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Autore: _xheystyles    18/11/2013    46 recensioni
Casa Payne è sempre stata famosa per le feste che i due fratelli Payne vi organizzavano. Le feste, considerate le persone, l'alcol e la musica, erano sempre perfette e duravano tutta la notte, e questo anche perché la casa era paragonabile a una reggia, un castello o a una villa di lusso. Questo perché, effettivamente, la famiglia Payne era una famiglia di lusso.
Genere: Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti, Zayn Malik
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Bondage
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#3 






Il primo settembre, indipendentemente da che giorno della settimane fosse, era conosciuto da tutti i ragazzi come ‘giorno della depressione’, e dagli adulti come ‘primo giorno di scuola’. 
Ovviamente, vi erano alcune eccezioni, come per esempio i ragazzi nerd, che durante l'estate contavano i giorni che mancavano all'inizio dell'anno scolastico, ma una ragazza come Tiffany non era certo da considerarsi di quella categoria. 
Lo stesso valeva per il fratello Liam e gli amici. E per il 98% della popolazione sotto i diciannove anni.
Se per la maggior parte delle persone fosse traumatizzante la ripresa delle lezioni, per Tiff lo era soprattutto lo svegliarsi alle sette del mattino. E sapere di doverlo fare per nove mesi consecutivi. 

“Tiff, la colazione!” si sentì chiamare. 
Aprì lentamente gli occhi, rimanendo sconvolta nello scoprire che fuori dalla finestra non si intravedeva ancora nessun raggio di luce. 
Sorpresa, controllò la sveglia: le sette e dieci. 
In quella giornata, Tiffany pensò seriamente di porre fine alla sua sofferenza con una morte veloce e indolore, pur di non dover affrontare quel preludio di inferno ogni giorno, ma il fratello la riportò alla normalità. 
“Svegliati, sorellina” le disse entrando in camera sua.
La sorella mugugnò qualcosa di incomprensibile in segno di protesta, ma Liam non parve gradire. 
In men di un secondo si trovo sul letto di Tiff, saltandole sopra ed obbligandola a svegliarsi definitivamente. 
La dolce Tiffany, dopo aver buttato il fratello dal letto con un colpo nei gioielli di famiglia, si alzò di malavoglia e si diresse verso il bagno. 
“Non provare a suicidarti, ti sto controllando” le disse ironico Liam, da dietro la porta del bagno.
“Fanculo” sussurrò Tiff, con la voce ancora impastata dal sonno. 

Dopo circa un'ora, passata più che altro a lamentarsi dell'imminente inizio scolastico, i fratelli Payne uscirono fuori di casa, diretti verso la scuola. Sentirono un clacson suonare, si girarono alle loro spalle e trovarono la Mercedes nera del riccio. Contenti e sorridenti Liam e Tiffany vi entrarono all'interno.
La ragazza diede un bacio sulla guancia all'amico, “giorno”.
“Ti vedo molto allegra oggi.”
“Particolarmente allegra, ovvio” ironizzò.
In men di cinque minuti si trovarono a scuola, scesero dalla macchina ed incontrarono Louis e Niall che scendevano dalla macchina dell'ultimo. 
Tiffany si avvicinò e diede un cinque al migliore amico, dandogli poi due baci sulle guance. 
Lo prese a braccetto e si allontanò dagli altri.
“Ho nuove notizie, Tomlinson.”
Lui sorrise di rimando.
“Un nuovo arrivato” disse soltanto.
Louis la guardò con indifferenza. 
“Quindi?”.
“Quindi è il nipote del signor Malik, e Liam gli hai promesso di essergli amico” aggiunse.
Il ragazzo continuò a non seguire le parole della migliore amica.  
“Significa che se è una testa di cazzo, non potrete farci una minchia”.
Louis sbuffò, “Liam e il suo animo gentile di merda” disse, facendo ridere Tiff e sorridendo. 
Sembrava che non potesse farne a meno, come se fosse d'importanza vitale. Quando sorrideva trasformava il mondo in qualcosa di più semplice, e finché rimanevi a contemplare quel paradiso, niente era importante.
Nonostante ciò, Tiffany non poté non continuare a soffrire per le ore di sonno mancate. 
Allo suonare della campanella la ragazza salutò gli altri - che avevano già preso il loro orario - ed andò a richiedere il suo. 
La bassa, grassa e brutta signora alla segreteria le consegnò il foglio senza degnarle di uno sguardo o un principio di un sorriso. 
Tiffany mandò mentalmente a fanculo tutto il mondo dopo aver letto le prime due ore della giornata: chimica.
Fece per andare verso l'aula, ma a pochi metri di distanza dalla classe decise di protestare, rifiutarsi di ascoltare due ore consecutive del signor Denver, di cui avrebbe tranquillamente fatto a meno per tutti gli anni di studio. 
Cambiò la sua rotta, dirigendosi verso l'esterno. Andò verso il suo muretto ‘del fumo’, che anche dopo un estate intera era rimasto lo stesso, si sedette e si accese la sua amata camel. 

Dopo aver passato un ora fuori, decise di essere abbastanza pronta per affrontare un ora di chimica, e si diresse verso la classe. 
Diede due colpi alla porta con il pugno e ricevette come risposta un freddo “avanti”.
La prima cosa che vide entrando in classe, fu il viso adirato del professore.
“È solo il primo giorno, Payne, e lei è già in ritardo?” domandò ironico.
Tiffany si limitò ad un alzata di spalle. 
“Spero lei abbia una motivazione” continuò.
“Volevo fumare una sigaretta.”
“E ci ha messo un'ora?”
Annuì semplicemente, ed andò a sedersi nell'unico posto vuoto, all'ultimo banco a fianco alla finestra. 
Perfetto, almeno poteva osservare quant'era gradevole il mondo fuori, tutto il contrario della lezione. 
Si sedette senza neanche guardare chi c'era seduto al suo fianco, e si coricò appoggiando la testa sul banco.
“Chi si rivede” disse il suo compagno di banco.
Si girò verso il ragazzo e scoprì essere il nipote di Mike.
“Ciao” disse soltanto, troppo stanca per accennare un sorriso.
Lui rise, senza alcun motivo. La ragazza lo guardò interrogativo.
“Scommetto che non ti ricordi il mio nome”.
Tiffany ci pensò su. Non era facile dimenticare un nome come Zayn, insomma, che cazzo di nome era? Di certo, però, non gli avrebbe dato la soddisfazione di aver occupato una parte della sua memoria.
“Non è impostante”.
Sorrise, mostrando dei denti perfetti, che risultavano ancora più bianchi in contrasto con la sua pelle scura. 
Il signor Denver aveva iniziato a spiegare il nuovo argomento da qualche minuto, ma Tiff non si impegnò nemmeno di far finta di seguire. 
“Lo stai davvero ascoltando?” chiese sorpresa a Zayn, vedendolo concentrato mentre osservava il professore. 
Zayn sbuffò, “non mi interessa la chimica”.
“Siamo in due allora” disse, sistemando più comodamente la testa sul banco.
Tiffany non era una ragazza antipatica, e neanche snob, ma a scuola era vista come una stronza, bella e famosa - tutte qualità abbastanza vere -, e per questo chi non la conosceva direttamente, non andava di certo da lei a presentarsi.
Zayn, invece, non pensava lo stesso, probabilmente. 
“Ho sentito dei ragazzi parlare di voi, all'entrata” le disse Zayn, dopo qualche minuto.
“Noi?”
“Te e Liam” precisò.
“E che dicevano di interessante?” era sicura fossero i soliti pettegoli.
“Parlavano di una festa che avete fatto sabato” disse, “l'hanno definita grandiosa”.
Tiff sorrise per niente sorpresa, “ovviamente”.
Zayn sbuffò, “modesta”.
“No, realista.”
Alzò il sopracciglio, e rise di gusto, facendo ridere anche lei. 
Aveva una risata contagiosa, una qualità che Tiffany apprezzava, era bello ridere con qualcuno in quel modo.
“Vorrai verificare personalmente se si possono definire ‘grandiose’?”
“Mi stai invitando?” sorrise.
Tiffany sorrise maliziosamente.
“No.”

Allo suonare della quarta campanella, Tiff uscì velocemente della classe, sfinita dopo una noiosa ora di letteratura, vedendo Niall appoggiato di schiena al suo armadietto. Si avvicinò e imitò la sua posizione.
“Sfinito” disse.
“Concordo”.
“E sai qual'è la cosa peggiore? Le due ore di educazione fisica dopo pranzo”.
Tiffany rise, appoggiando una mano sulla spalla dell'amico come per fargli le condoglianze. 
Si spostò dall'armadietto, “andiamo a mangiare, biondo”.
“Cibo!” sembrò illuminarsi al solo pensiero di poter mangiare. 
Si diressero insieme verso le sala pranzo, e dopo aver preso i vassoi con il cibo appoggiatoci sopra, si sedettero al loro tavolo.
“Non è strano che il primo giorno di scuola, con tutti i nuovi arrivati, il nostro tavolo sia comunque ‘riservato’?” sentì Liam chiedere.
La sorella si sedette davanti a lui, “no Liam, è giusto” precisò, appoggiando il vassoio. 
Il biondo la seguì a ruota, sedendosi al suo fianco.
Harry diede un bacio sulla guancia all'amica. 
“Sei di buon umore?” chiese, sorridendogli. 
“No, ma ho voglia di sesso” rispose, con un espressione triste. 
“Cercati una ragazza del primo, allora”.
Harry sembrò pensarci su, “ma nessuna sarà brava quanto te”.
Tiffany sorrise, “touchè”. 
“La cosa più bella della giornata è stata la supplica della Berry” disse Louis, e il riccio cominciò a ridere. 
“È andata dal nostro Louis, con le tette in bella vista, supplicandolo di invitarla alla vostra prossima festa” le raccontò l'amico.
“E tu che hai detto?” chiese Tiffany a Louis, immaginando l'amico disperato, in cerca di una scusa.
“Che non avete ancora organizzato niente” disse, riferendosi ai due fratelli Payne, “ma potrebbe andarmi comodo una troietta da farmi” ci pensò su. 
Tiffany rise, vedendo un Louis pensieroso. La sua attenzione fu poi attirata dal fratello che si stava sbracciando per attirare l'attenzione di qualcuno.
“Zayn, vieni!” urlò. 
La bionda seguì il suo sguardo e vide il moro sorridergli ed avvicinarsi al loro tavolo, per poi sedersi tra Liam e Louis.
“Ragazzi, questo è Zayn” lo presentò agli altri. 
A turno lo salutarono e iniziarono subito a parlare del più e del meno, come se fossero amici da secoli. 
Tiffany osservò il ragazzo nuovo e notò che ad intermittenza le regalava degli sguardi fugaci, con il suo solito ghigno convinto che la ragazza incominciava ad odiare. 
“Ma voi due siete in classe insieme?” chiese Louis, richiamando l'attenzione della migliore amica.
“Per mia sfortuna” precisò lei.
Zayn rise per la sua risposta.
“Però ti sei seduta nel mio banco”.
“Era l'unico posto libero, idiota” lo riprese la ragazza, per poi ridere per la sua faccia scocciata. 
Niall iniziò a fargli delle domande sul come si trovasse nella scuola, o se avesse già conosciuto qualcuno. 
“Tiff” attirò Harry la sua attenzione, “Zayn ti guarda da troppo” le sussurrò all'orecchio.
“E quindi?” chiese, guardando storto il riccio.
“Gli faccio capire che sei mia” e le diede un grande bacio sulla guancia. 
La ragazza alzò un sopracciglio e rimase un po' stupita per la stupidità del riccio.
“Io non sono tua, Styles” si affrettò a chiarire. 
Harry le fece un occhiolino e continuò a mangiare. 
La conversazione non dev'essere passata inosservata al nuovo arrivato, che continuò ad osservare la bionda. 
Non sapeva neanche lui perché lo stesse facendo, ma in mezzo a quelle persone gli sembrava di vedere solo lei. Forse perché la sua risata lo distraeva, e si trovò ad essere geloso del ragazzo riccio di cui non ricordava ancora il nome, a cui Tiff regalava dei sorrisi.
“Hazza, lascia mia sorella in pace” lo richiamò Liam divertito, con un velo di irritazione nella voce. 
Liam era sempre stato protettivo nei confronti della sorella. Nonostante fosse solo un anno più piccola di lui, sentiva di avere la responsabilità, da quando i loro genitori avevano iniziato a viaggiare continuamente, di controllarla affinché i ragazzi non si approfittassero di lei. Anche lui, che era suo fratello, capiva perfettamente quando fosse bella e piacesse al genere maschile. 
Nonostante il migliore amico lo negasse sempre, lui sapeva che il riccio provava qualcosa nei suoi confronti.
“Le ho solo dato un bacio” gli rispose ridendo, alzando le mani in segno di arresa. 
Osservò la sorella, e vide i suoi occhi osservare Zayn di tanto in tanto. Si voltò verso di lui e notò che faceva lo stesso. Continuò ad osservarli riflessivo, finché l'amico non lo distrasse. 
“Ragazzi, dobbiamo organizzare la prossima festa!” disse Louis. 
Tutti annuirono.
“Facciamo una festa a tema” propose Tiffany, entusiasta come una bambina. 
Harry sorrise dolcemente vedendola saltellare sulla sedia.
“Festa in maschera” propose Niall.
Tutti annuirono per la seconda volta. Zayn, di canto suo, non sapeva se poteva considerarsi invitato automaticamente alla festa o no, quindi rimase zitto.
Fu Liam a ricordarsi della sua presenza, “amico, ovviamente sei invitato”.
Il moro fece per ringraziare, ma Tiffany gli parlò sopra. 
“Cosa, Liam?” chiese stupita, “non dovremo fare prima la lista degli invitati? E decidere se invitarlo o no insieme?”.
Liam sbuffò, “ma smettila Tiff, Zayn è ok”.
“È ok da picchiare” disse lei.
Era sempre stata una ragazza schietta e senza peli sulla lingua. Liam era sicuro che Zayn non le stesse sul cazzo, era semplicemente riluttante, come sempre, nel far entrare qualcuno nel gruppo. 
La pausa pranzo finì troppo velocemente, i ragazzi salutarono Zayn e Tiff e ovviamente Louis e Harry schioccarono un bacio sulla guancia di quest'ultima. 
Quando rimasero soli, Tiffany parlò.
“Andiamo in classe?”.
“Ok, Tiff”.
La ragazza si fermò. 
“Solo gli amici mi chiamano Tiff” dettò le regole. 
Zayn sbuffò, come era solito a fare, ed alzò il sopracciglio.
“E io cosa sono?” chiese, guardandola negli occhi.
Rimase in silenzio per un po', contemplando quegli occhi in cui le faceva sempre piacere immergersi. Amava il miele. 
“Sei Zayn” disse, facendo ridere il moro. 
Erano a pochi metri dalla porta della loro classe quando Zayn la prese per il polso e la bloccò. 
“Andiamo a fumare”.
“Io fumo solo da sola, non l'hai sentito questo?” chiese, alzando gli occhi al cielo.
Il ragazzo le si avvicinò all'orecchio. 
“Anch'io” sussurrò, “possiamo fumare da soli, insieme” le disse, con una voce che alle orecchie della ragazza risultò fin troppo eccitante e maliziosa. Così tanto, che istintivamente immaginò Zayn a petto nudo, per poi scuotere la testa. 
“Facciamo così” le disse, a pochi centimetri dalle sue labbra, osservandolo negli occhi, “se non mi cadranno le palle in terra fumando con te, potrai essere mio amico”.
Un sorriso storto si formò sulle sue labbra carnose, “ci sto”.
Quando uscirono in cortile, Zayn andò verso una panchina ma la bionda lo fermò.
“Sbagliato, il mio posto è quello” disse indicando il suo muretto verniciato vintage. 
“Che gangsta, il tuo muretto” ironizzò.
Lei gli diede un colpo nel braccio, scoprendolo duro e muscoloso. 
Si sedettero e Zayn le offrì una sigaretta. 
“Buon inizio” disse.
La accesero con il suo accendino e sputarono il fumo del primo tiro nello steso momento, creando un alone di fumo che sparì in pochi secondi salendo in cielo. 
“Tu dovresti ancora rendermi il pacchetto di ieri” le ricordò. 
Tiffany sorrise, “continua a sperarlo”.
Vide il ragazzo scuotere la testa divertito. Nonostante fosse nuovo, ed era risaputo che Tiffany non riuscisse a far amicizia al primo incontro, con lui si trovava bene, non era poi così tanto rompipalle. 
“Quindi, festa in maschera?”.
“Mi piace l'idea, pensa a tutta la gente che si scoperà qualcuno senza sapere minimamente chi sia” gli disse Tiffany, divertita. 
“E da cosa ti vestirai, tu?”.
Ci pensò un po' su, “sorpresa”.
Zayn sorrise maliziosamente, avvicinandosi per la seconda volta in quella giornata al suo orecchio. 
“Ti riconoscerei ovunque” le sussurrò, provocandole dei piacevoli brividi che nascose velocemente. 
“Allora cercherò di travestirmi il meglio possibile” gli rispose, spostando la sua faccia dal suo orecchio arrossato.
Zayn non era sicuro se fosse per il freddo, per il fumo caldo della sigaretta o per le sue parole, ma giurò di aver visto un rossore sulle guance della bionda. 
La osservò attentamente mentre aspirava dal filtrino. I suoi occhi azzurri erano rivolti verso la scuola che si trovava davanti a lei. 
Non era un semplice azzurro, comunque. Aveva avuto la fortuna di osservarlo il giorno prima. 
I suoi occhi splendevano di malizia, ma era sicuro di aver visto anche una luce di dolcezza all'interno di quelle iridi ipnotizzanti. 
Quando la sigaretta si consumò, Zayn scese dal muretto e diede la mano alla ragazza. Lei la guardò per qualche secondo, e con riluttanza la prese e scese anche lei dal suo posto.
Per la prima volta, rivolse un sorriso sincero al moro, senza nessuna malizia o sfida. Il ragazzo si affrettò a ricambiarlo.
“Allora, è stato così brutto?” chiese, riferendosi al fatto che avesse appena fumato in sua compagnia. 
“Non è stata la fine del mondo” ammise, senza sbilanciarsi troppo. 
Zayn mostrò il suo ghigno, “andiamo in classe, Tiff” contento di poter chiamare in quel modo la ragazza. 
Lei alzò la testa in cielo, scocciata, e rise seguendolo verso l'entrata della scuola.






Angolo autrice:
Prima di tutto, vorrei ringraziare tutte quelle che hanno recensito/letto il primo e il secondo capitolo, non avete idea di quanto mi faccia piacere leggere le vostre opinioni! 
Ci terrei, anche per questo capitolo, ricevere le vostre critiche o consigli per migliorare!
Ho avuto qualche problema per questo capitolo, perché ero molto indecisa su come far "conoscere meglio" Tiff e Zayn, soprattutto non avevo le idee molto chiare su quando esattamente mettere la scena della sigaretta, ma in complesso sono abbastanza soddisfatta! 
Fatemi sapere che ne pensare ❤️

  
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