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Autore: Dzoro    20/11/2013    2 recensioni
In un mondo abitato da manichini meccanici, dominato dai Vampiri e con seri problemi di immigrazione aliena, succede un evento impensabile: Carmilla, una bambina vampiro, torna umana. Il compito di proteggerla viene affidato ad un improbabile eroe, il medico-manichino Verzetti. Riuscirà a salvarla dalle grinfie del perfido tenente Controcazzi e a conquistare il cuore di Samanta, la bella manichina dal morbido seno di Seitan, e a pagare l'affitto?
Storia in pausa natalizia, ci vediamo a gennaio!
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Due
Verzetti trovò l’appartamento di Camarilla in un quartiere ancora devastato dai bombardamenti chimici dei Pipistrelli, ai tempi della guerra con i sapiens. Vedeva dalle finestre più alte dei palazzi pendere gli stendardi di qualche clan mutante, ricavati da lenzuola dipinte con bombolette di vernice spray. I bitorzoluti dovevano occupare per intero i piani superiori, magari insieme a qualche famiglia di grigi. Parcheggiò il suo Maggiolino blu davanti all’indirizzo comunicatogli dal cliente. Indossava già il camice bianco, e in mano reggeva la borsa di pelle di squalo terrestre con dentro i ferri. Sperò che Dracula Camarilla fosse soltanto il solito pipistrello rimbecillito dalla senilità secolare, e che la presunta resurrezione fosse soltanto un caso mal interpretato di etilite, malattia comune tra i pipistrelli, che si verifica quando bevono sangue di un mammifero con alcol in circolo, e che ha come sintomo rossori diffusi su tutta la pelle. Però aveva bisogno di soldi: avrebbe visitato la ragazza, avrebbe detto che era tutto a posto e quindi svuotato il portafoglio del gonzo.
Suonò al citofono, la porta si aprì immediatamente, e Verzetti scese le scale, fino alla porta di casa Camarilla. Gli aprì un Pipistrello calvo, con le orecchie leggermente appuntite e con delle gambe sottili assolutamente inadatte a sorreggere il resto del suo corpo, gonfio e rotondeggiante, fasciato da una tuta da ginnastica rossa.
- Grazie per essere venuto! Entri, mia figlia Carmilla è in camera sua, l’aspetta.
 Carmilla Camarilla. Un altro nome da pipistrello proletario. Verzetti si dovette chinare per entrare nello scantinato del suo cliente. Non era un Pipistrello benestante, di quelli con le case che si stendono per cunicoli e cunicoli sottoterra. Anzi, qui si trattava di un bilocale quasi a livello del suolo, con dei lucernari spalmati di pece per non far entrare la luce di giorno. Il che significava che la lente solare doveva coprire malissimo quella zona, il che significava che aveva trovato l’ennesimo paziente-pezzente, e che avrebbe dovuto scrollargli per bene il portafoglio. Passarono il salotto, dove su un tavolino di linoleum stavano alcune sacche di sangue di soia vuote, con i rimasugli raggrumati e marroni sul fondo del sacchetto di plastica. Accanto, invece, c’era un sacchetto di tela da cui spuntavano una scatoletta di dado granulare, della verdura rossa e oblunga e una scatola di cioccolatini al wafer e wasabi.
 - E’ da secoli che non ho più a che fare col cibo sapiens, ho raccattato quello che trovavo in giro – si scusò Dracula, ammucchiando fra le braccia tutto ciò che stava sul tavolo e gettandolo nel cestino – ma mi segua, per piacere.
 Passarono oltre, verso una porta chiusa.
 - Io è meglio che mi fermi qui. Non vorrei mai farle del male per sbaglio. Sa, sangue vero di sapiens non ne tocco da un po’. Dovrei proprio decidermi a prendere uno di quei maialini, non so se ne ha mai sentito parlare.
 - Vagamente.
 Con tutti quei discorsi da poveraccio, Verzetti si ripromise di chiedergli al più presto un anticipo, prima di vedere la sua paga finire in dadi da brodo e maialini da sangue. Il suo cliente gli aprì la porta. Entrò in una stanza arredata con vecchi mobili ikea. C’era anche una piccola bara, e accanto ad essa una bambola senza un occhio, un castoro di peluche e un criceto dentro una gabbietta a forma di cuore. La bara era aperta, e Carmilla, che non dimostrava più di otto anni standard, sedeva per terra vicino al coperchio: era ancora in camicia da giorno, e sotto un cappellino di lana viola si scorgevano chiaramente guance rosse e due begli occhi vispi, il che confermava l’ipotesi dell’etilite. Verzetti sorrise, sentendosi all’improvviso nella proverbiale botte di ferro. La bambina stava mangiando contemporaneamente un pacchetto di biscotti e della marmellata di brugni, una delle poche specialità dei grigi integrate nella cucina terrestre. Gli avevano detto che diluito nell’acqua era un’ottima colla per saldature. Se la paga non gli avesse permesso di cambiare quella famosa rotula, forse poteva provarci. La ragazzina aveva appena finito di spalmare altro brugno su un biscotto e lo inghiottì in un sol boccone. Aveva appetito. Poveretta, probabilmente avrebbe vomitato tutto una volta scoperto che era ancora un pipistrello.
- Ciao Carmilla.
La bambina emise un suono che poteva essere sia interpretato come un ciao che come la foga della masticazione.
- Sono il dottor Verzetti, come ti senti?
- Benissimo!- esclamò sorridente. Allegria, un altro chiaro segno di alcool in corpo.
- Ottimo piccola, che ne dici se ti sento il polso un attimo?
- Mh-mh.- rispose Carmilla, masticando il biscotto e porgendo il braccio al dottore. Verzetti lo prese tra le sue dita di polistirene. Con la coda dell’occhio, notò che Dracula stava sbirciando dalla soglia della porta. Verzetti rivolse a lui, ed era già pronto a dire tutto a posto, è assente, può tranquillizzarsi. E invece si gettò urlando contro una parete: era la prima volta in vita sua che sentiva un battito in un polso.
   
 
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