il confine imposto dai fuda, che su un essere umano non avevano alcun effetto. Si piegò e riprese la sua pistola senza difficoltà, ma quando si rialzò avvertì qualcosa pungergli il collo. I suoi occhi guardarono verso il basso, e videro che una mano diafana, dalle unghie innaturalmente lunghe, minacciava la sua gola come un pugnale. Quella youkai non stava affatto dormendo. -Genjo Sanzo- proferì lei con tono freddo, deciso e risoluto –Mi consegni immediatamente il sutra del cielo demoniaco, se tiene alla vita- Sanzo, senza scomporsi minimamente, rispose con voce ferma –Strano, ero convinto che in te non ci fosse nulla di malvagio, non pensavo che avessi usato Goku per attirarmi qui, certo che quella stupida scimmia…- -IO NON HO USATO GOKU!- gridò Ryoko interrompendolo, poi, con tono più basso –Io non ho usato Goku, e non ho niente contro di voi; non voglio uccidervi Venerabile Sanzo, ma non rendete la cosa necessaria e consegnatemi quel sutra!- ordinò con lo stesso iniziale tono gelido. -Perché vuoi il sutra? Sei sigillata qui dentro e non te ne farai nulla- -Il perché non è rilevante- -Penso che invece lo sia, visto che per averlo minacci di uccidermi- le disse calmo il bonzo. La pressione delle unghie di Ryoko sul collo di Sanzo si fece più sentita, e quest’ultimo avvertì una goccia di sangue scivolargli sulla pelle. -Mi…consegni quel sutra…non mi costringa a farle del male…per favore- La voce della demone si faceva sempre meno sicura, la stesso non si poteva dire della pressione sulla giugulare di Sanzo. -Te l’ ha chiesto quel monaco, Gidayu, giusto?- -Lui…lui è il Sommo Sanraku…non pensavo che fosse ancora vivo, ma dopo che ve ne siete andati è venuto da me e mi ha ordinato di prendervi il sutra del cielo demoniaco…in cambio della vita- -Sapevi di dover morire?- chiese seriamente Sanzo. Ryoko sussultò. -Sì, ma era più una sensazione, ogni giorno che passava sentivo sempre di più che qualcosa mi stava abbandonando per sempre, non so perché; ma l’ ho capito- confessò Ryoko. -Lo so io perché - e,detto questo e approfittando del momentaneo smarrimento della sua avversaria, si voltò di scatto facendo attenzione a non ferirsi con le unghie di Ryoko che ancora minacciavano la sua gola, le puntò contro la shoreijyu e praticò un piccolo strappo alla maglietta della demone. Lo strappo rivelò, sopra al cuore, una zona di pelle fortemente arrossata, dove la carne si era come arroventata in bruciature che sembravano kanji; il fatto orribile era, però, che quella cosa che segnava in maniera terrificante la pelle diafana di Ryoko pulsava. Lei si coprì immediatamente lo strappo con le mani e cominciò a piangere. -Ti ha maledetta…- sentenziò Sanzo -…inserendo nel tuo corpo un fuda che ha preso il posto del tuo cuore, e che continua, ad ogni pulsazione, a rubarti un po’ di vita e di potere demoniaco e a crescere. Quando sarà bene evidente sulla tua pelle libererà in un colpo solo tutto il potere maligno che ti ha preso, e allora, con solo un soffio di vita in corpo, non potrai contenere il tuo potere che sarà troppo grande e morirai. Senza contare che il fuda brucerà e tu rimarrai priva di un organo che consenta la circolazione sanguigna. E’ evidente che chi voleva ucciderti voleva farlo lentamente- - E’ stato Sanraku a mettermi questo fuda che ha sostituito il cuore, me l’ ha detto, ma ha detto anche che se gli avessi portato il vostro sutra me l’avrebbe tolto, ed io sarei sopravvissuta. Solo la persona che mi ha maledetta può cancellare la maledizione; per questo, Venerabile Sanzo, nonostante il vostro grado non potete fare nulla- concluse tristemente Ryoko. -E tu pensi davvero che il monaco che ti ha maledetta con l’intenzione di ucciderti voglia di punto in bianco liberarti e salvarti la vita?- Ryoko non rispose, prese invece a tremare, prima impercettibilmente, poi in maniera sempre più evidente, mordendosi a sangue il labbro inferiore, e Sanzo continuò - E’ un puro caso che noi siamo arrivati qui proprio adesso, altrimenti Sanraku non si sarebbe mai più avvicinato a questo sotterraneo. Dal momento che voleva ammazzarti, quando gli avresti consegnato il sutra probabilmente ti avrebbe uccisa lui stesso- Allora Ryoko crollò definitivamente. Cadde a terra in ginocchio, senza più cercare di coprire il rosso fuda pulsante che le faceva da cuore, e le lacrime le rigarono le pallide guance lisce, come gocce di pioggia che sciolgono lentamente una manciata di neve. -Io…io non voglio morire, non volevo morire!- pianse –Ho paura! Non tanto della morte in sé, ma di quello che ci sarà dopo! Io non credo in nulla, né nell’Inferno né nel Paradiso; vorrei solo sapere se almeno esiste davvero un altro mondo, così, anche se fossi destinata all’Inferno come probabilmente è, sarò felice di andarci. Non ce la faccio più a vivere così, tuttavia ho paura di morire! Ho paura di perdere me stessa!- - E’ inutile disperarsi, morirai comunque, e quando le vibrazioni negative che si stanno spandendo nel Togenkyo ti raggiungeranno, anche se sopravvivrai, perderai comunque te stessa- -Sono in un vicolo cieco allora, e non ho un’altra strada- mormorò con un mesto sorriso, versando calde lacrime –Venerabile Sanzo, posso chiedervi…secondo voi esistono davvero l’Inferno o il Paradiso?- chiese. -Dal momento che sono entrambi descritti dai vivi penso che non esistano…- Ryoko era come una bambola rotta, infranta nell’animo e con uno sguardo più triste, spaventato, perso e distrutto che mai. Guardava Sanzo con quegli occhi quando lo sentì terminare la sua risposta, sempre col tono serio che era proprio di quel monaco -…ma il bello sta proprio qui: se basta credere in un mondo dopo la morte perché questo esista ti basterà credere in ciò che vuoi e andrai dove ti pare. Chi mai ha stabilito che tu debba essere confinata in un mondo già prestabilito da altri?- La ragazzina lo guardò con espressione trasformata, non più affranta e persa come prima, ma in qualche modo più serena e sollevata, tant’è che sul suo volto si dipinse persino l’ombra di un sorriso, a metà tra il sollevato e il malinconico. -Avete ragione voi…sì…Mi dispiace di aver cercato di sottrarvi il sutra. Senta… posso chiederle quanto tempo mi resta di preciso?- domandò Ryoko. -Credo che non arriverai a vedere la notte di dopodomani- annunciò freddo il bonzo, come se fosse stato un messaggero del tristo mietitore, o addirittura lui in persona. -Oh, capisco…allora la prego venerabile Sanzo, mi presti la sua pistola, perché ho intenzione di togliermi la vita- -Come mai questa decisione?- -Perché ho capito finalmente cosa voglio. Se proprio devo morire non voglio che avvenga per mano di Sanraku o della follia di cui cadono vittima i demoni; non voglio dare soddisfazione a nessuno, non voglio darla vinta a nessuno, nemmeno alla Morte stessa, e l’unico modo che ho per farlo è impedire che mi prendano, togliendomi la vita in seguito a una mia decisione- -La scelta è tua, basta che io riabbia indietro la shoreijyu- -Certamente. Ah, una volta fuori probabilmente sarò subito soggetta al processo di perdita del mio “io”, dunque non potrò spararmi da sola perciò…vorrei che lo facesse Goku- -Non vuoi farla finita adesso?- -No, prima c’è una cosa che voglio assolutamente fare; sarà l’ultima, poi lascerò questo mondo. Ho scelto la sua pistola perché così sarà una cosa rapida e non avrò ripensamenti, anche se, dopo quello che mi ha detto, Genjo Sanzo, la morte non mi spaventa più- -Quando preferisci?- -Ora capisco perché Goku vi considera il suo sole. Ho capito quanto ha ragione. Io non ho avuto il dono di un astro così luminoso; lui è stato fortunato- -…- Poi Ryoko rispose: -Domani sera. Vi dirò poi l’ora precisa- - All’alba dirò a Goku di venire da te- terminò Sanzo, e fece per andarsene quando… -Non direte a nessuno ciò che è successo poco fa,vero?- supplicò la giovane youkai. -Ora desidero solo tornarmene a dormire e il mio ultimo pensiero è fare conversazione- rispose seccamente. -Venerabile Sanzo…Grazie- All’alba, per mandare Goku da Ryoko, il bonzo gli disse solo “Scimmia, la tua amica vuole vederti”; Goku neanche si domandò come facesse Sanzo a sapere che la demonietta voleva vederlo, e andò da lei. La vide mentre giocava con Chun, e lei, sentendolo entrare, gli disse con una voce lenta e seria che il ragazzo non aveva mai sentito da lei -Goku…ti devo dire una cosa importante- -Cosa? Dì pure tutto quello che vuoi io…- -Siediti- ordinò in un modo calmo ma deciso che non ammetteva repliche, e lui si sedette. -Goku, devi sapere che io sono stata molto bene in questi giorni in compagnia tua e dei tuoi amici…soprattutto tua- fece una lunga pausa, e poi riprese –Mi sono divertita molto, e penso che conoscerti sia stata la cosa più bella che mi sia mai capitata. Purtroppo…purtroppo c’è dell’altro…- e mostrò a Goku la sua carne arrossata e bruciata, col fuda pulsante sempre più evidente. A quella vista il ragazzo sussultò, sbarrò gli occhi e fece per metterle una mano sulla spalla, ricordandosi poi che non poteva oltrepassare la barriera dei sigilli. -Ascolta attentamente…- riprese, e Goku ascoltò tutto come uno che, presagendo una disgrazia, ascolta shockato quello che non avrebbe mai voluto sentire. -…vorrei che fossi tu a porre fine alla mia vita…- gli comunicò Ryoko dopo avergli fatto il riassunto della conversazione avuta precedentemente con Sanzo -…credimi, se potessi lo farei io stessa, ma una volta fuori perderò rapidamente il mio “io” e non sarò più in grado di decidere di suicidarmi. Tu dovrai farlo per me prima che questo avvenga, per favore; il perché te l’ ho già spiegato, e poi c’è una cosa che voglio fare…- -Perché…perché mi chiedi di ucciderti? Perché proprio ora che hai la possibilità di liberarti devi morie così, PERCHE’?- chiese Goku tremando. -Purtroppo…- stava per rispondere Ryoko. -Io non posso farlo! Ti porterò la shoreijyu ma ti prego, non chiedermi di ucciderti!- gridò il demone dagli occhi dorati, e uscì di corsa da quel luogo chiuso. Perché a lui? Perché? Ecco cosa si chiedeva Goku mentre raggiungeva le stanze dei suoi amici. Non poteva chiederlo a Sanzo? Lui le avrebbe sparato con freddezza, senza quel miscuglio di sentimenti contrastanti che albergavano nel cuore di Goku, sapendo che era la cosa giusta da fare. Anche la scimmia lo sapeva, ma la sola idea di uccidere quella ragazza così dolce e simpatica e piena di sogni che aveva conosciuto, anche se lei voleva così, lo sconvolgeva. Entrò nella stanza, e tutti lo osservarono; Gojyo e Hakkai erano già stati informati della questione da Sanzo e, come se Goku la sapesse già, parlò, sempre tremando, -Perché deve morire? Perché ha deciso questo?- Fu Sanzo a rispondere – E’ stata una sua scelta, e nessuno ha il diritto di opporsi- -Ma…ma è assurdo desiderare di togliersi la vita! E poi lei è ancora piena di voglia di vivere e…- ribatté Goku, ma Sanzo lo interruppe - E’ una cosa assurda solo se si hanno a disposizione altre strade da poter seguire, altrimenti uno ha tutto il diritto di morire. Lei non ha altre strade, non ha altra scelta; hai visto l’oggetto che le batte nel petto al posto del cuore? E’ un fuda. E’ stata maledetta e soltanto chi le ha fatto questo può toglierle l’oggetto che la sta facendo lentamente morire, peccato che la persona in questione non voglia neanche lontanamente pensare di aiutarla. Inoltre tra breve perderà il suo “io”, e lei non vuole perdere sé stessa; te l’avrà già detto no? Si trova in una situazione senza via d’uscita, la soluzione più dignitosa, quella che la renderà felice, può essere solo quella che si è scelta, e tu devi rispettarla- Tipico di Sanzo: sbattere in faccia la verità a chicchessia senza curarsi dei sentimenti altrui, con freddezza e obbiettività. Purtroppo quello è il solo modo sicuro per fare capire dei concetti importanti alla gente. Il giovane demone, ancora sconvolto, disse in tono appena percettibile –Dovrò scusarmi con lei- e, come un automa, uscì dalla stanza e si diresse nuovamente da Ryoko. Ad appena metà della scalinata che portava al sotterraneo, Goku udì un terribile e acutissimo grido, da far gelare il sangue nelle vene e quasi da bloccare il cuore, ma riconobbe quella voce. -RYOKO! COSA TI E’ SUCCESSO RYOKO? RYOKO!- chiamò gridando il ragazzo, e scese celermente le scale. La scena che gli si presentò lo fece stare male. Sul pavimento c’era qualcosa che assomigliava orribilmente a un pezzo di carne macerata, e un’ampia pozza rossa, devastata nella sua integrità da passi veloci che avevano lasciato impronte del medesimo colore, mentre schizzi vermigli occupavano a tratti una parete . E accanto a quella pozza c’era Ryoko, inginocchiata, con le mani e la bocca da cui colavano gocce rosso sangue, e davanti a lei…stava il corpo di Chun, gli occhi verde brillante ora rovesciati e spenti come due biglie impolverate, il corpo lacerato ma col pelo che, lentamente, si alzava e si abbassava ancora. Ryoko si accorse del nuovo arrivato –GOKU, TI PREGO AIUTALO, FA QUALCOSA! MI E’ SUCCESSA UNA COSA ORRIBILE, E’ COME SE FOSSI IMPAZZITA!…- -VADO A CHIAMARE HAKKAI, TORNERO’ PRESTISSIMO, TRANQUILLA- e corse più in fretta che poté ai piani superiori. Hakkai si lasciò condurre dove voleva Goku senza neanche saperne il motivo, gli bastava aver capito che c’era bisogno di lui; lo seguirono anche Gojyo e Sanzo. Scesero quelle scale che sembravano interminabili a tre gradini per volta, e quando arrivarono nel sotterraneo il demone gentile, il rossino e il bonzo videro lo stesso orribile spettacolo visto da Goku e capirono cos’era successo. C’era però una tragica differenza: Ryoko era ferma, immobile come una statua, e tra le sue braccia stava il gattino nero, ma il suo pelo non si muoveva più seguendo il suo respiro; era morto. -Ora ricordo…- mormorò Ryoko con voce rotta, vuota e lontana; non piangeva, ma la sua anima lo faceva per lei -…ricordo perché ero accanto ai cadaveri dei miei genitori adottivi, e perché avevo le mani e la bocca sporche di sangue. Li avevo uccisi io. Loro non mi hanno mai voluto bene; quando avevo avuto più bisogno di loro perché una strana follia stava per possedermi, loro hanno deciso di uccidermi perché mi consideravano peggio di una bestia. Quando me l’ hanno detto ho perso momentaneamente il mio “io”, e ho ucciso loro e i bonzi che mi circondavano, ma non Sanraku, che mi ha maledetta. Voglio restare sola con Goku, per favore- Tutti uscirono senza ribattere, e Goku restò con lei, che continuò a parlargli -Hai visto cosa sto diventando, Goku? Io in questo mondo non ho più niente, né una vita, né amici a parte te, e rischio di non avere più neppure me stessa; per questo volevo che tu recidessi la mia vita. Morirò senza un addio, nessuno mi ama e nessuno mi piangerà, però in fondo non me ne importa poi molto. Goku, in tutta la mia vita tu sei stata la persona più importante in assoluto per me, sarà anche perché nonostante tutto le nostre vite sono simili… Avrei un favore da chiederti…ti ho detto che adoro i tramonti, no? Ebbene, io questa sera vorrei vederne uno, fino in fondo; ti prego, mostrami un tramonto,…e poi uccidimi- -Sì, lo farò- rispose lui quasi meccanicamente. -Sai, dopo la morte ho deciso di andare a Ovest, come te e i tuoi amici, e ogni sera vedrò un bellissimo tramonto. Sono riuscita a decidere queste cose grazie a Sanzo. Goku, sei fortunato ad avere un sole come lui. Ricordati di non lasciare mai il tuo sole, di non allontanarti mai da lui anche se con il suo calore potrebbe scottarti, perché il tuo sole ha il pregio di essere unico- -Ryoko…- -Potresti seppellire Chun per favore?- chiese. -Sì, certo- -A stasera- -A stasera-. ^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^ Quella sera Sanzo tolse i sigilli, e Ryoko poté uscire. Le faceva uno strano effetto percorrere ancora distanze così lunghe come quella dal sotterraneo all’esterno; Goku e Hakkai avevano osservato il sole del tardo pomeriggio finché questo non aveva cominciato a venarsi di arancione, allora avevano chiamato Sanzo e Gojyo ed erano andati a prendere Ryoko. Quando uscì dal tempio, la ragazza venne colta da un improvviso e pungente dolore agli occhi dovuto alla luce troppo potente del sole. Li riaprì piano piano per riabituarsi, e quando finalmente poté vederlo restò come incantata: l’astro diurno, arancione acceso come un mandarino, continuava il suo lento viaggio verso l’orizzonte, ancora lontano, però, dalla sua meta. Ryoko sentì un tremito in corpo, e un brivido percorrerle la schiena, ma era più che decisa a resistere fino all’arrivo delle tenebre; Goku era al suo fianco. Nessuno osava parlare, ma una voce roca e malefica squarciò il silenzio. -Genjo Sanzo! Consegnami il sutra del cielo demoniaco e preparati a morire!- Tutti si voltarono di scatto, e Ryoko gridò –Sanraku!- Davanti alla piccola compagnia, minaccioso e con un sorriso maligno dipinto sul volto, stava il bonzo sfigurato che si faceva chiamare Gidayu, e che in realtà era l’ex Sojyo del monastero: Sanraku. - L’unico che deve prepararsi a morire qui sei tu, e non farai neanche in tempo a posare gli occhi sul sutra prima che ti abbia ucciso- gli comunicò Sanzo, seccato e alterato. -Silenzio! Un essere indegno come te non può essere chiamato Sanzo, per questo io prenderò ciò che appartiene al Cielo stesso; un dio in persona, sentendo la mia indignazione verso di voi, mi ha ordinato di prendere il sutra!- - E’ stato Homura, senza dubbio- confidò Hakkai a Gojyo, e quest’ultimo aggiunse -Sì, ha approfittato dell’odio provato da quell’uomo per spedircelo contro come sicario, e quel babbeo non se n’è neanche accorto…una missione crede lui…- Il cuore di Goku, alla vista di Sanraku perse un battito; era lui la causa delle sofferenze di Ryoko, per colpa sua lei era rimasta prigioniera, per colpa sua lei morirà! -Bastardo! Io non permetterò che tu lasci questo posto ancora in vita!- e lo attaccò col nyoibo. Il monaco sfigurato estrasse un fuda dalla sua veste, recitò una brevissima formula, e Goku si bloccò sentendo un grido orribilmente famigliare. -AAAAAHHHHHH!- Si voltò, e Ryoko era a terra, si stringeva convulsamente il petto dove il fuda le martellava in maniera disumana e lanciava terribili grida di dolore lancinante. -Ryoko! Che cosa le hai fatto maledetto?!- lo aggredì il demone, e quello rispose -Niente di particolare, sto solo convogliando più velocemente la sua essenza vitale e i suoi poteri demoniaci dal fuda maledetto che ha in corpo a quello che ho in mano io. In questo modo, con gli stessi poteri della sporca demone che mi ha ridotto così…- e indicò le sue cicatrici -…potrò uccidervi tutti quanti!- ; allora iniziò l’attacco. Sanzo con la shoreijyu, Hakkai con il ki, Gojyo con lo shakujyo e Goku col nyoibo, cominciarono il combattimento. A dispetto delle apparenze, con quei poteri demoniaci il monaco era davvero molto forte, e stava dando del filo da torcere a tutti e quattro i ragazzi, quando all’improvviso il suo fuda prese fuoco tra le sue mani, e si disperse come cenere al vento. -Ma cosa…?- non fece in tempo a dire quelle poche parole che un proiettile della pistola di Sanzo lo raggiunse, e l’ultima cosa che vide furono gli occhi azzurro chiaro ma stretti in uno sguardo d’odio e di sfida, di Ryoko. Goku non aveva ancora capito quello che era successo, ma quando si voltò a guardare la demone la verità lo colpì come un violento pugno in pieno viso. La mano destra di Ryoko, con le unghie allungate, era rossa fino al polso, mentre un piccolo zampillo sanguigno faceva colare quel liquido vitale dal punto in cui si trovava il fuda maledetto fino al terreno, segnando una scia irregolare e in via d’espansione, sui suoi vestiti. -Ry…Ryoko…- balbettò Goku, e si avvicinò a lei, che a fatica gli disse -Goku…anche se il fuda è distrutto…sto per perdere il mio “io”…anzi, accadrà più in fretta…- Come a voler confermare la triste realtà il corpo di Ryoko prese a tremare come mai aveva fatto, spandendo attorno a sé le gocce del sangue che le sgorgava copioso dal petto. -Fallo ora ti prego- supplicò lei, mentre un rivolo carminio si faceva strada tra le sue labbra, e Goku sentì la pistola di Sanzo cadere nelle sue mani dopo essere stata lanciata da quest’ultimo. Il demone dagli occhi dorati osservò il sole: non era ancora rosso. -No!- gridò –Non posso ancora farlo! Vedere un tramonto è il tuo ultimo e più grande desiderio, ed io non l’ ho ancora esaudito, ma mi hai pregato di mostrartene uno e lo farò!- La voce di Ryoko fu poco più che un sussurro che arrivò direttamente al cuore di Goku “Non preoccuparti, io riuscirò a vederlo tutto, inoltre dove ho deciso di andare ci saranno tramonti tutti per me, ma nessuno sarà bello come quello che mi hai mostrato tu, perché questo ha più valore” Gli occhi azzurri della giovane youkai, somiglianti a squarci di cielo, traboccavano di lacrime salate che non si decidevano a sgorgare e che, nella luce dorata di quel tramonto ancora lontano dalla fine, sfavillavano come un mare in cui il sole aveva deciso di tuffarsi. Quegli occhi però stavano per perdere la loro umanità, diventando sempre più vuoti. La mano di Goku tremava, stringendo la shoreijyu, e si inumidiva delle sue lacrime; non riusciva a farlo. “Andrà tutto bene” Un ordine perentorio gridatogli da Sanzo lo riscosse completamente -GOKU PREMI QUEL GRILLETTO!- e, come una macchina che esegue una funzione quando viene premuto il pulsante di avviamento, Goku sollevò il braccio all’altezza della tempia di Ryoko, e il colpo esplose. “Grazie” Il rumore di un corpo che cade…nel suo caso fu lo stesso che normalmente produce un fiore ormai appassito, o l’ultima foglia secca che, dall’alto del suo albero, precipita sul gelido terreno invernale, freddo e spoglio come il mondo circostante. Goku cadde in ginocchio, la pistola ancora in mano, incapace di articolare frasi; Gojyo si avvicinò ai due demoni e fece per toccare il viso di Ryoko, ma la scimmia lo fermò, e con tristezza riuscì a dire -Lasciaglielo vedere, voleva solo questo- Hakkai e Sanzo si avvicinarono, e allora capirono; il viso di Ryoko era orientato verso il sole, percorso dalla parte della tempia da una scia del rosso sangue che ormai aveva smesso di scorrere nelle sue vene, le guance rigate di lacrime, ma le labbra increspate in un leggero e malinconico sorriso, ma insieme felice. E gli occhi…gli occhi erano aperti, opachi e spenti sembravano fissare il vuoto, ma lei li aveva tenuti dischiusi con l’illusione di poter terminare di osservare il suo tramonto, e quando Gojyo aveva cercato di chiuderglieli Goku non aveva voluto. Aspettò invece la fine di quel crepuscolo, e mentre la stella del mattino si riduceva ad una pittoresca goccia rossa, screziava le vene di lunghe e affusolate nubi violette e immergeva le ombre cupe e nere in un acquerello di colori caldi, in un oceano vermiglio che bagnò col suo colore anche i ragazzi e Ryoko. Era un rosso nobile e dolce, che sembrava voler scacciare il colore, fattosi ormai scuro, del sangue innocente. Fu quando finalmente scese la notte che il demone dagli occhi dorati posò una mano sugli occhi di Ryoko e li chiuse. Vedendo che ancora non si muoveva, Sanzo gli si avvicinò e gli posò una mano sulla testa, dicendogli nel suo solito tono serio -Era quello che voleva, e ha scelto te perché soltanto tu, a suo parere, meritavi la fiducia e l’affetto che lei non voleva dare ad altri- Dopo aver ascoltato finalmente Goku poté dare sfogo a tutta la sua disperazione, e pianse abbracciando Sanzo, che stranamente, per quella volta, non lo respinse. -Perché…Perché…PERCHE’?!- gridò scosso dai singhiozzi, e la mano di Sanzo non abbandonò i suoi capelli castani. ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: Il giorno dopo seppellirono Ryoko nel bosco, vicino al suo gattino; la presenza della sua tomba era segnalata solo da una croce, che sarebbe stata in breve coperta da nastri di edera e celata dalla vegetazione. Ryoko aveva ragione, se n’era andata senza un addio, senza nessuno che piangesse per lei all’infuori di quel demonietto che sembrava una scimmia. Era nata sola, aveva vissuto sola ed era morta sola;e tuttavia aveva sorriso, perché anche nella morte sapeva di avere conservato quella dignità, quella forza d’animo e quella fierezza che possedeva, ma che nessuno le aveva mai riconosciuto. Quel giorno stesso si rimisero in marcia verso Ovest; seduto sul retro del fuoristrada (alias Hakuryu) Goku se ne stava zitto e, con espressione ancora affranta, si guardava intorno. Il suo sguardo cadde su Sanzo, seduto sul sedile anteriore, proprio davanti a lui, e gli tornò in mente la raccomandazione di Ryoko: “Ricordati di non lasciare mai il tuo sole, di non allontanarti mai da lui anche se con il suo calore potrebbe scottarti, perché il tuo sole ha il pregio di essere unico”. Goku lo guardò intensamente e Sanzo, sentendosi osservato, si voltò e chiese secco -Perché mi fissi scimmia?- Goku avrebbe voluto rispondere “Perché sei la persona che amo di più al mondo, perché sei il mio sole e non immagini neanche quanto io ti voglia bene. Per me sei unico e voglio starti sempre accanto”, ma dalle sue labbra uscì solo un lamentoso: -Sanzo, ho fame! Mi dai qualcosa da mangiare?- -SDENG- -Stupida scimmia! E mi fissi così per chiedermi questo?!- strepitò il bonzo, e giù sventagliate a tutto spiano. -Finalmente, cominciavo ad annoiarmi!- fece il kappa divertito e sollevato. -Ah, la quotidiana normalità!- esclamò sorridente Hakkai. Terminati i colpi di harisen, Goku guardò l’orizzonte, e pensò “Ryoko, spero che dove hai deciso di andare tu sia felice. Sono contento di averti regalato l’ultimo tramonto della tua vita.” Addio Ryoko.
  
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