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Autore: _Terens    21/11/2013    5 recensioni
Ester è un angelo caduto che vive ormai nel regno degli Inferi.
In passato era un angelo della Prima Sfera a cui era stato assegnato un compito da portare a termine: legare un umano al Paradiso.
Contro ogni previsione si innamorò di lui, perdendo in questo modo le ali.
Ester si ritrovò poi all'Inferno, dove promise fedeltà eterna a Lucifero, il primo angelo caduto.
Sono passati sei anni da quando Ester ha perso le ali, e ora ne ha già altre, nere e grandiose.
Ma deve dimostrare la sua completa devozione al regno degli Inferi. Dovrà legare un'anima all'Inferno, per dimostrare che è degna delle ali nere, ma non può permettersi errori, perché, si sa, lì non esistono le seconde possibilità.
E se Ester non fosse sola?
Se ci fosse qualcun altro che sta cercando l'anima che lei deve trovare?
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il bacio proibito'
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5
~*~
Alleanze

 

-Come mai Roxanne non è potuta venire?- 
-Ha detto che si sentiva poco bene.- rispose semplicemente la bionda.
Io alzai le spalle, tornando a vedere il film. Non che mi interessasse più di tanto. Però per me fu inevitabile non pensare alla mora. Che mi volesse evitare? Eppure era strano... non mi sembrava il tipo.
-Tu che ne pensi Ester?- mi chiese Jen.
Tutte quelle domande riguardo Roxanne cominciavano seriamente a stressarmi. Roxanne di là, Roxanne di qua. Così ignorai di proposito la sua domanda, presi una manciata di pop corn e li misi tutti in bocca.
-Ei!- era risaputo. Jennifer Thompson, quando voleva, sapeva essere davvero, molto, ma molto insistente.
Provai ad ignorarla di nuovo, ma quella mi capovolse tutta la scatola di pop corn addosso. -Che c'è?- sbottai irritata, pulendomi i jeans.
-Ti ho fatto una domanda!-
-E se non ti ho risposto evidentemente vuol dire che non lo so.- risposi altrettanto scocciata, ma con una punta di acidità in più nella voce. Decisamente, quella non era una bella giornata. 
Mi accorsi solo dopo che la bionda era rimasta offesa, e che forse, dico forse, ero stata troppo brusca nel risponderle così.
-Scusa. E' che oggi è stata davvero una giornataccia. Penso di non essermi ancora ripresa del tutto. E forse ho soltanto fatto male a venire, perché a quanto pare sto rovinando la giornata pure a voi!-
-Nah, tranquilla!- Ryan mi diede una pacca sulla schiena.
Il signore seduto davanti a noi si girò per l'ennesima volta a guardarci male -Se non seguite il film, andatevene via!-
-Vecchio scorbutico.- sussurrò Jen, una volta che si era girato.
Dopo un po', la bionda tornò di buon umore -E comunque che ne dite di andarci a fare un giro? Io mi sto annoiando qui.- disse con disinvoltura, beccandosi un'altra occhiataccia dal signore davanti.
-Io ci sto!- Ryan era fin troppo entusiasta ultimamente, ma poco importava.
I due si voltarono verso di me, e alla fine sospirai rassegnata -Alla fine che restiamo a fare? Non sono riuscita a capire una parola del film!-
Jen e Ryan si diedero il cinque ed esultarono. Il signore davanti a noi, che Jennifer etichettò come vecchio scorbutico rompipalle, ci disse adirato -E allora andatevene via!-
-Ce ne andiamo! Ce ne andiamo, e di certo non perché ce lo ha detto lei!- un difetto di Jennifer? Non stava un attimo zitta.
Il vecchio la riprese ancora -E porta rispetto! Con chi credi di parlare, ragazzina?-
Ryan prese le sue difese, mettendosi davanti a lei -Ei, ei! Ci vada un po' piano con il 'ragazzina'!-
La bionda, era rimasta sorpresa, e dall'altra parte colpita dalla reazione del moro. Non se lo aspettava. E se la stava godendo.
Io fissai tutta la scena nei minimi dettagli. C'era qualcosa che non mi quadrava.
Il signore continuava a urlare contro a Jennifer, come a provocarla. Il che era piuttosto strano. E' vero, la bionda aveva parlato per tutto il film, ma nessuno degli spettatori si era lamentato più di tanto.
Era come se quel signore fosse stato mandato lì di proposito per provocare Jennifer. Per provocarla e vedere la sua reazione.
Osservai attentamente i suoi movimenti, era tutto così freddo e calcolato. Ogni mossa era studiata. Così ne ebbi la conferma. 
Quel signore serviva da esca per Jennifer. Eppure mi chiedevo chi l'aveva mandato.
Ero io a dovermi occupare della sua anima. Che all'Inferno, Lucifero non si fidasse abbastanza di me, da mandare qualcun altro a controllare il mio lavoro?
Decisi di intervenire, e di mettere fine a quella sceneggiata. Le persone si stavano lamentando, e andando avanti di quel passo, la discussione non sarebbe andata a buon termine.
E non mi potevo permettere che Jennifer facesse una cavolata proprio davanti a tutte quelle persone.
-Ei! Jennifer, Ryan, perché non andate fuori? Qui ci penso io.- cercai di apparire convincente, con il sorriso più forzato.
Ryan annuì, e nonostante le proteste della bionda, alla fine mi diede retta, e la trascinò fuori dalla sala. Come avevo calcolato, il signore si alzò subito dopo, e uscì anche lui.
Chiunque fosse stato a ordinargli di provocare Jen, gli aveva detto di non fermarsi al primo ostacolo.
Con indiscrezione, uscii anche io dalla sala, e prima che quel vecchio raggiungesse la bionda, mi parai davanti a lui.
Era come se non mi vedesse, tentò di superarmi, ma lo bloccai, tenendolo per il petto.
-Adesso tu ed io ci facciamo una bella chiacchierata.- non ci fu bisogno di convincerlo a seguirmi, fu costretto e basta.
Camminai, finché non trovai un luogo abbastanza sicuro, in modo che nessuno potesse vedermi. Il vecchio tentò di nuovo di liberarsi dalla mia presa, ma con scarsi risultati.
-Non così in fretta.-
Mi avvicinai, e puntai le mie iridi grigie in quelle scure del signore. Notai solo allora che le pupille erano inesistenti. Aveva dei profondi pozzi neri, al posto degli occhi. 
E allora capii davvero. Non era stato ipnotizzato o spinto a far qualcosa. Era stato posseduto.
Riacquistai la mia spavalderia, e prendendolo per il colletto lo strattonai -Chi sei? Mostrati!-
In tutta risposta il vecchio si liberò della mia stretta, con una forza sovrumana, e si aprì in una risata sprezzante.
-Chi ti ha mandato qui? Lo sai che questa è la mia missione, vero?-
-Lo sai che questa è la mia missione, vero?- mi canzonò lui, con una voce acuta e lamentosa.
E allora lo riconobbi. Zachariah. Demone minore dell'Inferno. Non era forte, né astuto, né tantomeno temibile. Era soltanto disgustoso e irritante.
E io mi ero seriamente preoccupata per una creatura del genere.
-Zachariah.- pronunciai il suo nome con il più totale disgusto.
-Se non ti dispiace, mi faccio chiamare Zach. Almeno qui sulla Terra.- mi lanciò uno sguardo ambiguo, che mi fece rabbrividire. Poi la figura del vecchio scomparì, e al suo posto, un demone ricoperto di squame nere e viscide, prese forma. -Ma sei impazzito? Gli umani ti possono vedere!- 
La sua risata, acuta e gracchiante, mi fece salire ancora di più i conati di vomito. -Tranquilla, dolcezza.- cercai di ignorare l'appellativo con il quale mi aveva chiamato. -Avevi detto di mostrarmi, e ora mi vedi nelle mie vere sembianze. Ma non c'è davvero da preoccuparsi, soltanto gli esseri soprannaturali possono vedere loro simili.-
-Non mi hai ancora detto chi è stato a mandarti qui.-
-Sveglia ragazzina!- cercai di mantenere la calma. -Guardami. Un demone, sulla Terra. Chi può averlo mandato qui?-
Lucifero.
Deglutii soltanto a pensarci. Perché aveva dovuto mandare un altro demone qui? Per controllarmi? E per quale motivo?
-Perché mai avrebbe dovuto farlo?- 
Zacharia mi si avvicinò così tanto che sentii il suo alito forte e nauseante, che mi solleticò l'orecchio -Sta' attenta angioletto, Re Lucifero ti tiene d'occhio.-
Lo feci allontanare da me, usando un po' della mia energia e sussurrai impassibile -Io non sono più un angelo.-
-Credimi, è difficile voltare le spalle alla propria natura, a chi siamo veramente, Lucifero si tiene soltanto pronto ad una tua mossa falsa. E' così che va, alla fine resterai fedele alla tua natura.-
Scossi la testa. Lucifero non poteva crederlo davvero.
Pensava davvero che sarei tornata al punto di partenza? 
-No.- dissi con decisione.
-Non succederà. Porterò a termine la mia missione, e tante altre ancora. Non mi guarderò indietro.-
-Be', allora dimostraglielo. Ma ricordati che devi stare attenta. Perché alla prima mossa sbagliata...- lasciò in sospeso la frase, non c'era bisogno di concluderla perché io capissi.
Alzai la testa, fiera e orgogliosa -Ora che hai visto com'é la situazione puoi anche andartene da qui.-
-Stupida insolente! Io non prendo certo ordini da te!- e fece una cosa che non mi aspettavo. Mi scaraventò contro, un'onda incontrollabile di energia, così forte da farmi finire a terra.
-Ora posso andarmene.- 
E il demone sparì. Il signore, che era tornato lucido, si guardava intorno abbastanza confuso. Poi si accorse di me a terra, davanti a lui.
-Si è fatta male signorina?-
Mi alzai in piedi, ignorando la mano che mi aveva offerto per aiutarmi, e mi sistemai i capelli. -Sto benissimo.-
-Io, io non so perché mi trovo qui.- sussurrò il vecchio, cominciando ad agitarsi.
-Io mi ricordo di essere venuto qui, ma non ero esattamente io.- perfetto, stava cominciando a delirare. Così lo presi per il colletto, e guardandomi intorno per vedere se ci fosse qualcuno a vederci, mi avvicinai. -Tu non ti ricordi niente di questa serata. Tutta questa serata è stata frutto della tua mente...-
-Un sogno.-
-Un sogno, chiamalo come ti pare! E adesso fila via da qui!-
Il vecchio annuì spaesato e terrorizzato e uscì in fretta e furia dal cinema. Poco dopo entrarono Jennifer e Ryan che mi vennero subito incontro.
La bionda esordì a voce alta, gesticolando con una birra in mano. -Ma dove sei stata tutto questo tempo? Ci avevi detto di andare avanti, ma non ci raggiungevi. Così siamo tornati indietro.-
-Stavo in bagno.-
Jen stava per ribattere ulteriormente, ma Ryan la fermò. -Dai, andiamo a farci questo giro!-
E così uscimmo dal cinema, in silenzio, forse per la prima volta in quell'assurda giornata. 
-Mi annoio.- esclamò dopo un po' la bionda con una smorfia. Bevve un altro sorso di birra e scoppiò a ridere -Insomma, guardatevi. Sembrate due morti!-
Io e Ryan la ignorammo. Ormai era completamente andata. -Ne volete un po'? Su che un po' di alcohol non vi farà male!-
-Grazie ma passo.-
Continuai a camminare. -Già, per questa volta passerò anche io.-
-Ei! Ma dove corri. Aspetta che ti raggiungo!- la sua risata si smorzò in un urlo. Ryan fu subito da lei, aiutandola ad alzarsi in piedi. -Dannazione. Vuoi stare un po' più attenta?-
Jennifer ignorò completamente le sue parole. Rimase a contemplarlo per un po', come se volesse impararsi a memoria ogni dettaglio del suo viso.
Il moro la guardò irritato e allo stesso tempo imbarazzato -Che c'è?-
La bionda le si avvicinò, fino a quando soltanto pochi centimetri non li separavano l'uno dall'altro.
-Sai, non l'avevo mai notato, ma mi piacciono i tuoi occhi. Sono così verdi e mi piacciono.-
Ryan si grattò la nuca a disagio e spostò lo sguardo altrove. Jen gli andò incontro e gli disse -Sì, in fondo sei proprio un bel ragazzo.- poi gli si avvicinò ancora di più e si portò un dito davanti la bocca. -Ma shhhh, non dire alla me sobria che te l'ho detto.- Ryan ormai era completamente rosso in faccia, mentre Jen era scoppiata di nuovo in una fragorosa risata. -Ma guardati! Stai arrossendo, sei adorabile!-
Il moro cercò di allontanarsi, cercando di mantenere la calma. 
Scoppiai a ridere, ma nessuno ci fece caso. La scena era davvero comica.
Jen ubriaca che importunava Ryan, con rivelazioni alquanto 'scioccanti'. E lui poverino, che cercava di allontanarla e di non perdere il controllo.
Decisi di andare avanti, lasciandoli un po' soli. Non mi sentivo al sicuro.
Era come se qualcuno mi stesse osservando. E ormai ne avevo la conferma. C'era davvero qualcuno che mi stava osservando. Ma dovevo temerlo? Dovevo avere paura di lui?
Insomma... in fondo stavamo dalla stessa parte. Ma questo non servì per rassicurarmi.
All'Inferno nessuno mi vedeva di buon occhio. Credevano tutti che in un momento o l'altro, sarei tornata da Lui. Nessuno si fidava veramente di me.
Mi voltai di colpo, sentendo un fruscio provenire dall'altra parte della strada. Non ero sicura, ma mi sembrava di vedere un'aura. Chiusi gli occhi, concentrandomi.
Non mi ero sbagliata.
L'aura era forte, scura.
Aprii di nuovo gli occhi, osservando un albero lì di fronte. Il vento stava alzando tutte le foglie, ma sembrava una cosa del tutto innaturale.
Presto sembrava che tutti gli alberi fossero impazziti. Le foglie che cadevano, si riunivano tutte insieme, e continuavano ad alzarsi, come a formare un muro proprio davanti a me.
Chiunque fosse, voleva spaventarmi. E gli piaceva avere la situazione sotto controllo.
-Ester!- dalla voce, capii che la bionda ancora non avera riacquistato del tutto la lucidità. -Ma dove eri... - le parole che Jen voleva dire le morirono in bocca, non appena vide quell'orrendo scenario davanti a noi.
Si portò le mani davanti la bocca terrorizzata, mentre Ryan accanto cercava di tranquillizzarla. 
Neanche il moro però se la passava bene. Dopo un po' mollò la presa su Jen, e si concentrò su quelle foglie che continuavano ad alzarsi minacciose. -Non ho mai visto niente del genere!-
-Ryan, porta via Jen da qua.-
Lui mi guardò confuso -Scusa, ma andiamo via tutti insieme, no?-
La mia voce si alterò e ormai neanche mi impegnavo più di apparire calma -Ryan, andatevene via subito, capito?-
-Cazzo Ester! Sta' attenta!- 
Mi voltai ed ebbi davvero paura. Le foglie si erano riunite in un'immensa distesa, ed io non riuscivo a controllarla. Cercai di concentrarmi il più possibile, dovevo respingerla.
Chiunque fosse, non poteva avere controllo anche su di me.
-Ester vieni via!-
Purtroppo non diedi retta al moro. Ero testarda. Non me ne sarei andata via, finché non sarei riuscita a fermare quella cosa, qualunque cosa fosse.
L'urlo agghiacciante di Jen mi riportò alla realtà. Ormai era impossibile fermarla.
L'intera distesa di foglie, si scagliò con violenza su di me, facendomi perdere l'equlibrio. Mi portai le mani davanti al viso, per coprirmi.
Fu come se fossi circondata da un turbine di foglie. Un turbine di foglie, che stava risucchiando sempre di più le mie forze, fino a farmi accasciare completamente a terra.
Continuavo a sentire forte e chiaro l'urlo di Jen, fino a quando si affievolì sempre più lentamente, e alla fine non sentii più niente.

 
~*~

'Sai, è stata proprio una serata indimenticabile.
Pensavo che fossi più tosta, invece è bastato un semplice turbine di foglie per farti crollare.
Devo ammettere che ho gradito molto lo spettacolo...'

Aprii gli occhi di scatto. Quella voce continuava ad entrarmi in testa.
'Pensavo che tu fossi quella che aveva tutto sotto controllo. Non vuoi portare a termine la missione ad ogni costo?'
Cercai di scacciare via dalla mia mente quella voce irritante. -E infatti la porterò a termine. Ora se non ti dispiace Raphael, potresti venire fuori di qui!-
Mi alzai in piedi, ancora un po' confusa. Mi tolsi un po' di foglie che erano rimaste attaccate ai vestiti.
-Raphael!- urlai scocciata.
Alla fine uscì fuori dal suo nascondiglio: stava dietro un albero. Questo voleva dire che avevo visto bene. L'aura scura di prima, era quella di Raphael.
Mi diedi mentalmente della stupida per non averci pensato prima.
-Non devi essere così dura con te stessa!-
-Fuori dalla mia testa!- gli ordinai irritata. Il biondo scoppiò in una risata, mentre si avvicinava a me.
Quando mi fu davanti, mi fece un sorriso divertito, e cominciò a camminare intorno a me. -Allora, come te la passi qui sulla Terra?-
Ignorai la sua domanda, e con tutta la forza che avevo lo feci sbattere contro un tronco -Sei completamente impazzito? Che ti è saltato in mente? Jennifer e Ryan hanno visto tutto quanto e si staranno chiedendo come sia stata possibile una cosa del genere!-
Per un attimo mi ero completamente dimenticata di chi avevo davanti, e della sua forza. Raphael ci mise poco a ribaltere la situazione, e a tenermi stretta per il collo, contro la corteccia dell'albero.
Cominciò ad accarezzarmi la guancia, e io rabbrividì al suo tocco. -Pensi davvero che io sia così stupido?-
-E' già venuto Zachariah da me. Ma immagino che Lucifero abbia mandato anche altri a tenermi d'occhio. Ha mandato anche te?-
-Nessuno mi da ordini, né tantomeno Lucifero.-
-Oh, davvero interessante. E cosa ne pensa Lucifero di questo?-
Raphael strinse ancora di più la presa fino a non farmi respirare. Pensai che la stretta in cui mi teneva Roxanne ore prima, in confronto alla sua era una carezza.
-Non mi provocare.-
-Altrimenti?-
Si avvicinò sempre di più, fino a quando la sua bocca fu a pochi centimetri dalla mia -Sai, a volte potrei non essere così indulgente con te... quindi attenta a quello che dici.-
Mi tenne stretta ancora un altro po', i suoi occhi chiarissimi, puntati nei miei grigi.
Dopodiché mi lasciò, e io mi accasciai a terra, iniziando a tossire. -Maledetto.- 
-Detto qualcosa?-
Sapevo che era inutile sfidarlo. Era più forte di me, e in quel momento aveva lui il coltello dalla parte del manico, così non dissi nulla.
Mi alzai in piedi, mentre mi toccavo il collo.
-Davvero interessanti i segni che hai sul collo.-
-Tu trovi?-
Raphael si voltò di nuovo a guardarmi negli occhi, con un'intensità che mi mise a disagio. -Come te li sei provocata?-
-Come se non lo sapessi.-
Lui fece una smorfia, ma non protestò. -Questa ragazza, hai idea di cosa sia?-
-E' umana.- ma alla fine non ne ero più tanto sicura. Non ero sicura più di niente.
-Ne sei convinta?- mi guardò scettico, e aveva ragione. Come poteva essere umana? Come poteva avere quelle capacità eccezionali, se era umana?
Nonostante ciò, restai nella mia posizione, non avevo voglia di dargliela vinta. -Ho visto le sue vene pulsare. E ho sentito il suo cuore battere. L'ho sentito accelerare durante la lotta. Questo come lo spieghi?-
In pochi secondi mi fu di nuovo davanti. Non c'era minaccia nei suoi occhi, ma lessi un po' di agitazione.
-E come la spieghi la sua forza sovrannaturale? Come spieghi il fatto che ti ha fatto perdere la coscienza, con tale falicità e in pochissimo tempo?-
Stavo per aprire la bocca, quando effettivamente non sapevo che rispondere. -Non lo so.-
Poi alzai lo sguardo e capii. -E' per questo che sei qui, no? Vuoi sapere cos'é?-
-Questo è uno dei motivi.-
-E come pensi di scoprirlo?-
-Non lo so, per il momento voglio conoscerla. Dovrà essere qui tra poco.- 
Lo seguii alterata, e lo strattonai per un braccio per farlo voltare. -Che vuol dire che dovrà essere qui tra poco?-
Mi lanciò il cellulare e io lo presi al volo. -L'ho preso in prestito mentre eri ancora incosciente e ho mandato un messaggio.-
-Tu pensi di poter piombare qui da un momento all'altro e di poter fare come ti pare? Me la so cavare benissimo anche da sola.-
-Davvero pensi di cavartela da sola? E dimmi... cosa hai concluso in questi giorni? Assolutamente niente. Immagino che tu non abbia idea di come fare per legare l'anima di quella ragazza all'Inferno, non sai da dove cominciare, è così? E poi c'è l'altra ragazza. E' una bella spina sul piede, non credi? Rappresenta un problema per te, e non sai come eliminarlo. E se va avanti così potrebbe davvero rappresentare un pericolo per la tua cara missione.-
Il suo tono di voce era aspro e tagliente, e le sue parole sincere. Sapevo che era la verità, per questo mi fece ancor più male ascoltarlo.
-Be', non vedo come a te dovrebbe interessare la mia missione.-
-Qui viene il bello.-
Ero curiosa, così lo incitai con lo sguardo a continuare il suo discorso.
-Come sai all'Inferno, la maggior parte pensa che non riuscirai a portare a termine la missione.-
Cominciai a ribollire dalla rabbia. Era venuto solamente per rinfacciarmelo, per ricordarmi che nessuno credeva che ce l'avrei fatta.
-Se sei venuto qui per infierire, puoi anche andartene via.- ribattei scocciata.
Mi fu di nuovo davanti e mi scostò una ciocca di capelli, che mi era finita davanti gli occhi. Mi sorrise, ma non il suo solito sorriso provocatorio, neanche quello divertito o derisorio.
Un semplice sorriso che gli illuminò gli occhi. E allora pensai che in fondo non era cambiato tanto da quando era un angelo.
Era sempre di una bellezza spettacolare. Poi mi prese ad accarezzare la guancia. -Sarebbe davvero un bel peccato se il tuo bel visino venisse deturpato se fallissi la missione.-
Rabbrividii al solo pensiero, e mi passarono davanti gli occhi mille immagini di me, se avessi davvero fallito la missione.
Sapevo che quelle immagini erano opera di Raphael, ma ne fui comunque spaventata. Scansai la sua mano dal mio viso e lo fronteggiai -E' l'ultima volta che te lo chiedo. Cosa vuoi da me?-
-Penso che ti farebbe proprio bene un alleato.-
Rimasi interdetta dalle sue parole, soprattutto confusa. Non gli ero mai andata a genio, e adesso mi veniva a proporre un'alleanza?
-Parli seriamente?-
-Io parlo sempre seriamente. Pensaci bene. Ora stai all'inizio, ma se qualcosa durante il tuo percorso, ti impedisse di portare avanti la missione, non credi che ti farebbe bene qualcuno dalla tua parte?-
Riflettei un momento alla sua proposta. Di sicuro aveva ragione. Insomma... qualcuno dalla mia parte mi faceva sempre comodo. Ma proprio lui?
-E tu ovviamente saresti così gentile da aiutarmi, senza volere nulla in cambio.-
-Questo non l'ho mai detto.-
Adesso le cose cominciavano a quadrare. Era troppo strano che Raphael mi offrisse il suo aiuto, senza pretendere niente. C'era sempre una pretesa con lui.
-E sentiamo. Cosa vorresti in cambio?-
-Voglio lei.-
Lo guardai confusa, non capendo a chi si riferisse. -Come, scusa?-
-La ragazza.-
-Jennifer?- ero scioccata.
-Non Jennifer. Non mi importa niente di quella stupida umana!-
Alzai le sopracciglia scettica, dopo aver capito. Poi scoppiai in una fragorosa risata. Lui voleva Roxanne.
-Ma sei serio?-
Lui sembrò stanco, e mi voltò le spalle cominciando a camminare. Dopo un po' cominciò a dissolversi. Senza nemmeno accorgermene, mi misi a rincollerlo e a richiamarlo. -Aspetta!-
La sua figura, cominciò a tornare normale, e Raphael si voltò con un'espressione vittoriosa sul volto.
-Allora?-
-Perché dovresti volerla? Nemmeno la conosci.-
-Da quando sei venuta sulla Terra e l'hai conosciuta, l'ho osservata. Non ho mai visto nessuno con una tale forza di volontà. Ho subito pensato che in lei ci fosse qualcosa, qualcosa di diverso da tutti gli altri. E oggi ne ho avuto la conferma. Non so cos'é, ma sono determinato a scoprirlo. E di una cosa sono sicuro: la voglio per me.-
All'ultima frase deglutii, e mi immaginai Roxanne affianco di Raphael. Provai a vederli insieme, ma proprio non ci riuscivo.
Nonostante ciò, se era quello che voleva Raphael per aiutarmi, ero d'accordo. Tanto non mi importava nulla della mora.
-Ok. Ci sto.-
Il biondo sorrise. -Lo sapevo che avresti accettato.-
Poi cambiò totalmente discorso. -Che ore sono?-
Guardai il cellulare e gli risposi. -Le 23:15, perché?-
-Dovrebbe essere qui adesso. E' puntuale la tua amica?-
Una voce lontana, ben familiare, ci fece voltare entrambi -Io sono sempre puntuale.-
Raphael si voltò a guardarmi incredulo ed entrò di nuovo la mia testa.
'Non riesco a percepire la sua essenza.'
Non gli risposi ad alta voce. Formulai semplicemente il pensiero nella mia mente.
'Già. Un altro dei tanti misteri irrisolti.'
Roxanne si avvicinò lentamente, con gli occhi scuri puntati nei miei, in segno di sfida.
-E io non sono una sua amica.- il tono della sua voce era freddo e tagliente, ma non mi sorpresi. In fondo era pur sempre Roxanne.
Poi riposò la sua attenzione su di me, continuando a guardarmi male. -Perché mi hai detto di venire?-
Aprii un paio di volte la bocca, senza saper bene cosa dire, ma poi intervenne Raphael. -In realtà sono io che le ho chiesto questo favore. Volevo conoscerti.- 
Roxanne spostò di nuovo lo sguardo su di lui, e lo guardò sorpresa. Era come se prima non si fosse accorta di lui, mentre in quel momento lo stava fissando con interesse. -E tu saresti?-
-Incantato.- detto ciò, le lanciò un altro dei suoi sguardi ammalianti.
La mora si portò indietro i capelli, senza arrossire, né abbassare lo sguardo. Sembrava soltanto curiosa. Curiosa e interessata.
-Be', mi chiamo Roxanne.-
Per me fu strano vederla sorridere, soprattutto con così tanta naturalezza.
-Luminosa... splendente.- borbottò Raphael, facendo partire occhiate scettiche sia da me che dalla mora.
-Come scusa?- replicò questa.
-E' il significato del tuo nome. Non lo sapevi?-
-Io sì. Ma nessun altro che conosco sa il significato. Tu ancora non mi hai detto il tuo nome...-
Pensai un attimo a quello che aveva detto Raphael. Al significato del suo nome. Di solito i genitori sceglievano il nome del proprio figlio per un motivo.
E se magari avessero scelto quel nome per lei, per un motivo ben specifico?
-Sono Raphael.-
-Come l'arcangelo.-
Sia io che Raphael sussultammo. Se solo avesse saputo...
-Che sai di lui?-
-So che era l'arcangelo della guarigione, l'angelo della salute. Ed emanava un'aura verde...-
-E perché ne parli al passato?-
-Be', da quello che si dice è caduto, no? Non ha giurato fedeltà a Lucifero?-
-Sì, è così.- rispose semplicemente Raphael.
Però notai del nervosismo nei suoi occhi, e sapevo anche il motivo. In nessun testo biblico c'era scritto della caduta di Raphael. Quindi non sapevamo davvero come Roxanne potesse saperlo.
-Allora Raphael... per quanto possa essere interessante parlare con te, adesso devo proprio andarmene.-
Ormai nessuno dei due mi degnava più di uno sguardo. Il biondo fece un passo avanti. -Ti accompagno a casa.-
-Posso cavarmela benissimo anche da sola.-
-Oh, di questo non ne dubito.-
Poi le baciò una guancia. -Allora buonanotte.-
-Sogni d'oro.- rispose tranquillamente la mora, continuando a guardarlo curiosa.
-Stanne certa che li farò.- 
Lei si aprì in un sorriso luminoso, strano a dirlo, e ci fu qualcosa, che durò soltanto un attimo. Qualcosa di forte, potente e letteralmente sotto controllo. Lo sentì anche Raphael, ne ero sicura.
Era l'essenza di Roxanne.
-Ora devo davvero andare.- era tornata seria, e dopo un ultimo saluto, cominciò a camminare verso la direzione opposta.
Non appena fu abbastanza lontana, mi avvicinai a Raphael. Prima che potessi dirgli, o chiedergli qualcosa lui mi anticipò.
-Sì. Quella era la sua essenza.-
-La vuoi ancora?-
-Tu non immagini quanto.- mi voltai a fissarlo, e fui davvero sorpresa dalla sua espressione. Nei suoi occhi non lessi soltanto preoccupazione o curiosità. Ne lessi interesse.
Raphael era rimasto davvero colpito da Roxanne.





Angolo dell'autrice:
Eccomi tornata!
Prima di tutto volevo ringraziare chi ha recensito lo scorso capitolo. Grazie davvero di cuore.
Poi volevo scusarmi (come al solito) per l'enorme ritardo nello scrivere un nuovo capitolo. Scusate davvero, ma la scuola mi tiene davvero impegnata, e non trovo mai un attimo libero per scrivere. Ora però sto sotto occupazione (non so quanto durerà) ma magari riesco a scrivere qualcosa.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che non vi abbia deluso. A me non convince molto...
Voi che ne pensate? E' ricomparso Raphael :3 (personalmente lo amo)
E a quanto pare vuole Roxanne tutta per sé.
Be', fatemi sapere cosa ne pensate e cosa succederà adesso. Spero che continuerete a seguirmi e a recensire la storia.
Inoltre, per chi non si fosse ancora iscritto, vi ricordo il mio gruppo facebook. Basta che mi dite che volete iscrivervi e vi invio il link per messaggio.
Credo di aver detto tutto. Be', grazie di cuore per tutto <3
Spero tanto di non farvi attendere di nuovo così tanto per il prossimo capitolo. Ora vado.
Un bacione <3
  
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