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Autore: Ino chan    18/11/2013    5 recensioni
**Seguito di Monster**
-Si dice che l'ora più buia sia quella che precede l'alba, bè signori, spero solo che non sia la solita puttanata che si trova nei cioccolatini.-
Genere: Angst, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Bruce Banner/Hulk, Clint Barton/Occhio di Falco, Nuovo personaggio, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie ' Ragnarǫk'
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Un cuore di padre è il capolavoro della natura.
Abbé Prévost 

 

 

 

Gloria aveva da poco compiuto cinque anni il giorno in cui fu uccisa.
Era una bambina minuscola, tutta capelli e con grandi occhi blu. Era una bambina come tante.
Una bambina felice.
Era seduta nel carrello della spesa, fra le bottiglie di succo d’arancia e  una confezione di bistecche che le faceva freddo contro il fianco quando qualcuno decise di mettere fino al suo mondo. Il suo piccolo, perfetto mondo fatto di mamma , papà e i giocattoli.
Faceva freddo per essere la fine di agosto, la mamma le aveva fatto indossare il vestito nuovo e le aveva pettinato i capelli come  piaceva a lei. Teddy, il suo orsacchiotto profumava di sapone alle violette.
-Oggi è il compleanno di papà, gli prepareremo una bella torta.-
A Gloria piaceva cucinare con la mamma perché finivano sempre per sporcare tutto e per chiamare il signore delle pizze. Rise eccitata all’idea  mentre sistemava il papillon rosso di Teddy.
Erano quasi arrivate alla cassa quando quegli uomini entrarono nel supermercato  gridando.
Lei non fece a tempo a vederli, la mamma la prese dal carrello  mentre una specie di sirena  iniziava a suonare…
Il rumore, il dolore, la mamma che piangeva su di lei e poi…?
Poi il grigio l’accolse. Il mondo non aveva più colori e lei aveva il vestito sporco di rosso sul petto.
Era accanto al suo papà che  allungava meccanicamente la mano verso le persone che gli dicevano che gli dispiaceva tanto, che gli erano vicine.
Gloria non sapeva che cosa sta succedendo, avrebbe capito tempo di essere morta, ma sapeva che quegli occhi blu, quegli occhi che per lei erano sempre stati i più belli di tutti erano cambiati.
Si erano spenti.

Sono passati molti anni da quel giorno e benchè ci sia una luce a chiamarla , Gloria non si è mai mossa. La mamma non l’ha più vista dopo quel giorno, è andata via, ma lei no.
E’ rimasta accanto al suo papà, ogni notte gli ha accarezzato la testa fino a quando non l’ha visto addormentarsi, ogni giorno è sempre stata un passo dietro di lui.
Era lì quando, seduto per terra fra il suo vomito e le lacrime, ha tirato fuori la pistola e ha premuto il grilletto. Si è tappata gli occhi con le mani, gridando, ma invece del rumore che si è preso lei ha sentito una specie di scatto e una risata sguaiata.
Era lì quando ha iniziato a vederlo felice ancora, quando  ha iniziato ad attorniarsi di gente e  a sorridere.
Ora il suo compito è quasi finito, deve solo  evitare che quei fantasmi cattivi gli facciano del male e poi potrà andare via anche lei.
Potrà finalmente riposare.

 

Clint è convinto di stare vivendo un film dell’orrore quando incrocia  lo sguardo sereno della bambina con i capelli rossi a qualche passo da lui. I corridoi  dello SHIELD non sono adatti a qualcuno di così minuscolo e perfetto.
-Ciao?-
Gloria piega la testa verso una spalla, il viso lentigginoso ammorbidito da un sorriso incorniciato da due deliziose fossette - Ciao.-
E’ in piedi di fronte l’ufficio di Coulson, il vestitino azzurro sporco di sangue sul petto e l’orsetto stretto in una mano. Attraverso di lei , Clint, può vedere i contorni della parte bassa del distributore dell’acqua.
-Tu chi sei?-
Clint sa di conoscere quel viso, di averlo già visto, ma è come se il suo cervello non volesse elaborare l’informazione. Come se si rifiutasse di mostrargli l’ovvio.
-Devi andare alla torre Clint.-
Clint si fa indietro di un passo, sorpreso di sentirsi chiamare per nome da quel minuscolo cosino  - Alla Stark Tower?-
-Sì, la butteranno giù. Devi andare da loro.-
Clint si fa indietro di un passo. Non sa cosa pensare, di solito nei film è questo il momento in cui lo spirito sfodera una chiostra di denti da squalo e inizia a gridare. La bambina però non fa niente del genere e continua a sorridergli.
Quel sorriso, perché è convinto di conoscerlo?
-Ne sei sicura?-
-Sì, loro non vogliono tornare nel  Regno di Hel.-
Clint porta il peso del corpo indietro, verso il piede destro - Ok. Vado allora.-
La piccola annuisce e lui si volta lentamente, quasi timoroso di darle le spalle.

-Sei proprio bello, piaci anche a me.-

Clint si volta di scatto, ma la bambina è sparita.

 

STARK TOWER.

 

Il pickup  con lo stemma dello SHIELD sulle portiere si ferma in uno stridio di ruote quando Tony rompe il vetro della finestra con la schiena e vola di sotto. Uscendo dall’auto Clint nota la pioggia di vetri come stelle nel cielo stranamente buio e poi la sua figura piombare come un masso. Non riesce a gridare la sua sorpresa , non come fa Phil mentre Natasha si preme una mano sulla bocca.
Sono tutti e tre attorno alla macchina, appoggiati agli sportelli aperti, quando la figura di Tony viene avvolta da un bagliore argenteo. Una luce calda che lo sostiene e ne rallenta la caduta.
-Che diavolo?- sussurra Natasha.
 

 

 Nonostante il terrore , Tony sa che sta succedendo qualcosa di pazzesco.
Non sta cadendo, sta planando dolcemente verso il terreno, avvolto da una luce che lo ha avvolto come una bolla .
Si sente rigirare e non appena i suoi piedi toccano terra, la luce scompare, per riapparire qualche secondo dopo sotto forma di figura. Una figura minuta, con lunghi capelli castani e occhi azzurri.
Maria Collins Carbonell in Stark sorride a suo figlio  mentre porta  le dita alle labbra e le bacia  - Tony.-
-Mamma?-
I polpastrelli gelidi  di Maria sfiorano la bocca di Tony con la delicatezza di uno spiffero  prima che questa svanisca così come è arrivata. L’amore di una madre per il proprio figlio non conosce tempo o spazio, Tony l’ha sempre sentito dire, ma mai avrebbe pensato che sua madre, a quasi vent’anni dalla sua morte sarebbe accorsa in suo aiuto per salvarlo.
 


Lucide scarpe nere, pantaloni stirati con la piega. Noelle solleva gli occhi stordita .
Simili eppure dissimili, Howard Stark e suo figlio si somigliano allo stesso modo in cui lei somiglia a Tony eppure sono lontani anni luce l’uno dell’altro. Gli stessi colori,  dall’incarnato ambrato agli nocciola,  e i lineamenti. Marcati sì, ma belli da vedere.
Howard però non ha quella dolcezza che lei riesce a leggere negli occhi di suo padre, quella vena di tristezza che lo fanno somigliare ad un vecchio stanco che al miliardario idolo delle folle.
Noelle fissa Howard ammaliata  mentre questi si abbassa e allunga una mano verso di lei a mo’ d’invito - Andiamo.-
Persino la voce di Howard è simile a quella di Tony, naturalmente bassa e affascinante. Da seduttore nato.
Noelle scrolla la testa, tirandosi indietro verso le porte dell’ascensore ormai chiuse –No.-
-Ti prego, fidati di me, devi uscire da qui.-
-No, anche tu mi odi come
Obadiah.-
Howard scrolla la testa -Non potrei mai, sarebbe come odiare me stesso o mio figlio.-
Noelle volta la testa verso le porte a vetro della Hall da dove riesce a vedere Tony premere le mani sui vetri della porta girevole per entrare, poi Howard ancora di fronte a lei che la guarda con una tale tristezza che la spinge, contro ogni logica, ad allungare la mano verso la sua.
Tocca solo aria, aria gelida che le  dona una scossa lungo la schiena e in una frazione di secondo, il tempo di un battito di ciglia, vede l’uomo che ha di fronte, vivo e vegeto, chino su un lettino, intento a fissare tristemente una neonata avvolta in una tutina rosa.

Lo sguardo di Noelle si fa sbalordito  mentre  ritira lentamente la mano per portarsela al petto.

-Ero io?-


Howard annuisce mentre la sua figura inizia a schiarirsi come fumo portato via dal vento. Tony si ferma a qualche metro di distanza dal padre  e quando questo si gira a guardarlo non può trattenere una fitta di dolore sordo all’altezza del petto.
Dovrebbe odiarlo, dovrebbe urlargli contro , ma quello che esce dalle sue labbra  è solo un timido mormorio.
-Papà.-

 

-Devi aiutare Bruce.-
Noelle non pesa molto, ma sta facendo così tanta resistenza che Tony ha la sensazione di stare trascinando un blocco di cemento. Si ferma e puntandole una spalla alla bocca dello stomaco se la butta su una spalla come un sacco - Bruce sa cavarsela da solo.-
-Ti prego!-
Noelle si ritrova bloccata fra le braccia di Clint che la serrano come un cappio mentre Tony corre di nuovo verso la torre alla ricerca del resto della sua famiglia , ma si ferma a metà strada quando li vede spuntare dalle scale antincendio  seguiti da un Coulson con il fiatone.
La gelosia, irrazionale lo sa bene, che nutre nei confronti di Agente si quieta per qualche secondo  soffocata dalla gratitudine.
-Bruce.- Pepper si divincola dall’abbraccio di Tony per spingerlo verso Phil - Devi andare ad aiutarlo.-
Phil è pronto a rientrare quando , vicino alle porte antipanico  che danno sulle scale antincendio, vede l’aria fremere e concentrarsi nella figura di una bambina. Una bambina minuscola che agita un ditino verso di lui per dirgli di no.

-OH MIO DIO.-
Pepper si volta  verso di lui, poi oltre di lui, verso la piccola che con entrambe le mani fa segno di allontanarsi -Chi è?-


E’come guardare un castello di sabbia che va giù a rallentatore, Noelle stretta a Clint sente un grido di terrore e dolore risalirle dalla parte bassa della schiena mentre cerca di divincolarsi dalla sua presa.
Bruce non è uscito.
Clint le afferra la testa, la costringe a non guardare, ma il rumore, la polvere. Quelle non può nascondergliele e Noelle grida così forte da sentire la gola dolere mentre Tony stringe a se i figli più piccoli e Pepper nasconde il viso nell’incavo del suo collo.
Phil e Natasha  poco più in là sono in uno stato di stupefazione tale che per qualche secondo rimangono in silenzio a fissare la torre venire risucchiata da un nuvolone di polvere che risale dal terreno.
-Potrebbe essere ancora vivo.- mormora Coulson.
-Sì.- gli fa eco Natasha - Sì.-  batte le ciglia e  scrolla il capo - Andiamo.-
I due si avvicinano di qualche passo alla nube griglia  che sembra un mostro con la bocca spalancata pronta ad accoglierli, Natasha si copre la bocca con la parte avanti della camicetta mentre Phil sfila un fazzoletto dalla tasca della giacca.
Si avvicinano lentamente mentre Clint scivola a terra  seguendo la caduta a peso morto di Noelle - Potrebbe essere ancora vivo.- mormora fra i suoi capelli - Potrebbe essere ancora vivo.-


Phil si volta tossendo contro il fazzoletto, Natasha strizza gli occhi prima di strofinarseli con il dorso di una mano. Sono avanzati solo di qualche metro e già rischiano di soffocare.

-Torniamo indietro.-
Phil ha la morte nel cuore , Natasha non ha bisogno di guardarlo per capirlo. Arretrano, quando passi pesanti  coprono la loro ritirata.
Si voltano assieme verso la figura enorme che si muove fra la nebbia di detriti a zigzag.
-Hulk?-

 

Gli occhi verdi di Hulk si scorrono i volti dei presenti prima di posarsi su Noelle che lo fissa  ancora stretta a Clint. Il gigante le si avvicina di qualche passo, visibilmente stordito e Clint arretra cercando di spingerla dietro di se per frapporsi fra loro. L’ultima volta che Hulk e Noelle si sono incrociati, non è finita benissimo per quest’ultima.
La ragazza però si divincola dalla sua presa e si avvicina a sua volta ad Hulk che, a sorpresa, si siede di fronte a lei toccandosi con un espressione indolenzita il profondo taglio sulla fronte.
-Ti fa male?-
Noelle toglie a fatica la felpa , l’appallottola contro il fianco usando solo il braccio sano e allunga il braccio verso il viso di Hulk, Pepper sente Tony irrigidirsi mentre la figlia prende a tamponare il sangue verde del mostro.
-Noelle.-
Noelle allontana il braccio mentre Hulk si china in avanti in preda ad uno spasmo.

 

 

Noelle fa passare le braccia sotto quelle di Bruce e con uno sforzo non indifferente lo tira a sedere. Lo fa appoggiare a sé ,  al suo petto con la testa mentre lei affonda il naso e la bocca fra i suoi capelli sale e pepe .
Bruce solleva prima un braccio, poi l’altro, cerca di ricambiare la sua stretta, ma è troppo stanco per farlo.
-Ho visto Betty.-
Nolle corruga la fronte -Tua moglie?-
Bruce annuisce senza alzare la testa -Mi ha salvato.- Noelle non può non provare una fitta di gelosia -Perché dovevo tornare da te.-

 

-C’è qualcuno che ti aspetta.-
-Cosa?-
-Sai benissimo di chi parlo Bruce. Lei ti aspetta da così tanto.-

 
-Devo ringraziarla allora.- mormora Noelle strofinando la guancia contro i suoi capelli.

 

SHIELD.

 

-Che succede?-
Phil alza gli occhi dalla  piccola foto che tiene fra le mani e l’allunga a Clint . C’è ritratta  una minuscola bambina dai capelli rossi, il fantasmino  che Clint ha visto davanti all’ufficio di Coulson.
-Chi è?-
Phil preme le labbra una contro l’altra guardando il pavimento fra i piedi di Clint -Mia figlia Gloria.-
A Clint occorre qualche secondo per realizzare, alza gli occhi di scatto, le labbra socchiuse in un espressione stupefatta.
-Tua figlia?-

-Sei proprio bello, piaci anche a me.-


Clint lascia cadere la foto e  dopo un passo all’indietro , imbocca la porta che apre con talmente tanta forza da farla sbattere contro il muro. Phil chiude gli occhi coprendosi il viso con entrambe le mani.


FINE CAPITOLO:

Non sono molto convinta di questo capitolo, se vi va, fatemi sapere che ne pensate :D

   
 
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