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Autore: Beby_Be    20/11/2013    8 recensioni
Dopo aver combattuto con onore l'ultima battaglia, Naruto torna a Konoha e alle responsabilità imposta dalla sua posizione. Il Maggiore Naruto Uzumaki ha promesso a un compagno in punto di morte che si sarebbe preso cura della sua cuginetta Hinata.
Ma quando il destino, tutto a un tratto, mette sulla sua strada la dolce Hinata ecco che la vita che credeva di avere davanti acquista un nuovo sapore.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie, Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 14
 
 
Hinata era combattuta. Naruto non le aveva dichiarato il suo amore, però le aveva espresso una sincera ammirazione. Era sufficiente? Si voltò a guardarlo con espressione dubbiosa.
Lui scosse la testa. «So che non è il momento adatto per prendere decisioni importanti. Non avrei dovuto rivolgervi una richiesta simile. Posso però sperare che, mentre sarete qui, rifletterete su quanto vi ho detto?»
«Sì, Naruto. E sono molto felice che siamo di nuovo… amici.»
«Amici?» ripeté lui con un sorriso. La carrozza si fermò davanti al cancello di Kurenai. Naruto le prese la mano e la baciò, poi saltò a terra. La aiutò a scendere e insieme andarono alla porta.
Una giovane domestica li fece accomodare in casa.
Kurenai era sdraiata a letto, ma aveva gli occhi aperti e le guance colorite. Hinata si chinò ad abbracciarla e la tempestò di domande sulla sua salute.
«Sto meglio perché ti vedo, Hinata. E anche voi, Lord Uzumaki! Siete stato gentile a venire.»
Per circa mezz’ora si occuparono di scaricare i bagagli e di prendere accordi per i giorni successivi. La malattia era stata più grave di quanto Hinata avesse immaginato, ma ora sembrava prossima alla guarigione.
Naruto conferì anche con il vicino medico, che gli assicurò che miss Kurenai era fuori pericolo, ma che la compagnia le avrebbe fatto bene. Concluse dicendo: «Quella sua cameriera è una brava ragazza, ma la annoia con troppe chiacchiere insulse. Miss Hyuga le sarà di grande aiuto. È un vero piacere rivederla. Dacché suo padre ci ha lasciati, la situazione non è più la stessa.»
Quando tornò al cottage. Naruto bevve un goccio del cordiale di Kurenai e infine si preparò a ripartire.
Hinata lo accompagnò al cancello. «Appena sono arrivata qui, dopo che ci siamo incontrati per la prima volta, mi sono voltata indietro e vi ho visto fermo all’angolo del templio. Già allora vi ho considerato indisponente.» confessò.
«E io, più tardi, ho raccontato a degli amici e a mia madre del mio scontro con una bisbetica.»
«Siamo una bella coppia.» commentò lei con un sorriso timido.
«Credo di sì.» rispose Naruto, poi le prese la mano. «Dimenticate il passato, Hinata. Pensate al futuro.»
Lei sospirò. «Sì avete ragione. Qualunque cosa accada, io e Kurenai ce ne andremo da Villaggio Hyuga non appena se la sentirà, e non torneremo mai più. Mentre sarò qui, andrò a visitare i luoghi che frequentavo insieme a Neji per dare l’ultimo addio.»
«Quasi dimenticavo! Sen arriverà domani con lo stalliere. Ho preso accordi per sistemarla nella stalla della locanda. Ma vi scongiuro, prestate attenzione» le raccomandò un po’ esitante.
«Non vi preoccupate, Naruto. Vi prometto che non mi opporrò più quando cercherete di occuparvi di me. In ogni caso, conosco questa zona e i suoi abitanti come il palmo della mia mano, non corro alcun rischio.»
Naruto partì e lei tornò nel cottage, ancora sorridente.
«Ti vedo contenta, Hinata.»
«Kurenai-chan, Lord Uzumaki si è preso la briga di far portare Sen al Villaggio per me. Non ti sembra gentile?»
«E’ un uomo molto premuroso. Mi sembra che il vostro rapporto sia migliorato dall’ultima volta in cui vi ho visti insieme.» Si accorse di non avere voglia di parlare di quell’argomento, neppure con la sua vecchia amica.
Lei stessa era confusa. «Al momento siamo amici. Adesso, però dobbiamo trovare il sistema per rimetterti in piena forma.»
 
Nei giorni che seguirono, Hinata si occupò di Kurenai e si informò sulla situazione locale. Le cose non andavano molto bene. I Hyuga avevano sempre goduto di un’ottima reputazione ma Ko non si era dimostrato all’altezza. La buona impressione comunicata all’arrivo era presto svanita a causa di promesse non mantenute e gravi inadempienze. Hinata espresse il suo rammarico, ma non poté fare altro.
Due giorni dopo, Naruto accompagnò sua madre in visita.  Arrivarono carichi di doni e auguri di guarigione e rimasero per parecchie ore. Lui non tentò neppure di intrattenere una conversazione privata con Hinata. Sarebbe stato comunque difficile, ma lei intuì che lo faceva per riguardo. Le stava, infatti, accordando tempo per riflettere e Hinata gliene era grata. Di tanto in tanto, però, si perdeva in sciocche fantasticherie, immaginando che un giorno le avrebbe giurato eterno amore, dichiarandole che non poteva più vivere senza di lei… Ma era chiaro che non sarebbe mai successo. Gli era simpatica, erano amici, ma non innamorati. E non lo sarebbero mai stati.
Ogni giorno faceva allenare Sen, ma all’inizio non si spingeva molto lontano, poiché non voleva lasciare Kurenai da sola per molto tempo. Poi, a mano a mano che l’amica recuperava le forze, cominciò a cavalcare sempre più a lungo per dire addio, come si era proposta, ai luoghi della sua gioventù. Ormai, dopo tanti mesi di libertà dalle tensioni derivate della morte di Neji, ripensava a lui con affetto privo di risentimento e ricordava divertita le avventure vissute insieme nei dintorni di Villa Hyuga.
Tornava volentieri alle rovine dell’antico castello dei Hyuga. Era uno dei loro rifugi preferiti e più di una volta erano stati puniti perché si erano arrampicati sulle instabili pietre delle mura. Suo padre aveva fatto coprire e interrare in parte il vecchio pozzo, dopo che Neji, a dodici anni, si era calato giù aggrappandosi alla vecchia scala malferma e arrugginita. Non era più riuscito a salire e per salvarlo erano occorse un’intera squadra di braccianti e parecchie ore di lavoro, segnate da momenti in cui l’impresa era parsa disperata.
Memori della brutta avventura, se ne erano tenuti alla larga. Ma adesso Hinata, legata a Sen a una certa distanza, camminava con cautela sul sentiero che si inoltrava tra le rovine.
Per quanto pericoloso potesse essere, quel luogo era splendido. L’aria profumava di erbe aromatiche, uccelli e bestiole selvatiche animavano i rovi e i folti rampicanti che rivestivano i muri rimasti in piedi e i fiori estivi sputavano tra i mucchi di sassi. Hinata si soffermò a ricordare il passato, a pensare al futuro, a riflettere sul suo rapporto con Naruto. E dopo qualche minuto prese una decisione: lo avrebbe sposato. La vita con lui aveva molto da offrire e lei doveva imparare a essere felice con ciò che aveva.
 
Nel frattempo Hinaka Hyuga, con tutta la famiglia, veniva festeggiata, riverita e omaggiata. Lord Shiranui era un tipo socievole e moriva dalla voglia di presentare agli amici la futura moglie, bella, giovane e fresca come una rosa. Così, nella grande casa di Lord Shiranui, gli ospiti andavano e venivano in continuazione. Alcuni invidiavano la giovane fidanzata, poiché Lord Shiranui era molto ricco; pochi altri, invece, osavano esprimere qualche dubbio, dal momento che era anche famoso per la sua irascibilità.
Ko Hyuga e la moglie godevano di luce riflessa e si beavano dell’esistenza lussuosa offerta dal futuro genero, dimenticando le difficoltà finanziarie. Tokuma era l’unico a non dimenticarsi. Il successo della sorella, infatti, rendeva ancora più evidente il suo fallimento. In privato, suo padre non smetteva di rimproverarlo, per non aver saputo portare nelle casse di famiglia il patrimonio di Hinata.
«Ma perché mi ostino ad aspettarmi qualcosa da te, Tokuma? Parli tanto, ma non concludi mai nulla. Te la cavi bene con le servette e le contadine, da quanto ho sentito, ma non con le donne che contano. Ti avviso che, se non ti sbrighi a recuperare quei soldi, io sarò rovinato e tu insieme a me! Per far colpo su Shiranui, abbiamo speso più di quanto potessimo permetterci. Non credo, però, che quel presuntuoso rimarrà con Hinaka, se io dichiarerò bancarotta.»
Tokuma, ancora ferito dal netto rifiuto subito, non confessò al padre che il caso era disperato. Con la maggior sicurezza che riuscì a dimostrare, rispose: «Non temete. Non avrò difficoltà a conquistare Hinata».
«E sarebbe anche ora! Forse, però, dovresti tornare in città. Stai prendendo tempo qui, mentre lei è a Konoha. Parti subito e fai come ti ho detto!»
O anche di più, penso Tokuma.  Era in un pericoloso stato d’animo vendicativo, furioso con suo padre, con se stesso, ma soprattutto con sua cugina. Una volta a Konoha, l’avrebbe trovata e l’avrebbe costretta ad ascoltarlo, oppure… l’avrebbe avvisata che avrebbe pagato per l’umiliazione che gli aveva inflitto!
Ma quella sera a cena un ospite appena giunto riferì che, in città, le attività mondane si erano ormai ridotte ed elencò le famiglie che erano già partite.
Lanciando al figlio uno sguardo significativo, Ko Hyuga chiese: «Mia cugina, però, c’è ancora, vero? Sta dagli Uzumaki».
«Se ne sono andati la settimana scorsa, da un giorno all’altro. Mi domando cosa abbia provocato tanta fretta. Non un problema familiare, spero?»
«Non che io sappia. Strano; sono un po’ preoccupato. Tokuma, dovresti indagare. Non mi sento tranquillo al pensiero che la nostra Hinata possa trovarsi nei guai.»
 
Tokuma partì il mattino dopo e si diresse a Villa Uzumaki, ma era chiusa e, nella tenuta, trovò soltanto qualche dipendente.
Nessuno gli seppe fornire informazioni precise.
«La vostra padrona si è forse recata nelle proprietà di Lord Uzumaki vicino Konoha?» domandò a un giovane stalliere.
«Non lo so proprio, sir, ma aspettate un attimo, Sora…» gridò a un altro ragazzo. «Dove hai detto che hai portato il cavallo della miss?»
«Piuttosto lontano. Un posto chiamato… Villaggio Hyu.. ka? Hyuga? Qualcosa del genere.»
«Grazie credo di aver capito.»
«Lord Naruto, però non si trova lì. Credo che, insieme a sua madre, stia da amici che abitano più vicino alla cittadina.» aggiunse il ragazzo, desideroso di aiutare.
«Grazie ancora» rispose pensieroso Tokuma. Gli lanciò un paio di monete e ripartì. Quelle notizie erano preziose! Dunque miss Hyuga era andata a Villa Hyuga, approfittando dell’assenza della sua famiglia, mentre Uzumaki e quella strega invadente di sua madre non erano con lei. Ottimo! La maggior parte dei domestici era stata mandata via per l’estate, dunque poteva avere la ragazza tutta per sé. Continuò il viaggio con ritrovata allegria.
Rimase un po’ deluso quando scoprì che Hinata non era affatto a Villa Hyuga, ma alloggiava dalla sua vecchia istitutrice. Non volle però abbandonare le speranze di incontrarla a tu per tu. Per tenere segreta la sua presenza, si stabilì in una dépendance e pagò una giovane contadina per farsi portare cibo e acqua. Notò inoltre con piacere che esercitava ancora un certo fascino, almeno sulle ragazze del posto! Questa era amica di Hisa, la cameriera di miss Kurenai, e ingenuamente lo informò sulle abitudini di sua cugina. Stimolata dalle astute domande di Tokuma, raccontò che miss Hinata stava visitando i luoghi dove andava sempre a giocare con il signorino Neji. Lui la ascoltò con interesse e ben presto si mise sulle sue tracce e, dopo averla trovata, cominciò a seguirla mantenendosi sempre a una distanza di sicurezza. Scoprì così che tornava spesso alle rovine del castello. Perfetto! Erano piuttosto isolato e gli abitanti del luogo le evitavano perché erano pericolanti. Il posto ideale per affrontare Hinata da sola e farle ascoltare le sue ragioni, a costo di obbligarla! Tokuma mise a punto il suo piano e rimase in attesa.
 
La sua pazienza venne ricompensata. Dopo un paio di giorni di appostamento, infatti, la sentì arrivare, poi la vide legare il cavallo ai margini del bosco e incamminarsi lentamente sul sentiero. Infine vide sedersi sul parapetto del vecchio pozzo.
Colse l’occasione al volo.
«Buongiorno, Hinata!»
Lei si voltò di scattò, spaventata. «Tokuma, cosa fate qui?»
«Sono a casa mia, ve ne siete dimenticata?»
«Che cosa volete?»
«Perché siete tanto diffidente?»
Hinata si alzò e strinse le dita sul frustino da equitazione.
«L’ultima volta non ci siamo lasciati nei migliori termini. Adesso però devo andare: sono entrata abusivamente nelle vostre proprietà.»
«Entrata abusivamente? Che parole grosse. Nessuno vi rivolgerà mai una simile accusa, Hinata. Cosa vi porta qui? Un pizzico di nostalgia?»
Hinata lo fissò sospettosa: era troppo amichevole. «Adesso me ne vado» annunciò, tentando di aggirarlo.
Ma lui le sbarrò la strada. «Perché mai dovreste farlo, visto che tornerete a vivere qui?»
«No. E vi comunico che ho deciso di sposare Lord Uzumaki.»
«Non è così, mia cara.» rispose calmo lui, con un sorriso maligno. «Voi sposerete me Avete capito? Me
«Lasciatemi passare!» Ma lui scosse la testa e le appoggiò una mano al braccio.
«Hinata, ascoltatemi! Sono pronto a fare un patto con voi, e non andrete da nessuna parte finchè non ascolterete di che si tratta.»
«Per prima cosa, togliete quella mano.»
Lui la levò. «Vedete? Non dovete avere paura: sono inoffensivo.»
«Non ho paura di voi, Tokuma.»
«E invece dovreste!» esclamò con improvvisa durezza. Il cambiamento di tono fu così rapido, che Hinata si spaventò. Ormai lo conosceva, ma percepì in lui una malvagità che la fece dubitare dalla sua salute mentale.
Con cautela domandò: «Cosa mi volevate proporre?».
«Vi ho vista insieme a Uzumaki. Voi non siete innamorata di lui e neanche lui di voi. Non capisco perché lo vogliate sposare. Non avete certo bisogno dei suoi soldi, né lui dei vostri!»
Alzò la voce. «Io invece sì! E anche mio padre. Senza il patrimonio degli Hyuga, saremo rovinati entro breve tempo. Per giunta è denaro nostro! Ci spetta!» le gridò quasi all’orecchio.
Hinata indietreggiò e Tokuma, con uno sforzo evidente, le parlò con maggiore calma.
«Se vi interessa tanto il matrimonio, potete sposare me e riavere così Villa Hyuga.» cercò di sorridere. «Mio padre non vivrà in eterno e farò in modo che nessuno della mia famiglia vi infastidisca.» E aggiunse in fretta: «Neppure io vi darò noia, per quanto riguarda i miei diritti coniugali. Voglio soltanto celebrare il matrimonio, poi vi lascerò in pace, se così preferite».
Hinata non riuscì a evitare una smorfia di disgusto. Tokuma se ne accorse e mutò di colpo espressione. All’improvviso divenne pericoloso.
Lei deglutì a fatica e rispose in tono pacato: «Devo riflettere sulla vostra proposta. Capisco il problema dell’eredità e mi rendo conto che l’attuale situazione non rende giustizia a voi e alla vostra famiglia. Villa Hyuga, inoltre, mi tenta, credetemi. Concedetemi un po’ di tempo. Lasciatemi tornare da Kurenai-chan e vi prometto che ci penserò».
«Mi prendete per un idiota? Ho visto come mi guardavate un attimo fa. Non avete nessuna intenzione di riflettere, voi volete scappare! Ebbene, non ci casco: esigo una risposta subito! E se devo ricorrere alla forza per costringervi a dire di sì, lo farò.» Le afferrò di nuovo il braccio e, con uno strattone, l’avvicinò a sé.
Hinata sollevò il frustino e lo colpì alla bocca.
Tokuma allentò la presa e barcollò prendendosi il viso tra le mani. Ma non fu sufficiente per permettere a Hinata di fuggire. Dopo aver ripreso il controllo, suo cugino raccolse da terra un bastone e la colpì forte alla tempia. Lei sussultò e cadde a terra come un sasso.
Lui rimase a fissarla, in preda all’orrore. Hinata era immobile, bianca involto, e un rivolo scarlatto le scorreva lungo una tempia. Che cosa aveva fatto! Gli aveva già sfiorato la mente l’idea di liberarsi di lei, ma la realtà era terrificante! Cadde in ginocchio al suo fianco e le sbottonò freneticamente l’abito, ma non trovò segni di vita. L’aveva uccisa! Per qualche istante si lasciò sopraffare dal rimorso, poi però prevalse l’istinto di conservazione. Si guardò intorno. A parte la cavalla di Hinata che brucava nella radura, regnava il silenzio. Non c’era nessuno nei dintorni. Era già pomeriggio inoltrato e la scomparsa di Hinata si sarebbe scoperta verso il tramonto. Le ricerche vere e proprie sarebbero quindi iniziate soltanto al mattino. Nascondendo il corpo, lo avrebbero trovato dopo ore. Aveva quindi il tempo per allontanarsi di parecchie miglia. Nessuno avrebbe sospettato di lui: nessuno l’aveva visto neppure a Villa Hyuga, a parte la giovane contadina, ma avrebbe trovato il modo per zittire anche lei.
Abbassò lo sguardo su Hinata distesa al suolo e il panico lo assalì di nuovo. Oh, Dei! Cosa gli sarebbe successo se lo avessero scoperto? Doveva nasconderla, presto! Ma dove? Si guardò intorno. Il pozzo! Spostò il pesante coperchio, trascinò il corpo inanimato sul parapetto e lo buttò giù. Non attese neppure il tonfo, ma raccolse da terra il frustino e corse via. Era arrivato a piedi sul posto per non far rumore. Pensò quindi di fuggire sulla cavalla di Hinata e poi lasciarla libera. La slegò montò sulla sella e la frustò con violenza.
Sen, terrorizzata dalla furia dello sconosciuto, indietreggiò di scatto, poi si lanciò in un folle galoppo nel tentativo dello sgradito carico. Tokuma fu incapace di trattenerla. Rimase aggrappato per qualche minuto, poi urtò contro un ramo basso e venne scagliato a terra. Restò disteso immobile nel sottobosco. Si era rotto l’osso del collo.
 
Guidata dall’istinto. Sen giunse infine alla stalla della locanda, in preda all’agitazione. Tutti capirono che doveva essere successo qualcosa a miss Hyuga e si creò lo scompiglio. Mentre lo stalliere cercava di calmarla, uno dei ragazzi corse da Kurenai e un altro andò a chiamare Lord Uzumaki. Gli ci sarebbero voluto almeno tre ore per arrivare a Villaggio Hyuga e rischiava di diventare troppo tardi per dare inizio alle ricerche insieme a lui. Tutti gli abitanti del villaggio conoscevano miss Hinata ed erano ansiosi di dare una mano nelle ricerche. Organizzarono, quindi, alcune squadre, che perlustrarono campi e sentieri, ma senza ottenere risultati. Purtroppo erano tutti convinti che Sen l’avesse sbalzata di sella e che Hinata giacesse ferita lungo la strada. A nessuno venne in mente di cercarla nei pressi del castello. Era impossibile inoltrarsi a cavallo tra le rovine e ben pochi erano disposti ad andarci a piedi.
 
Naruto arrivò molto prima del previsto, ma il crepuscolo stava già calando. Interrogò i membri delle squadre di ricerca e domandò a Kurenai se Hinata le avesse parlato dei suoi programmi per quel pomeriggio.
«Che cosa faceva negli ultimi giorni? Dove andava?» le chiese.
«Diceva addio ai luoghi della sua infanzia. Di solito non erano lontani. Un momento, il castello! Deve essere andata al castello! Ci tornava spesso.»
Hayate Gekko, il locandiere, che aveva accompagnato Naruto, scosse la testa.
«Non credo che sia così imprudente! È un posto pericoloso» protestò.
«Andiamoci ugualmente.» Il tono di Naruto era perentorio. «In ogni caso, avete già cercato dappertutto.»
Muniti di lanterne e bastoni, partirono a cavallo verso l’edificio abbandonato. Gli alberi proiettavano lunghe ombre e i membri della squadra non erano tranquilli. Uno dei cavalli fece uno scatto improvviso, rischiando di disarcionare il cavaliere. Si fermarono.
«Guardate!» esclamò qualcuno indicando una figura seminascosta. Naruto saltò giù di sella e si avvicinò di corsa.
«E’ morto!» gridò. «Ha il collo spezzato!» Girò il cadavere. «Dei miei!»
«Ma è Tokuma Hyuga» lo riconobbe un altro. «Che cosa ci fa qui?»
«Volete dire, che cosa ci faceva» lo corresse cupo Naruto.
«Secondo me, niente di buono. Venite! Di lui ci occuperemo al ritorno.»
Lasciarono il corpo dove si trovava e proseguirono.
«Fareste meglio a legare qui il cavallo. Lord Naruto» consigliò Hayate Gekko. «Il terreno è pieno di insidie.»
Smontarono di sella e andarono avanti a piedi. Ormai era quasi buio. «Hinata!» gridò Naruto, poi si voltò verso gli altri. «Chiamiamola tutti insieme.»
Gridarono il suo nome, poi rimasero in attesa, ma quando anche l’eco morì, regnò il silenzio.
Naruto fece un passo avanti. «Voglio guardarmi attorno» annunciò.
«Signore, non è sicuro!» protestò il locandiere. «Rischiate di rompervi il collo anche voi! Questo posto è pericoloso di giorno, figuriamoci di notte. Io consiglio di ritornare domattina.»
«E’ qui, me lo sento» replicò Naruto, poi riflettè un istante. «Io rimango, non me ne posso andare adesso.»
«E’ una follia!»
«Io rimango» ripeté. «Non commetterò imprudenze, ma non voglio andare via. Mi avete capito?» Notò lo sguardo di disapprovazione di Gekko e aggiunse: «Forse è svenuta, e se per caso riprende i sensi durante la notte e invoca aiuto, la voglio sentire. Preferisco restare solo. Vi prendo di tornare domani».
«E che facciamo di Tokuma Hyuga?»
«Già, dobbiamo provvedere. Da come giace a terra, si direbbe che sia caduto di sella. Ma dov’è il cavallo?»
«Forse cavalcava la giumenta di miss Hyuga. È tornata da sola alla stalla.»
«In questo caso, cosa è accaduto a Hinata?»
Gli uomini scossero la testa con aria tetra.
«Eppure io sono convinto che sia qui vicino» continuò Naruto, scrutando l’oscurità. «Vi sarei grato se uno di voi portasse Mr. Hyuga a Villa Hyuga. C’è qualcuno lì?»
«Soltanto il custode. Alcuni domestici hanno accompagnato i padroni a Konoha, mentre gli altri sono stati mandati via per l’estate.»
«Non possiamo comunque lasciarlo dov’è, e dobbiamo avvisare la famiglia. Che pasticcio! Per favore, portatelo a Villa Hyuga e domandate al custode di occuparsi di lui. Intanto informate il dottore. Provvederò al resto dopo, quando… avrò tempo. Buonanotte.»
«D’accordo, allora. Saremo qui domani mattina all’alba.»
«Portate con voi qualche corda e altre attrezzature che potrebbero servire.»
«Siete sicuro di voler rimanere qui, Lord Naruto?»
«Sì. A domani.»
Rimasto solo, condusse Sholto a un ruscello vicino e gli pulì il dorso con una manciata d’erba. Poi tornò alla radura e osservò la scena. Il locandiere aveva ragione: era impossibile perlustrare le rovine al buio, ma, per lui, era altrettanto impossibile allontanarsi, era assolutamente convinto che Hinata si trovasse nei paraggi. Comunque l’aria era mite e lui era abituato a pernottare all’aperto. Si sedette su una pietra a riflettere.
Che cosa era accaduto quel pomeriggio? Perché Tokuma Hyuga si trovava a Villaggio Hyuga? Sicuro che la ragione fosse Hinata, sentì un peso serragli lo stomaco. Probabilmente Tokuma sapeva dov’era nascosta in quel momento, ma non era più in grado di rivelarlo. Quando sarebbero riusciti a trovarla? Nel nome degli Dei, che cosa le era capitato? Incapace di rimanere fermo, Naruto si alzò in piedi e riprese a chiamare.
«Hinata, Hinata, dove siete?» rimase in attesa, ma non udì risposta. Era in prenda alla più profonda frustrazione. Cosa avrebbe fatto se Hinata… No, non era possibile! Non poteva essere morta: era troppo importante per lui. Si guardò attorno ancora una volta. La luna stava sorgendo e proiettava una luce argentata sulle rovine del castello. Ombre nere e luce grigia, nessun colore, nessun segno di vita. Si sedette ancora a capo chino. L’idea di perderla era inconcepibile. Era l’altra metà di lui, la sua amica. Alzò di colpo gli occhi. Era ben più di un’amica! Era l’amore della sua vita! Il centro della sua esistenza. Rimase come un folle a fissare la luna, assimilando questa verità. Infine abbassò le palpebre. Che idiota era stato a pensare che il suo desiderio di sposarla fosse dovuto soltanto all’esigenza di proteggerla. Proprio lui, che si era sempre vantato della propria lucidità, come aveva potuto crederlo? Perché non aveva compreso prima i suoi sentimenti? La voleva sposare poiché era l’unica donna che desiderasse come moglie! Scattò di nuovo in piedi, impaziente. «Hi-na-a-a-ta!».

Fine capitolo quattordici.
 


Buona sera cari lettori!!!
Ormai manca veramente poco alla fine della storia.
Naruto ha appena capito i suoi sentimenti verso Hinata! (Alleluia!)
Ma Hinata sarà sul serio morta?
Vorrei dedicare un minuto di silenzio a Tokuma Hyuga. Primo personaggio che faccio morire in vita mia!! Ha combinato troppi casini, era inevitabile!
Quindi signori e signore, spero che vi sia piaciuto questo traumatico capitolo.
Non credo che qualcuno pianga per la morte di Tokuma Hyuga, ma per quella di Hinata sì, ops non dovevo dirlo!
 
Passiamo ai ringraziamenti:
Grazie a chi abbia messo la storia, anche se siamo quasi alla fine, tra le preferite, seguite o ricordate.
Grazie anche chi abbia solamente leggo la storia e ha vergogna di commentare. Vi voglio bene lo stesso!
 
Per chi ha commentato:
 
A naruhinafra: Ciao! Finalmente Naruto ha compreso i suoi sentimenti. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto, per quanto tragico, catastrofico e triste sia. Ahhaa fammi sapere cosa ne pensi. Un bacio forte.
 
A ery98sole: Oddio qualche volta la tua immaginazione ha visto giusto! Kurenai non morirà ovviamente. E Tokuma… Beh, alla fine il cavallo di Hinata ha funzionato meglio di Chuck Norris… Hinata… chissà. Ok, credo che ti farò morire in questo modo ahhahaha. Spero che ti sia piaciuto il capitolo. Un bacio!
 
A boss_heartandsoul: Eh sì, si ERANO quasi chiariti. Il fato non è dalla loro parte… decisamente no! Ahahaha Spero che ti sia piaciuto il catastrofico capitolo! Un bacio!
 
A MissDidichan: Effettivamente anche io ho abbandonato nel bello del capitolo (anche in questo devo dire hahhaahah). Ma è per mettere suspance! Ecco mi mancavano le tue attenzioni nel mio testo! Cosa fare senza teeeeeeeee!? Ahahaha. Spero che ti sia piaciuto il capitolo!  (Spero di non aver commesso errori .-.). Un bacio.
 
A alegargano1: Tranquillo!!  Ahhaha Anche io sto facendo molti ritardi :’( e chiedo ancora scusa >.<.  Spero che la “non” risposta di Hinata ti sia piaciuta. E che questo capitolo assolutamente tragico ti sia piaciuto! :3 Un bacio forte!!!
 
A arcx: Oddio che commentone. Si spiace anche a me che la storia sia quasi finita. Grazie per i complimenti, e si rileggerò i scorsi capitoli. Ma in questo periodo non ci sono molto a casa a causa dell’Università. Ma prometto che alla fine rileggerò e aggiusterò dove ho sbagliato! È una promessa. Hahhaha. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Mi ha fatto veramente piacere risentirti! Un bacio!
 
A Dolcemente Complicata: Capisco bene le tragedie. Ogni volta che devo andare all’università, succede sempre qualcosa -_- .  Si ammetto che assomiglia a Orgoglio e Pregiudizio ahahhaha. Ovviamente involontariamente ahaha. Dal Baka, al ragazzo più dolce che sia mai esistito ahahhahaahaha. UNICA! E adesso che ha capito i suoi sentimenti è il ragazzo migliore del mondo *-*!!! Beh si mi rendo conto che è stato tragico e doloroso, ma la “dichiarazione” di Naruto. Mi piace tantissimo! Non so perché :’( .
Io li ho sempre sognati così… Naruto e Hinata e Harry e Ginny! Sono perfetti.. e fa vedere che il vero amore, cresce, vive e non muore mai, anzi si rafforza!!! Ho sempre sognato un amore così…. Basta mi lascio troppo trasportare. Ti aspetto per il prossimo capitolo! Un bacio fortissimo!!! *-*
 
 
E finalmente siamo giunti alla fine!
Il Fato cosa riserverà ai due, ormai dichiarati, innamorati?
Non perdete il capitolo finale, per poi il epilogo di conclusivo. Mancano due uscite alla fine della storia. Siete in ansia??
Beh ragazzi. Voglio sapere cosa ne pensate di questo capitolo! Quindi commentate in molti. Non siate timidi, coraggio. AHAH!
Vi voglio bene!!
Un Bacio.
Bea. 
  
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