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Autore: foreverwithyou    23/11/2013    1 recensioni
Tratto dal cap.4:
Per quanto chiusi gli occhi?.. Un secondo, due?.
Ebbene, non so cosa successe in quell’asso di tempo ma io sentii le pareti sgretolarsi fino a formare dei buchi dove entrava una fitta luce.
Alzai il busto e guardai incredula quello che stava succedendo intorno a me.
Non ci potevo credere.. O, forse, sì..
Mattone dopo mattone, roccia dopo roccia e le pareti che mi proteggevano si sgretolarono completamente.
Mi ritrovai in un luogo aperto, tra le verdi foglie degli alberi e, cosa più strana, ero ancora seduta sul mio letto..
Genere: Avventura, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Enchanted.
          di foreverwithyou




Trailer.


Capitolo 6
 "Così magico da non esserlo.
"
Saccadoro ci invitò a seguirlo nella sala da ballo.
Di nuovo in quella sfarzosa stanza decorata da bandiere colorate e fiori rossi.
Molti esseri strani popolavano quel posto. Esseri dalle teste allungate, labbra giganti, ali attaccate alla schiena e abbigliamenti degni di un mio libro fantasy.
Tutto ciò mi incuriosiva e dilettava. Ero solo una bambina.
«Si aprano le danze!.» Esclamò Saccadoro attirando l’attenzione di tutti.
L’orchestra riprese a suonare con passione quelle note che componevano un altro valzer.
Le damigelle si fecero scortare a centro pista dai loro cavalieri e io mi feci da parte per fare spazio.
Nessuno sembrò avermi notata.
La dolce musica mi faceva ondeggiare la testa da un lato all’altro. Era tutto impeccabile!. Che successo avrebbe avuto quel ballo!.
Non avrei voluto più andarmene da lì.. Purtroppo le feste finiscono e quella fu, senz’altro, la festa più breve e intensa della mia intera esistenza.
Così, uscii dalla villa e mi addentrai di nuovo nel bosco, curiosa e felice.
Mi trovavo così bene lì! Sentivo che avrei potuto davvero rimanerci in eterno se non fosse stato per la mia troppa curiosità.
Una fitta e poco illuminata stradina si fece largo tra le sontuose querce, io la intrapresi senza “se” e senza “ma”.
Abbozzai un sorrisino da ebete mentre facevo attenzione a non calpestare tutta la rigorosa vegetazione la quale si estendeva tutta intorno.
Adocchiai una luce!.
Feci un grande balzo e mi trovai al terminare di quella stradina..
Una figura femminile e angelicata si presentò davanti ai miei occhi.
Era tanto abbagliante che ci coprii il viso.. Il troppo splendore mi avrebbe sicuramente accecata.
«Non vedevo l’ora che arrivassi, Elene.» Disse voltandosi in modo che potessi guardarla bene in viso mentre la luce si affievoliva.
Scostai le mani dagli occhi e la vidi: bella e raggiante come si era presentata nei miei ricordi precedentemente.
Incredibile!. Era davvero lei, davvero lì.
«Non può essere!.» Dissi in un soffio.
«Lo è, invece.» Disse scostandosi un ricciolo scuro e impertinente dallo zigomo magro e roseo.
Mi tese una mano. Mi avvicinai, passo dopo passo, sempre di più e afferrai quella presa forte e rassicurante. Mi regalò uno dei suoi incantevoli sorrisi mentre la guardavo imbambolata.
«Danielle..» Mormorai abbassando lo sguardo. «..Tu non sei una vera istitutrice vero?.» Domandai.
«Io sono un’istitutrice.. nel collegio, è ovvio.» Disse in vena di burle. «Fuori dal collegio siamo liberi, Elene.» Disse tornando seria.

«Nel libro siamo liberi, Odi. È il mondo che ci ospita fuori da queste sottili e ruvide pagine che ci è nemico. Rammentalo sempre!. Tu qui sei libera.»

Le parole di Zélie. Quanto si rispecchiavano alla realtà!. Io me n’ero accorta.
Il mio collegio era la realtà di Odi. Il contrario non era difficile da immaginare.
Le parole di Zélie. Le parole di Danielle.
La realtà di Odi. La mia realtà.
Tutto combaciava alla perfezione!.
«Perché mi hai portata qui?. Tu mi ci hai fatta arrivare, vero?.» Domandai con foga ancora con la mano chiusa in quella di Danielle.
Annuì. «Sono desolata ma non troverai una risposta.. o meglio, la troverai ma non adesso e, soprattutto, non qui!.» Disse saggiamente.
«E dove allora?.» Domandai.
Indicò davanti a noi.
Uno specchio alto quanto un uomo e largo quanto una quercia si calò dinanzi il mio sguardo incredulo.
Una figura sfuocata e indistinguibile si fece spazio tra le varie chiazze di colore. Non capivo cosa fosse ne cosa rappresentasse..

«Un botto, un secondo e un terzo e del campo di lavanda rimase solo un delicato ricordo.»



Sobbalzai ed aprii istintivamente gli occhi. Parigi scorreva lieta, sotto lo sguardo vigile del primo sole, dal mio finestrino.
La mia fronte era imperlata di sudore. Spostai il mio sguardo scuro e confuso intorno a me: papà alla guida, mamma accanto a lui immersa nei suoi pensieri e io.. dov’ero realmente, dov’ero stata e, soprattutto, come.
Possibile che poteva esser stato solo un’illusione, un sogno.
Scossi la testa cercando una risposta più credibile e razionale. Sfortunatamente non la trovai.
«D-dove stiamo andando?.» Domandai tremante.
«In un luogo che ti piacerà, Elene. Un luogo che ti piacerà!» Disse mio padre con una calma da far gelare il sangue nelle vene mentre mi guardava dallo specchietto retrovisore con i suoi occhi brillanti e castani.
Mi portai una mano sulla bocca mentre i miei occhi si riempivano di lacrime.
Quando un sogno finisce, ti devi svegliare. Quando una vita sta per finire, ti devi rassegnare.
Niente combattimenti, solo teste chine e vuote.
Una realtà che non si può combattere o mutare.
Tu subisci, tu tolleri, tu non vali.

«Tante lacrime bagnarono quel pavimento. Odi sì ammalò gravemente. Tutto veniva odiato e considerato riprovevole da parte sua. La realtà diventò il suo più grande nemico. Voleva andarsene, ritornare nel campo di lavanda dove Zélie l’avrebbe accolta con piacere. Lacrime su lacrime per tanti giorni, per tanti anni, fino ad ora.»


Nota Autrice.
Salve!. Sono riuscita ad aggiornare prima del previsto.
Spero il capitolo vi sia piaciuto e che lasciate qualche parere.
        Addio!.

 
   
 
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