Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: jas_    20/11/2013    23 recensioni
"Ti sto scaricando con un messaggio in segreteria, dopo tutto quello che abbiamo passato, dopo tutto quello che tu sei stato per me. Mi sento patetica, e molto stronza, ma se ti chiamassi e sentissi la tua voce rauca e lenta, non riuscirei a dire nulla di quello che invece devo dirti. [...]
Il destino non è stato dalla nostra parte, Harry, forse è meglio smetterla di prenderci in giro e finirla qui. [...]
Stiamo combattendo una battaglia che è già persa in partenza, è inutile rimanere ancorati ad un qualcosa che non c'è più. Ti ho amato, ti amo tutt'ora ed una parte di me ti amerà per sempre, ma non possiamo andare avanti così.
Magari tra 10 anni ci rincontreremo, e tu e io saremo ancora single, o separati, o divorziati dai rispettivi coniugi, e allora capiremo che abbiamo fatto bene ad aspettare il momento giusto. Ma fino ad allora, Harry, non cercarmi, non seguirmi dall'altra parte del mondo, non intasarmi la segreteria.
Vivi.
Salutami Parigi e chi lo sa, magari troverai un'altra ragazza inglese, un po' strana, lavorare in una panetteria."
-
Sequel di 10 giorni per innamorarmi di te
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Harry e Lennon'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


 




 

Epilogo

 
 
 
Erano le due di notte e l’aeroporto di Manchester si poteva definire quasi deserto.
Harry era abituato a vederlo gremito di gente poiché le visite a casa erano sempre in concomitanza con qualche festività e le persone approfittavano di quei giorni per abbandonare il grigiore inglese, o soltanto quella cittadina chiusa, e partivano per una vacanza.
Lennon aveva insistito per pagarsi da sola il viaggio ed aveva scelto la tariffa più conveniente che comportava orari di volo più scomodi.
Harry era stanco, lo si poteva notare dal viso più pallido del solito e gli occhi verdi contornati da due profonde occhiaie. I preparativi per il matrimonio lo avevano completamente assorbito e la sua vita ad Holmes Chapel non era mai stata così movimentata come nelle ultime settimane.
Lennon era rimasta a Parigi ed aveva aspettato l’ultimo per raggiungerlo così da riuscire a dare l’ultimo esame dell’anno e poter lavorare nel pub in cui l’avevano assunta.
Harry sbadigliò, la lattina di Redbull che giaceva vuota nell’auto parcheggiata fuori dal terminal non era stata sufficiente per liberarlo dalla stanchezza accumulata. Prese il telefono dalla tasca quando questo cominciò a vibrare e rispose a sua madre con fare annoiato.
Tutta la famiglia sembrava essere impazzita a causa di quel matrimonio e se Harry e sua sorella erano finiti per diventare degli zombie, sua madre scaricava l’ansia diventando adrenalinica e insopportabile per il cervello stanco di Harry.
«Lennon è arrivata?» domandò la donna.
«No mamma, l’aereo è in ritardo di venti minuti, dovrebbe uscire tra poco però.»
«Ma sei sicuro che sia partita da Parigi? Non è che è bloccata in aereo e non arriverà in tempo per le nozze? E non ha ancora provato il vestito, spero che non sia ingrassata ma nemmeno dimagrita, le misure devono essere perfette e l’abito le deve calzare a pennello.»
Sua madre parlò senza quasi respirare e non ci fu una pausa di cui Harry poté approfittare per controbattere e cercare di fermare le paranoie di Anne.
«Mamma non preoccuparti, è partita. L’ho chiamata ed il telefono era spento, ciò significa che era sull’aereo. E il vestito le donerà, non preoccuparti per Lennon, pensa al tuo di abito piuttosto. Tra meno di un’ora saremo a casa, promesso. E vai a dormire che in questa famiglia sembriamo tutti degli zombie.»
«Ma tesoro…»
«Non preoccuparti di nulla, è tutto sotto controllo. Buonanotte mamma» e senza lasciarle il tempo di controbattere riattaccò.
Harry sospirò e rimase a guardare l’ora sul telefono. Erano le due e quattordici e lui alle sette sarebbe dovuto essere in piedi.
Abbassò lo sguardo sulla data e si rese conto che esattamente quattro anni prima, quel giorno, aveva salutato Lennon all’aeroporto di Charles de Gaulle.
Quel pensiero lo fece rattristire improvvisamente benché non ci fosse più nulla da temere visto che la sua relazione con lei andava a gonfie vele nonostante gli alti e bassi tipici di ogni rapporto.
Malgrado la scuola, il lavoro di lei, i cambiamenti, le gelosie ingiustificate e i difetti, loro due erano ancora lì. Nemmeno un oceano era riuscito a tenerli lontani, né il tempo o i cambiamenti. Loro due erano cresciuti, un po’ per conto proprio e un po’ insieme, ma Harry si rese conto che se in quegli ultimi tempi era maturato così tanto, il merito era tutto di Lennon. Tra i due quella con i piedi per terra era lei, Harry aveva perennemente la testa tra le nuvole ma infondo erano un’accoppiata perfetta. Avevano superato ogni tipo di difficoltà uscendone più uniti e forti di prima, sarebbero stati in grado di superare ogni avversità se insieme, Harry ne era certo e si rese conto di non vedere l’ora di riabbracciarla. Non la vedeva da poco più di due settimane e già gli mancava nonostante si sentissero tutte le sere. Lennon gli raccontava la sua giornata trascorsa tra lo studio e il lavoro e Harry dei battibecchi in famiglia tipici di quando dovevano essere prese delle decisioni.
Il riccio alzò lo sguardo sul display degli arrivi e si accorse che l’aereo di Lennon era atterrato. Si alzò dalla sedia sulla quale l’aveva aspettata per quasi un’ora e si avvicinò alla porta scorrevole dalla quale sarebbe uscita da lì a pochi minuti. Fu tra le prime arrivare, inizialmente la ragazza si guardò in giro osservando il volto di ciascuna delle persone lì presenti, quando finalmente il suo sguardo incrociò quello di Harry le labbra si distesero in un sorriso e le sue gambe si mossero veloci verso di lui.
Senza dire niente abbandonò la valigia accanto a lei e butto le braccia al collo del ragazzo stringendolo a sé.
«Mi sei mancato» sussurrò dopo alcuni secondi.
Harry spostò le mani dalla sua schiena ai suoi fianchi e l’osservò sorridente prima di baciarla con dolcezza sulle labbra e beandosi di quel contatto che aveva aspettato per giorni.
Lennon gli accarezzò i capelli e quando si staccò da lui il suo sguardo divenne preoccupato.
«Harry sei uno straccio» lo rimproverò. «Quanto hai dormito negli ultimi giorni?»
Il ragazzo non rispose ed abbassò lo sguardo sentendosi colpevole.
Lennon si sentì in colpa per aver reagito così ma le faceva male vedere il viso di Harry così stanco e teso. Gli prese il mento tra le dita costringendolo ad alzare il viso e di conseguenza guardarla. Il suo sguardo era dispiaciuto e allo stesso tempo leggermente preoccupato.
«Mi dispiace di averti abbandonato in balia degli isterismi di tua sorella e le paranoie di tua madre.»
Harry si strinse nelle spalle ed accennò un sorriso, «non importa, ora sei qui con me.»
Lennon annuì e lo abbracciò di nuovo, «non vorrei sembrare mielosa ma non vedevo davvero l’ora di vederti.»
«Chiunque non vorrebbe vedere l’ora di vedermi, guarda quanto sono bello» ribatté Harry sorridendo soddisfatto.
Lennon gli diede un leggero pugno sul petto, «andiamo a casa a dormire se domani non vuoi spaventare tutti gli invitati con le occhiaie che ti ritrovi.»
 
 
 
«Sei agitato?» domandò Gemma avvicinando il viso allo specchio per mettere il mascara con più precisione.
Harry sospirò e si buttò sul letto a pancia in giù.
«Tu che dici?»
«Ti immagino già mentre inciampi intanto che vai all’altare.»
«Vaffanculo» borbottò il ragazzo voltando il viso verso la sorella che intanto aveva finito di truccarsi e si stava sistemando i capelli.
«Alzati che ti stropicci tutta la camicia» lo riprese quando si accorse della posizione di Harry.
Il fratello obbedì in silenzio, Gemma gli sorrise e si avvicinò a lui per sistemargli il papillon che pendeva leggermente a sinistra.
«Stai d’incanto» gli disse poi, facendogli strabuzzare gli occhi.
«Sì, ti sto facendo un complimento» aggiunse la ragazza impedendo ad Harry di aprire bocca, «e ti conviene segnarlo sul calendario perché non so quando riaccadrà ma questo è un giorno importante un po’ per tutti quindi mi sentivo in vena di dirtelo.»
Il ragazzo abbracciò di getto la sorella, simile alla madre per quanto riguardava la parlantina, e zittendola dalla sorpresa.
Si staccò da lei e le diede un leggero buffetto sulla guancia. «Hai per caso visto Lennon? Mi ha detto che andava a prepararsi ma poi è sparita.»
«Lo sai che porta sfortuna vedere la sposa prima del matrimonio?»
Harry aggrottò le sopracciglia, «ma che…»
«L’ho vista in giardino» lo interruppe Gemma, ridendo.
Il ragazzo non aggiunse altro e scese le scale di fretta, attraversò la cucina e spalancò la porta che dava sul retro arrestandosi poi di scatto quando scorse Lennon di spalle seduta sul dondolo su cui lui passava i pomeriggi da piccolo.
Si avvicinò con cautela mentre la osservava muoversi lentamente avanti e indietro, i piedi nudi appoggiati sull’erba appena tagliata e i capelli che ormai le erano cresciuti ed arrivavano a toccarle le spalle raccolti in una morbida acconciatura.
«Ehi…» le disse, quando arrivò a pochi centimetri da lei.
Lennon sussultò girandosi di scatto verso Harry che sorrideva, una mano sul cuore che aveva preso a batterle all’impazzata.
«Mi hai fatto prendere uno spavento.»
«Non pensavo di essere così brutto.»
Lennon alzò gli occhi al cielo e si fece un po’ più in là così che Harry potesse sedersi accanto a lei.
«Come mai sei qua tutta sola?» le domandò il riccio, voltandosi verso di lei per guardarla.
Lennon alzò le spalle, «stavo riflettendo» disse appoggiando la testa sulla spalla di Harry.
«A che cosa?»
«A un po’ di tutto… Al matrimonio, a me, a te…»
«A noi…»
Lennon sorrise, «sì, anche a noi.»
«E cos’hai pensato a riguardo?»
La ragazza si rimise composta e si voltò verso Harry che la osservava leggermente divertito. Le sue labbra erano volontariamente serrate, si vedeva che stava cercando di trattenere un sorriso ed anche con quell’espressione le sue fossette erano ben visibili.
Lennon sorrise, nonostante il vestito elegante, i capelli leggermente più ordinati del solito e quello sguardo che sembrava penetrarti l’anima, aveva ancora l’aria un po’ da bambino. Lennon era certa che l’avrebbe avuta anche con le rughe, i capelli grigi ed una dentiera in bocca. Avrebbe voluto essere lì con lui.
«Che non ho mai amato una persona così tanto.»
Harry deglutì mentre sentiva lo stomaco attanagliarsi. Si sentiva ridicolo, Lennon era la sua ragazza e la conosceva bene, così come conosceva bene i sentimenti che provava nei suoi confronti, eppure la sincerità e la spontaneità con le quali a volte li esternava lo lasciavano ancora basito e incapace di reagire. Sarebbe stato sufficiente un semplice “anch’io” che tuttavia gli era impossibile pronunciare ma Lennon lo conosceva bene, così bene che anche in assenza di parole capiva cosa gli passava per la testa.
«Forse dovremmo andare, non vorrei fare attendere la sposa agli invitati» disse invece.
Lennon annuì e si alzò dal dondolo lisciandosi leggermente il vestito, Harry sorrise pensando a quanto lei fosse bella e a quanto invece lui fosse fortunato.
«Sei nervoso?» domandò la bionda.
«Un po’, ma credo che sia normale. No?»
«Certo, ma sono sicura che sarai perfetto. Basta che non inciampi in chiesa.»
Harry alzò gli occhi al cielo, «ma tu e mia sorella volete vedermi cadere per caso?»
Lennon scoppiò a ridere, «ti ricordiamo l’eventualità così che tu stia attendo a dove metti i piedi» disse avvicinandosi al ragazzo e prendendogli il viso tra le mani. «Ma sono sicura che andrà tutto alla grande, sarai perfetto come sempre» gli sussurrò sulle labbra prima di annullare le distanze tra loro.
 
 
 
Harry si avvicinò alla sposa intenta a chiacchierare con alcuni invitati. Le appoggiò le mani sulle spalle e le sussurrò nell’orecchio: «mi concede questo ballo?»
Anne si voltò di scatto e si aprì in un sorriso non appena vide suo figlio porgerle la mano con fare cavalleresco.
«Sei bellissima mamma» ammise Harry mentre appoggiava una mano sul fianco della donna e cominciava a dondolare lentamente a ritmo di musica.
La donna annuì, gli occhi lucidi dall’emozione e le labbra distese in un sorriso sereno e felice.
«Ed io sono fiera di te» rispose la donna.
Harry sorrise e lei gli accarezzò affettuosamente una guancia.
«Non mi hai uccisa in questi ultimi giorni in cui so di essere stata insopportabile» continuò Anne, «e ti sei comportato da uomo di fronte agli isterismi miei e di tua sorella. Sei cresciuto, non sei più il bambino che si ingozzava di mandarini e poi nascondeva le bucce così che io non ti scoprissi. Nonostante le difficoltà che hai dovuto affrontare stai maturando e mi stai rendendo la madre più felice del mondo, lo sai questo?»
Harry annuì ed abbracciò Anne nell’esatto istante in cui la canzone cessò.
«E grazie per avermi accompagnata all’altare.»
«E’ stato un onore. Ti voglio bene ma’.»
«Anch’io, ed ora vai a salvare la povera Lennon dalle ridicole mosse di danza del tuo patrigno.»
Harry rise ad annuì prima di avvicinarsi alla ragazza che rideva mentre osservava Robin mostrarle alcuni passi che l’uomo eseguiva alquanto goffamente.
«Robin» lo chiamò Harry divertito, l’uomo alzò gli occhi verso il ragazzo e sorrise esclamando un “figliolo!” con più enfasi del solito, probabilmente data dall’alcol che già circolava nel suo corpo.
«Posso rubarti Lennon? C’è la mamma di là che ti cerca…» disse, indicando Anne ad alcuni metri da loro.
Robin annuì e si avvicinò alla neo moglie, Lennon sorrise prima di voltarsi verso Harry.
«Grazie per avermi salvata, mio cavaliere» disse con fare teatrale.
«Non c’è di che, principessa» ribatté il riccio attirando Lennon a sé per un braccio ed appoggiando una mano sulla sua schiena.
La bionda strabuzzò gli occhi sorpresa dalla sicurezza di Harry che rise soddisfatto.
«Ho frequentato il corso di ballo con mia madre negli ultimi giorni ed è da tutta la sera che ballo con signore che mi vogliono, posso reputarmi un ballerino prodigio ora» spiegò, facendo girare Lennon su se stessa prima di avvicinarla nuovamente.
«Che ne è stato del mio Harry? Quello che non sa nemmeno ballare la macarena?»
«Quello bello, simpatico, intelligente, divertente, paziente e che fa perdere la testa a tutte, dici?»
«Sì, quel ragazzo modestissimo.»
Il riccio sorrise. «Il tuo Harry è sempre qui» le sussurrò all’orecchio.
Lennon sentì il battito del cuore accelerarle alla sensazione del respiro caldo di Harry sulla pelle, prese un respiro profondo e chiuse gli occhi appoggiando la testa sulla sua spalla e lasciandosi cullare da quei movimenti lenti e dal suo profumo famigliare.
Si conoscevano da quasi cinque anni, cinque anni di litigi, pianti, mancanze, insulti, ma anche cinque anni di sorrisi, carezze, baci e “ti amo” sussurrati tra le lenzuola alla mattina o alla sera sul divano.  E dopo cinque anni lei era ancora lì, tra le braccia dell’unico ragazzo che avesse mai amato davvero, l’unico ragazzo in grado di strapparle un sorriso in mezzo alle lacrime e di mostrarle la luce in mezzo all’oscurità.
Lennon si strinse ancora di più ad Harry come se in quel momento potesse andarsene e lasciarla da sola rendendo la sua vita un inferno. Il ragazzo dovette accorgersene perché alzò il viso e la guardò leggermente preoccupato.
«Va tutto bene?»
«Promettimi che non te ne andrai mai.»
Harry aggrottò le sopracciglia, «è successo qualcosa?»
«Promettimelo e basta. Promettimi che sebbene ti farò incazzare mille volte e tu alzerai la voce non te ne andrai. Che nemmeno quando io ti urlerò di farlo, in preda alla rabbia, tu ci sarai sempre. Promettimelo Harry.»
Il ragazzo sorrise, le accarezzò dolcemente una guancia e le spostò una ciocca di capelli che era sfuggita dall’acconciatura cadendole sul viso.
«Non devi neanche farmele fare certe promesse» disse sicuro. «Non ho intenzione di abbandonarti Lennon, né ora né mai. Non credo ti libererai facilmente di me, sei la persona che mi conosce meglio di chiunque altro. Non riesco ad immaginarmi felice senza di te ed è così strano pensare che la propria felicità possa dipendere da un’altra persona ma per me è così. Quindi te lo prometto Lennon. Anche quando tu mi griderai di andarmene, io tornerò da te.»


 

-



 

Siamo giunti alla vera fine di questa storia, onde evitare speranze inutili ci tengo a dire chiaramente che non ci sarà un secondo seguito nonostante ami alla follia Harry e Lennon.
Mi avete dato molte idee per l'epilogo, tutte molto belle ma alla fine ho scelto per questa che diciamo è un po' un misto di quello che mi avete chiesto. Spero che ci sia stata la sorpresa del non matrimonio di Harry e Lennon (altrimenti è stato tutto inutile ahaha) e che le scene con Gemma ed Anne (che sono state poco presenti fino ad ora) vi abbiano strappato un sorriso.
Il finale non poteva che essere sereno, diciamo che quei due vivranno per sempre felici e contenti! :)
Non ci sono grandi aspettative per il futuro se non tanta serenità, preferisco lasciare ognuno di voi libero di pensare ciò che meglio vuole per Harry e Lennon.
Questo epilogo per me è stato un vero e proprio parto, ci ho messo poco a scriverlo ma la riflessione pre-stesura è durata giorni e ad avrmi sbloccata sono stati i vostri consigli e le vostre idee, quindi vi ringrazio di cuore.
Poi vorrei ringraziare anche CassandraAinsworth (@_cassje_) e Cherryblossomgirl9 (@Cherry_b9) per il sostegno morale, per non avermi mandata a quel paese e per aver ascoltato con pazienza le mie paranoie :)
Un grazie speciale anche ad Arialynn (@arialynns) per l'aiuto iniziale, quando non avevo la minima idea di come far sviluppare la storia.
Devo ovviamente ringraziare anche tutte voi che avete avuto la pazienza di aspettare i miei aggiornamenti altalenanti e che siete qui a leggere queste mie ultime parole riguardo a questa storia.
Spero che il finale che abbiate letto vi sia piaciuto e che l'abbiate trovato all'altezza di Lennon ed Harry, la responsabilità che mi sentivo addosso nel creare un lieto fine per questi due personaggi mi ha fatto andare in paranoia.
Per questo vi chiedo di farmi sapere che ne pensate di questa conclusione, sentitevi libere di criticare anche certi punti che magari non vi sono piaciuti, insomma, ditemi quello che volete :)
Forse scriverò altre one-shot/missing moments riguardanti Begin Again e 10 giorni per innamorarmi di te ma non vi garantisco niente! Se volete rimanere aggiornate potete seguirmi su questa pagina di Facebook:
Jas_ 
Al momento ho solo una storia sui One Direction (Harry, per essere precisi ahaha) in corso, vi lascio il link sotto :)
Grazie mille per tutto il supporto che mi avete dato, davvero <3
Stavo per scrivere "alla prossima" ma mi sono resa conto che non ci sarà una prossima volta çç
Non so come salutarvi, insomma ahahaha
Ciao <3
Jas


 






 

   
 
Leggi le 23 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: jas_