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Autore: Zampa di lupo    18/11/2013    1 recensioni
Zaffira è una ragazza strana. Un giorno,di ritorno da una gita incontra Pietro. Lui le spiega dell'esistenza dei Pietranimali. Le rivela anche che alcuni scienziati riuscirono a trasferire i cuori e i poteri dei Pietranimali nei loro corpi,e che lei discende da uno di loro. Ma non le rivelerà mai l'esistenza del Serpentonice.
Tengo molto a questa storia,e se entrate... Recensite per favore. Ho abbassato il rating da arancione a giallo.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2 e grandi cambiamenti. 
La settimana passò tranquilla. Zaffira non si trasformò più. Pietro era triste per questa cosa ma lei e Ivan erano molto tranquilli,non erano molto interessati alla cosa. Però la raazza si sentiva spesso strana,quando  chiudeva gli occhi vedeva dei lampi blu,gialli,rosa,verdi o viola,per non parlare di quelli bianchi. Erano fastidiosi,ma non si lamentava. Le giornate passarono rapide per tutto il mese. Arrivò ottobre e nella sua classe arrivò un nuovo ragazzo di nome Leo. Aveva un aspetto bizzarro,capelli e occhi rossi.La sua famiglia si era trasferita da poco in città,Zaffira e Ivan decisero di farci amicizia,ma alla fine tra i tre vi fu solo qualche piccolo scambio di saluti. Dopo un paio di giorni nella notte Zaffira ebbe una visione come quella che aveva avuto a casa di Pietro. C'erano lei,Ivan e Leo. Poi all'improvviso erano lei in versione leopardo viola,Ivan e un leone col pelo rosso. Poi i svegliò. Era notte fonda ma non esitò un secondo. Compose il numero di casa di Pietro. Lo dovette chiamare ben tre volte prima che rispondesse,e quando lui le rispose con voce assonnata, Zaffira disse:«Leone Ivan bianco io Leo leopardo trasformo eravamo poi rosso e mi compare e». Pietro aveva scritto tutto su un foglio. Ivan le aveva detto che ogni volta che avesse avuto delle visioni avrebbe dovuto chiamarli così avrebbero trascritto le parole che diceva per creare frasi con un senso poi lei avrebbe dovuto scegliere quella più giusta. Finito di parlare con Pietro si riaddormentò. Era sabato così andò da Pietro che la salutò rapidamente. Chiese a Ivan cosa stesse succedendo e lui le spiegò che Pietro aveva deciso di aprire un museo sulle pietre. Per quanto strano,Zaffira,capì subito il perché:per rintracciare gli altri Pietranimali. La cosa più incredibile era che lei avrebbe dovuto lavorarci. Provò a protestare ma non vollero darle retta. Lei lo avrebbe capito subito se nei paraggi ce ne era qualcuno. Non sapeva se fosse vero,ma alla fine accettò. Quando il museo fu pronto era ormai novembre. Era in realtà solo grazie a Zaffira se nel museo erano presenti gemme e pietre preziose. Lei faceva da guida assieme a Ivan e ad alcuni dipendenti. Per quanto lavorassero molto,degli altri Pietranimali non ve ne fu traccia per tre giorni. Una domenica Zaffira avvertì la presenza di un altro Pietranimale ma tra la folla non riuscii a individuarlo. In compenso salutò leo che si aggirava e guardava le innnumerevoli pietre. Le giornate passavano lente tra scuola casa e lavoro. Sia Zaffira che Ivan erano in terza media quindi non avrebbero potuto lavorare, ma dato che Ivan era figlio di Pietro e lei un'amica nessuno diceva nulla. Loro non erano registrati tra i dipendenti,ma Pietro gli dava una mancia. Arrivò presto dicembre e con esso la neve. Era il primo e già nevicava tantissimo. Zaffira era da Pietro e stava bevendo una cioccolata calda fondente. Quel giorno ebbe tempo di osservare il salotto della casa. Era spazioso,con un grosso divano di velluto rosso al centro della stanza,due poltrone in velluto blu e un tavolino in ebano. Sul pavimento era steso un tappeto bellissimo:era azzurro con al centro un bellissimo arcobaleno sul quale correvano cinque animali:un leopardo blu, un leone rosso,un topo giallo,un lupo verde e una volpe color lime. Davanti al divano,a circa due metri di distanza si trovava un mobile su cui era appoggiata una immensa TV a schermo piatto. Uno stereo in un'altra stanza stava trasmettendo musica natalizia a tutto volume. Zaffira era seduta su una poltrona mentre Pietro e Ivan erano sul divano. All'improvviso chiese:«Ma cos'ha di importante il colore del cuore? Insomma,ok tutto,ma qualcosa vorrà pur dire,no?»
«In effetti sì»disse Pietro,«si riferisce all'animo delle persone. Il tuo è viola perché sei immatura ma riflessiva. Ma se fosse stato blu avrebbe significato che sei una persona calma.» Zaffira era  soddisfatta della risposta così propose a Ivan una partita a palle di neve. Ivan accettò e Pietro decise di unirsi a loro. Giocarono a lungo fino a quando non venne troppo freddo e rientrarono. Erano felici e bagnati,così Zaffira decise di tornare a casa per mettersi qualcosa di asciutto. Mentre tornava a casa,avvertii una strana sensazione mentre salutava Leo, ma passò subito. Arrivò finalmente a casa. Una volta lì fece una doccia e mise il pigiama. Mangiato andò in camera sua e si mise al computer per cercare delle informazioni sulle novità degli ultimi giorni. La cosa che le interessava era sapere se fosse stato visto un leopardo viola nei pressi di vicoli nascosti. Ma,per fortuna,non trovò nulla. Poco dopo qualcuno bussò alla porta. Era sua madre con in mano un vassoio di biscotti allo zenzero che emanavano un buonissimo profumo. Glieli porse e lei li prese. Sua madre la conosceva bene. Zaffira adorava i biscotti allo zenzero,poi quelli di sua madre erano proprio buoni. Li divorò poi andò a dormire. Adorava stare nella sua stanza. Era ampia e ariosa,con i muri di tutte le tonalità oceaniche immaginabili. Il letto era grande,con le lenzuola rosa chiaro. Sul pavimento era steso un tappeto morbido e particolare. Era azzurro con delle macchie bianche simili a nuvole,le sembrava di camminare sul cielo. Si addormentò rapidamente. Alle sette e mezzo sua madre la chiamò. Era già mattina. Era sabato e Zaffira si alzò rapidamente perché aveva appuntamento con delle amiche in una pasticceria per fare una scorpacciata di cioccolata,biscotti, panna, brioche e altre dolcezze varie. La sua sarebbe stata una colazione pesante. Quando arrivarono là si sedettero e ordinarono tutte la cioccolata,aggiungendo biscotti e brioche. Dopo un po' che eravano lì a mangiare il posto iniziò a riempirsi. Arrivarono anche Pietro e Ivan,accompagnati da una donna che Zaffira non aveva mai visto. Appena la videro Pietro e Ivan le fecero un cenno di saluto che ricambiò. Le sue amiche si misero a bisbigliare,così chiese:«Che succede?» Loro si guardarono poi Merriot prese la parola«Dovresti spiegarcelo tu. Ultimamente passi tutto il tempo con loro.»
«Per il semplice fatto che Pietro è uno scienziato e io...voglio fare la scienziata.» La scusa era un po'campata per aria,ma bastò a soddisfarle. Tutte assieme ripreserona mangiare e chiacchierare. A colazione finita si diressero verso il centro per fare shopping. Mentre camminavano Zaffira vide in lontananza gli uomini che l'avevano attaccata nel vicolo. Rabbrividì e accelerò il passo prima che le venisse una voglia matta di ucciderli. Le altre la seguirono dato che si stava dirigendo verso un negozietto di vestiti all'ultima moda. Per quanto avrebbe preferito essere in una libreria,entrò. Zaffira comprò un paio di jeans blu e una maglia viola. Quando uscirono non c'erano più tipi loschi. Si lasciarono la città alle spalle per dirigersi al parco. Chiacchierarono per un po'. Arrivò mezzogiorno e si salutarono. Zaffira si incamminò. Camminò per un po',ma non apena sentì suonare le campane che segnavano l'una si preoccupò. Riuscì a raggiungere casa sua in tempo. Nel pomeriggio andò da Pietro. Una volta lì bussò. Sentì dei passi affrettati,poi Ivan aprì la porta. Non appena la vide disse:«Non potevi arrivare in momento migliore...e peggiore.»
«In che senso?»
«Oggi,in pasticceria con noi c'era la nuova collaboratrice di Pietro. In questo preciso istante si stanno interrogando su dove sia meglio spostare il divano seguendo il feng-shui. Ti prego portami via di qui.»
«Va bene,dove vuoi andare? Io non ho la minima idea di cosa fare o dove andare.» Scelsero di fare un giro al parco. Una volta lì iniziarono a passeggiare. Dopo un po' sentirono alle loro spalle un urlo sconvolto. «Ivan,che ci fai qui con...questa?» Sia Zaffira che Ivan la guardavano stupiti e in coro le chiesero:«E tu saresti...»
«Chi sono io?» Annuirono e lei riprese a urlare«Ivan,non posso credere che tu ti sia dimenticato della tua fidanzata! E in quanto a te ragazzina,vedi di stargli lontano altrimenti...»
«Altrimenti cosa? Pensi di farmi paura?» Ivan si mise a ridere. Zaffira lo guardò e si accorse che stava guardando la ragazza che avevano difronte. La guardò anche Zaffira e...si mise a ridere. Sulla testa le si era posato un enorme moscone. Ora quella era così stupita che...si arrabbiò e si mise a sbraitare cose del tipo"Ma cosa avete?" oppure "Cosa hai fatti al mio b.f.?". Ma loro non riuscivano più a smettere di ridere finché quella non se ne andò urlando contro a Zaffira che aveva cambiato il ragazzo perfetto e che l'avrebbe pagata cara. Alla fine riuscirono a smettere di ridere. Ivan le disse:«Quella era una pazza! Secondo me le manca qualche cosa.»
«Sono pienamente d'accordo con te. Piuttosto,sei sicuro di non averla mai vista? Cioè a me sembrava sicura di quello che diceva.» Rise e disse che forse avrebbero dovuto uscire al parco più spesso. Alla fine se ne andarono. Raggiunsero casa di Zaffira in un battibaleno. Suonarono e venne ad aprire la madre di Zaffira. Guardò per un attimo Ivan poi fece volare il suo sguardo su di lei e disse:«Era ora tornassi a casa,io e tuo padre eravamo in pensiero!» Immediatamente le rispose:«Mamma sono le cinque e mezzo!» Dovette darle ragione. Zaffira entrò e Ivan se ne andò. Entrambi sapevano che il giorno seguente si sarebbero rincontrati a casa di Pietro. Entrò e fu letteralmente assaltata da suo padre che era preoccupato perché aveva chiamato Pietro che gli aveva detto che lei non era con lui ma in giro con Ivan. Poi venne la volta delle sorprese. Fu sua madre che disse:«Tesoro,la prima volta che sei stata in giro con lui sei stata attaccata da quattro uomini armati! Non è proprio un ragazzo affidabile.» Zaffira era così sorpresa che sua madre sapesse che era stata attaccata da quattro uomini. Chiese immediatamente delle spiegazioni e sua madre le rivelò che sin dalla nascita un satellite controllava ogni suo spostamento. Le disse anche che però non avevano idea di come avessero fatto a scappare perché qualcosa aveva interferito con il segnale. Zaffira era sollevata. Non sapevano nulla dei Pietranimali. L'indomani si alzò prestissimo e uscì di casa senza fare il minimo rumore. Raggiunse casa di Pietro in un tempo record e lì non smise di suonare finche non le vennero ad aprire. Ad andarle incontro fu la collaboratrice di Pietro. Zaffira non aveva mai visto nessuno così arrabbiato. Probabilmente avrebbe tirato giù il  mondo se Ivan non fosse corso alla porta e non avesse tirato dentro Zaffira. A Zaffira parve sollevato dal vederla. Zaffira gli chiese se stesse bene e lui disse:«Sono solo sollevato nel vedere che non ti hanno ucciso.» Risero e la donna li guardò malissimo. Ben presto si svegliò anche Pietro. Dalla sua furia non la salvò nessuno. Stava per tirare giù un'altra motivazione per cacciarla di casa quando Zaffira disse:«Siamo nei guai. I miei genitori mi tengono d'occhio con un satellite. Ci hanno visto nel vicolo ma durante la fuga qualcosa ha interferito e non hanno assistito alla trasformazione Il problema è che pensano sia colpa di Ivan,che ci abbiano attaccati per via di qualche non so cosa.» Il problema colpì nel segno. Entrambi erano preoccupati. Un'intuizione fece alzare silenziosamente Zaffira. Raggiunse la porta e in un nanosecondo la aprì. Con un tonfo la collaboratrice di Pietro cadde a terra. Zaffira sorrise e si girò,anche Ivan sorrideva mentre Pietro aveva una faccia... Le fecero un interrogatorio. Scoprirono quello che Zaffira aveva ormai intuito. Lavorava per quegli uomini. Il problema arrivò appena dopo. Si alzò di scatto e si buttò verso la finestra. Zaffira la bloccò in tempo,«Placcaggio da campionessa di rugby»disse Ivan,«non hai mai pensato a una carriera nello sport?» Risero entrambi. Appena un secondo dopo Zaffira smise. Pietro stava piangendo. Zaffira sbuffò e con l'aiuto di Ivan lo fece alzare. Sentirono uno strano rumore fuori e Zaffira si lanciò. Non raggiunse nemmeno la porta prima di essere completamente leopardo. Si lanciò fuori e ruggì. Davanti a lei c'erano gli uomini del vicolo. Purtroppo non ottenne l'effetto voluto,anzi ottenne l'opposto. Provò un'altra tattica. Si lanciò contro di loro. Si fermò appena in tempo per non finire infilzata dai coltelli di diamante. Sentiva l'adrenalina pompare nel sangue. Le si scagliarono contro e Zaffira si affidò all'istinto. Ruggì e davanti a lei si formò uno scudo di zaffiro di un blu scintillante. In pochi secondi riprese il controllo. Il suo pelo divenne bianco. Non le interessava il perché,si sentiva forte come non mai. Quelli,spaventati corsero via. Gli altri la raggiunsero e lei si ritrasformò ma appena assunta la sua forma umana svenne. Quando si risvegliò li vide così spaventati che si apventò a sua volta. Appena chiese cosa li stesse innervosendo Ivan si mise a giocare con una ciocca dei capelli bianchi di Zaffira. "Bianchi!",pensò Zaffira. Ecco svelato il problema,aveva i capelli bianchi. Si mise a urlare che era diventata vecchia e corse per la stanza. Dopo un po' che correva Ivan la prese per le braccia da dietro,la girò e puntò i suoi occhi in quelli di lei. Pietro la rassicurò «Non ti preoccupare c'è solo stato un cambio nel colore dello zaffiro che si è ripercosso su tutto il corpo.» Capì al volo il senso:tutto ciò che prima era viola ora era bianco,e questo significava solo guai. «Pietro»chiese Zaffira,«ma non mi avevi detto che lo zaffiro rispecchiava l'anima?» Lui ci pensò un attimo poi disse«Credo che indichi un livello di forza,quando ha cambiato colore sei diventa più forte,o sbaglio?» Zaffira annuì e disse«Giusto.» Pensarono a lungo a una soluzione. Saltarono fuori varie cose:per gli occhi la più logica erano le lenti a contatto colorate viola,il vero problema erano i capelli. Le parrucche erano corte e,per di più,se si fosse tirata su di scatto sarebbe caduta;la tinta era troppo costosa. Tutto fu scartato. Alla fine,quando non avevano più idee,Pietro assunse un'aria solenne e si mise a blaterare sul fatto che fosse troppo presto. Pietro stava per parlare,quando Ivan disse«No,no e poi no. Non ti permetterò di fingere già.» Zaffira chiese cosa e Ivan le si avvicinò,le si sedette affianco e fece una cosa che Zaffira non si aspettava:la abbracciò. Le spiegarono che per quando fosse stato necessario farli sparire avevano elaborato un piano: fingere la,in questo caso sua,morte. Zaffira esplose in lacrime e Ivan la strinse più forte mentre Pietro se ne andava. Le accarezzò la schiena con le mani e quando Zaffira si calmò le asciugò le lacrime. Ivan la rassicurò per un po' di tempo poi Zaffira si addormentò serena. Quando si svegliò era pomeriggio. Aveva saltato la scuola! Le salirono le lacrime al pensiero che probabilmente avrebbe dovuto fingere di morire. Tempo cinque secondi e le lacrime uscirono. Non passò molto che qualcuno la abbracciò. Zaffira strinse quella persona. Le era chiaro chi fosse. Per un accertamento alzò gli occhi. Era proprio Ivan. Le piaceva sentire le sue braccia che la stringevano,che le portavano calore e calma nel cuore. Non sapeva come fosse possibile ma stava bene. Ivan la lasciò e Zaffira si rattristò. Le venne in mente una domanda:con chi avrebbe dovuto vivere? Chiese a Ivan che rispose che avrebbe ovviamente vissuto con lui in una casa in montagna. L'idea non le dispiaceva per niente ma erano minorenni. Per scherzare,ma riuscendo ad avere un tono convinto,disse«Per me può andare,adoro stare vicino al camino.» Risero,ma entrambi sapevano la verità:sarebbe stato bello. Arrivò Pietro che disse«Sappiate che avevo in mente una cosa simile. Andrete a vivere con la zia di Ivan in una immensa casa in montagna.» Sia Zaffira che Ivan ne furono stranamente felici.
  
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