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Autore: hermioner    19/11/2013    2 recensioni
“Secondo la mitologia greca, gli umani originariamente furono creati con quattro braccia, quattro gambe e una testa con due facce. Temendo il loro potere, Zeus li divise in due parti separate, condannandoli a trascorrere le loro vite a cercare l’altra loro metà.''
E se Scarlett fosse la metà di Draco?
E se Draco fosse la metà di Scarlett?
Quanto può essere più forte l'odio dell'amore?
Se si ama sul serio, nemmeno la metà.
Buona Lettura;
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Weasley, Il trio protagonista, Nuovo personaggio | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Più contesti
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Grifondoro


 

Il piede rivestito da un bellissimo paio di scarpe con tacco 14 batteva con ritmo sul suolo di pietra e le braccia coperta da un sciallè nero erano incrociate sotto il seno fasciato dal magnifico corpeto del suo ennesimo abito.
Essere la figlia di una delle famiglie più importanti del mondo aveva i suoi frutti anche se l'etichetta che era obbligata a seguire e l'educazione fastidiosa che da sempre le era stata insegnata e imposta, dopo un po', dava ai nervi.
Per di più era sempre costretta a fare ciò che il padre le ordinava di fare senza mai replicare, come era successo in questo caso.
Si asciugò con il dorso della mano la guancia.
Una buona cosa c'era però. Nonostante discendesse da una delle stirpe di purosangue più potenti dell'intero globo terrestre, la sua famiglia non era contro i babbani, quindi non appoggiava il signore oscuro.
I capelli le ricadevano perfettamente abboccolati dietro alla schiena, fino alla base di essa. Erano di un colore tendente al rossiccio.
I suoi occhi invece erano indefinibili dato che cambiavano a seconda del suo umore.
Passavano dal viola dell'ansia, al verde dell'allegria, al nero della rabbia, al blu dell'imbarazzo.
La porta si aprì lasciandole vedere il volto di Albus Silente, preside di una delle più prestigiose scuole di magia e stregoneria.
'' Signorina Lightwood, ben arrivata'' la accolse il preside spostandosi di lato per lasciarla entrare.
Le si rifugiò velocemente all'interno della scuola scossa da un brivido di freddo.
Un enorme scalinata si presentò davanti ai suoi occhi e tantissime candelabri appesi alle pareti riscaldavano l'ambiete illuminandolo quel che serviva.
'' Venga con me'' le disse il preside prima di dirigersi verso le gradinate a camminare per qualche piano.
'' Professore, non vorrei essere scortese, ma questo vestito è abbastanza ingombrante e, in più, sono due giorni che non dormo e che non mangio, sa com'è, non ho passato un bel weekend.'' cercò di parlare senza sembrare polemica e acida, ma la stanzhezza le giocava un brutto effetto.
'' Non si preoccupi, lo so benissimo. La sto, infatti, portando dalla professoressa McGranit in modo che il cappello parlante possa collocarla nella giusta casa'' la fissò il professore da dietro le lenti dei fini occhiali.
La ragazza annuì leggermente per poi continuare a camminare.
Arrivarono dinnanzi ad una statua e, dopo la parola magica pronunciata da Silente, delle scale iniziarono a salire.
Con un passo vi si trovarono sopra e furono portati dentro l'ufficio.
Una modesta stanza con una scrivania piena di scartoffie e numerosi armadi ospitava al suo interno quattro persone che dovevano essere i rispettivi capi case o come si chiamavano.
'' Signorina Lightwood le presento la professoressa McGranitt, capo della Casa Grifondoro, il professor Piton, capo della casa Serpeverde, la professoressa Sprite, capo della casa Tassorosso ed infine il professor Vitous, della casa Corvonero.
Si sieda sulla sedia'' le spiegò il vecchio.
La ragazza si avviò titubante verso alla sedia e vi si sedette anche se scomodamente per via di tutta quella stoffa.
La professoressa McGranitt le appoggiò il cappello sugli scuri capelli.
'' O, ma cosa vedo. Coraggio? Ne hai da vendere, tipico di un Grifondoro. Ma possiedi anche le doti della furbizia e dell'astuzia che caratterizzano una Serpeverde, e un'innata voglia di sapere.
Ragazza mia, sei una dei casi più complicati da sistemare.... Mmmh... Mmmh... credo proprio... Grifondoro!'' la classificò lui.
La ragazza si voltò verso la professoressa McGranitt che la guardava con un sorriso e con gl i occhi che le luccicavano.
'' Signorina Lightwood, sarà un piacere averla nella mia casa. Ora si riposi e domani, quando si sarà leggermente ambientata, venga nel mio ufficio e le consegnerò il suo orario e le dirò le varie regole della scuola. Buona notte'' disse la donna con una voce paccata ma confortante.
La ragazza ringraziò per poi seguirla fuori dall'ufficio per andare nel suo dormitorio.
Salirono alcune scale per poi trovarsi davanti al ritratto di una signora grassa che chiese la parola d'ordine.
'' maltafinocchia'' sussurrò la professoressa e il quadro librò il passaggio che li fece accedere alla casa.
'' Si ricordi la parola d'ordine se non vuole rimanere chiusa fuori. La sua stanza e al secondo piano, le sue cose sono già al suo interno. Domani non è obbligata a venire a lezione, sono a conoscenza della giornata movimentata che ha avuto e di quelle precedenti.
Buona notte'' le spiegò prima di congedarsi.
La bruna fece come le era stato detto e si avviò verso la sua camera, nel dormitorio femminile.
Una volta lì, con ancora il vestito indosso, si addormentò sul comodo letto, lasciandosi trasportare da Morfeo nel mondo dei sogni.





'' Waoh, è da vero bella... Pensi che dovremmo svegliarla?'' chiese una voce femminile.
'' No, se si è addormentata con ancora i vestiti doveva essere molto stanca'' commentò un'altra ragazza.
Aprì lentamente gli occhi sbattendoli lentamente per mettere a fuoco le due ragazze davanti a lei.
'' Oddio scusaci, non volevamo svegliarti'' commentò mortificata la ragazza dagli occhi più scuri.
'' Oh, non preoccuparti....'' lasciò in sospeso la frase che non tardò ad essere completata.
'' Hermione, mi chiamo Hermione, Hermione Granger. Lei invece è Ginny Weasley'' si presentò.
'' Non preoccupatevi, non mi avete svegliato. Comunque piacere, il mio nome è Scarlett Lightwood, sono nuova'' esclamò tranquillizzandole.
'' Lightwood? Sei la figlia di Timoty Lightwood? Il famoso purosangue?'' chiese sopresa Ginny.
'' Emmh si... Perchè?'' chiese imbarazzata la ragazza colorendo leggermente le guancie.
Odiava quando parlavano di suo padre così, perchè sembrava una cosa tanto strana essere sua figlia.
'' Mia madre mi ha sempre parlato della tua famiglia, siete molto amati fra i sangue sporco, come ci chiamano i serpeverde'' ammise con una smorfia all'appellativo.
Scarlett le sorrise.
Aveva indossato tutto ciò che Hermione e Ginny le avevano detto di mettere e ora si specchiava allo specchio della sua casa notando come, quel semplice abbigliamento le stava bene.
Indossava una camicia bianca con sopra un gilè scuro dove vi era ricamato il logo della sua casa.
Al collo portava la cravatta leggermente aperta, per non morire soffocata, e un paio di pantaloni scuri.
Ai piedi aveva le sua inmancabili scarpe con tacco 12 scure, giusto per non rovinare le sue origini.
Un sorriso soddisfatto era aperto sul suo volto e i suoi occhi, color oro in quel momento, rappresentavano quanto fosse emozionata in quel momento.
Prese la sua borsa dove vi erano i libri che le servivano e scese le scale affiancandosi ad Hermione e Ginny.
'' Perchè tu sei stupenda anche con questa stupida divisa!'' piagnucolò Ginny.
'' Io non sono stupenda e fidati, tu lo sei più di me'' le fece l'occhiolino la bruna.
'' Certo certo'' concluse il discorso la sua amica.
'' Che cosa hai ora?'' chiese Hermione curiosa.
'' Trasfigurazioni'' rispose la ragazza mentre stringeva la tracolla della borsa.
Uscirono dal quadro della signora Grassa, che in quel momento si stava esercitando a cantare -rompendo i timpani a tutta Hogwarts- e iniziarono ad avviarsi verso la Sala Grande, dove dovevano fare colazione.
'' Anche noi!'' esclamò felice la ragazza dagli occhi scuri.
Mentre passeggiavano nei corridoi della scuola notava che li studenti, maschi, non le toglievano gli occhi di dosso facendo diventare i sua azzurri, per l'imbarazzo.

Scarlett non si poteva certo definire una ragazza piena di se.
Era una delle tre figlie di casa Lightwood, ed unica Metamorfomagus per eredità da parte della nonna paterna.
Era sempre stata un'ottima maga, se non eccellente.
Aveva sempre studiato con degli insegnanti privati assieme alle sue sorelle ma, dopo un attacco dei mangiamorte alla sua casa, suo padre decise di spedirla ad Hogwarts, luogo più sicuro e non avendo ancora completato gli studi.


 
Era una tranquilla serata di Settembre, le cicale cantavano nel giardino della sua casa e la luna e le stelle brillavano nel cielo.
La ragazza era nella sala principale con molti altri invitati.
Una festa era in corso a Villa Lightwood per celebrare il fidanzamento di sua sorella, Katherine.
Tutto filava per il meglio, gli invitati si divertivano, bevevano, ridevano, quando però, ad un certo punto, un lampo di luce verde ruppe una delle finestre centrali causando il panico totale nella stanza.
Subito dopo un altro lampo, un altro, un altro ancora.
I Mangiamorte iniziarono a materializzarsi nella stanza e a lanciare Maledizioni senza Perdono.
Si sentì tirare per un braccio, la paura la invase, gli occhi le si colorarono di rosa.
'' Sono io Scarlett'' la rassicurò suo padre portandola via da lì assieme alla madre.
Si smaterializzarono per poi riapparire nella camre della ragazza.
Con un colpo di baccheta tutti i suoi vestiti e effetti personali si infilarono in un enorme baule apparso ai piedi del letto.
Sul volto della ragazza si poteva notare la confusione del momento.
'' P-ppadre, che state facendo?'' chiese con la voce che le tremava.
'' Devi andartene da qui, sapevo che sarebbe successo, lo sapevo benissimo. Preparavo questa cosa da settimane ormai in attesa del momento. Figlia mia, va via. Smaterializzati a Londra, lì troverai un mio caro amico che ti porterà alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts dove ci saranno persone che ti proteggeranno e finirai i tuoi studi.'' la rassicurò l'uomo guardandola negli occhi.
Timoty Lightwood era di certo un bell'uomo, tanto bello quanto buono.
Lavorava per conto del mistero Americano a Londra e da sempre aveva aiutato chi aveva bisogno di una mano.
Questo, però, aveva fatto si che i Mangiamorte lo tenessero di mira aspettando il momento in cui il loro signore gli avrebbe ordinato di agire.
Era sposato con Margaret Dgas in Lightwood, nobile purosangue francese.
Era snella e alta, con lunghi capelli ramati, come quelli della figlia.
Gli occhi azzurri, e le labbra piene.
Chiuse con uno scatto il baule e baciò sulla fronte la figlia.
'' Va, figlia mia, e non voltarti mai indietro. Qualunque cosa succederà sta sera, ti ho amato con tutta me stessa'' una luce verde e delle voci fuori dalla porta fecero destare la ragazza, che fece come le era stato detto.
Si sedette sul baule e si smaterializzò giusto in tempo per vedere degli uomini neri entrare nella stanza e suo padre e sua madre che facevano la stessa cosa.
 
Si ritrovò davanti ad un enorme casa in mattoni. I numeri, però, saltavano dall'11 al 13, saltando il 12.
Si ricordò di cosa suo padre le disse prima di andarsene
'Leggi MENTALMENTE questa frase e la dimora che ti ospiterà per pochi giorni si meterializzerà davanti a te'.
Prese il foglietto che le era stato dato dal padre e lo aprì per poi fare come le era stato detto.
Subito la casa si mosse facendo apparire una terza. La porta d’ingresso era nera con un battente d’argento dalla forma di un serpente attorcigliato. Non c’era serratura né buca
delle lettere, l’esterno della casa era sporco e le finestre erano opache. La porta si aprì su un lungo corridoio, illuminato da un grande lampadario. La ragazza entrò lentamente e con attenzione portandosi dietro l'enorme baule, con l'aiuto della magia.
Alle pareti vi erano un sacco di vecchi ritratti, fra cui uno di Phineas Nigellus, un tempo capo della famiglia Black nonché ex-preside di Hogwarts e uno della madre di Sirius, Walburia Black, che urlò a squarciagola. La ragazza si bloccò immediatamente chiedendo scusa. Su di un lato c'era anche uno strano portaombrelli a forma di
gamba di Troll che le fece fare un ghigno.
'' Strano vero? '' una voce accanto a lei la fece sobbalzare e portarsi una mano al cuore. ''Scusa, non volevo farti spaventare. Pensa che Tonx, ogni volta ci inciampa e fa strillare questa vecchi burbera qui'' rise il ragazzo indicando il quadro della madre di Black.
Un ragazzo alto, dai capelli rossi e gli occhi arzilli se ne stava in piedi accanto a lei.
'' Tu devi essere Scarlett, eh?'' la ragazza annuì lentamente.
'' Oh, non aver paura, io sono innoquo. Piacere, George Weasley al tuo servizio! Vieni, ti stanno aspettando.'' disse indicando le scale.
Nel seminterrato c'era la cucina con un grande caminetto, un lungo tavolo con tante sedie, una credenza e una dispensa. All'interno della stanza vi erano cinque persone che, non appena sentirno i passi dietro di lor, si alzarono.
'' Scarlett finalmente!!'' esclamò il signor Weasley.
Aveva già avuto l'opportunità di conoscere quell'uomo, grande amico di suo padre nonchè suo padrino.
'' Resterai qui fino a lunedì, poi andrai ad Hogwarts.'' le disse Molly, sua moglie.
La famiglia Weasley era una famiglia di purosangue che la vedeva come suo padre, per questo erano molto amici.
Naturalmente lei aveva avuto l'occasione di vedere solo i due coniugi e non la famiglia al completo, ma ciò poco importava.
'' Scarlett, ti presento Remus Lupin e Ninfadora Tonks, lei è come te'' esclamò l'uomo facendole l'occhiolino.
'' Anche lei è una Metamorfomagus ??'' chiese Tonks con gli occhi che le brillavan
'' Si! Finalmente qualcuno che mi capisce!'' disse poi correndola ad abbracciare.
'' Immagino tu sia stanca, George, portala nella sua stanza'' il ragazzo non se lo fece ripetere due volte che la portò su per le scale ed infine in una camera, dove, una volta sola, si addormentò.


 

Stavano per svoltare nel corridoi dell'aula quando
'' Guarda guarda guarda, la mezzosangue e la piccola Weasley, che c'è, vi siete fatte una nuova amica?'' chiese una voce da dietro di loro.
Sentì uno sbuffo arrivare al uso orecchio prodotto dalle sottili labbra della Weasley accanto a lei e subito i suoi occhi divennero scuri.
Le due ragazze al suo fianco si girarono mentre lei rimaneva di spalle.
'' Vattene Malfoy'' sibillò Hermione irritata.
Malfoy, questo cognome le ricordava qualcosa... MA CERTO! Lucius Malfoy era il più noto purosangue di tutta Londra, dopo di suo padre naturalmente, e la sua fama era nota anche per il coinvolgimento che quell'uomo aveva con il Signore Oscuro, in quanto molte voci dicevano che fosse uno dei Mangiamorte più leali a Lord Voldemort.
'' Come osi rivolgerti a me in questo modo? Lurida mezzosangue e tu, matricola, sai che è maleducazione dare le spalle a chi ti guarda?'' commentò sprezzato il ragazzo.
La ragazza si girò di scatto, non appena sentì l'appellativo con cui quell'essere aveva chiamato Hermione, non curandosi di come aveva chiamato lei.
I suoi occhi erano neri come la pece, con qualche sfumatura rossa.
Il ragazzo sbiancò leggermente vedendoli ma poi si ricompose non facendo trapellare alcun sorta di incredulità per via della ragazza che si trovava davanti.
'' Mi conosci, a quanto vedo'' con un ghigno la strega pronunciò queste parole.
'' Strano però, io non conosco te. E a quanto vedo, sei uno dei più 'rispettati' prefetti della scuola, giusto?'' continuò la ragazza, vedendo che il ragazzo non rispondeva. Pronunciò quelle parole con lentezza e con una nota di superiorità della voce al quale il ragazzo rispose con un ghigno.

 







 
*Spazio me*

Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto e non esitate a chiedermi qualcosa, io rispondo a tutti.
Non so come mi è venuta l'idea di questa ff ma è da un o' che mi balenava nella testa, bastava solo metterla su foglio e così ho fatto.

RECENSIONI BEN ACCETTE :)


Baci e alla prossima,
Erica xx
   
 
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