C’erano volute tre birre di troppo per capire quanto i rapporti coi suoi genitori fossero labili.
La prima volta che aveva baciato Sebastian aveva tossito a causa del retrogusto di nicotina che caratterizzava il palato del fidanzato.
Da quel giorno in poi attuarono la strategia della mentina, sino a che l’abitudine a quelle labbra non ebbe la meglio sulle papille gustative.
La prima volta che disse “Ti Amo” Sebastian era ubriaco, debole, fragile come poche volte lo aveva visto.
Il giorno dopo quella sbronza era stato Thad a dirglielo, accudendolo e coccolandolo come se si fosse trattato di un bambino influenzato.
La prima volta che fecero l’amore, Thad strinse i denti per non piangere dal male, incurante delle carezze di Sebastian. Pure di quelle più sporche e sessuali.
Il mattino dopo le mani fresche di Sebastian sul volto lo fecero svegliare, prima di condurlo in bagno – in braccio – e di coccolarlo sotto la doccia. Manco a dirlo, arrivarono entrambi in ritardo a lezione.
La prima volta che si lasciarono, Thad corse da Jeff e si sfogò piangendo davanti al televisore con un barattolino di gelato da due chili.
Il giorno dopo si trovò stretto dalle forti braccia di Sebastian che – incurante delle spinte e delle proteste dell’altro – gli ripetè quanto fosse dispiaciuto, un coglione “Thad ti prego perdonami” sino che il messicano non fu costretto a credergli.
Perché ogni singola volta che Thad aveva provato a scappare, Sebastian lo aveva rincorso.
Ogni volta che Sebastian lo aveva ferito, Thad non aveva mollato.
E in questo bizzarro gioco di equilibri, quello che i due avevano creato era quanto di più bello potessero augurarsi: una storia d’amore lunga una vita intera.
Ogni volta che Sebastian lo aveva ferito, Thad non aveva mollato.
E in questo bizzarro gioco di equilibri, quello che i due avevano creato era quanto di più bello potessero augurarsi: una storia d’amore lunga una vita intera.