“Accidenti, quanto sei bello, prof...” sussurrò Guglielmo all'orecchio di Alessandro.
Era da un'ora che guardavano un improbabile film su Giordano Bruno, tanto per restare in ambito squisitamente didattico ed inevitabilmente noioso. Problema da poco però, l'attenzione che non dedicava al video la rivolgeva tutta all'altro; aveva studiato ogni suo tratto, ogni movimento, la linea del collo e il profilo delle mani, il naso, le labbra, il mento... aveva anche azzardato qualche carezza tra i capelli. Gli piaceva, avrebbe voluto trascorrere del tempo con lui, conversare, ridere, ascoltarlo, parlare... E baciarlo. Erano così invitanti le sue labbra, tutte le volte che lo vedeva spiegare pensava a quanto gli sarebbe piaciuto accostare la bocca alla sua e infilarvi qualcosa di più interessante che Kant...
Se gli faceva impressione essere attratto da un uomo? No. O non molta, almeno. Aveva provato abbastanza cose e si conosceva abbastanza da intuire che non poteva fare tutta questa differenza, stringere a sé un morbido corpo di donna o un saldo corpo di uomo, purché gli trasmettesse quel calore capace di cacciare lontano il gelo della solitudine. Agli occhi della gente, poteva essere sconveniente, sbagliato, depravato... ma lì non c'era nessuno a guardarli, erano solo loro due e il loro desiderio di essere più vicini... O solo il suo forse, non sapeva cosa Alessandro pensasse, se avesse capito, se sentisse la stessa emozione... Era serio, composto, assorbito dal film... Qualsiasi cosa gli passasse per la testa, era schermata dietro ad un atteggiamento distante e professionale. Forse avrebbe dovuto farlo bere, farlo fumare, così magari si sarebbe sciolto e sarebbe stato più facile intuire... Invece era un rebus impenetrabile.
Gli sfiorò appena l'orecchio con le labbra.