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Autore: SuperEllen    30/04/2008    15 recensioni
«Kisame-san, noi siamo due giornaliste specializzate in gossip. Vorremmo solo documentare la natura dei rapporti sociali all’interno dell’Akatsuki per poter scrivere un articolo, tutto qui.» disse, scegliendo le parole con estrema cura.
«In che senso?» chiese Kisame, che stava cominciando ad interessarsi a ciò che le ragazze avevano da dire.
«È vero che voi dell’Akatsuki siete tutti gay?»
****
L'Akatsuki ha la sfortuna di incrociare il cammino di due giornaliste un po' pazze. Una di loro stima l'organizzazione ed è convinta che i suoi membri siano persone serie e degne di stima. L'altra è una folle amante dello yaoi, ed è convinta che tra i ragazzi dell'Akatsuki ci siano degli intimi legami che vanno ben oltre la collaborazione. Chi delle due avrà ragione? E che razza di articolo riusciranno a scrivere sui membri dell'Akatsuki?
So che il riassunto non è niente di che, ma le sintesi non sono il mio forte... Leggete se vi ho incuriositi. La storia si svolge nel periodo tra la prima serie di Naruto e la Shippuuden.
Genere: Romantico, Demenziale, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Akatsuki, Altri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Akatsuki Gossip

Akatsuki Gossip

Capitolo 4

Un bagno eccitante

 

Mimi aprì la porta. Un’ondata di allegria la travolse, spingendola dentro la stanza. La porta si richiuse da sola dietro ad un euforico Tobi.

«Voi siete le giornaliste, vero? Vero? Eh, vero?» disse veloce come un fulmine il ninja mascherato.

Susi scese dal letto dell’amica e si avvicinò all’ultimo entrato.

«Sì, siamo noi. Piacere, io sono Susi.» si presentò tendendo educatamente la mano.

«Io sono Tobi!» l’altro gliela strinse agitandola forte «Sei tu che hai fatto piangere il mio sempai dalla vergogna?» chiese con tono serio.

La ragazza spalancò gli occhi. A chi si riferiva? Poi le venne in mente la faccia che aveva fatto Deidara dopo le ultime parole di Mimi e intuì che probabilmente il ragazzo si riferiva a lui.

«Parli di Deidara?» chiese conferma, e Tobi annuì «Allora è stata la mia amica.» si affrettò ad aggiungere indicando Mimi.

Sentendosi tirata in mezzo, la ragazza si immobilizzò come una statua. Il tono usato poco prima non prometteva nulla di buono. Vide Tobi voltarsi verso di lei, e un riflesso scarlatto brillare nel suo unico occhio visibile. Ebbe improvvisamente paura.

«Ma è…» cominciò a dire il ninja traditore «FANTASTICOOOOOOOO!» finì con un grido, abbracciando forte Mimi.

Entrambe le ragazze rimasero basite. Ma chi era quell’idiota? Come mai non avevano mai sentito parlare di lui? Eppure erano certe di sapere tutto sull’Akatsuki! E invece quel Tobi era sfuggito alle loro ricerche. Susi ebbe subito un’impressione negativa del membro sconosciuto. Nessun ninja che si rispetti poteva essere così felice nel vedere un sempai piangere di vergogna! Neanche se quel sempai era Deidara… A Mimi, invece, quella reazione era sembrata divertente. Aveva etichettato Tobi come un tipo simpatico, nonostante il suo aspetto fosse molto “enigmatico”.

«Per un attimo ho pensato che volevi picchiarmi…» ammise Mimi in imbarazzo.

«Scherzi?! Far impazzire Deidara-sempai è la cosa più divertente del mondo! Tu sei la mia eroina!» Tobi abbracciò di nuovo la ragazza, euforico «Ma come ti chiami?» le domandò poi perplesso.

«Io sono Mimi, ma tu se vuoi puoi chiamarmi “mia eroina”!» rispose la moretta con un sorriso orgoglioso.

«Mimi-chan… Ma noi non dovevamo decidere le domande da fare per l’articolo?» si intromise Susi, cercando di riportare le cose su un piano più professionale.

L’altra ragazza alzò gli occhi al cielo, ma quando stava per ribattere fu anticipata da qualcun altro.

«È un articolo di gossip, vero? Posso aiutarvi? Tobi sa tantissime cose sull’Akatsuki!» esclamò convinto Tobi.

Susi storse il naso, ma l’amica sorrise radiosa.

«Stupendo! Per esempio che cosa puoi dirci di… Non so… Sasori?» chiese Mimi carica di curiosità, sparando il primo nome che le venne in mente «Nasconde qualche segreto?»

«Sì certo! Anche lui ha un segreto!» rispose subito il ragazzo, felice di poter spettegolare un po’.

«E qual è?» Mimi era ormai avida di sapere.

Susi non voleva darlo a vedere, ma anche lei era interessata alla risposta. Tese un orecchio per non perdersi neanche una parola.

«Sasori-san fa il bagno con dei pupazzi che hanno la forma di tutti i membri dell’Akatsuki. Lo so perché prima, con la vecchia divisione delle stanze, avevamo il bagno in comune!» disse Tobi con grande orgoglio.

Gli occhi della giovane dai capelli biondi si dilatarono dallo stupore. Dire che ci era rimasta male era dire poco. Semplicemente non voleva crederci. Non era possibile che Sasori facesse sul serio una cosa così infantile. No lui. No il suo Danna!

Gli occhi di Mimi, invece, brillarono di gioia. Quello era decisamente del materiale molto appetitoso.

«Bene, allora proporrei di andare a verificare… E a documentare!» esclamò la fotografa estraendo la sua macchina fotografica.

«Non adesso, Mimi-chan!» negò Susi con estrema serietà.

«E perché?» piagnucolò la sua amica con tono lacrimoso.

«Non ricordi? Dobbiamo decidere le domande per le interviste!» spiegò prontamente l’altra ragazza.

«Tutto qui?» chiese Mimi perplessa «Allora è semplice…» agitò una mano per scacciare la preoccupazione come fosse una mosca «Io vado a documentare l’informazione, mentre tu resti qui a scrivere le domande!»

La bionda provò ad obiettare, ma ormai era troppo tardi: Mimi aveva già lasciato la stanza insieme a Tobi. Digrignò i denti dalla rabbia. Era successo di nuovo! Ancora una volta Mimi se n’era andata a divertirsi, e aveva lasciato lei a sgobbare da sola. Per come la vedeva Susi, certe volte la vita era proprio ingiusta con le persone troppo ligie al dovere!

 

«Pensi che Susi-san si sia arrabbiata perché l’abbiamo lasciata lì?» domandò curioso Tobi mentre guidava la ragazza per i corridoi.

Mimi ci pensò un po’ su, mentre camminava con le mani in tasca e un’espressione innocente stampata in viso.

«Direi proprio di sì. Ma non preoccuparti, fa sempre così. Poi le passa subito quando vede il materiale scottante che le ho procurato per un articolo.» spiegò la giovane con noncuranza.

Camminarono in silenzio per un po’, poi Tobi indicò una porta socchiusa un po’ impolverata.

«Guarda, quella è la mia vecchia stanza!» esclamò euforico «Stavo lì prima che il capo decidesse di trasferirmi…»

«Come mai sei stato spostato?» chiese Mimi fingendo disinteresse, ma estraendo in realtà il suo blocchetto degli appunti.

«Perché Sasori-san non ne poteva più di avermi come vicino di stanza.» protestò imbronciato il ninja mascherato, fermandosi di botto e puntandosi le mani sui fianchi in un gesto stizzito.

«Davvero?» si informò la ragazza, cominciando ad annotare qualche parola.

«Sì! Diceva che facevo troppo chiasso e che sporcavo il bagno, così mi ha fatto spedire dal lato opposto del covo! Ma ti sembra normale? Tobi è un bravo ragazzo!» quasi urlò Tobi con tono sconvolto.

Mimi sorrise divertita.

«Povero Tobi-chan…» disse scuotendo la testa «Ma quindi voi dell’Akatsuki dividete il bagno con quelli che hanno la camera vicino?» aggiunse poi, pronta a prendere di nuovo appunti sulla risposta.

«Esatto. Ogni corridoio ha il suo bagno, e per evitare spiacevoli affollamenti nel giorno dei fagioli alla messicana, non ci sono più di due stanze occupate in ogni corridoio.» chiarì il ninja traditore in tono professionale.

Mimi finì di scrivere, poi alzò di nuovo lo sguardo su Tobi, notando che aveva ripreso ad avanzare senza aspettarla. Si affrettò a raggiungerlo, anche se dopo pochi metri si arrestarono di buono, nel centro esatto del corridoio.

«Ecco il bagno.» informò Tobi indicando la porta «Dai, entriamo.»

La ragazza seguì il suo accompagnatore. La stanza in cui si ritrovò era molto spaziosa. A sinistra, vicino all’entrata, c’era un lavandino con intorno un enorme specchio “a ponte”, posizionato in modo da riflettere il volto di una persona sopra al lavandino e l’intera figura ai suoi lati. Accanto ad esso c’era un basso mobiletto bianco con tre cassetti e un piccolo sportello. Oltre c’era una porta chiusa, che doveva nascondere il wc, visto che esso non era presente in nessun altro lato della stanza. A destra dell’entrata c’era solo un enorme armadio di legno a due ante, lungo circa due metri e alto fino al soffitto. Di fronte alla porta d’ingresso, invece, c’era una colossale vasca da bagno, che avrebbe potuto contenere comodamente almeno due persone.

«Incredibile! Sono tutti così i bagni?» commentò Mimi andando ad esplorare ogni angolo.

«Più o meno. Ce ne sono di migliori ma anche di peggiori.» fu la risposta vaga che ottenne.

Quando la curiosità della ragazza si fu placata, Tobi le fece cenno di avvicinarsi a lui, poi aprì le ante dell’armadio. Al suo interno, poté notare Mimi, non c’era quasi nulla. A destra c’erano quattro cassetti molto spessi, mentre in alto c’era una mensola con sopra una fila di pupazzi. Lo sguardo della ragazza divenne estasiato. Erano riproduzioni fedelissime di tutti i membri dell’Akatsuki, perfette nei minimi dettagli, dal viso ai vestiti. Senza indugiare un solo istante, estrasse la macchina fotografica e iniziò a scattare foto.

Coperti dal rumore degli scatti, dei passi rapidi raggiunsero il bagno. Tobi, che di certo era un ninja molto più esperto di Mimi, notò l’avvicinamento di una persona, e rapidamente spinse la ragazza nell’armadio, per poi seguirla e tirarsi dietro le ante. Prima ancora che la giovane potesse capire cosa stava succedendo, l’altro fece dei segni con le mani e le intimò di stare ferma.

Un istante dopo, la porta del bagno si aprì e si richiuse rapidamente sbattendo. Un giro di chiave, poi un pensante sospiro di qualcuno che si appoggiava non molto delicatamente contro lo stupite.

Il ninja controllò tutta la stanza, per accertarsi di essere solo. Aprì anche le ante dell’armadio, ma sembrò non notare Tobi e Mimi. La ragazza lo fissò terrorizzata, non capendo come mai Itachi non li aveva visti. Il traditore della foglia voltò le spalle all’armadio, lasciando le ante spalancate. Convinto che nel bagno non ci fosse nessun altro oltre a lui, decise di sfogarsi.

«Maledetto Kakuzu!» ringhiò, e con tutta la sua forza colpì la porta che nascondeva il wc, mandandola in mille pezzi.

Già, maledetto Kakuzu. Maledetto perché aveva passato l’ultima ora fuori dalla porta della sua camera, ragionando ad alta voce su tutti i possibili motivi che potevano aver fatto innervosire l’Uchiha all’arrivo delle due ragazze, finendo inevitabilmente per sfotterlo.

Un essere inferiore come Kakuzu aveva sfottuto il grande Itachi Uchiha, dicendo che la sua arrabbiatura era soltanto gelosia. Ma in fondo che cosa poteva saperne di lui? Proprio niente… Quindi non aveva alcun diritto di commentare, o peggio ancora giudicare, le sue azioni e le sue reazioni.

Per cercare di calmarsi, decise di farsi un bagno. Riempì la vasca di acqua tiepida, come piaceva a lui. Poi aprì lo sportellino del mobiletto vicino al lavandino, estraendone un bagnoschiuma profumato alla lavanda. Ne lasciò cadere alcune gocce nella vasca, che in pochi istanti fu ricoperta da un sottile velo di schiuma rosa. Quando si ritenne soddisfatto, iniziò a spogliarsi. Prima lasciò cadere a terra il manto nero a nuvole rosse. Successivamente si sfilò la maglia, poi toccò alle scarpe e ai pantaloni. Con un gesto estremamente sensuale si slegò i capelli, per poi far scivolare a terra anche i boxer.

Mimi, che ancora non capiva come facesse Itachi a non accorgersi di loro anche se gli stavano davanti, non si perse nemmeno un istante di quello spogliarello. Quando colui-che-secondo-lei-era-il-ragazzo-più-bello-della-Terra fu completamente nudo, il flusso sanguigno della ragazza smise si ossigenarle il cervello. Non in grado di ragionare, rimase con la bocca spalancata. Sentiva vagamente il desiderio di fare più foto possibile, ma i muscoli delle sue braccia non risposero ai comandi del cervello, tanto che lasciò cadere la macchina fotografica, che si sarebbe rotta se Tobi non l’avesse prontamente afferrata al volo.

«Ti senti bene?» domandò preoccupato Tobi, appoggiando una mano sulla fronte di Mimi per sentire se per caso aveva la febbre, ma trovandola solo eccessivamente sudata.

«No… Credo di essere morta…» sussurrò in risposta la ragazza, mentre Itachi scivolava elegantemente nella vasca da bagno.

Il ninja che si trovava con lei nell’armadio la guardò perplesso, poi guardò Itachi, poi di nuovo lei, ed infine scoppiò a ridere. Una risata sguaiata, che riuscì a riportare la mente di Mimi a ragionare.

«Zitto, ti sentirà…» la giovane provò a calmare l’altro, ma con scarso successo.

«No, non può vederci né sentirci.» la tranquillizzò lui, ostentando una gran sicurezza.

«Come mai?» si informò curiosamente lei.

«Genjutsu. Le illusioni di Tobi possono ingannare anche lo Sharingan di Itachi-san.» si vantò Tobi.

«Sei un mito, Tobi-chan!» esultò Mimi saltandogli al collo, anche se non riusciva a spiegarsi come potesse un simile babbeo conoscere delle tecniche illusorie così potenti.

Lui ridacchiò, ma prima di poter rispondere in qualunque modo si vide respinto. Itachi, infatti, era uscito dalla vasca. Bagnato e coperto di schiuma, si stava avvicinando al loro armadio, e Mimi lo fissava rapita.

Il ragazzo si alzò in punta di piedi per prendere alcune della bambole di Sasori, e la kunoichi mora deglutì a fatica. Si trovava con i genitali di colui-che-secondo-lei-era-il-ragazzo-più-bello-della-Terra a pochi centimetri dalla faccia. A quel punto il suo autocontrollo evaporò come una goccia d’acqua nel deserto, e lei non fu più padrona del suo corpo. Cercò di saltare addosso a Itachi, e ci sarebbe riuscita se Tobi non si fosse avvinghiato a lei per fermarla.

«Pazza, guarda che se lo stupri non sarai più nascosta dal mio genjutsu!» la avvertì Tobi.

Mimi arrossì di botto e si calmò di nuovo. No, non era decisamente il caso di stuprare Itachi Uchiha. Specialmente perché dopo, appena terminato lo shock iniziale, lui l’avrebbe fatta fuori senza il minimo indugio.

Incurante di ciò che stava accadendo a pochi centimetri da lui, l’Uchiha tornò nella vasca da bagno portando con sé due pupazzi. Si trattava del piccolo Itachi e del piccolo Kisame. Appoggiò entrambi i pupazzi sul bordo della vasca e li studiò con attenzione.

«Com’è che fa Sasori?» si chiese ad alta voce.

Poi allungò le braccia e da ciascun dito delle mani partì un filo di chakra. Con la mano sinistra collegò i fili a Kisame, mentre con la destra prese il controllo di se stesso. Mosse a caso le dita, vedendo che gli arti dei pupazzi si muovevano di conseguenza.

«Niente male…» si complimentò con se stesso.

Provò di nuovo, questa volta ragionando su quali movimenti voleva che i pupazzi compissero. Barcollando, i due mossero le gambe e camminarono l’uno verso l’altro. La sua tecnica faceva pena, ma era comunque un bel risultato considerando che era la prima volta che ci provava.

«Guarda come gioca… Non è carino?» disse Mimi con gli occhi a cuoricino.

Tobi osservò attentamente il ragazzo nella vasca da bagno, alla ricerca di qualche segno che potesse farlo sembrare anche a lui “carino”.

«No, no! Tobi è molto più carino!» rispose poi deciso.

Itachi starnutì, cosa che gli costò un attimo di distrazione, che portò i fili di chakra nelle sue mani a spezzarsi. I pupazzi affondarono nell’acqua, ma lui si affrettò a recuperare Kisame prima che si bagnasse troppo. Si immerse più a fondo nella vasca, in modo che solo il viso fosse visibile, e poi osservò meglio il pupazzo che aveva in mano.

«Sasori fa paura, queste riproduzioni sono perfette…» sussurrò, cercando sul pupazzo delle differenze dal Kisame originale che però non riuscì a trovare.

Stinse a sé il pupazzo e chiuse gli occhi, immaginando che al posto di quella riproduzione in scala ridotta ci fosse il vero Kisame.

«Sono patetico…» borbottò poi riaprendo gli occhi.

Sì, era veramente patetico. Da quando in qua Itachi Uchiha abbracciava un pupazzo immaginando che al suo posto ci fosse una persona in carne ed ossa? Quello era un comportamento da ragazzina! Eppure in quel momento lo stava facendo anche lui.

Si sentì toccare il fondo quando il suo corpo cominciò a muoversi di sua spontanea volontà. Mentre con una mano stringeva ancora il pupazzo Kisame, l’altra scese automaticamente fino al basso ventre, dove il ragazzo si stupì di trovare la propria eccitazione completamente sveglia. Senza pensare minimamente a cosa stava facendo, l’avvolse con la mano e cominciò a massaggiarla su e giù.

Dalla posizione in cui si trovava, Mimi non riuscì a vedere bene cosa stava succedendo, però era certa di aver capito perfettamente. Itachi si stava masturbando, era così ovvio. E la sua bocca si spalancò lentamente mentre lei osservava con interesse sempre crescente.

Gli occhi dell’Uchiha, solitamente tinti di rosso dallo Sharingan, in quel momento erano neri e languidi di piacere. Dischiuse la bocca e si leccò leggermente il labbro inferiore. Il viso era leggermente arrossato e il respiro irregolare. I capelli bagnati ricadevano a ciocche scomposte sul volto. Secondo la ragazza che lo stava guardando, non c’era nulla di più eccitante al mondo.

«Ehi, stai sbavando.» avvertì Tobi.

Mimi si riscosse all’istante, notando che effettivamente un filo di bava le colava lungo il mento. Si affrettò ad asciugarlo e distolse in fretta lo sguardo da Itachi, puntandolo sul suo compagno di spionaggio. Dietro a quella maschera poteva nascondere qualunque espressione, ma lei era certa che stesse sorridendo. Gli dava l’impressione di starsi divertendo parecchio.

«Kisame…» cominciò improvvisamente a sussurrare Itachi, facendo scoppiare a ridere Tobi.

Ogni volta che ripeteva quel nome, l’espressione di piacere sul suo viso si faceva più marcata, e Tobi dentro all’armadio rideva più forte.

«Ma si può sapere che c’è da ridere?» domandò improvvisamente Mimi, scocciata da tutte quelle risate che le rovinavano lo spettacolo.

«Ma dai… Non ti sembra assurdo?» borbottò in risposta il ninja mascherato, senza smettere di ridacchiare.

La ragazza scosse la testa, decisa ad ignorarlo e tornare a godersi la scena. Cercò di immaginarsi la faccia che avrebbe fatto Susi se fosse stata al suo posto. Ma immaginò anche che Susi non le avrebbe mai creduto se glielo avesse raccontato. Era certa che la sua amica le avrebbe dato della “pervertita dalla fervida immaginazione”, per poi lasciarle del lavoro noioso da fare. Quello di cui aveva bisogno erano prove concrete per dimostrarle che diceva la verità, le servivano tante prove. E solo allora le tornò in mente la macchina fotografica.

Ghignò sfregandosi le mani, poi si aggrappò al braccio di Tobi.

«Posso fare delle foto?» chiese speranzosa.

«Ma certo!» rispose lui ridendo ancora più forte.

Perfetto. Chiuse gli occhi e si concentrò, raccogliendo il chakra.

«Paparazzi no jutsu!» esclamò.

Le sue mani si ricoprirono di chakra, e tra di esse si formò una macchina fotografica ancora più professionale di quella che era solita usare. Quella nuova macchina fotografica aveva la particolarità di essere fatta di chakra, e di scattare una foto dopo l’altra ad una velocità impressionante. Mimi puntò l’obiettivo su Itachi, e poi cominciò a scattare a raffica. Scattò mentre chiudeva gli occhi, scattò mentre si mordeva un labbro, scattò mentre si contorceva di piacere, scattò mentre raggiungeva l’orgasmo. E poi, senza mai fermarsi, continuò a scattare mentre il ragazzo si rilassava, mentre abbracciava forte il pupazzo Kisame, mentre si raggomitolava malinconicamente su se stesso.

Quando si rese conto che stava sprecando troppe energie, terminò la tecnica e passò a quella successiva.

«Sviluppo no jutsu!» disse.

Tramite il suo chakra, sviluppò in pochi istanti tutte le foto che aveva fatto. Erano veramente tantissime, quindi costituivano una prova sufficiente perché Susi credesse al suo racconto. Ma soprattutto erano una meravigliosa documentazione di nuovo materiale per l’articolo.

«Devo mostrare le foto a Susi-chan finché sono fresche di scoop. Usciamo di qui?» suggerì Mimi.

Tobi annuì.

«Tobi deve raccontare tante cose a Zetsu-san…» ridacchiò mentre parlava «Adesso stai vicino a me e quando te lo dico scappa.»

«Va bene, ma cerca di fare in modo che non ci veda!» gli diede fiducia la ragazza.

Il ninja sorrise impercettibilmente, poi l’unico occhio visibile attraverso maschera si tinse di rosso. Itachi si avvicinò all’armadio per posare i pupazzi e prendere un asciugamano da uno dei cassetti, e nel frattempo gli altri due scivolarono alle sue spalle. L’Uchiha si legò un asciugamano in vita e ne usò un altro per frizionarsi i capelli, e intanto la porta del bagno di aprì.

Il genjutsu si sciolse e la porta sbatté. Itachi si rese conto di essere stato spiato, ma ormai era troppo tardi per capire da chi. Mimi e Tobi erano ormai troppo lontani per essere individuati, perfino dallo Sharingan.

 

Kisame bussò alla porta della camera di Mimi, ma con sua grande sorpresa fu Susi ad andare ad aprirgli.

«Cercavo Mimi-chan. Dov’è finita?» chiese curioso lo squalo.

«Da qualche parte a fare danni con un certo Tobi. Avevano detto che andavano nel bagno di Sasori a vedere i suoi pupazzi, ma ormai è quasi un’ora che sono spariti, quindi suppongo che dovrò rassegnarmi a finire da sola le domande per l’intervista.» brontolò la ragazza.

«Sasori divide il bagno con Itachi-san. Conoscendo Mimi, come minimo si sarà messa a frugare tra la sua roba. E il fatto che con lei ci sia Tobi non può che peggiorare le cose.» spiegò saggiamente Kisame.

«Allora chissà quando torneranno…» si lamentò Susi «Dai, entra. Almeno tu fammi un po’ di compagnia!»

E dette quelle parole si fece da parte per permettere all’altro di andare ad accomodarsi.

 

Note dell'autrice:

Fin dal giorno in cui ho deciso di scrivere questa fic, non ho fatto altro che pensare ad una determinata scena da rappresentare in un determinato capitolo. A cosa mi riferisco? Ma ovviamente ai fatti di questo capitolo! Non sono riuscita a scriverlo come volevo, però penso di aver in qualche modo reso l'idea. Povera Mimi, costretta a guardare senza poter intervenire... XD

Da questo capitolo, che penso abbiate potuto notare, la storia avrà una svolta. Infatti sono terminati i capitoli di "presentazione", e dal prossimo capitolo in poi le nostre giornaliste preferite entreranno a tutti gli effetti nella vita quotidiana dell'Akatsuki.

Comunque adesso mi sorge un dubbio: ma gli altri personaggi dell'Akatsuki sono spoiler? Scusate ma io ho letto il manga solo tramite le scansioni, quindi non so di preciso fino a dove si è arrivati col manga in Italia... :p Spero solo che a nessuno crei problemi, visto che presto compariranno anche gli altri... E poi... Ehm... Per caso anche l'identità di Tobi è spoiler? Help!

 

Angolo dei ringraziamenti:

Prima di tutto vi annuncio che sono lieta di vedere che questo parto della mia mente malata interessi veramente a qualcuno! ^^ Quindi direi di dover ringraziare coloro che con santa pazienza leggono ogni capitolo. E in particolare coloro che commentano:

ballerinaclassica: Sono contenta che ti sia piaciuta questa fic. Comunque vedo che hai intuito bene, il tuo danna è un po' sfaticato... Ma meno male che ci sei tu a recensire!! ^^ E a proposito di recensire... Quand'è che aggiorni la tua fic sull'Aka che non vedo l'ora di leggerla? XD Kiss

Hikary Saotome: Mi fa sempre piacere sapere che la mia fic diverte! ^^ Per quanto riguarda la domanda sulle "parti basse di Kisame", farò sapere a Mimi la tua ipotesi sulla risposta e vedrò che cosa ne pensa! (Anche se non credo sarà contenta finchè non avrà verificato di persona... :p)

hina_chan: Mi sembra di notare che il quesito di Mimi riguardo a Kisame ha incuriosito diverse persone... XD Comunque sono felice che il comportamento di Mimi non ti scandalizzi (in fondo lei è anche un po' me...), e ovviamente anche che continui a piacerti. Per quanto riguarda Sasori e Deidara, penso che non sia così facile farli finire insieme sotto una pila di pentole... Specialmente perchè adesso Susi si è messa in mezzo... Però abbi fede e vedrai...

sango93: Spero tu abbia apprezzato anche questo capitolo. Mi auguro continuerai a seguire come hai fatto fino ad ora. ^^

Dopo i ringraziamenti a coloro che hanno commentato, ovviamente c'è un grazie anche a coloro che hanno aggiunto la storia tra i preferiti! Grazie di cuore a tutti!

E per oggi è tutto. Spero che la storia continuerà ad interessarvi, visto che io continuerò a scriverla... -_- Al prossimo capitolo! Ciau! ^^

  
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