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Autore: Unforgiven_Ice_Girl    23/11/2013    1 recensioni
A volte sento il bisogno di sfogarmi con qualcuno e lo farei volentieri con qualche amico, ma temo sempre che non tutti siano in grado di capire certe sottigliezze. Ho così deciso di scrivere un diario qui, con un ipotetico amico che sia in grado di comprendermi senza pensare che i miei pensieri siano sciocchi.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Caro Amico,
rieccomi qui a scriverti. Come stai? Io ho le mani congelate, la fame nervosa e dovrei depilarmi le gambe ma fa troppo freddo per stare scosciata in camera mia. Sai, più stai a contatto con le persone, più capisci le loro stranezze. Ora te le elenco, così non le dimentico. E poi te le commento.
- Tutti si lamentano sempre del tempo.
- Gli stati e le foto dei propri amici su facebook fanno diminuire la propria autostima.
- La gente rompe troppo con i propri problemi.
- Per ora basta così, anche perché poi devo andare a lavarmi.
 
Tutti si lamentano sempre del tempo, e sono abbastanza irritanti. D'estate si lamentano che è troppo caldo. D'inverno che è troppo freddo. D'autunno che fa troppo caldo per essere autunno o che è arrivato di colpo l'inverno. In primavera che fa troppo freddo per essere primavera o che è arrivata già l'estate. Mi è capitato di sentire tante di quelle volte questo mese che un giorno era calduccio e non si sapeva cosa mettere, il giorno dopo era troppo freddo e pioveva. Cioè... a questo punto vorrei che qualcuno venisse davanti a me e mi dicesse che cazzo di tempo vuole. Non so, perché non inventano loro una stagione perfetta o qualche agente atmosferico nuovo? Sono ben accetti suggerimenti.
Forse la verità non è solo che certa gente non sa quello che vuole, ma è che non si hanno più argomenti di conversazione, e allora di che si parla? Del tempo. Io comunque penso che quando si comincia a parlare del tempo è perché non si ha più niente da dire, e il silenzio è parecchio imbarazzante. Però evitiamo di parlare di cose idiote e poi di lamentarci che Dio ci odia tutti. E ci credo! Prima crea un disegno perfetto (e diciamocelo, è davvero perfetto.. l'alternarsi delle stagioni, il sole, le stelle, le nuvole, la pioggia, l'arcobaleno, la neve alla quale personalmente do un valore affettivo grandissimo... non sono cazzate da niente, provaci un po' tu a creare tutta questa roba.), e poi gli esseri umani si lamentano sempre di quel disegno perfetto solo perché non riescono a sopportare 5 minuti di pioggia. Io capisco lo stress quotidiano e tutto, ma una regolata, cacchio.
Piuttosto, se uno trova il silenzio tanto imbarazzante dovrebbe cominciare a pensare a domande più originali. Ci credi nei sogni? C'è qualcuno che ti manca? Ti piace il suono della voce di quel tuo amico? Ok, queste domande fanno schifo, ma io almeno c'ho provato.
 
Gli stati e le foto dei propri amici su facebook fanno diminuire la propria autostima. Almeno per me. Poi in questo periodo, che te lo dico a fare? Non dico che sono invidiosa di vedere tanti miei compagni laureati in questo mese, voglio dire... si sono impegnati più di me eventualmente. Io al massimo posso provare a giustificarmi con la frase "Ma io non volevo studiare, volevo trovare lavoro" ma a questo punto non regge più. Ho scelto questo percorso, e devo andare avanti. E allora cos'è che mi innervosisce? Forse è il fatto che per una come me questa è una grande demotivazione. Mi fa pensare che non sono poi così intelligente, così ambiziosa, che non ho una vita così entusiasmante che merita di essere postata su facebook. Ma non mi importa, la soluzione migliore è quella di non andare così spesso online a vedere i successi degli altri, perché la mia vita sarà vuota e statica, ma a me piace e mi dico sempre che il meglio per me deve ancora arrivare.
 
Questo si collega al punto successivo, la gente rompe troppo con i propri problemi. Tra i miei tantissimi difetti qualche pregio c'è (e per dirmelo da sola si vede che c'è davvero). Uno è la comprensione, l'altro è la positività. Sono comprensiva nei confronti degli altri quando hanno qualche problema. E non faccio come certi che, ad esempio, fingono di ascoltare un'amica che è triste e piange perché si è lasciata con il ragazzo e poi le vanno a dire "Ma ti lamenti per questo? Allora che devono dire i bambini in Africa che muoiono di fame?" In quel momento uno non vuole sentirsi paragonato a nessuno, va ascoltato, va fatto sentire speciale, perché lo è, perché ognuno nel suo piccolo è speciale. (Non nego che ci sono eccezioni anche qui però.) Non si possono scegliere le emozioni, una persona non fa apposta a vivere un periodo triste, le emozioni e i sentimenti vengono da sé. Perché la gente non sa prendere in considerazione l'eventualità che ognuno meriti un po' di amore?
Per quanto riguarda la positività, io credo di essere una persona abbastanza positiva. Non dico assolutamente che non crollo mai, perché non è così. Ma di certo se passo un brutto periodo non mi voglio ammazzare o praticare autolesionismo (visto che quest'ultimo va così tanto di moda....). Ho passato giorni bui, ma ci sono ancora e questo lo capisco anche quando provo tantissimo dolore. Lo provo perché sono viva. E forse sono anche troppo affezionata alla vita e spaventata dalla morte fino alla paranoia, ho pianto tantissimo però alla fine mi sono sempre tirata su da sola ma con l'aiuto di persone che per me sono state davvero speciali (e non smetterò mai di ringraziarle), ho imparato di più dalle esperienze negative che positive, anche se vorrei che fosse possibile imparare tutto solo dalle cose belle. Io sono così, e credo sia normale per una come me lamentarsi delle persone che si lamentano di tutto, perché io sarò anche fragile e vulnerabile, ma (al contrario di altri) riesco a regalare a tutti un sorriso sincero, anche in mezzo alla sofferenza, se lo meritano. E prima di chiudere voglio dirti che non sopporto la gente che prende in giro gli altri solo perché ridono. Alle superiori ci portavano il giornale in classe ogni lunedì, così potevamo imparare a leggerlo (anche se io non lo leggo neanche adesso). Il pomeriggio prima Kimi Raikkonen aveva vinto una gara in Formula Uno e c'era la sua foto sul giornale, io ero felicissima e sono andata dalla mia amica tutta contenta a dirle "Guarda quanto è bello!". Nel bel mezzo della mia felicità, un mio compagno mi ha detto con disprezzo "Sei felice, eh? Sfigata!" e mi ha ferita tantissimo. Nessuno merita di essere disprezzato solo perché ride. Ridere è una bella cosa, per quanto ne so io. E l'idea di sentirsi insultare per questo motivo da persone che non sanno neanche sorridere mi fa venire la nausea, ma anche la voglia di pestarli lì dove non batte il sole. Dicono che faccia male un bel po', forse anche più delle loro parole insensate.
 
Con affetto
IceGirl

 
  
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