Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
Segui la storia  |       
Autore: smartys ayane    21/11/2013    5 recensioni
Un uomo. Un uomo e un soldato. Il soldato più forte dell'umanità, alcuni sostengono. Sicuramente un uomo freddo e spietato. Ma molto più sensibile di quello che possa sembrare.
Fan Fiction incentrata sulla storia e i pensieri di Rivaille, ma sono presenti tutti i personaggi. Vengono narrati accadimenti che vanno oltre quelli visti nell'anime, perciò se non avete letto il manga e non volete spoiler vi sconsiglio di leggerla.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Violenza
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'L'uomo dal cuore di ghiaccio'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Epilogo

Il 14° Comandante della Legione Esplorativa stanziava di fronte a una bara coperta dal mantello raffigurante le ali della libertà, chino su un inginocchiatoio con le mani strette in un pugno.
La missione era andata a buon fine, nonostante tutto. La Legione Esplorativa non era tornata a mani vuote, questa volta. Adesso, tutta l’umanità conosceva il vero segreto dei titani.
Ymir e Ondine avevano dichiarato la posizione dove Reiner e Berthold erano diretti, e una volta trovatili avrebbero potuto riportare a Trost anche Jean, che era stato portato via dai ragazzi per salvarlo dalla battaglia.
Tuttavia, rimanevano ancora troppi interrogativi da risolvere. Non si sapeva che fine avesse fatto Grisha, né quale sarebbe stata la prossima mossa dei titani. Non si conosceva la vera identità del titano bestia, dato che né Ondine né Ymir ne erano a conoscenza. Infine, non si sapeva ancora per quale motivo i giganti che una volta erano stati umani provassero un odio profondo verso la loro stessa razza, odio che li induceva a sterminare i loro simili fino all’ultimo.
Levi si alzò, guardando la bara: dietro di essa, posto su un tavolo ricoperto di fiori, uno smeraldo risplendeva alla luce del sole, e lanciava raggi luminosi verso il Comandante, che continuava a fissare la cassa di legno ai suoi piedi.
Erwin.
Faceva male, molto. Il dolore di nessuna ferita di guerra sarebbe stato mai così forte quanto quello che il Comandante stava provando in quel momento.
Tuttavia, la vita di Levi continuava a scorrere, mentre quella di Erwin era terminata tempo prima, sotto i suoi stessi occhi.
Forse, pensò il Comandante, quelle ali che il compagno aveva portato sulla schiena per tutti quegli anni erano adesso diventate reali. E forse, adesso, Erwin avrebbe potuto essere libero, libero davvero.
Quell’uomo era stato uno scudo per lui: lo aveva protetto, lo aveva difeso da tutte le ingiurie, lo aveva sempre spronato ad andare avanti anche quando la vita gli aveva voltato le spalle, gli aveva insegnato cosa significasse essere uomini, oltre che soldati.
Ma adesso, Erwin era svanito nel nulla. Tutto ciò che era rimasto di lui, era una nebbia di ricordi da diradare.
I pensieri di Levi furono interrotti dall’arrivo di un soldato.
L’uomo si voltò, mentre il ragazzo gli si avvicinava a passo spedito.
“Comandante!” esclamò il giovane chinando il capo e porgendo al superiore una busta da lettera e un sacchettino di velluto blu “Un soldato mi ha detto di portarle questi!”
Levi allungò una mano, per prendere gli oggetti con sé. Poi ordinò al soldato di andare via, e si diresse verso un tavolo sulla destra della cappella.
Il Comandante posò la busta, mentre teneva il sacchettino in mano, esaminandolo. Subito dopo le sue dita affusolate si posarono sui lacci, sciogliendoli. Aprì poi una mano, mentre con l’altra capovolgeva il sacchettino per liberare l’oggetto rinchiuso al suo interno.
Il suo cuore perse un colpo.
Quanti anni erano passati? Levi non sapeva dirlo, ormai. Ma la vista di quella collana, in un tale momento della sua vita, gli procurò un briciolo di piacevole dolore, che lo portò a pensare di nuovo al suo passato, e a quel poco di buono che quella missione gli aveva portato.
Ondine.
Alla fine, lo aveva fatto tornare bambino. Gli aveva fatto fare un viaggio nel passato quando, la sera del ritorno a Trost, si erano entrambi sdraiati sull’erba, sotto un cielo di stelle, per rievocare tutti i bei momenti che avevano trascorso insieme, prima della morte di Lambert, prima della fine di tutto.
Levi non avrebbe saputo dire cosa provasse per quella donna, perché si: questo era diventata. Il Comandante non riusciva a togliersi dalla mente la figura della bambina grassoccia che non sapeva arrampicarsi sugli alberi, che faceva a pugni con lui e Lambert nei bassifondi della città, che piangeva per ogni offesa che le veniva rivolta. Adesso, Levi aveva conosciuto una donna forte, che aveva vissuto un passato burrascoso quanto il suo, e che lo aveva seguito per tutto quel tempo, senza che lui l’avesse mai vista.
L’aveva incontrata, probabilmente. L’aveva vista lungo le strade della città, o nel bel mezzo di una guerra. Ma mai avrebbe immaginato che quella donna altro non era che la bambina inghiottita da un titano sotto i suoi stessi occhi.
Levi sospirò, prendendo in mano la lettera. Quando l’aprì, gli sembrò quasi di sentire l’intenso profumo di ginestre che Ondine emanava quella sera, quando si era addormentata sull’erba sotto il suo sguardo intenerito.
Il Comandante socchiuse gli occhi per guardare meglio le piccole lettere che ricoprivano il foglio, e cominciò a leggere.
Buonasera, Comandante.
Ti chiamo in questo modo perché so già che quando leggerai questa lettera non sarai più un semplice caporale. Non ti montare la testa, però: per me resterai sempre il bambino che, tanti anni fa, si vantava di essere un dio e sezionava le lucertole catturate nel giardino.
Ti scrivo questa lettera perché, quando sarà il momento che tu sappia ciò, io non sarò più in grado di esprimerti a voce tali parole.
Sarò infatti lontana, Rivaille, in un luogo che è meglio tu non conosca. E lo faccio per il tuo bene.
Ho ancora troppe cose da fare, troppi posti da visitare, troppe facce da incontrare. Ma non è un addio, Rivaille. Io mantengo sempre le mie promesse, e non ti lascerò da solo, specialmente adesso che ti ho ritrovato.
Tornerò, tornerò così presto che nemmeno ti accorgerai della mia assenza.
Buona fortuna, Rivaille. Fatti ritrovare sano e salvo.
Tua per sempre, Ondine.
 
Levi chiuse la lettera, impassibile.
Conservò nuovamente la collana nel sacchettino di velluto blu, e poi prese qualcosa dalla tasca interna della sua giacca.
Un fazzoletto.
L’uomo passò due dita sulle iniziali ricamate su di esso.
O.R.
Il Comandante riposizionò il fazzoletto dove lo aveva preso, nel luogo dove era sempre stato, e dove sempre sarebbe rimasto.
Vicino al suo cuore.
Si avvicinò poi a una vetrata della cappella, mentre il sole gli illuminava il volto, circondandolo di luce.
Sorrise.
Adesso, sarebbe stato lui lo scudo.






ANGOLO AUTRICE: Mi viene da piangere. E non perchè l'epilogo sia stato emozionante, sono consapevole del contrario. Mi viene da piangere perchè... perchè... mi mancherà questa storia :'( E poi è la prima long-fiction che completo, e mi sento realizzata e malinconica allo stesso tempo! Credo la rileggerò tutta! Alla fine, sono contenta del mio lavoro. Mi è piaciuto, alla fine, si :') Vorrei ringraziare tutti quelli che hanno seguito la storia dall'inizio (macchecosastofacendomiodiononcicredo), e tutti quelli che l'hanno messa tra le seguite anche se non hanno mai recensito (mi piacerebbe lo faceste adesso che siamo arrivati alla fine >.<). E poi, boh. Che altro dire? Scusatemi per avervi annoiato per tutti questi capitoli. Scusatemi, davvero!
Alla prossima fan fiction (suona stranissimo!) :)

 
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti / Vai alla pagina dell'autore: smartys ayane