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Autore: Gwenny Shepard    23/11/2013    2 recensioni
Per chiunque la conosca, Rose è una ragazza davvero fortunata,
chi può dire di abitare con la propria sorella, nonchè migliore amica, a New York, a soli 16 anni?
Nessuno però sa che la sua vita cambierà presto,
sarà la fine o l'inizio di qualcosa di speciale?
.
.
.
Non feci caso al tempo che stavo passando lì dentro, non me ne curavo minimamente, l'importante era scaricare la tensione.
Qando finalmente posai la pistola e tolsi le cuffie, mi accorsi di non essere sola.
-Da quanto sei qui dentro?- chiesi,
-Ti sei calmata?- chiese lui,
-Ho detto, da quanto sei qui dentro?-
-A quanto pare no.. Però sei migliorata molto nel tiro.. Dovremmo farti arrabbiare più spesso!- disse ridendo e avvicinandosi, io presi la mia pistola e feci per uscire, ma lui si piazzò davanti la porta esclamando
-Nonono con quella, e in queste condizioni, non vai da nessuna parte, devi calmarti!-
-Per quanto voglia uccidere qualcuno e distruggere questo dannato posto, non sono così stupida e incosciente da farlo per davvero, ma forse potrei iniziare con te se non mi lasci passare! Perciò levati di mezzo!- gli ringhiai,
-Non lo farai!- rispose lui porgendomi una mano per dargli la pistola.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ti sono mancata?
 
Urlavo e nessuno mi sentiva. 
Poi, lentamente, tutta la sala venne ricoperta dal mantello di una nube nera.
Iniziai a correre verso Andrè urlando, ma nessuno sembrava sentirmi. Se ne stavano tutti intorno a quella che non ero io. Avrei voluto che sentissero i miei "Guardate sono qui!" Ma non ebbero nessun effetto.
Tutto ciò che un secondo prima sembrava tanto reale, ora sembrava esser scomparso nel buio.  
Ero sola nel buio. Caddi in ginocchio, ma non so se quello fosse un pavimento o solo frutto della mia immaginazione, tutto era solo.. 
Nero.

Aprii un'occhio lentamente, venni subito accecata da una troppo luminosa luce bianca. Mi portai una mano davanti gli occhi per cercare di fare ombra. Mi accorsi di avere un tubicino attaccato al braccio, che cavolo era successo?! Dov'ero?! 
-Angel?- urlai cercando di sedermi. Sembrava fossi in una stanza d'ospedale, avevo anche una di quelle camicie da notte che ti lasciano il sedere scoperto, si insomma quelle che ti fanno mettere prima di un intervento, iniziai a preoccuparmi. 
-ANGEEELLLL!- urlai ancora più forte, dove cavolo era finita mia sorella?! Dalla porta panna entrarono due ragazze: una bionda e più o meno della mia età, l'altra con dei lunghi capelli neri, di lei mi rimasero impresse le labbra rosse. Ed infine un giovane, alto, moro, davvero un bel tipo. Ma dove era Angel? E chi diavolo erano quelle persone?
-Finalmente sveglia!- esclamò sorridendo la bionda, 
-Mmm.. che mi è successo? E dov'è mia sorella?- 
-Beh crediamo che gli ang..- il ragazzo la bloccò, 
-Rose, che hai fatto ieri sera?- mi chiese il moro, 
-Sono andata ad una festa con Angel.. Stavamo tornando a casa.. Ma poi non ricordo più nulla..- risposi, 
-Non ricordi nulla di ciò che è successo dopo?- chiese la mora preoccupata, 
-No.. Volete dirmi che è successo o devo arrivarci a forza di domande?!- esclamai infastidita. I tre si guardarono l'un l'altro senza dire nulla, poi il moro si avvicinò 
-Sei caduta.. Hai sbattuto la testa davvero forte! E beh sei stata in coma per circa 5 mesi.. Sicura di non ricordare nulla di nulla?- 
-Oh.. No io.. Dov'è mia sorella?- 
-Beh.. Non ti svegliavi, perciò Angel è tornata in Italia proprio per questa settimana, stava cercando di farti tornare a casa ma doveva completare alcuni impicci in Italia e poi saresti stata trasferita.. Ma.. Ora non serve più!- concluse mostrando un gran sorriso, che però mi sembrò forzato, 
-Ma?- chiesi allora, 
-Ma credo che per un po' dovrai stare con noi.. Comunque, io sono Andrè!- 

Mi spiegarono che erano i figli di una grande amica di mia mamma e che li aveva mandati in America dopo l'incidente, data la sua fobia per l'aereo. Che polla mia mamma! 
Mi riaccompagnarono in hotel, 
-Il resto delle tue cose le porteremo man mano, sono ancora tutte in ospedale, e... Un'altra brutta notizia, la tua camera è stata affittata perciò te ne daranno un'altra! Ma non è un grande problema vero?- esclamò il moro aprendo la porta della mia nuova casa. 
In realtà la camera era molto simile alla vecchia, solo che in questa c'era anche un'enorme parete in vetro che dava sulla splendida città di New York. 
Posai una delle borse sul letto e mi diressi alla finestra ad ammirare quello splendido occhio di città. Posai una mano sulla vetrata, 
-Ti ricorda nulla?- chiese Andrè, 
-Mmm.. No, nulla!- risposi. 

Mi aiutò a sistemare alcune cose e poi mi disse che sarebbe rimasto la notte a controllare che riposassi a sufficienza. Glielo lasciai fare, non mi dispiaceva una compagnia. 

Il giorno dopo, a scuola, James mi raccontò che avevamo fatto chiarito ed eravamo tornati amici. Mi fidai e quel pomeriggio andai a studiare da lui. Si era trasferito, viveva solo adesso. 
-All'inizio mamma era sempre qui, ma ultimamente si limita a chiamarmi più spesso!- aveva detto prima di iniziare a studiare. 
Finimmo alle 6 del pomeriggio, poi il cielo iniziò a farsi buio e decisi che era di tornare a casa. Per qualche motivo non mi fidavo a tornare più tardi. 
-Rose! Non ricordi proprio nulla di tua sorella dopo l'incidente?- 
-No perché?- chiedo. 
-Le sei mancata!.. Credo!- conclude prima di accompagnarmi alla porta. 

Stavo camminando da poco più di dieci minuti tra le vie affollate di New York quando mi sento strattonare. Non ho tempo di reagire che la paura ha subito il sopravvento ma poi quando vedo il volto sotto al cappuccio mi tranquillizzo, 
-Angel mi hai fatto prendere un colpo!- dico ancora ansimando per lo spavento, 
-Ti sono mancata?- esclamò sorridendo.

Facemmo una chiacchierata mentre mi accompagnò all'hotel, mi chiese cosa mi avessero detto quando mi ero svegliata, e le raccontai tutto. Poi, qualche metro prima dall'entrata dell'hotel disse 
-Ascolta io devo fare ancora dei giri e credo farò tardi perciò andrò a dormire dagli amici dell'amica di mamma, così da non disturbarti quando torno!- avevo risposto che andava bene, avevo davvero bisogno di riposare, 
-Ah non dire nulla ad Andrè, che mi hai incontrato intendo! Lui pensa che sono ancora in Italia e vorrei fargli una sorpresa!- 
-Uh, ok! A domani!- 
-A domani!- concluse sorridendo. 

Non dissi nulla ad Andrè, come promesso. Ordinò la cena in camera dato che il frigo era ancora vuoto, 
-Domani andiamo a fare la spesa tu va?- aveva proposto, ed io avevo accettato. Dopo cena lui si era sistemato sul divano, io feci una doccia veloce e poi mi ritirai nel mio caldo letto. 

Fu una notte tranquilla finché un'incubo mi occupò la mente. 
Ero in un bosco e c'era ragazzo che improvvisamente si girò verso di me e provò a colpirmi, ma una lama da dietro ne percorse il collo. Il sangue iniziò a colare intorno alla ferita, vedevo i suoi occhi sgranarsi e poi il suo corpo cadere ai miei piedi. 
I denti iniziarono a tremarmi. Sentii brividi percorrermi ogni singolo angolo del corpo. E allora iniziai ad urlare finché non mi ritrovai nel letto con Andrè che cercava di tranquillizzarmi.

-Ei Ei Ei! Era solo un incubo! È tutto a posto! Non c'è nessuno che possa farti del male ok?- disse sedendosi in ginocchio sulla parte libera del letto. Io non smettevo di tremare. Avevo paura di aprire gli occhi e trovare quel ragazzo morente. Ma neanche il buio mi tranquillizzava.
-Rose.. Rose guardami!- disse prendendomi il viso fra le mani. Aprii piano gli occhi senza però smettere di provare quei brividi.
-Rose, è tutto ok, ci sono io qui! Ci sono io!- concluse stringendomi a se, 
-Era solo un brutto sogno, ma ora ci sono io, ci sono io!- continuò cullandomi appena perché mi calmassi. 


Sarà stato anche un sogno, ma sembrava così reale, così vivo, anzi no, così morto.
  
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