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Autore: Kikyo91    19/11/2013    1 recensioni
A volte, andarsene non è una soluzione.
A volte, cercare di dimenticare non porta a nulla.
A volte, ripercorrere gli stessi passi può essere solo l’unica scelta.
A volte.
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seguito di Tri-Angle
Genere: Drammatico, Malinconico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 18 FINAL
~ Sii Pronto A Combattere ~

 

 

Quelle parole suonarono amare in quel momento.
Quella sentenza così lungamente aspettata aveva sancito la parola fine a tutta quella storia, per la gioia di alcuni e il dolore di altri.
Il giudice, sotto la moltitudine di flash e penne che scricchiolavano ansiose, prese in mano un piccolo martelletto di legno e, con un leggero tonfo, lo batté su un rinforzo rotondo anch’esso il legno, alzandosi in piedi solennemente.

- la sentenza è chiusa… - disse

La folla si mosse. JaeJoong aprì nuovamente gli occhi, e gli sembrò che tutto il suo mondo fosse cambiato all’improvviso.
SooHyun aveva le mani davanti agli occhi, era pallida e sembrava piuttosto provata.
Si guardò a destra e a sinistra, confuso, senza un reale motivo.
Sentì la mano del carceriere toccargli la spalla, segno che doveva alzarsi.
Si mosse leggermente, quasi per istinto. Non poteva crederci appieno.
Non ci riusciva proprio.
Ancora una volta, il carceriere gli gfece segno di seguirlo.
Ma lui, come poteva andarsene senza poter dire addio ai suoi cari?.

- …NOO! -

Sentì una voce femminile, poco lontano, urlare quell’imprecazione così disperatamente.
Non solo JaeJoong, ma molti altri si voltarono per capire chi era.
E quando il biondo lo seppe, una morsa al cuore lo colpì e lo fece sentire ancora più male.
SunMi era lì, che cercava di divincolarsi dalla stretta di YooChun, che l’aveva bloccata nel suo intento di raggiungere il fratello.
Aveva il volto rigato di lacrime e continuava a dimenarsi.

- NO, LUI NON CENTRA NULLA!!! - urlava – NON HA FATTO MALE A NESSUNO!! -

- …s-sorella… - balbettò a bassa voce JaeJoong

- JJ!! JJ!! Lui….LUI NON HA FATTO NULLA!!! -

- SunMi! - aveva esclamato SooHyun che si era avvicinata all’amica

- c-calmati… - l’aveva persuasa YunHo tristemente

- E’ MIO FRATELLO!!! E’ MIO FRATELLO!!! -

- ...sorell…a… -

Gli veniva da piangere ad assistere a quella scena. SunMi continuava ad urlare e piangere, mentre veniva portata fuori da YooChun e SooHyun.
Avrebbe voluto raggiungerla, anche solo per un momento. Avrebbe voluto correre da lei, abbracciarla, dirle di stare tranquilla.
Ma quelle manette di ferro ai polsi, gli ricordavano il motivo per cui era lì, lo stesso motivo per cui SunMi era così disperata.
Lo stesso motivo per cui YunHo era ancora seduto al bancone, con la testa china, a versate lacrime su lacrime di rabbia e tristezza.
Lo stesso motivo per cui JunSu sembrava essere venuto.
Lo stesso motivo per cui tutta quella gente aveva aspettato.


**


- calmati…calmati...vuoi qualcosa da bere? -

Lungo il corridoio, fuori dall’aula del tribunale, mentre centinaia di persone uscivano e i giornalisti correvano a pubblicare chissà quale articolo, SooHyun aveva fatto sedere SunMi fuori, su una sedia, accanto alle macchinette del caffè.
Lei tremava e piangeva, tenendo il fazzoletto di carta stretto a se. L’avvocato cercava ogni parola per confortarla, ma non sapeva nemmeno lei cosa dirle in un momento del genere.

- SooHyun ti prego! Ti prego! – diceva disperata – fai qualcosa..qualunque cosa!! -

La giovane rimase a fissarla speranzosa, ma SooHyun abbassò lo sguardo tristemente, lasciandole intuire, lasciandole capire che niente poteva più essere fatto.
Niente poteva più rendere a JaeJoong la libertà.

- p-perché non dici nulla?? - chiese

- … -

- SooHyun!! –


Le tirò una pacca sulla spalla, ma l’avvocato non rispose.

- ..m-mi dispiace… - si limitò a dire mentre le lacrime scendevano per la prima volta dal suo viso

 

Poco lontano, mentre YunHo, appoggiato la muro, guardava il nulla assoluto, la madre di quest’ultimo, era arrivata piuttosto di fretta al tribunale, con appresso, i fratellini di JunSu.
L’unica cosa che aveva fatto, senza parole, era stata quella di correre verso il figlio e abbracciarlo amorevolmente. Con tutta la sua forza.
Piangeva anche lei. La sentiva sospirare e sussurrargli “mi dispiace” e poi ancora “ci sono io qui con te”
Già. Lei c’era per lui. Ma a lui mancava già qualcun altro.
JunSu per ultimo, guardava la scena un po’ in disparte. I suoi fratellini, non appena l’avevano visto, gli erano saltati addosso riempiendolo di baci sulle guancie, felici. Loro non potevano capire la situazione.
Il ragazzo si era chinato, accarezzando la testa la minore dei due, sorridendo lievemente.
Poi, YooChun gli si era avvicinato.

- J…JunSu… -

- … -

Il ragazzo non gli rispose. Si limitò a prendere i fratellini per mano.

- …non voglio parlarti… - sussurrò con voce flebile

YooChun strinse i pugni e lo guardò senza piangere ciglio

- …come ti senti? - chiese

- … -

Ma perché ci pensava poi? Non era semplice rispondere?

- …triste… -

- … -

- …non giudicarmi male… - continuò – non piango perché… non ho più lacrime… -

YooChun capì che si stava riferendo al risultato della sentenza

- … -

- ora vado… - esclamò voltandosi

- e dove? -

- … -

- … -

- …lontano… -


Già. Lontano.
Voleva lasciare tutto e tutti. Tanto ormai, che motivo aveva per rimanere?
Era triste per JaeJoong. Era arrabbiato per colpa di YooChun. Era semplicemente un'altra persona.
Già sentiva i fratellini tirarlo per la maglia perché si sbrigasse.
Già sentiva il disperato sussurro di YooChun che lo implorava di rimanere.
Ma non si voltò a guardarlo.
Non tornò indietro sui propri passi. Guardò avanti e solo avanti.
Il passato andava gettato alle spalle.

- fratellone?? Dove ci porti?? – esclamavano i bambini

- … -

Già, dove?

- fratellone??? -

- …vi..vi porto al mare..che ne dite? -

 

 

**

 

 

- è finita… -

- …eh? -

- è finita ChangMin… -

Aveva pronunciato quelle parole con così poca convinzione che l’amico gli aveva creduto a stento.
Rientrato in cella, JaeJoong aveva una visione completamente diversa della sua situazione. Tutto in quel momento gli era parso più piccolo, più opprimente. Quella stanzina minuscola , quel letto duro in cui aveva passato notti da incubo alternate a sogni lontani, quella piccola finestra sbarrata che lo lasciava fuori dal resto del mondo. Tutto ciò era cambiato. Lo vedeva con una luce diversa.
La luce di qualcuno che non aveva più libertà.
E ChangMin non aveva parole. Non ne aveva perché non c’era niente da dire. Aveva provato anche lui quella stessa sensazione anni prima, solo che a differenza di JaeJoong, lo aveva voluto.
Aveva pregato tutte le notti perché JaeJoong avesse potuto riottenere la libertà ma nessuno a quanto pare, lo aveva ascoltato.
Ora era lì, con le guancie arrossate e due occhi che cercavano invano di non lacrimare.

- …JaeJoong… - esclamò

- …non…devo piangere! – disse il biondo tirando su col naso

- … -

- d-devo essere fort…e…. -

Lo ammirava davvero.
E lo riteneva anche uno stupido ragazzino. Perché doveva nascondere quello che provava anche in quella situazione?

- non dire balle per favore!… - esclamò correndo verso di lui

Lo abbracciò forte. Lo strinse la suo petto e gli fece appoggiare la testa sulla spalla mentre, nel frattempo,con la mano gli accarezzava la testa.

- … -

- piangi! Hai il diritto di farlo!! – lo rimproverò

- …i-io non… -

- essere forti non significa nascondere i propri sentimenti! -

- … -

- tu non sei debole! Sei solo spaventato… -

- …umh… -

In quel momento, lo vide.
Vide YunHo, felice corrergli incontro e sorridergli. Centinaia di ricordi li invasero. Momenti felici, momenti tristi, momenti che non aveva mai dimenticato.

 

…p..perdonami…

SO BENE DI AVER SBAGLIATO! EPPURE…eppure…

…mi amerai ancora domani mattina?

…per tutta la vita

 


Non ce la faceva proprio più. Non ci riusciva più.
Invano cercava di scacciare YunHo dalla sua mente e invano tentava di trattenersi, stretto su ChangMin come fosse stato una madre.
Lo vedeva, riusciva a percepirlo: YunHo stava soffrendo.
Non avrebbe mai più rivisto il suo dolce sorriso.
Non avrebbe mai più passato una notte d’amore con lui.
Non avrebbe mai più sentito il suo calore nel corpo.
Niente, niente avrebbe potuto ridargli ciò che aveva perduto, questa volta per sempre.

- ..Yu…YunHo… - balbettò

E ChangMin sentì la propria maglia bagnarsi. E anche il suo cuore si era bagnato di quelle lacrime.

- non..non potrò vederti…mai più… - singhiozzava

- … -

- io…Yu…YunHo… -

- …J-jaeJoong… - sospirò ChangMin

E rimasero lì, abbracciati, a versare quelle lacrime.
Le ultime, speravano.
Quel giorno erano successe molte cose.
Quel giorno il destino aveva deciso.
E nessuno di loro poteva cambiare le cose.

 


**

 


Inch’ŏn.
Quello non era soltanto il nome di una cittadina, lontana da Seoul e a pochi passi dal mare.
Era qualcosa di un po’ più speciale.
Quando JunSu scese dalla macchina, dopo tre ore di viaggio in compagnia dei fratellini, gli sembrò in un qualche modo, di essere tornato indietro nel tempo.
Non era la prima volta che visitava quel luogo, ci era già venuto in passato, con i suoi amici di sempre. Con il suo YooChun.
La prima cosa che pensò, quando video quelle case bianche, vuote, color latte e quel viottolo che portava direttamente alla grande spiaggia, fu che in tutti quegli anni non era cambiato nulla.
Quella spiaggia, era stata il luogo dove lui e YooChun si erano ‘promessi’ davanti a YunHo che in quel periodo, era solo, senza JaeJoong. Era strano. Ricordava perfettamente il volto contratto di lui, che probabilmente pensava solo al suo amore lontano, in America.
Era stata una giornata indimenticabile, ricca di belle cose, eppure, nonostante che fosse passato niente più che qualche anno, tutto questo non c’era più.
Tornare lì, lo faceva sentire perso, vuoto, con tutte le spiagge che c’erano, aveva scelto proprio quella, senza un reale motivo.
Era stato l’istinto a guidarlo lì.
Il vento era pungente e ben presto, a JunSu vennero i brividi, si incurvò su se stesso e prese la giacca dai sedili posteriori, mentre i fratellini saltarono già dalla macchina con allegria.

- dai fratellone dai!! – lo incitavano correndo verso il bagnasciuga

- non correte ragazzi… - sospirò sorridendogli lievemente

Poi li seguì, con la coda dell’occhio ben puntata su di loro, per paura di perderli in quella vastità.
Era bellissima.
Fu quella la prima cosa che pensò quando arrivò a quella spiaggia, dalla sabbia fine e argentata, che si alzava leggermente ad ogni ventata forte, e quel mare, grigio e poco mosso, senza barche, senza nulla, spoglio di tutto, come lui del resto.
Senza pensarci, si tolse le scarpe. I suoi piedi a contatto con la sabbia fredda gli causarono brividi lungo la schiena. Era una bella sensazione.

- JunSu Hyung!!! Sbrigati!! – lo chiamò il fratellino più grande

- arrivo! – esclamò con una strana allegria che in quel momento lo aveva colto.

- vediamo chi arriva prima dai!! – esclamò il più piccolo cominciando a correre in direzione della riva

Dapprima JunSu si limitò a fissarli divertito.
Poi, qualcosa nel suo animo si mosse. Qualcosa che non aveva mai provato fuoriuscii ed esplose come una bomba.
In quell’istante, provò una gioia strana, inspiegabile. Sentì i suoi piedi muoversi da soli, sentendo i richiami dei due fratelli.
E senza rendersene conto, sorrise, mettendosi a correre, senza nemmeno capirne il motivo.

- NON MI FARO’ BATTERE DA VOI!! – urlò con tutto il fiato che aveva in corpo e muovendosi a raggiungere gli altri due, già avanti e che ridevano a crepapelle, dandosela a gambe

Ad un tratto, si sentì leggero, senza pensieri.
Gli sembrava di volare, ma in realtà stava solo correndo per acchiappare i fratelli. Lanciò le scarpe in aria, e utilizzò tutte le forze che aveva per raggiungere gli altri.
I bambini, invano cercarono di scappare. Lui, raggiungendoli, prese il minore in braccio, facendolo girare su se stesso, quasi fosse stato un papà con il proprio bambino.
E rideva felice, dicendogli di continuare la ‘giostra’ mentre JunSu, sentiva l’altro dire “Hyung anche io! Anche io!”

- ce ne è per tutti e due!! – sorrise buttandosi per terra sulla sabbia fine

- all’attacco!!! – urlarono i bambini

E ben presto gli furono sopra, cercando di fargli il solletico.
JunSu rideva di cuore ed era felice. Eppur,e quanti avvenimenti erano avvenuti quel giorno.
Lui si stava divertendo, per qualche attimo, dimenticando i suoi problemi. Ma per qualcun altro non era così.
Però se ci pensava, lo attanagliava un ansia insopportabile. Quindi, tanto valeva lasciarsi andare e godersi quel poco che c’era.

- dai Hyung!! Vieni sugli scogli!! -

I due monelli, gli lasciarono un po’ di tregua, alzandosi da terra e rincorrendosi a vicenda. Verso gli scogli che segnavano la fine di quella spiaggia e l’inizio di un'altra.
Il rumore del mare che si infrangeva sulla riva non permetteva di sentire bene.
JunSu si alzò anch’egli, e seguì i due bambini con lo sguardo.

- state attenti!! È pericoloso!! -

Ma non lo avevano nemmeno sentito.
Sospirò, un po’ scocciato. Quei due dovevano fare sempre di testa loro, pesò mentre si avvicinava gli scogli.
Lui però non ci sarebbe mai salito. Li odiava. Ne aveva paura, sin da piccolo ne aveva sempre avuta. La paura di cadere era continuata anche dopo l’adolescenza.
Ecco, se c’era una cosa che odiava di una spiaggia, erano proprio gli scogli.
Con attenzione, cominciò a mettere un piede su una roccia, stando attento ad ogni minimo movimento.
Appoggiò una mano su un altro masso, intento a darsi una bella spinta in avanti.
Ma qualcosa, lo fermò nell’intento.
I suoi occhi, puntati su quello scoglio appuntito, grigio e un po’ consumato dall’acqua, avevano intravisto qualcosa.
Dei segni, non particolarmente vecchi ma risalenti sicuramente a più di un anno addietro.
Erano segni artificiali, fatti da qualcuno.

- metti il tuo nome qui! Così saremo sempre legati! -

-AH! –

Si staccò quasi subito dalla roccia, impaurito. Quel ricordo gli era affiorato nella mente dopo tantissimo tempo.
Il suo cuore per un momento aveva smesso di battere, per poi riprendere, ma piuttosto velocemente.
Fece qualche passo indietro. Eppure, tornò a guardare quei segni, che sembravano sempre più simili a delle scritte


- … -

Quelle scritte, quelle lettere impresse.
Ecco, ora ricordava! Come aveva fatto a dimenticarselo?
Una morsa micidiale lo attanagliò e lo stomaco gli si contorse.
Provò a toccare quelle scritte con un dito, erano fredde, quasi antiche.
Lo lasciarono piuttosto interdetto.
Se ne staccò subito, voltandosi, e facendo qualche passo indietro.
Si sentiva male, avrebbe voluto rimandare tutto, anche l‘anima.
Probabilmente aveva fatto male a venire lì. Quel posto racchiudeva troppi ricordi. Ricordi felici per giunta. E lui non ne voleva, non ne aveva bisogno.
Vedeva il volto di YooChun, sorridergli timidamente mentre si scambiavano un tenero bacio su quella spiaggia. E mentre lui andava a scrivere la lettera “JS” su quella roccia, al posto suo, perché aveva paura.
Com’era possibile che tutto fosse cambiato così?.

- …Y…YooChun… - balbettò

Ma sapeva che lui non c’era. Che non poteva essere lì. Che lo aveva abbandonato a Seoul.
Si strinse su se stesso, s’incurvò, finendo con le ginocchia a terra. Sentiva solo il rumore del mare che esclamava.
Solo il vento che urlava un nome solo alle sue orecchie.

 

 io domani continuerò ad amarti!

 quindi, non avere paura e dormi sereno…perché io ci sarò…

 

quante parole che aveva detto. Parole che aveva pensato davvero. Quante promesse che si erano fatti su quel letto d’amore.

- sono…solo… - disse senza rendersi conto di urlarlo

Molte lacrime venero in seguito, come trasportate dalle onde di quel mare che sembrava piangere con lui.
Non riuscì a trattenersi, era una tristezza che andava oltre la sua volontà.
In quel preciso istante, lo voleva davvero. Voleva vedere YooChun e chiarire. Eppure, si trattava di orgoglio. Ecco cos’era che gli impediva di farlo. Semplicemente il suo orgoglio.

- fratellone?? -

Un esile richiamo lo svegliò

- b..bambini? – disse cercando di sorridere

- perché stai piangendo? – chiesero quasi insieme

- hai la bua? -

- … -

JunSu tentò di asciugarsi le lacrime con la giacca e poi, accarezzo la testa di entrambi, sorridendo

- ..n-no…JunSu Hyung è solo triste… -

- allora andiamo dallo zio YooChun!! Lui ti fa sempre ridere!! -

- … -

- ? -

- …no bambini…zio YooChun non può… -

- eeeh? -

- …dai su…andiamo, si è fatto tardi… -

- uffa!! Volevamo stare ancora un po’!! -

JuSu sorrise ancora. Erano così innocenti e ignari di tutto…

- domani vi porto dalla zia Jung, contenti? -

 


**

 


- pensi di farcela? -

SooHyun guardò YunHo apprensiva.
Erano le otto di sera, pioveva, niente allegria per le strade di Seoul, che di solito era piena di giovani a quell’ora.
Lui si trovava ancora lì, all’ufficio dell’avvocato, in compagnia anche di Jin. YooChun era tornato a casa poco dopo la sentenza di JaeJoong, più morto che vivo mentre la signora Jung che aveva riportato i bambini a JunSu, era tornata a casa con SunMi, fino all’arrivo del marito che l’avrebbe riportata dai figli.
Il moro continuava a guardare fuori dalla finestra, senza interesse. Si sentiva completamente stanco e senza forze.
Sembrava che la condanna di JaeJoong gliele avesse prosciugate tutte.

- …possiamo rimandare a domani se vuoi… - insisté l’avvocato

“tanto avremo altri trent’anni” aveva pensato YunHo dopo quelle parole.

- …no…voglio vederlo… - sospirò alzandolo sguardo

- ma… -

- lui starà peggio di me… - disse convinto, purtroppo, di quello che diceva

- d’accordo… - esclamò infine SooHyun – Jin! -

Il ragazzo scattò in piedi come un razzo.

- dimmi! - rispose

- chiedi di un colloquio con Kim JaeJoong, al carcere… - esclamò – fra mezz’ora… -

- subito! -

E senza pensarci due volte prese in mano il telefono.

Mentre Jin faceva ciò che SooHyun gli aveva chiesto, lei, amaramente, si avvicinò a YunHo e, delicatamente, gli appoggiò una mano sulla spalla.
Lui non si mosse dopo quel gesto. Sospirò e basta. Entrambi, guardarono fuori dalla finestra. La pioggia si era fatta più fitta.

- dunque è finita…? – chiese YunHo

- … -

- …tutto quello che abbiamo fatto…non è valso a nulla… -

SooHyun lo guardò, complice ma allo stesso tempo avversaria

- no….ancora molto può essere fatto… - sospirò cercando di convincerlo

- JaeJoong è stato condannato! – le ricordò YunHo

- si ma…una. condanna ingiusta può cessare se si trova il vero colpevole… -

- forse non c’è un colpevole… - sospirò YunHo – forse Hiro si è solo ucciso, forse…forse è stato tutto un malinteso… -

- … -

- … -

- YunHo? -

- ..mh? -

- …devi essere il primo a credere nella sua innocenza…se non lo credi, è inutile continuare… - esclamò SooHyun con l’intento di smuoverlo

- io so che è innocente! – sbottò lui

- …e allora smettila di piangerti addosso e reagisci! – disse la ragazza – per JaeJoong non è ancora scritta la parola ‘fine’! -

YunHo la guardò, stupito da quelle parole. lei, proprio lei, credeva ancora che qualcosa potesse essere fatto? Dove aveva trovato tutto quel coraggio per sperare, per avere ancora fede?
Lui di fede non ne aveva mai avuta, salvo in alcune occasioni. Probabilmente, Dio ce l’aveva con lui perché lo pregava solo quando gli serviva.
Dio voleva punirlo per la sua mancata fede. Ed aveva ragione.
Era solo uno stupido ragazzino con un sacco di pregiudizi.
Doveva crederci, come SooHyun. Doveva essere il primo a rassicurare JaeJoong.
Doveva farlo per lui, per se stesso, e per la sua fede.


**


Voleva corrergli incontro. Voleva abbracciarlo, voleva baciarlo.
Non gli importava della guardia che continuava a tenerlo d’occhio. Non gli importava niente delle manette ai polsi che orma sembravano essere diventate parte di lui.
Non gli importava nemmeno di essere sentito.
JaeJoong si era precipitato in sala colloqui, tremante, ma desideroso di vedere YunHo.
Quando aveva aperto quella porta, lo aveva trovato lì, seduto, ad attenderlo. Era pallido e stanco, lo si vedeva lontano un miglio.
Non appena era entrato, il moro aveva alzato lo sguardo tristemente ma gli aveva sorriso.
JaeJoong, impaziente, si era seduto al tavolo.
Dopo un’esitazione iniziale, cercò di avvicinarsi il più passibile.

- m-mi manchi! – esclamò allungando la mano verso di lui

- a-anche tu…sempre… - sospirò YunHo prendendogliela dolcemente

JaeJoong mostrò un sorriso, ma YunHo ora non rideva più. Era triste
Restarono in silenzio, senza sapere cosa dirsi.

- ho lasciato…che accadesse… - esclamò all’improvviso il moro

- … -

- avrei dovuto proteggerti e invece… -

- non è colpa tua… - sospirò JaeJoong – è andata così… -

Doveva cercare di far reagire almeno lui. Fargli capire che la vita sarebbe andata avanti lo stesso

- farò tutto ciò che è in mio potere! Anche se questo dovesse costringermi ad uccidere qualcuno! – disse YunHo sempre più cupo ma deciso

- non dire sciocchezze…non ne saresti in grado…sei buono…- lo rimproverò il biondo – e poi…non devi preoccuparti per me…davvero… -

- come faccio secondo te?! -

- …ho un amico…in questo periodo mi ha aiutato molto… - sorrise lievemente JaeJoong

Ma YunHo sembrò non rasserenarsi alla notizia.
Gli strinse forte la mano e JaeJoong a quel tocco sussultò. Era da così tanto tempo che non accadeva.

- per il tempo che rimarrai qui..ti giuro, verrò ogni giorno, ad ogni ora se necessario! – esclamò il moro – sarò sempre qui per te! -

- … -

Ne rimase colpito profondamente. Tuttavia, qualcosa in fondo al cuore gli diceva che così non sarebbe mai potuto funzionare.
Che YunHo non poteva vivere con il suo ricordo.

- …YunHo… -

- mh? -

- vuoi che ti dica la verità? -

- … -

Il ragazzo rimase perplesso, ma aspettò che JaeJoong si decidesse a parlare.

- ….ti…ti chiedo di dimenticare…ogni cosa… -

- …e-eh? – balbettò incerto

Cosa voleva dire?

- cosa intendi? -

JaeJoong alzò lo sguardo e guardò fisso negli occhi YunHo, che non capiva.

- tu sei…così giovane amore mio… - sospirò il biondo – hai il diritto di farti una vita felice…di trovare…qualcuno…che ti possa amare più di me…una ragazza, magari… - disse con una punta di ironia

E mentre pronunciava quelle parole gli venne male. Male al cuore.
Perché nemmeno lui era convinto di ciò che diceva.

- …stai..stai scherzando vero?! – obiettò YunHo – io amo solo te! Io sono felice solo con te! -

- ma io non ci sarò, lo vuoi capire?! -

- … -

- io non potrò esserci..perché sarò qui…e tu non puoi rovinarti la vita solo per aspettarmi… -

Rimasero in silenzio. nuovamente. Entrambi osservavano tutto tranne chi avevano di fronte. Nessuno dei due poteva credere a quelle parole.. ne chi le aveva dette, ne chi le aveva ascoltate.

- non dire sciocchezze… - disse YunHo – non ti lascerò mai andare! Ti aspetterò! -

- dovrai aspettare trent’anni! Lo vuoi capire?! Trent’anni! – lo esortò JaeJoong – trent’anni, passando tutto il tuo tempo a guardare qualcuno dietro le sbarre… -

- tu uscirai da lì…non permetterò che passi la tua vita in quel posto… -

- ma perché non pensi un po’ alla tua di vita? Quella che stai per rovinare, se continui ad amarmi?! -

- TU SEI L’UNICA COSA CHE MI FA VIVERE, JJ! -

- … -

- …io…solo con te mi sento vivo…se ci sei…provo una gioia di vivere infinita…se non ci sei..divento pazzo… - esclamò

E quasi senza volerlo, gli mostrò le mani su cui giacevano, immobili nel tempo, molte cicatrici. Erano i segni della sua pazzia senza di lui.

- e tu, JJ? Tu come ti senti lontano da me? -

- … -

- … -

Già. Cosa doveva rispondergli ora? qual’era la risposta giusta a dare?
Cosa doveva dirgli? Quello che provava o quello che voleva che lui facesse?

- …io…ho avuto parecchi dubbi in questo periodo… -

E il suo pensiero andò a ChangMin, inevitabilmente

- non mi hai risposto JJ… -

- … -

- … -

- …s-senza di te… - cominciò incerto

Non doveva lasciarsi andare con i sentimenti. Non doveva.
Doveva far capire a YunHo ch così non andava bene eppure…

- …senza di te…mi manca il respiro… - disse con voce flebile – senza di te…soffoco…e ho paura… -

- … -

- … -

- io ci sarò JJ, qualunque cosa accadrà in futuro…lotterò per te finché avrò forze…. – sospirò YunHo

- …sei uno sciocco… - sbuffò JaeJoong

- …voglio vivere insieme a te…voglio invecchiare insieme a te, arrivare al crepuscolo dei miei giorni con te accanto… -

- …non dirlo…te ne prego… - singhiozzò JaeJoong all’improvviso

- non devi avere paura…questa è la vita che ho scelto! E non me ne pentirò mai… -

- … -

- … -

- ti amo tanto YunHo…tan-to… -

Il moro sorrise lievemente a quella piccola dichiarazione. JaeJoong piangeva in silenzio ma tutto ciò che poteva fare era stringergli forte la mano.
Solo quello gli era concesso.
Ma al oro bastava.
In tutti quegli anni, dal giorno in cui si conobbero su quel cortile dell’ Università, ancora non sapendo quali erano i veri problemi della vita, avevano capito che le cose semplici erano molto più importanti di qualunque altra cosa.

 

 

**

Il giorno dopo

**

 

 

DIN DOOON DIN DOOON

- … -

DINDOON DINDOON

- …arrivo, un momento! -

La signora Jung, aprì la porta d’ingresso con una certa fretta, per paura che la sua torta di mele potesse bruciarsi nel forno, se non avesse fatto in tempo.

- ZIA JUUUNG!!! -

- e-eh? -

Sul pianerottolo, JunSu, con i due fratelli, la spaventarono non poco, specialmente i due bambini, che le saltarono subito addosso, felici di vederla.
Il ragazzo sembrava un po’ mortificato.

- buongiorno signora… -sorrise lievemente

- b-buongiorno a te JunSu! Che succede? - chiese

- …sono venuto a chiederle se mi può tener i bambini…per un po’.. -

La donna i rimase un po’ di stucco. Mentre i bimbi le si arrampicavano sul grembiule.

- c-certo, nessun problema! Da me sono sempre i benvenuti!! – sorrise nervosa

- grazie infinite! – s’inchinò JunSu

- non…vuoi entrare caro? Ti offro una fetta di torta! -

- …no grazie…ho un paio di cose da fare… - rifiutò il ragazzo

- uhm… - sospirò la signora Jung

Poi, con fare piuttosto autoritario, si mise ad urlare al piano di sopra.

- YUNHO! SCENDI UN MOMENTO! -

- YunHo..è qui? – chiese JunSu

La donna non fece in tempo a rispondere, che il moro era già giù, dopo aver saltato tutti e tre i gradini finali con un balzo, ed essersi precipitato alla porta, effettivamente sorpreso di trovarsi proprio JunSu davanti.

- JunSu! - esclamò

- …c-ciao… -

- va bene bimbi…venite con la zia Jung adesso.. . –sorrise la madre sentendosi di troppo, seguita a ruota dai due fratellini

Fu così che rimasero soli. Imbarazzati, a dire il vero.

- come…come stai? – domandò YunHo rompendo il ghiaccio

- ..b-bene! Me la cavo… - spiegò JunSu – mi troverò un lavoro prossimamente… -

- capisco… -

- già… -

- ah..grazie per essere venuto ieri…non ne avevi motivo in fondo.. - -sorrise YunHo lievemente

JunSu però si rattristò a quelle parole

- non dirlo! Avevo tutti i motivi del mondo! JaeJoong è mio amico! Ed inoltre volevo… -

- vedere anche YooChun, dico bene? -

- … -

- …JunSu lui… -

- per favore, YunHo, non tocchiamo quest’argomento…non ne ho voglia… -

- …come vuoi… - sospirò il moro

- …comunque…ora devo andare. Sono passato solo per le due pesti! -

 - si capisco! Anche io dovrei andare da SooHyun oggi… - spiegò

- ah si? -

- noi combattiamo ancora! – esclamò YunHo deciso

- fate bene… -

- … -

JunSu fece dietro front intento ad andarsene. Ma sul più bello, si fermò, sembrando ripensarci.

- …ah, YunHo! – lo chiamò

- si? -

- ..per quello che potrà valere…io non sono ancora fuori dalla partita… -

- ? -

- farò un ultima cosa per JaeJoong… -

Detto questo, senza lasciare che YunHo replicasse o gli chiedesse spiegazioni, se ne andò, salendo sul taxi che lo aveva aspettato fuori, in strada e che l’avrebbe condotto chissà dove.

 

**

 

- dunque…qualcuno di voi ha un’idea? -

SooHyun squadrò i tre ragazzi da cima a fondo.
YunHo, YooChun e Jin si sentivano un po’ al centro dell’attenzione in quel momento. Sembrava di essere in una sala interrogatori, invece si trovavano solo dentro l’ufficio dell’avvocato, che passeggiava avanti ed indietro in cerca di chissà quale risposta.
Solo dopo un po’ Jin alzò la mano.

- dimmi Jin… -sospirò lei

- perché non entriamo nel carcere, lo rapiamo e lo portiamo in Russia dove nessuno potrà trovarlo? - propose

SooHyun sospirò ancora più sconcertata

- bocciata… - disse infine - …anche se l’idea di base era buona… -

Il più incredulo era YunHo, che non riusciva a credere a ciò che l’avvocato aveva detto.

- potremmo…chiedere nuovamente un mandato… disse YooChun non propriamente in vena

- ce l’hanno rifiutato quando JaeJoong non era condannato…figuriamoci adesso… - scosse la testa SooHyun

- uhm… - sospirò YooChun

- YunHo tu non dici nulla? -

- … -

- YunHo! -

- eh?! -

Il ragazzo era così assorto nei suoi pensieri, che non si era nemmeno accorto del richiamo di SooHyun. Era preoccupato per le parole di JunSu, quella mattina.

- ci stavamo chiedendo se hai qualche idea! – ripeté la ragazza

- …no..almeno non qualcosa che sia legale… - sbottò

- ah perfetto! – sospirò lei

- e se provassimo a far parlare Takuya? – propose ancora Jin

- in effetti, ho proprio voglia di spaccargli la faccia a quel piccolo …-

- BOCCIATA!! – li zittì SooHyun – senza contare che non parlerà mai, sa da che parte stiamo e non credo sia stupido! -

- beh, se fino ad ora ha detto balle e nessuno tranne noi se ne è accorto , stupido di certo non è… - annuì YooChun

- allora, cerchiamo di far funzionare il cervello per l’amor del cielo!! - propose l’avvocato esasperata

- basta non fare niente di stupido… -

 


**

 

- ok…uno…due…TREEE! -

Con un abile mossa, anche se con un inizio un po’ goffo, JunSu riuscì a balzare sul muro di quella grande casa.
Si era guardato bene intorno prima di compiere quel gesto e adesso, stava cercando un appiglio per scendere senza farsi male.
Con la coda dell’occhio guardava l’abitazione con curiosità. Le finestre erano aperte come l’ultima volta e, non pareva esserci nessuno dentro. La Mercedes nera di Takuya non c’era sul piazzale.
Ormai era quasi mezzogiorno. Probabilmente, pensava, sarebbe rientrato per pranzare. Doveva fare presto.
Trovò un punto del muro molto vicino ad un grande albero, che aveva l ‘aria di poter resistere la suo peso.
Gli si avvicinò pian piano, stando attento a non cadere, per poi, montare su uno dei rami più spessi e grossi.
Fece un po’ di fatica a scendere e si graffiò più volte le braccia nel tentativo.
Una volta con i piedi per terra, cercando di non dare nell’occhio, si avvicinò alla casa ulteriormente, guardandosi le spalle. Aveva il cuore in gola e per un attimo si era maledetto di averlo fatto. Non era un tipo così audace e quel gesto non era da lui.
Eppure, aveva pensato, magari avrebbe potuto essere utile, almeno una volta ai suoi amici.
Con questa convinzione, percorse tutto il giardino e arrivò ad una delle finestre. Era quella della cucina. Per fortuna, era piuttosto atletico e per lui, saltare su di essa ed intrufolarsi dentro casa, non era un grosso problema.
Dentro, regnava il silenzio più assoluto era una cucina piuttosto ordinata e vi erano pochi, essenziali mobili. A JunSu venne male pensando che probabilmente avrebbe dovuto controllare dappertutto, e in una villetta come quella, ci sarebbero volute ore.
Ma lui, non aveva ore, solo, probabilmente, nemmeno una mezz’ora.

- allora JunSu..stai calmo.. – si diceva sentendosi già sudare - …se tu fossi uno squilibrato, dome metteresti le prove di un omicidio? -


Facile dirlo che pensarlo.
Si guardò attorno ma niente poteva sembrare un possibile nascondiglio. In effetti, in quella cucina così ordinata e con così pochi attrezzi, era impensabile nascondere qualcosa.

- ok, probabilmente in cucina no… - esclamò cambiando stanza

Si mise ad aprire scaffali, piccoli mobili seminascosti, a guardare sotto i tappeti in caso ci fossero state botole, ma niente. Era un normalissimo salotto costoso senza particolarità ne niente di irrilevante.
JunSu continuava a guardare l’orologio in ansia e ogni tanto lanciava sguardi fuori dalla finestra.
Aveva più paura ogni secondo che passava.
Senza impegnarsi troppo, salì al piano superiore con una certa fretta.
L’aria circolava incredibilmente in quella casa, ed era strano che nessuna porta avesse ancora sbattuto.
Entrò nel bagno, ma lo escluse subito oltre al lavandino, wc e vasca, non c’era nient’altro. Solo un mobiletto che conteneva profumi.
Nello sgabuzzino c’erano solo vestiti e soprabiti. Niente rientranze o porte nascoste.
C’erano altre tre, quattro stanze e lui ne beccò una a caso.
Era una camera da letto. Quella di Takuya a quanto pare. Sopra il materasso del matrimoniale, vi erano appoggiate alcune giacche lussuose e sopra il comodino c’erano una lampadina, un telefono e una boccetta di profumo da uomo.
JunSu si guardò intorno. Senza pensarci un secondo di più, prese in mano il cellulare e andò alla finestra. Da lì, si vedeva bene l’entrata della casa, cancello e il piccolo viale.
Posizionò il cellulare e scattò una foto. La guardò per qualche attimo, per vedere se era venuta bene. Soddisfatto, andò alla rubrica e cominciò a fogliare i numeri di telefono. Si fermò a quello di YooChun. Ci pensò un attimo ma poi, proseguì e si trovò quello di YunHo. Ci cliccò e inviò il messaggio con la foto, speranzoso che la ricevesse in tempo reale.
Poi, già più tranquillo, cominciò a guadare sotto il letto, e sui cassetti del comodino. Niente.
Pulito. Cominciava a pensare che probabilmente, Takuya era oslo una persona un po’ stramba ma senza problemi mentali che lo spingesse all’omicidio.
Stava per andarsene, quando decise di fare un'altra foto alla stanza, questa volta. La fece e la inviò sempre a YunHo.
Era tutto pronto, quando si accorse di essersi dimenticato di guardare nel grande e armadio bianco appoggiato alla parete di fianco al letto.
Doveva fare presto, pensò.
Lo aprì con cautela, ma ne rimase illuso ancora una volta. Solo vestiti. Provò a spostarne qualcuno ma nulla. Tuttavia, i suoi occhi caddero in basso, su una piccola mensolina che faceva parte dell’armadio. Lì c’era un panno, e sotto di esso, sembrava che ci fossero delle scarpe.
Lo alzò quasi distrattamente, come sapendo di non trovarci nulla.

Ma quando prese fra le mani quel panno, quasi perfettamente pulito, non poté credere a ciò che vide, in un primo momento.
Quelle scarpe, bianche, da ginnastica, erano sporche. C’erano delle piccole macchie un po’ dappertutto e in particolare sulla punta. JunSu, con il cuore in gola, ne prese una e ,a mise alla luce per vedere meglio.
Era sangue.
Il suo cuore prese a battere all’impazzata, come incitato da qualcosa. Ad un tratto gli tremarono le mani e fece cadere la scarpa a terra, con un piccolo tonfo.

- oddio… - balbettò -…ok JunSu, non…su calmati… - si disse per tranquillizzarsi

E nuovamente, il cellulare fu pronto a fotografare.
Una volta fatta ed inviata la foto, JunSu pensò subito che potesse bastare. Non aveva già raccolto prove a sufficienza? Probabilmente però, si era reso conto che un paio di scarpe non serviva a nulla.
Allora, armato di più convinzioni, continuò a rovistare. C’era una scatola di cartone, seminascosta, proprio accanto a dove aveva trovato le scarpe. C’erano indumenti e per di più erano sporchi. E quello sporco era lo stesso, era semplicemente sangue.
Gli venne un nodo allo stomaco, ma scattò comunque la foto. Tutto poteva essere utile, lui poteva essere utile.

- con questo, JaeJoong potrebbe avere speranze… - disse – ecco…così… -

Si puntò la telecamera verso di lui, cercando di non far vedere la propria faccia. Voleva puntare a ciò che c’era dietro di lui, in modo che, se fosse venuta la polizia, avrebbero saputo dove guardare.

Ecco fatto. Ormai poteva definirsi soddisfatto. E per di più, tra gli indumenti, aveva trovato una macchina fotografica, probabilmente vecchia di qualche anno.
Sentiva le gocce di sudore cedergli dalla fronte, ma era in un certo senso felice.
C’erano stati grandi passi in avanti quel giorno.
E JaeJoong forse avrebbe avuto una possibilità.
Per una volta, pensò, era riuscito ad essere utile per qualcuno.

- fiuuuu..a-adesso…è meglio uscire da qui … -


- sempre se ci riuscirai, moccioso… -

- e-eh?! -


Ad un tratto, si sentì improvvisamente strano.
Aveva sentito una voce si era girato bruscamente all’indietro. Era riuscito a vedere solo la sagoma di qualcuno, di un ragazzo.
Po, la vista gli si offuscò improvvisante, sentì uno braccio cingergli il collo e un panno venirgli messo in faccia, cioprendogli il naso e bocca.
Aveva tentato di parlare, di gidare, ma nulla. Si sentì stanco all’improvviso.
Il cellulare gli cadde di mano e da quel momento, non sentì più nulla.

 


**

 

- YunHo…tutto bene? – chiese YooChun all’improvviso

Il moro si voltò verso l’amico, un po’ preoccupato. Avevano appena mangiato in ufficio di SooHyun ed erano usciti a prendere una boccata d’aria, un po’ stanchi.
Tuttavia, era da quando erano usciti che YunHo non aveva più parlato, pensieroso, nonostante YooChun cercasse di iniziare un discorso serio.

- …si…bene… - sospirò incerto

In verità, non era ‘bene’ per niente.

- c’è qualcosa che non va? – chiese ancora

- molte cose YooChun…ma tanto le sai già… -sorrise ironico il ragazzo

- no, se fosse per JJ non saresti così ‘tranquillo’ – sbottò l’amico un po’ offeso

- … -

In effetti, il suo problema non era JaeJoong in quel momento. Il suo problema si chiamava JunSu.
Non riusciva a togliersi dalla testa le parole che gli aveva detto quella mattina, chiedendosi se fosse stato il caso di informare anche YooChun.

- e va bene te lo dico… - esclamò infine rassegnandosi all’idea di spifferare ogni cosa

- ti ascolto… -

- stamattina, a casa di mia madre è passato JunSu… -

- c-cosa??! -

YooChun non credette alle proprie orecchie. Si fermò in mezzo al marciapiede, con un’espressione quasi da idiota.

- e quando pensavi di dirmelo??! -

- in effetti, non lo pensavo! – sorrise YunHo leggermente mortificato – ha solo lasciato i bambini a mia madre! -

- che ti ha detto? – domandò YooChun speranzoso

YunHo sapeva a quanto ci teneva.

- …beh, niente di che… - cercò di deviare

- …mi vuole parlare? -

- ..b-beh… -

- …? -

- … -

- aloha sei in casa??!!! -

- è...è ancora arrabbiato! – rispose infine facendosi sempre più piccolo

- …ah… - sospirò YooChun incupendosi

- dai…vedrai che prima o poi ti chiama… - cercò di sorridere YunHo

- …si… - annuì

Ma non sembrava per niente convinto.

 


**

 


- uhm… -

La luce del giorno era sempre più accecante.
Aveva un mal di testa insopportabile e sentiva che tra poco avrebbe dato di stomaco. Tentò di aprire gli occhi, ma quando ci riuscì non vide nulla. Era tutto offuscato. Avrebbe voluto massaggiarsi gli occhi, ma quando provò a muovere il braccio, si accorse che quello, nonostante gli sforzi non rispondeva. Anzi, nemmeno l’altro, a dire il vero.
Sapeva di trovarsi steso su un letto o un divano, a giudicare dalla morbidezza e dal fatto che non aveva le ossa rotte.
Tentò di alzarsi, ma gli facevano male i muscoli da ogni parte. Anche solo sollevarsi, sembrava costagli fatica. Ben presto si accorse di avere i polsi legati dietro la schiena.

- ..m…ma d…dove?... – cercò di dire mettendo a fuoco quella stanza

- vedo che ti sei svegliato… -

Si voltò di scatto verso la sua destra.
Seduto su una sedia occasionalmente posta di fianco al letto, Aoyama takuya si divertiva ad osservarlo, gustandosi la scena dalla sua comoda postazione.
JunSu non capì subito, poi ogni cosa gli fu chiara.
Lui era arrivato e l’aveva colto di sorpresa.

- …t-tu sei… - cominciò a dire perplesso

- …sai chi sono…no? – sorrise ironico takuya

- … -

- dovrei chiamare la polizia, ti sei intrufolato in casa mia e hai sbirciato senza permesso.. . - disse

- …d-di la verità…sei stato tu vero? - chiese JunSu cercando di arrivare al sodo

- eh…a fare cosa? -

- ….ad…uccidere Hiro… -

- cosa te lo fa credere? -sbuffò il ragazzo divertito

JunSu sorrise

- q-quando la polizia di catturerà..JJ sarà libero! -

- eheheheh… - rise Takuya – quel moccioso si meritava solo di finire dentro! -

- perché?! Che ti ha fatto?! -

- … -

JunSu sapeva di aver colto nel segno. Takuya sembrava essersi innervosito a quelle parole.

- ..non…non ne avevi il motivo…lui nemmeno ti conosceva! –

- … -

- era per Hiro? –

- ragazzino, tu parli troppo per i miei gusti… - sbuffò ad un tratto

- non è che per caso centrava il suo rapporto con lui? – chiese

- … -

Si guardarono negli occhi per qualche istante. Poi Takuya sospirò pesantemente e si alzò lentamente dalla sedia.

- ..a che ti serve saperlo? - chiese - tanto, morirai tra poco! – sorrise come fosse stata la cosa più ovvia del mondo

JunSu aveva paura, molta paura. Però, oramai era solo questione di tempo.
Si accorse che il giovane gli si era avvicinato, sedendosi nuovamente, ma sul letto, accanto a lui.

- …anche se è un peccato ammazzarti…in fondo sei carino… -

- stammi lontano! – sbottò JunSu cercando di allontanarsi invano

- mi divertirei un po’ con te se avessi tempo…ma no ne ho purtroppo… sai, ho una riunione importante… -

- …maledetto bast… -

Ma JunSu on riuscì a dire altro, perché Takuya lo colpì con un pugno in pieno stomaco, facendolo sussultare non poco.

- uh… - sospirò JunSu tremando dal male

- sai che cos’è questa? – chiese Takuya

JunSu, ancora sottoshock, gli guardò la mano che in quel momento aveva preso qualcosa dal comodino di fianco, mostrandogliela.

- ..ma..q-quella è… - balbettò spaventato

- eheheh…una siringa, già… -

La vedeva luccicare sotto i suoi occhi, pena di un liquido trasparente.

- che..che vuoi fare?! -

- è piena di un farmaco che di solito si utilizza nei malati mentali…una sola iniezione ti paralizza per un paio d’ore…bello no? -

- … -

- e la cosa più divertente è che morirai vedendo ogni cosa…e pregando fini all’ultimo per essere salvato… -

- a-aspetta…! -

- non ti addormenterai..rimarrai cosciente fino alla fine… -

- …e-ehi…asp… -

- adesso, goditi lo spettacolo…moccioso… -

- n-no… -

E fu in quel momento ,che sentì un dolore allucinante invaderli tutto il braccio.
E non pensò più a nulla e a nessuno, sentendosi fremere in un attimo, come colpito da un fulmine durante una tempesta.

 


**

 


Biririririri biriririririri biriririririri biriririririri

- … -

Biririririri biriririririri biriririririri biriririririri

- … -

Biririririri biriririririri biriririririri biriririririri

- …far smettere quel cellulare, no? – sbottò SooHyun quasi offesa – stiamo lavorando qui! -

YunHo alzò gli occhi al cielo, chiedendo scusa con un gesto.
SooHyun tornò alle sue carte mentre Jin e YooChun cercavano senza sosta chissà cosa, su internet, visibilmente stanchi.
Il moro, prese il cellulare dai pantaloni, che stava ancora vibrando dopo quattro volte.
Dovevano essergli arrivati dei messaggi e lui non se ne era accorto.
Guardò lo schermo e lesse il mittente.

- …JunSu? – esclamò ad alta voce

YooChun alzò lo sguardo dal computer

- … -

Vide che c’erano 5 messaggi non letti che risalivano a quasi tre ore prima.
Ne aprì uno e subito vi rimase perplesso.
Ne aprì un altro, e fu ancora più confuso di prima. Ne partì un terzo. E lì, fece cadere con un tonfo assordante, la penna ce stava utilizzando per scrivere.

- ma…c-cosa?! – balbettò alzandosi di scatto

- che succede?! – chiese SooHyun

- J-JunSu mi ha inviato dei messaggi con foto! - spiegò

- cosa?! –

Subito, YooChun si precipitò da lui, curioso
Li guardarono insieme perplessi.

- oh mio dio!! – barcollò Yoohun

A quel punto, anche SooHyun si rivolse e andò dai due ragazzi mollando il proprio lavoro

- che significano queste foto?! - sbottò l’avvocato

- … -

- q-questa…è la casa di Takuya!! La riconosco benissimo dal cancello!! – esclamò YunHo

- eeeh?! -

Si guardarono tutti e tre perplessi

- YunHo dammi il cellulare! - esclamò SooHyun agitata – Jin, collegalo al computer! -

- subito signora! – sorrise il giovane eseguendo l’rodine

Attaccarono il cellulare al computer con un cavetto speciale e caricarono le immagini sullo schermo, il tutto in pochissimi minuti.
Una volta caricate, le guardarono una ad una.

- bella casa! – sorrise jin scorrendole

- YunHo, che ci fa JunSu a casa di quello lì?! – chiese YooChun

- e io che ne so!! – si discolpò lui – stamattina ha detto cose strane! -

- eh?! -

- ha detto che non era ancora fuori dalla partita, e che avrebbe aiutato JJ…che ne sapevo io!!! -

- porca miseriaccia!! -

- m-mi dispiace! Se avessi saputo lo avrei fermato! –

YooChun sembrava a dir poco arrabbiato

- YooChun credimi, mi dispiace!! –

- calmatevi voi due! – ordinò SooHyun – guardate qui, piuttosto! -

Osservarono ogni immagine, anche quelle delle scarpe e degli indumenti sporchi.

- indubbiamente è sangue… - disse Jin allargando l’immagine

- … -

- a quanto pare il vostro amico ha colto nel segno! – sorrise SooHyun

- cambia immagine! – li incitò YooChun

C’era quella che JunSu si era fatto da dietro.
La guardarono a lungo, osservandola bene. Ma sembrava una innocua immagine.

- vuole farci vedere dove si trovano le prove… - spiegò SooHyun

Ma YunHo non era sicuro.

- ehi Jin… - disse

- mh? -

- prova…prova ad ingrandire qui… - esclamò indicando un punto della foto dove c’era uno specchio

- ok, ci provo… -

Un leggero clic del mouse e una zoomata, bastarono a far venire i brividi a tutti e quattro i presenti.
C’era uno specchio, che probabilmente si trovava proprio dalla parte opposta alla porta i quella stanza. E, da quello specchio, si vedeva il riflesso di qualcuno, che attendeva, dietro la porta aperta a metà. Sembrava un ragazzo.
E sembrava anche troppo familiare.

- T-Takuya?! - esclamò YunHo quasi sovrappensiero

- … -

- … -

Rimasero tutti in silenzio, per alcuni attimi. Ancora nessuno poteva crederci.

- ..J…JunSu… - balbettò YooChun cominciando a preoccuparsi – l-lui…lui è in pericolo!! - esclamò

- chiamo subito la polizia! - saltò su SooHyun -Jin, stampami quelle foto alla svelta! -

- due minuti e sono da te! - disse Ji già pronto

- YunHo, YooChun, noi tre andremo dai magistrati SUBITO! – continuò SooHyun

- va bene! – obbedì YunHo

- N-No! -

Entrambi si voltarono verso YooChun.

- i-io non posso! Io devo andare da JunSu! - obiettò

- no! Se quel tipo è armato farai una brutta fine! – spiegò SooHyun

- e JunSu?! E lui allora?! - esclamò cominciando ad agitarsi

- aah insomma!! – sbottò YunHo bloccandolo - cerca i controllarti!! -

- c-controllarmi?! S-stiamo parlando di JunSu!! -

- lo so!! Ed è per questo che andremo dalla polizia adesso!! - spiegò – se vai lì da solo, metteresti in pericolo sia te che lui!! -

Nel frattempo, SooHyun aveva preso il proprio cellulare e aveva effettuato una chiamata.

- pronto, sono l’avvocato Kim SooHyun, mi passi subito il comandante della polizia!! - esclamò non appena risposero

- il comandante è impegnato, avvocato, riprovi più tardi! -

- tardi un corno!! È importante!! -

- avvocato…proprio non può… -

- ME LO PASSI ACCIDENTI A LEI!! -

- ….aspetti un secondo -

Attese impaziente, finché non arrivò un uomo alla cornetta

- avvocato, che succede?  – chiese egli

- bisogna assolutamente mandare degli uomini a casa di Aoyama Takuya! – spiegò lei

- che?! Cos…avvocato, ancora con questa storia?! -

- UN RAGAZZO E’ IN PERICOLO MALEDIZIONE!!! -

- cosa?! -

- tra cinque minuti sarò lì da voi, servono uomini e un mandato, ha capito?! - sbottò SooHyun

- ma… -

- ha già condannato un innocente oggi, non vorrete avere sulla coscienza anche un omicidio!!! -

E interruppe la chiamata in fretta e furia.
Agitata, prese le proprie cose, sistemandole a malo modo in borsa.

- YooChun non c’è tempo per fare gli eroi! – disse poi – se tardiamo ancora sarà troppo tardi!! -

- … -

 


**

 


- gioca gioca una bambina… -

- … -

- gioca gioca con la pallina… -

- … -

- gioca gioca finché è stanca… -

- … -

- …eheheh…non è emozionante? -

JunSu era adagiato sulla vasca da bagno. L’acqua sgorgava lentamente. Era fredda come il ghiaccio ma lui non provava nulla..
Non riusciva a muovere un muscolo, era completamente paralizzato. Riusciva solo a roteare gli occhi a destra e a sinistra, ma con molta fatica.
Sul bordo della vasca, che giocava con l’acqua che usciva, Takuya rideva e canticchiava allegro. aveva un espressione così terribilmente divertita, che JunSu non poteva fare a meno di avere paura.
Lo seguiva con gli occhi, in ogni movimento che faceva. JunSu sentiva l’acqua che saliva sempre di più, bagnandolo tutto. Alzando lo sguardo, aveva visto il condotto secondario dove l’acqua sarebbe filtrata, ma era troppo in alto e lui era adagiato troppo in basso.
Cercò di alzarsi almeno di qualche millimetro ma niente. Non aveva forze.

- è inutile che ci provi…non ci riuscirai… - sorrise Takuya

- … -

- vedi, in fondo è solo colpa tua, moccicoso! – disse - se tu te ne fossi stato buono, io non avrei avuto seccature, tu non saresti morto e… -

Gli si avvicinò ancora, schizzandolo con l’acqua che nel frattempo stava raggiungendo il torace.

- …e il tuo amato non avrebbe subito questo dolore atroce… -

- … -

Già YooChun.
Oh, quanto si sentiva stupido, quanto? Era stato solo un idiota, non aveva capito nulla di lui. Solo ora se ne era accorto.
Avrebbe dovuto parlargli, era stato un ingrato ed egoista.
Tentò di parlare, ma non ci riuscì.

- …non agitarti…tra un paio di minuti morirai… e quando tornerò…ti porterò altrove… -

- … -

- è un peccato…eri arrivato fino a qui…e non è servito a nulla… - sorrise

Ma poi, guardò gli occhi di JunSu. Erano impauriti, ma allo stesso tempo, sembrava stessero ridendo, prendendosi gioco di lui.
Takuya si fermò per qualche attimo.

- …aspetta… -disse - …tu…non dirmi che col cellulare di prima hai… - balbettò

- … -

JunSu non poteva risponder,e ma bastò il suo sguardo per una conferma.
Takuya, sembrò sobbalzare, preoccupandosi ad un tratto.

- MALEDIZIONE!! - urlò – maledizione!!! -

JunSu si sentiva in un certo senso felice del suo piccolo successo personale.

- muori, piccolo bastardo!!! - esclamò Takuya

Aprì l’acqua del tutto.
Con quasi violenza, andò a riempire ancora di più la vasca.
Takuya si alzò dal bordo e cominciò a camminare avanti e indietro, un po’ agitato.
JunSu ormai era al limite.
 Tra poco l’acqua avrebbe raggiunto la testa e per lui, non ci sarebbe stato più nulla da fare.
Takuya, arrabbiato, lo spinse ancora più in fondo con violenza, tirandogli un pugno nuovamente allo stomaco.

- m-muori!! Muori!! - urlava

 

Embracing, how much of my strength do you still have?



L’acqua ormai lo aveva raggiunto. Ed essendo paralizzato, non era riuscito a trattenere il respiro a dovere. I suoi occhi, aperti, tendevano al cielo tutti i suoi ultimi pensieri.
Vide Takuya, che si era allontanato di fretta dalla vasca, probabilmente andandosene.
Non galleggiava nemmeno, si sentiva pesante. In quel mentre, il suo mondo si sommerse e i suoi occhi incontrarono l’acqua calda che li faceva bruciare.
Era tutto un fremito e ripensava a molte cose.
Ripensava alle ultime cose che aveva detto a YooChun e ai suoi amici. L’unica cosa che voleva era quella di poterlo vedere ancora una volta…una sola.
Ma sapeva che ormai era finita. La sua mente si stava svuotando, ormai l’acqua entrava nei polmoni e la sentiva distintamente.
Però, era contento infondo.
Con quel gesto, JaeJoong sarebbe tornato libero.
E lui…beh, lui si sarebbe sentito, per la prima volta, meno codardo.
E YooChun sarebbe stato fiero di lui

 

We made a promise that we’ll smile till the end
You certainly know, my heart had already collapsed because of the damage you made

 

- salve, sono Aoyama Takuya!, voglio un aereo per New York al più presto!! -

Takuya, in fretta e furia, stava sistemando la propria valigia, mettendoci dentro vestiti un po’ alla rinfusa, agitato più che mai.

- nono, idiota! Lo voglio ora, subito!! – esclamò adirato – si va bene tra venti minuti accidenti! -

 

Those uncaring eyes, is like the tide of love drawing back
Why couldn’t I have realized this sooner?

 

Spense il telefono e cominciò a mettersi la giacca e a far sparire la siringa usata per JunSu, nascondendola sotto il letto.
Guardò la porta del bagno preoccupato, ma ormai non gli importava più nulla.
Quel ragazzino era morto ormai.
Prese la valigetta, chiuse la finestra della stanza e fece per uscire.

 

Back then, we went through so many obstacles

 


- FERMO Lì, POLIZIA!! -

- e-eh?! -

Ma era tardi orai per scappare.
Takuya aveva le spalle al muro.
SooHyun e JooChun arrivarono, con una decina di poliziotti armati.
Oramai era tutto finito.

 

We stand with happiness around us, yet feel not a single touch of comfort

 

- Aoyama Takuya, siete In arresto per l’omicidio di Takahashi Hiro! – aveva esclamato SooHyun quasi solennemente

- n-No FERMI!! – urlò Takuya dimenandosi dai poliziotti che nel frattempo lo avevano preso, colto alla sprovvista

Gli altri, stavano rovistando in giro.

- dov’è JunSu?! – intervenne YooChun – DOV’è?!! -

- eheheh…è bello e andato ormai!! eheheheh -

- C-COSA?! -

- Portatelo via subito!! – ordinò SooHyun

 

Love, can actually be something so costly

 

- JUNSU!! – urlò YooChun con tutto se stesso

Senza pensarci, senza decidere nulla, la prima cosa che fece fu quella di controllare proprio nel bagno.
E lì lo trovò,come immerso in una tomba d’acqua.

- aah! – urlò SooHyun sconvolta

- JUNSUU!! -

 

I don’t know how to explain it, but the both of us have become so real
It’s like they say, you learn from your pain


- ch..chiamate un’ambulanza subito!! – urlò SooHyun

- JunSu, JunSu!!! -

L’aveva tirato fuori dall’acqua, adagiandolo su di lui, bagnandosi a sua volta. Era pallido, era lontano.
Neil suo volto non vedeva più alcuna luce.

- JUNSU!! JUNSU TI PREGO!! -

Niente. Non sentiva nulla. Le sue labbra un tempo rosee erano diventate violacee. La sua pelle ora era bianca come l’inverno del loro primo incontro.
Quegli occhi, che avevano sempre sorriso, ora erano chiusi.

- J-JUNSUU!-
 

A lost love is the only reality
Who is willing to hear me out?

 

- t-ti prego…ti prego..non andartene… -

Le lacrime ormai non si contavano più. Lo guardava morire, e non poteva farci nulla. Sembrava un incubo terribile.
Il caos, il disordine erano nella sua mente. Lo stringeva forte su di lui, sul suo petto, come faceva sempre.
Perché proprio lui, gentile e dolce? Perché non c’era stato YooChun al suo posto? Perché era tutto così maledettamente ingiusto?
Cos’era meglio a quel punto?
Perdere o lasciare?

 

My breath is dying down, tears are mocking my foolishness
My heart has no energy left to turn back…

 

- …coff…coff… -

Sentì qualcuno tossire.
Abbassò lo sguardo.
No,non poteva crederci. Due occhi si stavano aprendo leggermente, spaesati.
Un fremito era corso lungo la sua schiena in quel preciso istante.

- e-eh?! -

Quegli occhi gli stavano ancora sorridendo.

- J…JUNSU!! -

- … -

 

 

My heartbreaking cries, my longings till the end
It was then did I know that only pain was left

 

Non riusciva a muoversi, il paralizzante era ancora in circolo. Aveva aperto la bocca, ma non gli uscivano suoni.
JunSu lo guardò come fosse stata la prima volta. Era ancora lì, per lui.
E non lo avrebbe mai più lasciato andare.

- perdonami JunSu!! Perdonami!!! – gli sussurrava dolcemente, coccolandolo

- … -

Non poteva rispondergli.
Ma se ne fosse stato capace, gli avrebbe detto “ti amo”.

- non ti lascerò mai più, mai più!! – esclamò YooChun piangendo

Infine non nera morto? e Takuya era stato catturato?
Quante domande si stava ponendo in quel momento.
Ma poco gli importava ora. Adesso, voleva solo un letto caldo, un buon riposo e il suo YooChun accanto.

 

 

From that time till forever, still I only
Believe that this love belongs to me; you are here to protect my love

The love of a lifetime…

 


**

**

**

 

 

- la prego di scusarmi infinitamente, avvocato! -

Sia il magistrato che il giudice, s’inchinarono rispettosamente verso SooHyun, leggermente imbarazzata
I giornali e la televisione, erano impazziti dopo la cattura del vero e famigerato assassino di Hiro, avvenuta il giorno prima.
Tutti ne erano rimasti colpiti ed indignati allo stesso tempo, per il modo in cui ma magistratura aveva condotto le indagini ,a danni di persone che non centravano nulla.
Quello stesso giorno, si era svolto un veloce processo e Takuya, aveva dovuto confessare tutto.
Non era stato altro che un semplice omicidio per gelosia.

- quel Takuya ci aveva imbrogliati tutti… -

- non preoccupatevi….l’importante è che tutto si sia risolto! - sorrise lei – e comunque…senza il signor Jung, Park e Kim avrei fatto ben poco! -

- ora Takuya sarà trasferito in un carcere fuori Seoul…gli hanno dato l’ergastolo! – spiegò ll giudice

- è quello che si merita… - concorse SooYunh

- per quanto riguarda il signor Kim JaeJoong…beh, credo che delle scuse appropriate serviranno… -

- a proposito…dov’è il ragazzo? – esclamò il magistrato non vedendolo in giro

SooHyun sorrise

- ..il mio cliente doveva dare i suoi ultimi saluti… -

 


**

 


- allora, qui dentro ci sono i tuoi vestiti! -

- … -

- mentre qui, ho messo lo spazzolino, il sapone, shampoo, ciabatte, quella roba lì insomma… -

- … -

- mi raccomando, non lasciare che lo shampoo si apra, maneggia con cura!! -

ChangMin era su di giri al massimo. Andava avanti ed indietro per la cella, in cerca di cose nuova da mettere dentro le due piccole borse di nylon che avevano dato a JaeJoong perché ci mettesse le sue cose. Sembrava parecchio felice, come un bambino nel giorno di natale.
Sicuramente, più felice del diretto interessato.

- JaeJoong, sbrigati, o farai tardi!! - lo chiamò

Il ragazzo, uscì dal bagno vestito e perfettamente a posto.
Guardò ChangMin e gli sorrise, anche se lievemente. Sembrava che dovesse partire per un viaggio.
E, in effetti, era più o meno così. Solo che quel viaggio era diretto verso la libertà.

- ho finito… - esclamò

- bene dai!! Lì c’è la tua roba!! – disse ChangMin contento

Ma JaeJoong non lo sembrava altrettanto.

- ehi, piantala con quel muso! Sii felice!! Oggi è un giorno bellissimo per te! - gli disse tirandogli una pacca

- ..già… -

- allora, stamattina ti ho preso una focaccina alla mensa, nel caso tu senta la mancanza di… -

ChangMin aveva già iniziato a parlare quando ad un tratto, JaeJoong gli si incollò al petto, senza dire una parola e lasciandolo piuttosto spiazzato.
Nessuno dei due sembrò voler parlare.

- ehi…c-che ti prende…? – chiese ChangMin

- …niente… - sbottò

Il moro rispose all’abbraccio e smise di sorridere per qualche momento.
Capiva come si sentiva JaeJoong. Diviso tra la sua vera vita e quella che aveva vissuto in quelle settimane.

- ..il carcere…non è poi stato così male… - sospirò tristemente il biondo

- non dirlo nemmeno per scherzo! Dovunque è meglio di qua, ricordatelo! – lo spronò il ragazzo

- … -

- non devi essere triste! Stai per rincontrare il tuo lui! -

A quelle parole, sembrò incupirsi ulteriormente

- … m-mi dispiace… -

- no JJ…hai solo fatto una scelta! E la più giusta, a mio parere - gli sorrise dolcemente

JaeJoong lo guardò un po’ stupito. Quella era la prima volta che lo chiamava così, con il suo nomignolo.

- tu…tu mi hai donato il paradiso…in questo inferno… - continuò ChangMin -e mi basta questo… -

- …io..non voglio perderti… - ammise JaeJoong

- e non mi perderai…come amico… - annuì

Restarono abbracciati per qualche istante.
Poi, fu l’ora di andare.
Fu l’ora di tornare libero. Fu l’ora di dire addio a molte cose.

- …ti prego…accompagnami… - chiese JaeJoong

- …lo sai, posso solo fino ad un certo punto… - esclamò ChangMin tristemente

- …m-mi basta… -

 

A volte il passato ritorna

 

- Y..YunHo… . -

- …JJ! -

Lungo quel corridoio freddo, che separava le celle da ciò che si definiva libertà, i loro animi si riscaldarono.
JaeJoong, con il cuore palpitante, lasciò la mano di ChangMin e si mise a correre, vegliato dal suo sguardo.
YunHo aveva fatto altrettanto, buttando a terra le chiavi della sua macchina e precipitandosi da lui.

 

A volte, non si può far nulla per impedirlo

 

Sembravano passati anni, moltissimi anni. Entrambi non riuscivano a ricordare l’ultima volta in cui si erano abbracciati.
Sentirono il calore nei loro cuori, e una vibrazione li percorse.
Fu l’abbraccio più lungo della loro vita. E il più importante. Il moro lo strinse forte, come avesse avuto paura di lasciarlo andare.
Lo aveva sognato per molte notti prima di quel giorno.

- JJ…JJ… - sospirava

- a..amore mio… - balbettava JaeJoong

Si toccarono i capelli, i volti, per accertarsi che tutto quello fosse reale e non il frutto di un sogno.
Si erano finalmente ritrovati. Nessuno dei due sembrava crederlo. Quanti incubi avevano vissuti prima di quel momento.
Quando la loro fede si era affievolita. Quando sembrava che la speranza li avesse abbandonati. Quando tutti erano stati contro di loro.

 

Lui torna, ma tu, sii pronto a combattere

 

- J-JunSu…lui…lui come sta? – chiese JaeJoong in preda ad un panico di indefinibile gioia – ho sentito che… -

- lui sta bene…è con YoChun, a casa nostra… - gli sorrise dolcemente YunHo

- … -

- sono stati tutti in ansia per te…. -

- YunHo io… -

- è lui? -

- eh?! -

JaeJoong si voltò dove aveva indicato YunHo. Si girò verso ChangMin, che li guardava e si era sorpreso che YunHo facesse lo stesso.

- è lui il tuo amico? – chiese ancora

- …s-si… - balbettò JaeJoong distrattamente

YunHo gli poggiò una mano sulla spalla e lo invitò a seguirlo, tornando indietro. JaeJoong non capiva cosa volesse fare e non lo capì finché non furono davanti a ChangMin, un po’ sorpreso.
Si guardarono per qualche istante

 

Con tutte le tue forze, con ogni aiuto

 

- t-tu…devi essere YunHo… - esclamò ChangMin - ho sentito tanto parlare di te… -

- …a-ache io.. . –annuì lui, imbarazzato – so che hai aiutato JJ… -

- …beh, ho fatto del mio meglio.. - sorrise lievemente – mi raccomando, fallo mangiare, fa molto il bambino… -

JaeJoong rise sotto i baffi mentre YunHo annuì con sincera gratitudine
Poi, si avvicinò a ChangMin, e senza che lui dicesse una parola, gli diede un piccolp abbraccio.
Aveva capito anche lui, che doveva essere una persona buona, pensava JaeJoong.

- grazie di tutto…quello che hai fatto per lui… - gli disse inchinandosi rispettosamente

- … -

Lui, dapprima rimase stupito, poi gli sorrise e annuì

- sei fortunato…YunHo… - gli disse – ora…andate… -

- … -

Posò il suo sguardo su JaeJoong. Lui stava per piangere, ma si trattenne. Voleva essere forte ancora una volta per ChangMin.

- …non ti dimenticherò…t-ti aiuterò, vedrai! - esclamò

- …sciocco… - sbottò il moro

YunHo s’inchinò ancora. poi, prese JaeJoong per mano.
E così, era davvero finita.
Un ultimo sguardo verso ChangMin, verso il suo secondo amore.
Un ultimo sorriso.


E un ultima lacrima, solitaria, che solcò le sue guancie, nel momento stesso in cui ChangMin aveva agitato la mano in segno di saluto.

 

 

Tu, puoi farcela, non sei solo

 

 - allora, dove andiamo? -

La libertà, aveva un sapore davvero diverso ora che JaeJoong aveva provato la prigionia

- vedo che ti è tornato il buon umore! - gli sorrise YUnHo

- ho così tanta voglia di riscoprire il mondo! - esclamò JaeJoong assaporando quella brezza invernale che sentiva dopo tanto tempo

- si potrebbe fare un bel viaggetto! E io vengo con te stavolta!! – sbottò YunHo accarezzandogli la testa arruffata

- mmm…ci sto! A patto che scelgo io il posto! -

- per me va bene… -

- comunque…hai detto che JunSu e YooChun sono a casa? -

- già! Non vedono l’ora di festeggiare!! -

JaeJoong ci rimase di sasso

- e-eh?! -

- si tratta di una festicciola piccola piccola!! – esclamò YunHo

- no, un'altra festa noooooo!!!!! – si disperò il biondo

- eddai, che ti costa! C’è pure tua sorella e il tuo caro cognatino! -

- scherzi??!! Pure lui?! –

- ti sta antipatico? –

- n-no ma…mi mette un po’ di imbarazzo… -

- sciocchezze! Starai con i bambini! –

- b…?!!!!! –

- eheheheh… -

- … -

- ehm…JJ? -

- YUNHO TI ODIOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!! –

 

 

Vai avanti, vivi la tua vita.
Vivendo il presente, si dimentica il passato

 

 

 

 


2 anni dopo

 


Tribunale di Seoul. Ore 11.00 AM


- quattro anni fa, venne condannato un ragazzo innocente. Un ragazzo che pagò i propri errori in cambio della propria libertà. Un ragazzo buono, che non avrebbe a fatto del male volontariamente ad una mosca. Un ragazzo che ha amato profondamente…un ragazzo che ha ammesso di aver ucciso, solo per proteggere un amica! –

Kim SooHyun si alzò in piedi formulando quel discorso con il cuore. Tutta la sala ghermita di gente, era rimasta in silenzio ad ascoltare quelle parole. Poco lontano, una ragazza, stringe forte i pugni sulla propria postazione e, speranzosa, continuava a guardare il banco degli imputati

- ..ora…questo ragazzo ha confessato ogni cosa…e ha il diritto di essere libero di vivere la propria vita! –

Ci fu un applauso generale. SooHyun si sedette al proprio posto, soddisfatta.

- molto bene…avvocato Jung, vuole aggiungere qualcosa? - chiese il giudice

- …solo…solo una parola, presidente della Corte… - esclamò un ragazzo ventiseienne, alzandosi e dirigendo il proprio guardo all’imputato

- parli pure… -

- …vorrei solo dire a quel ragazzo che noi oggi stiamo giudicando…un grazie infinite…perchè ha dimostrato i essere buono, forte e gentile anche nelle condizioni in cui ha vissuto fino ad oggi… - esclamò sorridendo – ed io…io sono fiero, di aver lavorato per la sua liberazione! -

Tutta la folla continuò in applausi. SooHyun sorrise sotto i baffi soddisfatta. L’avvocato Jung s’inchinò rispettoso e si ricompose al suo posto.

- …non ho altro da dire… -

- bene… - annuì il Giudice - …dunque… -

E il silenzio irruppe nella sala.
Il giudice sollevò lo sguardo alla platea e poi, lo puntò su colui a cui era diretta la sentenza.

- credo…credo che sia d’obbligo annunciare…..che l’imputato Shim ChangMin è innocente … - esclamò – e che l’omicidio di cui si era macchiato volontariamente sia stato frutto di un banale incidente domestico… -

ci furono altri applausi, questa volta più forti. ChangMin, che fino a quel momento era rimasto seduto, si alò in piedi quasi meccanicamente, mettendosi una mano davanti agli occhi.
Si guardò intorno e vide lei, felice, che piangeva, cercando di nasconderlo.
Era tutto così diverso. La vita aveva un gusto così dolce per lui, in quel momento.

- ottimo lavoro YunHo! - aveva sorriso SooHyun

- sei una brava maestra… - sbottò il ragazzo mettendosi la giacca e dando la mano alla sua collega

- ChangMin non poteva finire in mani migliori delle tue! È sempre stato un testardo… -

- beh, per questo, mi ricorda un po’ JaeJoong – sorrise il moro

- ah beh…ora vai su! Vai dai tuoi amici! – lo incitò SooHyun

- e le carte da compilare? – domandò YunHo

- faccio io…Jin mi darà una mano! - sorrise

- …grazie! -

- ci vediamo domani in ufficio…non fare tardi! - gli ricordò la ragazza

- certo! Ci vediamo domani!! -

- ciao… -

Sollevò la mano, ma YunHo era già partito in quinta.
Non stava mai fermo un secondo, nemmeno quando lavorava.
Era tipico di lui. Aveva imparato a conoscerlo bene in quegli anni.
In un certo senso, era cresciuta anche lei come persona. E tutto grazie a quell’esperienza con JaeJoong.

- …sei cresciuto…YunHo… - sorrise tra se, mentre lo vedeva correre via dall’alula del tribunale

 

Impari dai tuoi errori
Diventi adulto e consapevole

 

- io…non…so come ringraziarti … -

ChangMin non aveva parole. Era semplicemente afflitto da un senso di colpa misto alla gratitudine verso YunHo e non solo. Verso tutti quelli che lo avevano aiutato.
Quest’ultimo, gli aveva messo un braccio attorno al collo, strattonandolo per bene, contento.

- piantala! Sei mio amico! – gli sorrise

- … -

- YunHo, ChangMin! -

Entrambi alzarono lo sguardo, non appena arrivarono all’ingresso del tribunale.
Fuori, appartati sotto uno degli alberi che circondavano l’ampio viale, YooChun, JaeJoong e JunSu attendevano ansiosi.

- arriviamo! – esclamò YunHo facendosi sentire

E si corsero quasi incontro.

- andata bene vero? – chiese YooChun

- magnificamente! – sorrise YunHo

- yaaaa!!!! Lo sapevo!!! – esclamò JunSu al settimo cielo, abbracciando YooChun ed, inseguito precipitandosi su ChangMin

Lui dal canto suo, si sentiva ancora profondamente a disagio con loro.

- ChangMin… -

Era stato JaeJoong a parlare. Lui, un po’ timidamente, gli sorrise.
Finalmente, dopo due anni ,era riuscito a tornare da lui.
Finalmente, avrebbero potuto tornare a stare insieme.

- …JaeJoong – gli sorrise

Anche il biondo fece lo stesso. Era un sorriso così bello…
E pensare che fino a poco tempo rima era convinto di dover vivere il resto della propria vita in galera.

- sei cresciuto! – esclamò ChangMin misurandogli l’altezza

- scemo! – sbottò lui quasi offeso - …anche tu lo sei! -

- si…diamo di si… -

Ancora non ci poteva credere. Era libero.
Era semplicemente libero di vivere accanto a coloro che gli stavano più a cuore.

- ….era ora che vivessi la libertà che ti meriti! -

E dicendo questo, JaeJoong lo abbracciò forte.
Come molto tempo prima, quando si erano detti addio nel carcere.
Quando erano ancora dei bambini ,a conti fatti.
Quando ancora, il sapore della libertà non era giunto ad entrambi.

 

 

 

E’ dagli errori del passato
che si costruisce il futuro
che sia bello o brutto

Beh, tocca a te deciderlo!

  
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