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Autore: Bab1974    22/11/2013    1 recensioni
Elettra a quattro anni vende la propria anima a un Demone, per salvare la vita del fratello Paolo.
Cerca poi di trovare una maniera per non piacergli più.
Prima classificata a parimerito al contest di darllenwr ' La ragazza e ...la maledizione'.
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Maledizione 3
Fregato! O forse no



Ele ora aveva ventuno anni, appena compiuti, e attendeva che il demone arrivasse e decidesse se la voleva lo stesso.
Tutta la famiglia le faceva compagnia, nonostante avrebbe preferito essere da sola. Il fratellino che per due mesi sarebbe stato ancora minorenne, aveva un'aria battagliera. Voleva proprio vedere la bestia che gli voleva portare via la sua sorellona.
Ele osservò il tatuaggio sotto il suo piede e si accorse che non era scomparso.
-Pessimo segno.- pensò.
Splank, che l'aveva servita con passione per tutto quel tempo, era pure lui al suo fianco, in attesa che apparisse il suo signore. Era indeciso a chi dare la sua fedeltà. La sua posizione lo avrebbe costretto a servire Drakov, ma il suo cuore era stato sempre dalla parte della piccola e indifesa Ele.
Beh, forse indifesa non tanto, dato come aveva reagito, ma sarebbe stato curioso di conoscerla senza quella maledizione. Sarebbe stata comunque una ragazza tosta, ne era certo, ma non avrebbe avuto quei muscoli quasi esagerati nel suo fisico, quell'aria di sfida e l'abbigliamento maschile.
Paolo, al quale mancavano pochi mesi per diventare maggiorenne, aveva mantenuto la sua promessa, ed era pronto alla battaglia.
"Non servirà battersi, se non basta quello che ho fatto al mio corpo per renderlo non piacente, non so se riuscirò a liberarmi di lui."
In realtà era più che convinta di non essere affatto appetibile, come non lo era per nessun ragazzo che avesse conosciuto. Aspettava, con un sorriso sadico e nervoso, di vedere la reazione del Demone davanti al suo corpo, scolpito apposta per lui.


Drakov non si fece attendere troppo. Apparve a volto scoperto, spaventando tutta la famiglia, anche se era atteso. Ele indossava un lungo mantello rosso sangue, che la faceva sembrare Cappuccetto Rosso che si sacrificava al Lupo. Il suo volto era coperto.
"Non essere timida, Splank mi ha detto che sei tutt'altro." la invitò il Demone.
La fanciulla si avvicinò e Drakov le abbassò il cappuccio. Fece uno scatto evidente a vedere il cranio rasato e coperto di tatuaggi.
"Ma che...?" esclamò, poi, con un gesto nervoso, le tolse tutto il martello.
Il fisico di Ele, forgiato dagli allenamenti, apparve in tutta la sua possenza. La ragazza sorrise, maliziosa e perfida.
"Gradisci ciò che vedi?" chiese alla volta dell'essere, che la fissava orripilato. Era evidente che trovava Ele assolutamente.
"Tu hai fatto tutto questo per evitare che ti portassi con me?" chiese incredulo "Hai avuto ragione, non ti voglio più, ma non credere che sia così facile. Non posso permettere a chiunque di prendersi gioco di me, voglio qualcosa in cambio, o qualcuno, perciò ti pentirai di quello che mi hai fatto."
Si guardò attorno, vide chi gli interessava e vi si diresse, tutto sotto gli occhi atterriti di Ele, che si era appena resa conto che il suo piano sarebbe miseramente fallito se avesse portato via uno dei suoi famigliari. Vedendolo fermarsi davanti a Paolo, tentò di scattare verso di lui per colpirlo, ma fu fermata da una forza magica, una sorta di barriera.
"Scommetto che tu sei Paolo, il bambino per cui Elettra ha venduto la sua anima." commentò prendendo in mani il volto del ragazzino e osservandolo bene. "Tu verrai con me al suo posto."
Un coro di no si elevò dentro la stanza, molti di più di quanto stava per prendere Ele, forse perché convinti che sarebbe stato facile.
"Riprenditi quella puttana." disse la voce più incattivita, lasciando di stucco tutti.
Drakov, che aveva fatto un incantesimo a Paolo per addormentarlo, e lo aveva preso in braccio, si voltò a guardare la parte da cui proveniva . Vide una donna, dal volto tirato dal dolore e dalla rabbia, senza dubbio la madre dei due ragazzi, che cercava di colpire la figlia, attribuendole la colpa di tutto.
-Direi che come punizione possa essere sufficiente.- pensò Drakov soddisfatto -Imparerà a giocare con forze che non conosce.-
E se ne andò, portando con sé il giovane.


La casa era in profondo subbuglio. La madre continuava a lanciare improperi alla volta di quella figlia che non aveva potuto amare, forse per colpa dell'educazione e dei suoceri che volevano un maschio rovinando l'esistenza dei due sposi.
Il papà si rendeva conto solo in quel momento quanto era stato debole. Era troppo tardi per rimediare, per difendere quella figlia che amava e aiutare l'adorata moglie. Avrebbe dovuto far tacere i genitori quando denigravano la nipote e incolpavano la nuora di aver dato alla luce un'inutile femmina. Ora l'unica cosa che poteva fare era consolare come poteva la sua bambina.
"Vieni, Elettra." le mormorò all'orecchio, mentre l'abbracciava "Non è colpa tua. Paolo sarebbe morto appena nato se tu non ti fossi sacrificata."
"Avrei dovuto farlo fino in fondo. Mi sarei dovuta immaginare che non sarebbe stato facile ingannarlo." Ele piangeva disperata "Invece sono stata troppo sicura di me e mi ha fregato. Devo trovare un modo per andarlo a prendere." aggiunse poi, sciogliendosi dall'abbraccio paterno.
La madre, che fino a qualche secondo prima ingiuriava il suo nome, si appese al suo braccio.
"No, non puoi abbandonarmi pure tu." la implorò. Ele evitò di sottolineare che avrebbe venduto mille volte la propria anima per la vita di Paolo, non le sembrava il caso di litigare.
"So dov'è il suo altare, almeno posso ritrovarlo se indirizzata. E da lì potrei trovare la tana dove quella bestia si rifugia. Splank, SPLANK." chiamò gridando.
L'esserino, impaurito, accorse da lei. Tremava come una foglia, temeva di essere incolpato di tutto quello che era accaduto: in fondo era lui che aveva condotto Ele dal suo signore e che l'aveva pregato di aiutarla.
"Splank, prima che Drakov ti richiami a sé devo chiederti come fare a ritrovare il bosco fatato. Ci ho già provato, ma non ci sono riuscita."
Il Folletto sospirò, ma poi ci pensò meglio: che intenzioni aveva quella pazza?
"Ti lascio un anello fatato." disse porgendole un piccolo gioiello. A lei non stava neppure nel mignolo "Portalo legato al collo, farà comunque effetto. Ti porterà ovunque sarò io e augurati che il mio signore non mi releghi nelle Miniere Sacre, non ti sarebbe molto utile raggiungermi lì."
Ele non fece in tempo a ringraziarlo che il piccolo scomparve. Si fece dare dalla madre i gioielli che le avevano regalato i parenti, e che non aveva mai voluto indossare, e prese una sottile collana d'oro che si legò attorno al collo, non prima di avervi infilato l'anellino. Avrebbe atteso qualche giorno prima di tentare di raggiungere Splank, non poteva aspettare di più.


Nel frattempo, nell'antro di Drakov...
Paolo, che era stato addormentato, stava riprendendo lentamente i sensi. Ci volle qualche istante per rendersi conto che era in un luogo che non conosceva e un po' di più per ricordarsi quello che era accaduto. Cominciò a guardarsi attorno con circospezione. Il giaciglio su cui dormiva era formato da ruvidi sacchi, che gli erano serviti anche da coperta. La stanza era nel buio più assoluto, nessun punto luce che potesse aiutarlo ad aguzzare la vista. Cercando di respirare piano, per non fare troppo rumore, andò tentoni fino a che non trovò qualcosa di solido. Proseguì cercando di capire di cosa si trattava: intuì che era un letto, alquanto duro, solo quando le sue mani toccarono un corpo. Non fece in tempo a scostarsi che fu preso per entrambe le braccia e sollevato in aria. Paolo fece uno strillo acuto e molto poco maschio.
Lo sguardo di Drakov, illuminato nel buio, fissò un angolo e lì si accese il camino, illuminando la stanza.
"Ma sentiti!" esclamò il Demone "Sembri una gallina cui viene tirato il collo. Scommetto che quell'energumena di tua sorella mi avrebbe dato più filo da torcere."
Paolo, che non sopportava che si parlasse male della sorella, cominciò ad agitarsi finendo appeso al muro con il corpo completamente bloccato dai poteri di Drakov, che decise di lasciarlo lì, dove dava meno problemi.
Paolo, non potendo più muoversi, cominciò a osservare la stanza, non che ci fosse molto da vedere. Era una grotta che sembrava non avere via d'uscita, anche se non capiva come faceva a respirare, in questo caso. Ogni oggetto presente, in realtà davvero pochi, sembravano essere stati scolpiti direttamente nella roccia: c'erano un letto, un tavolo circondato da sei sedie e il camino.
"Cosa stai osservando?" chiese Drakov. "Sembri curioso."
"Questa grotta non ha via d'uscita?" notò Paolo che non ne poteva più di quel silenzio assoluto. "Come faccio a respirare in questo caso? E perché ho la sensazione di stare nella cella di un frate? Che cosa fai per passare il tempo.?
"Tutto qui?" Sembrava divertito.
"Per ora."
"Bene, allora comincio a risponderti. Una via d'uscita c'è ma non è raggiungibile da un essere umano. Respiri perché questa è una grotta fatata. E il tempo lo passo dormendo, non ho molte passioni."
"Che vita pallosa!"
"Voi uomini e le vostre passioni state rovinando il mondo!"
Drakov osservò un attimo il ragazzo.
"Hai una fidanzata che ti aspetta?" chiese.
Paolo scosse la testa.
"Libero come l'aria, se mi passi l'espressione." osservando le proprie braccia bloccate.
Drakov sorrise e schioccò le dita. Il ragazzo precipitò a terra sbattendo il sedere.
"Ahi, che delicatezza." si lamentò. All'improvviso un boato si sentì nella caverna.
"Che succede?" chiese Drakov.
Paolo arrossì.
"Il mio stomaco si sta lamentando in maniera indecente." si giustificò "Ho dormito per molto tempo?"
"Circa tre giorni, ma il tempo per me non conta molto."
"Ok, che hai intenzione di farne di me?" chiese il ragazzo "Vuoi uccidermi? Torturarmi? Vuoi farmi morire di fame e sete? Preferirei la prima opzione, non sopporto il dolore e i morsi allo stomaco."
"Sinceramente non ne ho idea. L'unica cosa che volevo fare era un dispetto a tua sorella. Credi che abbia capito che non si sfidano certi poteri senza rimetterci?" chiese a Paolo.
Questo lo guardò non sapendo se rispondere quello che davvero pensava o mentire spudoratamente, ma decise di fare una scommessa con lui.
"L'unica cosa di cui sono certo è che Elettra non si arrende mai. Io scommetto che entro la mia maggiore età, se sopravvivrò, troverà la maniera per entrare qui e tenterà di farti... beh, immagina tu."
"Non mancano tre anni?" chiese Drakov.
Paolo osservò il Demone, chiedendosi che stesse scherzando. Poi vedendo il suo sguardo per nulla ilare capì che era serissimo.
"Credo che ti sia perso qualcosa. In Italia, se siamo ancora qui, si diventa maggiorenni a diciotto anni, da qualche decennio. Quindi sarò adulto fra circa due mesi."
"Non credi di avere troppa fiducia in quella ragazza?" Drakov si prendeva gioco di lui. "E non ti spiace fare la parte della principessa da salvare?"
Paolo alzò le spalle, si mise seduto in un angolo, come se volesse attendere in silenzio il suo arrivo, facendo il sostenuto, ma intervenne ancora il suo stomaco, che lo fece arrossire per il rumore che faceva.
"Credi che durerà molto questo rumore?" chiese Drakov.
"Non ci fare caso, qualche settimana di digiuno e si abituerà a essere vuoto." rispose il ragazzo, senza implorarlo di dargli da mangiare.
-In quella famiglia sono proprio degli zucconi. Dovrei fargli mangiare il suo orgoglio, ma non ne trarrei alcun giovamento personale, se non mal di testa.- pensò il Demone.
Poi, senza chiedere nulla, chiamò Splank. Il Folletto apparve prostrandosi in maniera vergognosa.
"Mio Signore, quale onore, per questo umile servo, essere accolto nella sua casa." In effetti era la prima volta che gli capitava. In un angolo vide Paolo e finse di nulla. Sembrava in salute, almeno.
"Splank, voglio che ti occupi di quel patetico umano. Porta dell'acqua dalla fonte fatata, non ne posso più di sentire i borbottii del suo stomaco. Poi tutto il resto, credo debba fare anche quelle altre cose disgustose che fanno i suoi simili... i bisognini, insomma. Non voglio che la mia caverna puzzi."
"Ehm, come desidera signore. Vado subito a procurare ciò che serve."
"Sì, ti lascio questa pietra, se la perdi, ti uccido." disse lanciandogli una gemma luccicante. "Con questa ti concedo il permesso di entrare e uscire una volta per aiutare questo essere immondo. Cerca di non fare troppo rumore, potrei dormire."
"Ai suoi ordini, mio sire." e se ne andò, per eseguire l'ordine. Avrebbe portato un vaso fatato per contenere i suoi bisogni fisiologici senza puzzare. E l'acqua della fonte che oltre a riempirgli lo stomaco gli sarebbe servita anche per lavarsi.
Splank, appena uscito, saltellava contento: avrebbe avuto buone notizie per Ele appena si fosse messa in contatto con lui.


Il Folletto tornò alla svelta con ciò che abbisognava al ragazzo. Era ancora nella posizione di prima, solo che si era addormentato. Anche Drakov dormiva, perciò si avvicinò piano a Paolo, svegliandolo con dolcezza.
"Paolo, Paolo." chiamò, mormorando il suo nome "Svegliati, devo parlarti."
L'addormentato aprì lentamente gli occhi. Il camino era ancora acceso e non era buio come l'ultima volta che si era destato.
"Artie..." il folletto gli fece cenno di abbassare la voce "Artie, sei già qui?" sussurrò allora.
Splank rispose annuendo e gli versò un bicchiere d'acqua da una brocca. Paolo ne bevve un bel sorso e si scoprì a non sentire più i morsi della fame.
"Wow, ma com'è possibile?" chiese.
"Proviene da una fonte magica." spiegò l'Elfo "Riempie lo stomaco e cura ogni stato alterato, esclusa la morte. Oltretutto mantiene giovani, perciò finché ne berrai, non invecchierai."
"Hai saputo qualcosa fa Ele?" chiese preoccupato. "Temo che faccia qualche sciocchezza."
Artie scosse la testa.
"Le ho dato un anello in grado di ritrovarmi, ma ancora non l'ha usato. Anzi, è meglio che me ne vada, non vorrei che lo usasse mentre sono qui dentro. Comunque quest'acqua ti dovrebbe bastare per parecchi giorni. La puoi usare anche per lavarti. Ah, in questo vaso puoi fare i tuoi eventuali bisogni, anche se con l'acqua al massimo sarà pipì. Ne contiene più di quanto può sembrare all'esterno e non puzza. Ci sentiamo la prossima volta che Drakov riterrà tu abbia bisogno. Ciao." Poi se ne andò, silenzioso com'era entrato.


Dopo un tempo che a Paolo sembrò un'eternità, Drakov si svegliò di nuovo. Il ragazzo era sveglio, pulito e il suo stomaco non borbottava più.
"Finalmente sei a posto!" esclamò.
"Già quell'acqua è davvero forte. Davvero, bevendola, potrei rimanere eternamente giovane?"
"Già, quella l'avrebbe dovuta bere la mia sposa, non il suo fratello rompiscatole." grugnì Drakov. Paolo, che invece si sentiva pieno di forze, rideva come un matto.
"Scusami, ma non hai trovato prima la donna dei tuoi sogni?" chiese "Quanti anni hai?"
"Ho quasi ventimila anni." Paolo allargò gli occhi "Stavo aspettando che la donna giusta arrivasse a me, invece il primo essere che mette piede qui dentro sei tu. Mi sembra che qualcuno si stia prendendo gioco di me."
Il ragazzo scosse la testa.
"No, no, non si fa così. Non si aspetta che le occasioni ti passino sotto il naso, bisogna cercarsele." obbiettò "Finché starai in questa grotta, non troverai mai la persona giusta a te. Oltretutto, al giorno d'oggi, potresti fare fatica a trovare una ragazza che si diverta a passare le sue giornate chiusa qua dentro. Anche perché, l'acqua che avresti dovuto dare a lei per renderla immortale, da un sacco di energia e sono sicura che si stancherebbe di vederti dormire. Hai mai pensato di berne un po' anche tu?"
"Io sono già immortale, ricordi?"
"Sei anche un morto di sonno, però. Se ne bevi, potresti avere energia da vendere e un'eventuale moglie non si stuferebbe di vivere qui. Non puoi camminare per la terra?"
"Mi vedresti a girare per le strade con questa faccia?"
Paolo lo osservò bene.
"Per Halloween ci staresti da dio, e anche per carnevale faresti il tuo figurone. Ma con i tuoi grandi poteri non sei in grado di trasformarti in umano? Ti sarebbe più facile trovare una donna se la cercassi dove ce ne sono."
"Solo per chiamare qui Splank, ho dovuto dormire delle ore dopo, non resisterei molto. Quindi devo rassegnarmi al fatto che la mia attesa è stata vana, secondo te?"
"Puoi aggiungere lunga e tremendamente noiosa. Io morirei se dovessi stare tanto tempo chiuso qui dentro. E se non dovessi morire, impazzirei."
Gli lanciò il bicchiere d'acqua che gli aveva versato Artie (per lui il suo nome rimaneva quello!) che era ancora mezzo e Drakov lo prese al volo, con i suoi poteri, prima che si rovesciasse.
Scosse la testa: secondo lui erano baggianate e non sarebbe servito a nulla, ma perché non provare. Gli bastò bere un piccolo sorso per rendersi conto che il ragazzino aveva ragione. Aveva avuto tutto quel potere a portata di mano e non se n'era mai reso conto.
"Allora, avevo ragione?" lo punzecchiò il giovane sapientino.
"Sì, lo devo ammettere. Perché ora non mi porti in un luogo dove posso trovare la mia promessa sposa?" chiese, pieno di energie come non era mai stato.
"Ti porterò in un luogo dove puoi trovare di tutto, così posso divertirmi anch'io. Non so se troverai la donna che ti accompagnerà per l'eternità, ma, se ti accontenti, una scopata gratis la rimedi."
  
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