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Autore: Blooming    20/11/2013    4 recensioni
Sono passati dieci anni da quando i Winchester hanno fatto amicizia con una ragazza del liceo loro coetanea, e ora devono districarsi tra i soliti problemi di fantasmi e mostri e con l'inizio dell'Apocalisse e l'arrivo di Lucifero sulla terra. Ma uno strano caso coglie la loro attenzione soprattutto perchè a Harmony, Minnesota hanno una vecchia conoscenza...
Genere: Fluff, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quinta stagione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mi fa piacere vederti! '
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Come, little children,
the time’s come to play.
Here in my garden of magic.
(Come, little children; Sarah Sanderson)
 

Anamaria li condusse in cucina e prese delle vaschette di gelato e tre cucchiai
“Vi piace vero la vaniglia e il cioccolato?” mise le due vaschette di gelato in mano ai ragazzi e poi andò verso il salotto “Dai venite, non state lì imbambolati. Se siete qui ci deve essere un motivo dei vostri, non sarete passati solo per dire ciao.”
Si sedettero, lei e Sam sul divano e Dean sulla poltrona accanto ad Anamaria. Cominciarono a mangiare il gelato un cucchiaino alla volta, Anamaria guardò Dean e sorrise arrossendo, lui la fissò scuotendo la testa e accenando un sorriso
“Perché arrossisci?” chiese perplesso
“Mh.” Lei lo guardò e sorrise trattenendo una risata “Niente.” Si voltò verso Sam “Siete cambiati ragazzi ma mi piacete sempre tanto. Come la prima volta che vi ho visto.”
Sam sorrise
“Tu come stai?” chiese mangiando un altro cucchiaino di gelato al cioccolato
“Bene in effetti.” Sorrise la ragazza in canottiera e pantaloncini, infilzò il cucchiaino nel gelato e si sedette a gambe incrociate “Mi sto per trasferire.” Sorrise e si slegò i capelli lasciandoli cadere sulle spalle
Dean smise di mangiare e la guardò teneramente ricordando quella notte di tanti anni fa
“Non voglio mentirti, siamo qui per tuo marito.” Le disse un po’ duramente e ricevendo lo sguardo severo di Sam in risposta
Anamaria li guardò e scosse la testa abbassando gli occhi al pavimento
“È morto da qualche mese, dicono che è stato un incidente ma da come sono saltate fuori le cose, la mancanza di sangue, i lividi sul corpo, ho pensato subito a qualcosa di sovrannaturale ma cosa potevo fare io?” rise dolcemente “Gli unici cacciatori che conoscevo eravate voi ma alla fine non mi importava molto della morte di Chris, se l’era cercata.” Lasciò cadere il discorso “Poi sono morti gli altri quattro uomini, tutti nello stesso modo e hanno cominciato a venirmi i dubbi ma avevo altre cose a cui pensare, faccende da fare.”  Riprese il cucchiaino e ricominciò a mangiare “Voi pensate a un fantasma o un demone?”
“Sei sicura di stare bene a parlare di fantasmi?” chiese Dean preoccupato
“Sì. Sicurissima, ho una cicatrice sulla pancia che mi fa ricordare quanto possa essere forte e poter superare ogni cosa.”
Sam le strinse la mano istintivamente e le sorrise, lei socchiuse gli occhi e lo guardò teneramente. Sam era sempre stato un ottimo amico per quel solo giorno che avevano passato insieme.
Di certo tra i fratelli preferiva Dean, con lui aveva condiviso tutto ma difficilmente riusciva a scordare che l’essere uscita con lui l’aveva cambiata profondamente, certo era cambiata in meglio ma avrebbe preferito non venire a conoscenza di fantasmi e demoni.
Mentre ricominciarono a parlare della morte di Christopher sentirono dei passi lungo le scale che portavano al piano di sopra, i due Winchester si voltarono già pronti con l’arma in mano a difesa dell’amica ma poi videro che lei era totalmente tranquilla e con uno sguardo tranquillizzò anche loro.
Nel salotto comparve una ragazzina, avrà avuto sedici anni. I capelli neri corti, una maglietta dei Black Sabbath, i jeans neri stracciati sul ginocchio e gli anfibi. Guardò quasi sbalordita i due uomini seduti accanto ad Anamaria e apaticamente, senza espressione disse
“Io vado. Dorme, ci vediamo domani.” Prese la borsa e se ne andò chiudendosi la porta alle spalle
“Simpatica.” Disse Dean sarcastico “E chi era?” si voltò verso Anamaria
“Emily.” Si limitò a rispondere vaga la ragazza “Allora, stavamo parlando di Chris… fantasmi eh?” sorrise
“Già.” Disse Sam “Parlaci un po’ di lui, che ne dici?”
Anamaria aprì la bocca per iniziare a parlare ma con sguardo preoccupato guardò verso il piano di sopra, si scusò e salì chiedendo ai due di aspettarla per qualche minuto, che sarebbe tornata subito.
Dean e Sam aspettarono parecchi minuti e poi sentirono un –AAAAAH- provenire dal piano di sopra, era la voce di Anamaria e corsero sfoderando le pistole, ancora una volta.
Entrarono in una stanza dove non trovarono né demoni né fantasmi ma una mamma che teneva in alto sulla testa il suo bambino con la tutina azzurra, rideva e sorrideva, così come la donna che lo teneva tra le braccia
“An…?” chiese perplesso Dean mettendo la pistola nel retro dei pantaloni
Lei si voltò con un sorriso e strinse il piccolo al petto
“Vi presento Wade!” sorrise ai ragazzi e poi al piccolo “Il mio piccolo, rumoroso, mangione e bellissimo Wade!” il bambino si stringeva alla mamma
“Hai un figlio?” chiese Sam
“Sembra di sì, non è bellissimo?” lo cullò lei tra le braccia
“Perché non ce l’hai detto?” disse brusco Dean
Anamaria fece spallucce e superati i due senza parlare, scese al piano di sotto
“Perché non ci ha detto niente?” Dean si rivolse al fratello
“Magari perché aveva paura di come avremmo reagito.” Sam diede una pacca sul petto del fratello “Scendiamo dai.” E andarono in cucina dove si trovava la donna
Stava cullando il bambino che cominciò a piangere disperatamente, i due Winchester la osservavano fare la mamma. L’avevano lasciata in un letto d’ospedale dieci anni prima e ora la riconcentravano nel bel mezzo dell’Apocalisse a tenere tra le braccia una creaturina di sei mesi. Lei guardava il bambino con amore e affetto, con quegli occhi neri e dolcissimi che una volta osservavano i sorrisi e i volti di Sam e Dean, che osservavano un’aula di scuola, che passavano in rassegna stupidi l’Impala di John; ora guardavano il piccolo Wade che le teneva tra le piccole dita cicciotte una ciocca di capelli biondi.
Anamaria sorrise ai ragazzi e poi si avvicinò a Dean
“Lo puoi tenere un secondo per favore?” e prima che potesse rispondere glielo mise tra le braccia
Dean fissò il piccolo sconvolto, non sapeva come tenerlo e lo reggeva guardandolo a distanza
“Mica ti morde sai, forse potrebbe vomitarti addosso ma non ha ancora i denti.” Rise Anamaria accompagnata da Sam che invece si trovava a suo agio con il piccolo che gli teneva anche a lui le ciocche di capelli tra le dita, le tirava e Sammy faceva delle smorfie di dolore mentre Dean rideva per la sorte toccata al fratello.
Anamaria tornò con il telefono in mano, parlava a voce alta
“Sì, allora passi per le 6 p.m.? D’accordo! Grazie mamma. Sì lo vengo a prendere domani pomeriggio. Ti preparo le cose. Un bacione.” E riattaccò
Dean la guardò perplesso
“Mamma?” chiese con una faccia sbigottita
“Sì, mia mamma. Viene a prendere Wade questa sera, prima di partire vuole coccolarlo un po’ e visto che partiamo tra meno di una settimana le ho chiesto se vuole tenerlo questa sera, poi verrà anche gli altri giorni ma noi tre dobbiamo parlare mi sa.” Prese di nuovo il piccolo tra le braccia e andarono in salotto
Il bambino, tra le braccia di Sam aveva smesso di piangere ma come rimesso tra quelle della mamma ricominciò le urla, lei lo cullava teneramente e poi cominciò a cantargli una ninna nanna muovendolo dolcemente. Sam guardò il fratello che gli riservò la stessa occhiata stupita, non sapevano cosa dire e rimasero per degli eterni secondi in silenzio, Anamaria sorrideva canticchiando al suo piccolo e poi sorrise ai ragazzi
“Ora lo rimetto a dormire.” tornò al piano di sopra e mise il piccolo a letto, si chinò su di lui “Ricordati che papà ti ama, e anche io ti amo. Non piangere tesoro, ci sono io che ti proteggo.” E lo coprì con una piccola coperta blu
Scese le scale e tornò sul divano
“Allora ragazzi.” Sorrise “Come state? Come mai non siete con John? Mi sarebbe piaciuto rivederlo…” ovviamente non poteva sapere cosa era successo in tutti quegli anni, notò lo sguardo di Dean
“Papà… John…” disse tristemente, parlare di suo padre gli faceva sempre male
Anamaria capì subito
“Mi dispiace ragazzi. Era un bravo padre il vostro.” Strinse la mani di entrambi
“Tu cos’hai fatto in dieci anni?” chiese Sam per cambiare discorso
“Mi sono laureata in occultismo e teologia. Tutta per colpa vostra ragazzi!” rise “Ora sono un’enciclopedia vivente di fantasmi, demoni, mostri e tutto quello che c’è là fuori.” Sorrise dolcemente “Poi mi sono sposata, ormai da tre anni. Sei mesi fa ho avuto Wade ed è stato bellissimo!” rimase vaga sulla vita con suo marito “Voi invece?”
Sam sorrise nervoso
“Diciamo che siamo sotto il programma di protezione testimoni.”
Anamaria piegò la testa di lato e fissò Sammy perplessa
“Beh…” disse Dean allentandosi il nodo alla cravatta “C’è l’Apocalisse là fuori e, per farla breve, noi dovremmo fermarla.”
“A-Apocalisse?! Fermarla?!” urlò quasi la ragazza
“Sì, diventando, io, il tramite di Lucifero.” Disse Sam “E  Dean quello di Michele.”
“Michele? L’arcangelo? Esistono anche gli angeli.” Sospirò “Dovrò rivedere tutti i miei studi.” Cercò di smorzare la tensione di quell’argomento
Rimasero a parlare per qualche altro minuto nei quali Dean continuò a torturarsi per quello che aveva fatto passare alla ragazza anni prima, probabilmente anche vedersi adesso sarebbe stato quasi fatale. Tutti quelli intorno a lui morivano o soffrivano e lo sapeva, ma vedere quella donna che aveva amato anni prima e che era diventata forte e sapeva superare ogni cosa… Sorrise rivolgendosi alla donna, lei lo guardò e chiese
“Beh dove state adesso?”
“Al motel GreenHill.” Disse Sam
“Ancora motel?! Sarà una vita che vivete in motel!” rise “Venite a stare da me, ho un sacco di camere libere. Mi fa piacere se state qui.” Sorrise dolcemente
I due fratelli si guardarono, sicuramente una stanza normale e non di motel sarebbe stata perfetta ma non volevano creare problemi all’amica
“Veramente, mi piacerebbe avervi a cena. So fare un’ottima lasagna!”
“E anche la torta?” chiese Dean, ormai aveva deciso di rimanere a casa di Anamaria
“Certamente!”
Si salutarono, i Winchester dovevano finire le indagini, si diedero appuntamento per le 8 p.m. a casa di An, il figlio non ci sarebbe stato e avrebbero potuto parlare fino a tardi del caso.
 

Dean salì sull’Impala e accese la radio
“Secondo te facciamo bene a coinvolgerla ancora con le nostre vite? L’altra volta non mi è sembrata andare bene…” disse al fratello
“Andrà bene Dean. Te lo prometto.” Disse Sam sorridendo fiducioso “Andrà bene.” Ripetè a sé stesso
   
 
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