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Autore: Ukki    20/11/2013    2 recensioni
Le chiamano ragazze perfette.
Non un difetto, non un'increspatura. Queste sono le Mary Sue. Chi non le conosce?
Le diafane, odiate Mary Sue, ma vi siete mai chiesti da dove provengano?
O, ancora meglio, vi siete mai domandati cosa accada alle Sue "scartate"?
Bé, forse è il momento di cominciare a farlo...

Probabilmente una fanfiction con caratteristiche simili a questa è già stata pubblicata nel fandom. Se così fosse, per favore, comunicatemelo via messaggio privato, e provvederò immediatamente a cancellare la mia storia.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Maid

 
«Assolutamente no.»
Rivolgo lo sguardo più disgustato del mio repertorio all'orripilante miscuglio di trina e fiocchi che quell'idiota dai capelli rossi tiene in mano con aria tanto strafottente.
Il suo sguardo si fa per un attimo incredibilmente supplicante. Credo che gli farò una foto e la invierò al suo migliore amico. E poi mi segnerò questo giorno sul calendario. «Oh, andiamo Maki!»
«Maquia, per te» correggo portandomi a distanza di sicurezza da tutti i fronzoli che pendono dal coso. «Nagumo, sono un prodotto Sue, non la cameriera di un maid café, lo sai, vero? Oppure ha ragione Suzuno e il tulipano che hai in testa ha messo radici nel tuo cervello?»
«E cosa credi che penseranno Suzuno, Hiroto e tutti gli altri quando verranno a sapere che ho un prodotto Sue in casa!?»
È una domanda inaspettatamente buona, in effetti. Ma lo sapeva, no? La gente normale non compra qualcosa progettando poi di spacciarlo per cameriera alla prima visita degli amici d'infanzia bastardi.
«Probabilmente che sei un povero depresso sessualmente frustrato che ha bisogno di sfogarsi con una bambola. A questo punto la reazione di Hiroto, a sentire quello che racconti di lui, potrebbe essere... interessante». “Divertente” era la parola che avevo in mente, ma evito di dirglielo: dalla sua espressione sembra pronto a rispedirmi in fabbrica in un bel pacco regalo. «Comunque, se gli dai a bere di avere una cameriera che si veste così, penseranno che tu sia un pervertito o uno che raccoglie le prostitute dalla strada.»
Mi sto godendo l'opportunità che mi è stata gentilmente offerta di prenderlo in giro, e lui lo sa. Oserei dire che la cosa gli dà anche parecchio fastidio. Ottimo.
Il suo viso sfuma verso una tonalità di rosso che rivaleggia per intensità con quella dei suoi capelli, apre la bocca per urlarmi qualcosa che probabilmente mi assorderebbe e, preso dall'imbarazzo, finisce per accontentarsi di un rantolo mesto. È così, Nagumo Haruya. Mi fa un pizzico di pena, dunque decido, nella mia suprema magnanimità, di venirgli incontro. «Sai che una donna in giro per casa non è necessariamente una cameriera con le giarrettiere di pizzo o un prodotto Sue, vero? Puoi raccontare, non saprei, che sono una tua lontana parente.»
«Piano eccellente, Maquia». Il sarcasmo nella sua voce è così denso che sono costretta a reprimere l'istinto di rifilargli un pugno sulla mascella. «Peccato solo che se avessi avuto lontani parenti in vita non avrei passato la mia infanzia in un orfanotrofio, ti pare?» Mi lancia uno sguardo in tralice degli incredibili occhi dorati.
Forse quelle iridi sono l'unica parte di lui che non declami ai quattro venti la sua incomparabile idiozia. Sospiro, sistemo i fermagli -o i ventilatori, come li chiama lui- tra i capelli e porto due dita su una tempia. Se per colpa sua dovrò patire un'emicrania, allora lo costringerò a nutrirsi con una cannuccia per il resto della settimana.
Non sto rischiando di compromettere il delicato equilibrio della mia testa per fargli un piacere, logicamente: mi terrorizza l'idea di indossare una simile mostruosità, tutto qui.
«Bé, spremiti un po' quelle meningi! Non sono io quella che non ha pensato di confessare ai propri amici, con cui ha condiviso tutto praticamente dalla nascita, di aver acquistato un prodotto Sue!»
«Ti ricordo che non è stata una mia scelta! Tu mi hai ingannato! Hai detto che se non ti avessi portato con me ti avrebbero incenerito!»
«In questo caso, ti sei lasciato ingannare da una bambola! Complimenti vivissimi!»
Probabilmente la vecchia signora che vive al piano di sotto sta pensando di chiamare le autorità per denunciare un disturbo della quiete pubblica, ma a nessuno dei due passa per l'anticamera del cervello di abbassare la voce. È così quasi ogni giorno, in realtà: battibecchiamo ogni volta che ci troviamo vagamente in disaccordo riguardo a qualcosa. Un ottimo modo per aumentare la propria autostima.
Quando siamo entrambi sudati e senza fiato, Nagumo sembra riprendere un minimo di controllo su di sé. «Potresti startene buona buona in camera tua, no? Non dovrei spiegare niente a nessuno e saremmo tutti contenti.»
«Contenti un corno» ringhio, ravviandomi i capelli per farlo innervosire. «Questo si chiama trattenere una persona contro la sua volontà». Mi sento particolarmente poco accondiscendente oggi.
«Maki?»
«Mh?»
«Sei la creatura meno accomodante che abbia mai avuto la sfortuna di conoscere» dice, piatto. Inizia a lanciare occhiate nervose all'orologio, come implorando le lancette di rallentare per concedergli più tempo.
Guardarlo è piuttosto snervante. «Hai finito?» domando dopo cinque minuti buoni di sguardi con l'improbabile scopo di fermare il moto della Terra.
Sembra che mi veda per la prima volta. E che sia piuttosto deluso da ciò che si ritrova davanti agli occhi. Inarco le sopracciglia. «Che c'è?»
«Senti, quei tizi che ti hanno costruita...» Probabilmente un cavernicolo si sarebbe espresso in modo più civile di lui, ma lascio correre. «Volevano farti perfetta, no?»
Non solo volevano, a mio modestissimo parere sono completamente riusciti nell'intento. «Non avrebbero dovuto inserire nel tuo cervello una specie di microchip per le emergenze? Qualcosa che ti dice subito cosa fare quando sei nei guai, insomma.»
«Glielo farò presente» mi sento dire con freddezza. Sempre meno caustico di tutte quelle grida che mi si agitano nella testa su quanto non sia la sua tata androide, comunque.
La sua faccia sconfortata è quanto di più comico mi sia mai stato presentato davanti agli occhi. Dovrei fotografare anche questo, ma probabilmente Suzuno penserebbe che quell'idiota del suo amico sia stato preso da un attacco acuto di masochismo, considerato che l'unico indirizzo di posta elettronica di cui dispongo -come clandestina, poi- è quello che di tanto in tanto sottraggo a Nagumo. Il quale forse avrà riscontrato anomalie di origine imprecisata, una volta o due.
«Haruya! Siamo fuori dalla porta, adesso apriamo!» Se questa è la voce di Hiroto, capisco le emicranie di cui la testa di tulipano si lamenta ogni volta che torna a casa dopo aver passato il pomeriggio in sua compagnia.
Gli lancio un'occhiata eloquente. Hanno una copia delle chiavi? La sua maschera da condannato a morte non lascia spazio a dubbi.
Con ogni probabilità, tra un paio di secondi assisterò a un quadretto davvero delizioso. Per la seconda volta nel giro di una mezz'ora, provo quasi pietà nei suoi confronti.
Due ragazzi, che riconosco come il famoso Hiroto e Ryuuji Midorikawa, si catapultano nell'ingresso, seguiti con flemma da Suzuno e un certo Saginuma. Si fermano tutti e quattro, fissandomi attoniti -scommetto che non si aspettavano che Nagumo potesse conoscere una ragazza attraente come me. «E tu chi saresti...?»
Pensa in fretta, Maquia. «Io? Be', sono la sua fidanzata, no?»

Angolo dell'autrice:
Quanti millenni sono che non aggiorno questa raccolta? Troppi, decisamente. E probabilmente ne passeranno altrettanti prima che io mi decida a pubblicare un altro capitolo. Passando a questo... Non saprei davvero cosa dire (segnatevi questa data sul calendario!), questa scenetta mi ispirava, tutto qui.
Avrete notato che il linguaggio è più colloquiale del solito: posso chiamarlo headcanon? Maki non mi dà proprio l'idea di essere un esempio di grazia e femminilità ~
Ora mi dileguo, sperando che il capitolo vi sia piaciuto e che sia stato all'altezza delle aspettative di quei poveri disgraziati che seguono la fic, a cui rivolgo le mie più accorate scuse e i miei più sinceri ringraziamenti -wtf-
Se volete, lasciate una recensione per farmi sapere cosa ne pensate!
Baci ♥
Ukki
  
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