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Autore: Artemisia_Amore    22/11/2013    3 recensioni
La trama di questa storia si svolge su due piani temporali.
{I fili del presente si intrecciano continuamente con il passato dove è ambientata la maggior parte della narrazione.}
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Break riapre gli occhi dopo una sanguinosa battaglia. Ha da tempo perso l’uso della vista, e il suo cuore stanco vortica inesorabilmente intorno a quel ricordo che lo ha a lungo perseguitato. Nel frattempo, Reim ripercorre i passi che lo hanno portato alla scoperta di un sentimento inconfessabile, mentre Sharon rivive il giorno in cui cessò per sempre di essere una bambina.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Reim Lunettes, Sharon Ransworth, Xerxes Break
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il profumo delle fresie.

 
Quando sono entrata nella stanza di Darren Kensington, un compagno di corso di Ada-chan, le fresie coloravano la stanza proprio come avevo chiesto.

La nonna si è ripresa, i medici della Pandora hanno appurato che non è niente di grave. Sembrerebbe che il Duca Barma – o “Ru-kun”, come lo chiama la nonna – avesse considerato ogni minimo particolare. Sospetto che la nonna non ci abbia raccontato tutta la verità su lei e il Duca. Non mi proporrò in investigazioni. Non senza Break a reggermi il gioco.

Lui... Sembra passato così tanto tempo da quel giorno di quindici anni fa. Ricordo ancora la sciocca filastrocca per bambini che canticchiavo, quando lo vidi attraversare il Cancello.

Chissà se Xerx-niisan smetterà mai di considerarmi una bambina.

So per certo che è così che mi vede. Non aveva intenzione di raccontarmi niente dei suoi occhi, se non fosse stato per Reim-san. Eppure, dopo tanti anni insieme, dovrei essere la sua famiglia. Non può proteggermi in eterno. Deve lasciare che sia anche io a prendere un po’ del peso che porta con sé. Perché siamo “Break e Sharon-sama” per tutti, alla Pandora, tra i nobili, persino per la nonna. Ma non per lui. Lo so, so che cerca di tenermi lontana da ogni pericolo, da ogni sofferenza, per non lasciare che soffra, che mi preoccupi. Ogni cosa, di quel suo modo di fare, sembra dire che non sono cose a cui la sua ojou-sama dovrebbe pensare. Non sono una bambina. Posso prendermi cura di qualcuno.

Come dai Baskerville. Ho avuto paura. Paura di perderlo. In quegli interminabili attimi bui, ho visto il mio mondo cadere in pezzi, senza Eques, senza la nonna, e senza lui. Ho avuto il terrore che lo ferissero, che lo torturassero, che fosse troppo tardi. Mentre il mio aguzzino continuava a chiamarmi “signorina Trina” e a deridere la nonna perché nemmeno per un attimo ha perso la sua calma, io continuavo a pensare a lui, a chiedermi come stesse, cosa gli stessero facendo.

“Dovresti smettere di preoccuparti per quel vecchio pazzo, signorina Trina… Dovresti pensare alle tue sorti. Tu e i tuoi amici avete i giorni contati, ora che Glen-sama è tornato”

I miei amici…? Ricordo distintamente di aver avuto serie difficoltà a ricordare un solo nome, quando nella mia mente, solo il suo campeggiava.

Poi sono stata presa di peso, come una gentildonna non dovrebbe mai essere presa, perché “era il momento”. Perché dovevamo essere uccisi. Pagheranno anche per il dolore che ho provato quando mi hanno lasciato credere che per Break-san, ormai, non ci fosse più nessuna speranza…

E poi l’ho visto. Pieno di graffi, affaticato, sofferente. Ma vivo.

… Pensa ancora alla mamma. Se avessi saputo che anche per lui, la sua morte ha significato qualcosa di irreparabile, avrei provato a parlarne, in questi anni. Il suo nome è diventato un tabù, piano piano, giorno dopo giorno, a casa, e così ho smesso di chiedere. Ma se avessi saputo che per lui la mamma era così importante… Chissà, forse le cose sarebbero andate diversamente. Forse io sarei andata diversamente.

Sicuramente, non avrei rinunciato a proteggerlo. Odio i Baskerville e odio quello che gli hanno fatto in quel momento. Non ho pensato a niente, ho morso il braccio di chi mi teneva stretta e mi sono messa tra lui e quella mano che stava per colpirlo. Per poi sentirmi trattare ancora come una bambina. Ho avuto paura, in quel momento. Ma sembrava che non volesse cogliere cosa volessi dire.
“…Paura di perderti…”

Chissà se Xerx-niisan si è accorto che mi teneva stretta come i cavalieri tengono strette le principesse dopo averle salvate dal drago.
Chissà se Xerx-niisan ha mai intuito che arrossisco per causa sua e non perché penso ai personaggi dei miei romanzi.
Chissà se Xerx-niisan ha mai capito che non ero davvero ubriaca, quando gli chiesi se mi voleva bene.

E’ notte fonda quando finalmente riesco a cedere a Reim-san il comando per i preparativi per il viaggio a Sabrie. Mi hanno detto che Oscar-sama è morto, e ho visto che anche Oz-kun e Gil-kun non sono messi bene. Avrei dovuto accertarmi che fossero pronti, che fosse tutto preparato, e che i rapporti fossero inviati direttamente alla sede della Pandora, perché elaborassero un piano per rintracciare Glen Baskerville. Ma il primo vero momento di pausa, l’ho sfruttato per scappare nella camera di Darren Kensington, e inspirare il profumo delle fresie.
Volevo che le trovasse lì al suo risveglio, in quella camera che non gli è familiare, i cui colori non gli sono familiari, scelta a caso tra centinaia.

Una volta mi hai detto che ti piacevano, i fiori che ti portavo da bambina, e che il loro profumo ti faceva pensare a me. E’ per questo che ho scelto le fresie. Perché, prima ancora di svegliarti, pensassi a me, e ti sentissi al sicuro, a casa. 





   
 
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