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Autore: sakura18    23/11/2013    1 recensioni
dopo la morte della madre in un incidente stradale, rosy va a vivere dal padre in montagna a caponotte. un paesino in mezzo al bosco. una nuova scuola. una nuova vita. nuovi amici. era tutto troppo perfetto fin chè all'ora di arte rosy disegnò un ragazzo che non aveva mai visto. questo ragazzo si chiama sakurai hiroki. la sua vita cambiò. qualcuno cerca di ucciderla.
questa è una storia di vampiri, licantropi e angeli una lotta eterna tra bene e male. chi vincerà?
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mi incamminai verso gli armadietti a prendere i libri. Presi il portafoglio e controllai quanti soldi avevo. Meno male, ne ho abbastanza per pagarle da bere e due gelati.
   -non è sicuro contare i soldi in mezzo al corridoio, ci sono molto ragazzi male intenzionati che potrebbero rubarteli- Mattia si appoggiò di schiena contro gli armadietti con le braccia incrociate, mi guardava e sorrideva. Io dallo spavento feci quasi cadere i soldi.
   -ah! e tu saresti uno di quei ragazzi?- misi il portafogli nello zaino e me lo misi in spalla e chiusi l’armadietto.
   -non potrei mai togliere i soldi ad una povera ragazza indifesa- scoppiammo a ridere tutti e due a questa battuta. Mattia si meritò un pugno amichevole al braccio. Per fare scena si massaggiò il punto dove lo avevo colpito facendo una smorfia di dolore.
   -smettila, non ti ho fatto tanto male- ci dirigemmo verso l’uscita. Mi venne in mente del campeggio, dopo la pausa pranzo non ne abbiamo più parlato. -allora, si sa qualcosa del campeggio? Dove si fa? E quando?- chiesi. Alzò le spalle. A quanto pare non lo sapeva neanche lui.
   -non ne ho idea, ma credo che lo sapremmo domani- Mattia e Lorenzo erano gli unici ragazzi del gruppo del campeggio, mi venne da ridere al solo pensiero. Noi ragazze non faremo altro che parlare di ragazzi, si annoieranno. O pure no? Chi lo sa, può darsi di no visto che sono in compagnia di tante ragazze, spero solo che non gli venga in mente a nessuno dei due di fare cose strane, come ha fatto con me Lorenzo, non che non mi sia piaciuto il bacio quando eravamo al lago a pescare, però poteva evitarlo, visto che ero appena arrivata e ci siamo incontrato dopo tanti anni. Ma alla fine scoppiai a ridere. -che ti prende? Perché ti sei messa a ridere così all’improvviso?- eravamo quasi arrivati alla porta della scuola e poi eravamo liberi.
   -no, è che ho pensato, tu e Lorenzo sarete gli unici ragazzi e mi sono immaginata che eravamo tutti insieme a parlare di ragazzi in vostra compagnia- lui arrossì, a quanto pare non ci aveva ancora a pensato. Eravamo arrivati davanti alla porta e Mattia, la aprì e me la tenne aperta facendomi passare per prima. Che gentile.
   -non credo che mi vedrai mai parlare di ragazzi- tutti gli alunni uscirono fuori come un branco di bufali. Gente che correva, che si spintonava altra gente invece come me e Mattia –gente normale- camminavano tranquillamente verso il cancello.
   -sarebbe divertente- risi sotto i baffi, lui se ne accorse e mi fece il solletico. Io urlai e mi misi a correre. Ok ritiro quello che ho detto. Non siamo più gente normale, ormai adesso eravamo come tutti gli altri alunni. Corsi fino al cancello mentre lui mi seguiva. Alla fine mi raggiunse e mi catturò nel suo abbraccio mentre mi faceva il solletico e mi diceva di ritirare quello che avevo detto. Alla fine mi arresi e finì di farmi il solletico, io avevo le lacrime agli occhi e lui era rosso in viso.
   -scemo, non farmi mai più il solletico- mi sistemai la maglia e lo zaino.
   -ok, ok basta. Ora vado Rosy ci vediamo domani. Ciao!- lo salutai e se ne andò. Mi appoggia al muro e aspettai Sakura. Mi guardai attorno alla sua ricerca e quando girai per vedere di fianco a me, la trovai li che mi fissava. mi fece paura e feci un salto indietro dallo spavento.
   -da quanto sei qui?- mi misi una mano sul cuore per qualche secondo e la spostai per tirarmi su lo zaino, non faceva altro che scivolare.
   -da un po’, ho visto la scenetta tra te e quel ragazzo- sembrava un po’ infastidita.
   -oh, hai visto. Che imbarazzo!- mi coprì il visto e lei me lo scoprì subito.
   -la scenetta però era divertente. Andiamo?- annuì. Andammo in un bar a dieci minuti dalla scuola. Anche se siamo a novembre oggi fa caldino e un gelato ci sta. Quindi decidemmo alla fine, che invece di offrirle da bere le offrì un gelato. Durante il tragitto parlammo del più e del meno, se mi trovavo bene qui in questa scuola, se il posto mi piaceva..

   Arrivate al bar, entrammo e ci mettemmo in fila.  Il bar era abbastanza grande con due entrate. In fondo a sinistra c’erano dei tavolini e una sala per i fumatori, fuori dal bar mi era sembrato di vedere un dondolo. Ci voglio andare! Non c’era molta gente e infatti era già arrivato il nostro turno. Lei prese un cono con fragola e crema, io presi con crema e nocciola. Pagammo. Anzi pagai e uscimmo fuori dirette al dondolo. Era di un colore verde acceso con dei cuscini bianchi. Comodissimo. Ci sedemmo e ci gustammo in pace il gelato.
   -che noia, oggi è solo martedì- si lamentò Sakura. In fondo mancano solo tre giorni a sabato. Non penso sia una tale tortura aspettare solo tre giorni.
   -mmh. Già, però mancano solo tre giorni e poi è sabato e che vuol dire un po’ di riposo- sorrisi. Magari sabato si potrà fare il famoso campeggio. Giusto! Posso invitarla, più siamo meglio è! -senti Sakura-
   -mmh?- mi rispose mentre leccava il gelato.
   -io e i miei amici faremo un campeggio nel bosco non so quando, domani dobbiamo decidere. Ti va di venire? Più siamo meglio è- lei tossì, si stava strozzando con del gelato? Continuò a mangiare. Ci stava riflettendo e guardava il cielo. Lo guardai anche io. Magari aveva visto qualcosa. Lei si mise a ridere.
   -va bene. Allora domani mi unisco al vostro tavolo- annuì. Ho trovato una nuova amica. Che bello! Quando finimmo il gelato ci dondolammo un po’ per approfittare del dondolo. Continuammo a parlare del campeggio, era entusiasta e anche io. Non vedo l’ora. Sakura cominciò ad animarsi sempre di più raccontando come potevamo fare.
   -e poi alla sera accendere un fuoco e raccontarci delle storie paurose, poi entriamo tutti in una tenda –ovviamente solo noi ragazze- e fare una guerra di cuscini e potremmo parlare di ragazzi e…- le chiusi la bocca, non ne potevo più avrà elencato una cinquantina di cose che si possono fare in campeggio, cose che mi piacevano altre cose no. Tipo andare a caccia o cercare gli insetti. Io non li avrei mai fatti. Assolutamente no.
   -si, si ok ho capito. Tante, tante cose- ci mettemmo a ridere e alla fine il tempo è volato. Era ora di tornare a casa. Mi accompagnò fino a casa. La salutai ed entrai in casa. Chiusi la porta e salì le scale per andare a fare i compiti. Oggi è stata proprio una bella giornata. Spero ce ne saranno tante così, anzi magari anche più divertenti.
   Buttai lo zaino sul letto e presi i libri e iniziai a studiare. Ero talmente concentrata che non sentì mio padre entrare. Così dopo dieci volte che mi chiamava –per quanto diceva lui- risposi che ero in camera. Non ne potevo più così chiusi il libro e misi i libri dentro lo zaino, sbadigliando.
   Misi lo zaino per terra e mi sdraiai nel letto. Avevo in mente solo il campeggio. Mio padre accetterà? Andrà bene ai miei amici il fatto che ho invitato Sakura? La mia preoccupazione più grande è che mio padre non mi dia il permesso. Mi tolsi le scarpe e mi girai sul fianco destro guardando il muro. Era così comodo questo letto. I miei amici non mi hanno mandato più nessun messaggio –intendo quelli della Sicilia- ho provato a mandargli un messaggio o a chiamarli, ma loro niente. Si vede che forse non erano così tanto amici come dicevano loro. Questo mi feriva, ma scoprì che non mi importava molto, gli volevo bene, ma se loro non mi volevano più come amica io non ne avrei sofferto così tanto. Posso vivere anche senza di loro. Ora ho degli amici migliori di loro e adesso che ci penso non sento così tanto la mancanza di mia madre. Dovrei stare male ogni giorno però non è così. Sto bene e non è una bugia. Certo mi manca sempre e mi sento che ogni volta che ci penso mi salgono le lacrime, ma sento come se non dovessi stare male, come se non fosse davvero morta. È una sciocchezza. Mia madre è morta e dovrei piangere, forse sono ancora sotto shock? Non credo. Sospirai. Mi fa male la testa, mi girai a pancia in su e mi misi le mani dietro la testa. Non ho acceso la luce e fuori è buio. Che ore saranno? Le otto? Decisi di alzarmi e andare di sotto. Anche se era buio ci vedevo bene ecco un'altra cosa strana di me. Io vedo al buio, certo non come i gatti o altri animali, ma so orientarmi bene.
   Scesi di corsa le scale e andai in cucina. Dovevo chiedere il permesso. Trovai mio padre seduto in tavola a leggere un giornale aspettando che mi facevo viva. Aveva preparato anche stasera la cena. Mi misi seduta e iniziai a cenare. Lui piegò il giornale e lo mise vicino a lui.
   -hai finito i compiti?- mi chiese mentre arrotolava la forchetta negli spaghetti.
   -si poco fa. Senti papà ti dovrei chiedere una cosa- tenevo lo sguardo basso, avevo paura di incrociare il suo.
   -cosa hai in mente? Spero niente di pericoloso- di solito quando tenevo lo sguardo basso e volevo chiedere qualcosa è quel qualcosa che i genitori ti dicono sempre di no. E questo era uno di quei momenti.
   -io e dei miei amici di scuola volevamo fare un campeggio. Qui nel bosco- non rispose. Rimase in silenzio. Brutto segno, decisi di alzare un po’ lo sguardo. Ci stava pensando! Ci stava davvero pensando. Aveva lo sguardo fisso nella pasta e non mangiava e questo è un buon segno, ma non sempre però.
   -chi c’è con voi?- continuò a tenere lo sguardo basso.
   -ehm… c’è la Fra, la Vale, la Giuly, Mattia, Sakura…- 
   -no. Non ci vai- non mi aveva neanche fatto finire! Volevo dire e infine Lorenzo.
   -ma parchè?- chiesi. Spero che abbia un valido motivo –oltre il fatto che il bosco è pericoloso-  per non farmi andare.
   -perché non ci vai e basta- stringevo la forchetta, non mi sono mai arrabbiata per questo motivo, molte volte mia madre mi ha detto di “no” che non potevo uscire. Però questa volta sentivo una rabbia diversa che mi divorava da dentro.
   -non è giusto! E comunque prima di interrompermi -come hai fatto prima- dovresti farmi finire prima la frase!- stavo praticamente urlando, odiavo quando qualcuno mi interrompeva mentre parlavo. Anche se quella persona era mio padre. Mi fece un gesto con la mano.
   -prego allora, finisci- mi sentì un po’ rilassata. E finalmente ci guardavamo negli occhi, la mia reazione di prima gli aveva fatto alzare lo sguardo all’improvviso.
   -bene. E infine viene anche Lorenzo. Ecco, ora ho finito- lo guardai e si rilassò completamente. Girai la forchetta negli spaghetti e li mangiai. Lui era rimasto in silenzio, a quanto pare ci stava ripensando. Infine finalmente parlò di nuovo. È stato in silenzio per così tanto tempo che avevo finito di mangiare, mentre lui aveva ancora il piatto pieno.
   -va bene- sospirò. -puoi andare- cosa? Posso? Prima no e adesso sì? Solo perché gli ho detto che viene Lorenzo? Che vuol dire!? Cosa è cambiato da prima ad adesso? Solo perché viene con noi un maggiorenne… aspetta forse è questo il motivo prima eravamo tutti minorenni tutti diciasettenni. Però la Giuly ha diciotto anni. È stata bocciata il primo anno, ma Lorenzo perché ha cambiato risposta appena ho nominato lui?
   -davvero? Grazie!- lo abbracciai e lavai i piatti. Decisi che non era il caso di fargli tutte quelle domande a me basta che mi abbia dato il permesso. Spero che lo abbiano avuto anche gli altri. Ero talmente di buon umore, che mi sdraiai nel divano con mio padre a vedere un film che davano per la TV che lui voleva vedere.  Alla fine mi addormentai subito.
  
   Mi svegliai nella mia camera ancora con i vestiti di ieri. Mi alzai e andai a fare una doccia veloce e mi vestì. Decisi di mettermi dei jeans neri con una maglia che tiene le spalle scoperte azzurra. Mi misi dei fermacapelli e la matita nera e andai a scuola. Presi la bici e cominciai a pedalare. Oggi c’è il verdetto. Vorrei saltare le ore iniziali e andare direttamente a mensa, be il motivo è che non ho fatto neanche la colazione, visto che ho dovuto fare tutto di fretta. Mentre pedalavo davanti al bosco vidi un ombra nera frecciarci dentro. Frenai di colpo, ormai cadevo in avanti. L’ombra non c’era più. Che me la sia sognata? Feci spallucce e ripartì.
   Parcheggiai la bici e misi il lucchetto. Mi incamminai verso l’entrata. Oggi è molto nuvoloso speriamo che non si metta a piovere, fa anche freddo, forse ho fatto male a mettermi questa maglia. Ho, be ormai. Quando entrai andava già meglio, non era più freddo. Vidi Vanessa entrare in classe, appena prima di entrare mi rivolse un occhiata omicida e non esagero quando ho detto “omicida”. Ignorai la sua occhiataccia e andai nella mia classe all’ora di arte. Oggi niente disegno ma solo teoria ovviamente è stata una noia mortale, anche se ero vicina alle mie amiche e ci scambiavamo -a volte- i bigliettini la lezione fu noiosissima.
   Anche le ore consecutive furono noiose. Ma oggi per caso tutti gli insegnanti si sono messi d’accordo di fare tutti teoria o per fare addormentare gli studenti? Ma alla fine finalmente è arrivata l’ora della mensa. Ci mettemmo in coda aspettando pazientemente il nostro turno. Oggi nel menù c’era polpettone e visto che non ho fatto colazione, decisi di prendere solo un insalata e aggiungendo due fette di quel polpettone e Dio sa cosa c’è lì dentro, ma visto che degli studenti lo hanno preso e alcuni lo stavano mangiando e non erano ancora morti tanto vale provarlo. Venne il mio turno, mi feci il piatto e andai al nostro tavolo. Io ero la prima subito dietro di me c’erano la Fra, Giuly e la Vale. Chissà dov’è Sakura? La cerai ma non la trovai. Si vede che ancora era in fila.
   Iniziammo a mangiare e dopo dieci minuti ci raggiunsero gli unici ragazzi del gruppo. Oggi Lorenzo aveva un maglione nero con il colletto alto e dei jeans bianchi, invece Mattia aveva una maglia a maniche lunghe –che sembrava anche piuttosto leggera- verde che gli faceva risaltare i suoi capelli castani e i soliti jeans grigi. Le mie amiche invece portavano tutte i jeans quasi uguali, tranne la vale, lei li aveva fucsia. E maglia ovviamente scollate, ma non troppo visto il freddo e colorate. La Giuly era l’unica che cambiava quasi tutti i giorni la pettinatura, oggi aveva la treccia. Hanno cominciato a parlare delle lezione e della verifica di matematica, per me non è stata molto difficile, ma sono comunque preoccupata. Visto che nessuno apriva il discorso che tutti volevano affrontare decisi di aprirlo io.
   -decidiamo cosa fare per il campeggio o no? Avete chiesto ai vostri genitori se per loro andava bene?- sorrisero tutti, alla mia destra si era seduto Lorenzo poi c’era Mattia, la Fra davanti a me, la Giuly poi la Vale e infine ci sarebbe stata Sakura, ma di lei ancora niente.
   -io ho chiesto. Hanno fatto un po’ di storie, ma alla fine hanno accettato. Meno male quando mi hanno detto che potevo ho cominciato a saltare per tutta la casa. Non volevo rinunciarci a questa uscita!- disse la Vale. Io penso che a volte sia un po’ matta. Se dice che ha saltato per tutta la casa allora ha davvero saltato per tutta la casa.
   -ha, ha Vale tu non sei normale, ma infondo a noi piaci così. Comunque anche i miei hanno fatto un po’ di storie, ma appena dicevo i vostri nomi e le persone aumentavano si sono tranquillizzati. Scommetto che è così anche per voi giusto?- chiese la Fra. Già tranne per me se non dicevo il nome di Loreno il campeggio me lo potevo sognare. Annuimmo tutti.
   -ok, bene allora non ci resta che decidere il giorno e l’ora- disse Lorenzo.
   -non ancora manca una persona- lo interruppi io. Non potevamo decidere nulla senza Sakura. Mi guardarono con un aria da punto interrogativo. Mi faceva ridere. -ieri nell’ora di palestra ho parlato con una ragazza, si chiama Sakura e abbiamo fatto una specie di gara mentre facevamo i dieci minuti di corsa e ha vinto lei, ma solo perché io sono caduta- aggiunsi subito. Non volevo che pensassero che sono lenta. -e le ho offerto un gelato, abbiamo parlato un po’ e ho scoperto che è molto simpatica, divertente e alla fine l’ho invitata, sembrava una buona idea come ho detto anche con lei: più siamo meglio è. Ho fatto male?- speriamo che non si arrabbiano! Ma a quanto pare sembravano contenti.
   -si Rosy! Hai fatto benissimo e adesso dov’è? Ormai dobbiamo tornare in classe- disse Mattia.
   -Sakura. Ho già sentito questo nome, aspetta. Ma non è l’amica d’infanzia di Hiroki?- tutti mi guardarono. Che avevo fatto? Avevo un pezzo di insalata? Mi pulì con il tovagliolo, ma continuarono a fissarmi, allora mi guardai intorno, magari è successo qualcosa. Ma a quanto pare non è così. Decisi di chiedere cosa avevano da guardare.
   -che c’è?- 
   -hai fatto amicizia con l’amica di Hiroki! Vuoi strapparle delle informazioni su di lui he? Di la verità- disse la Vale..
   -he? No! ma che dici! Ho fatto amicizia con lei perché è simpatica. Tutto qui- incrociai le braccia e gonfiai le guance, offesa. Risero tutti e mi unì anche io.
   -cosa c’è da ridere?- ci girammo, e vidi una ragazza con un vassoio in mano, con una coda di cavallo neri corvino e un sorriso stampato sulle labbra. Sakura. Le sorrisi e la invitai a sedersi vicino a me nell’unico posto vuoto. La presentai agli altri e la salutarono in modo molto caloroso, una cosa da loro. Sono sempre calorosi con tutti. Quasi tutti. Non credo che siano così tanto gentili ad andare da Vanessa e salutarla con un gran sorrisone. Non me li immagino proprio per niente.
   -di che stavate parlando, ragazzi?- chiese Sakura mangiando una forchettata piena di insalata. Le rispose la Fra.
   -del campeggio. Rosy ha chiesto quando abbiamo intenzione di farlo e se abbiamo chiesto ai nostri genitori- infilzò con la forchetta il polpettone e se lo mangiò. La guardarono tutti, stavano aspettando che ci disse che poteva venire. Non sembrava capire subito e decisi di dirglielo. Sospirai.
   stanno aspettando che gli dica che i tuoi ti hanno dato il permesso>> lei si illuminò. A quanto pare non aveva capito davvero, be anche io non avrei capito se non li conoscevo, ma visto che ormai li conosco bene so cosa gli frulla per la testa. A volte. Mattia le sorrise in modo dolce. Che gli piaccia? Ma le stavano sorridendo tutti in quel modo, persino Lorenzo. Perché la guarda così? Aspetta, cos’è questa sensazione che sto provando adesso? Gelosia?
   -aah! Allora ditemelo subito! Comunque mi hanno dato via libera. Sono una dei vostri. Quando si va?- con la risposta molto rumorosa di Sakura mi riportò alla realtà. Che scema provare gelosia, non dovrei neanche. Uno, perché la Vale è innamorata di lui, anche se non lo ammette. Due, quando mi ha baciata l’ho respinto dicendogli che era meglio se restavamo amici. Quindi non ho nessun diritto di provare gelosia.
   -mmh.- dissero tutti in coro.
   -potremmo fare questo sabato? Così non dobbiamo aspettare una settimana intera. Se per voi va bene- mentre Mattia diceva l’ultima frase guardò me. Come se me lo stava chiedendo solo a me. Ma sembrava una buona idea infondo e ha anche ragione. Così mancano solo due giorni. Domani e dopodomani.
   -per me è perfetto- gli dissi sorridendogli, e poi guardammo gli altri che annuirono tutti.
   -potremmo fare per le diciotto e mezza? Tanto il bosco è vicino ci vorranno una quindicina di minuti a piedi per arrivare dove vi voglio portare- intervenne Lorenzo. E quindi sarà lui la nostra guida? Il nostro capo branco?
   -e che posto sarebbe?- chiese la Giuly. La Vale arrossì quando disse che ci vuole portare lui in un posto. Era cotta e stracotta di lui. Mi rende felice a pensare loro due insieme, non provo nessuna gelosia. Strano. Perché con Sakura sì e con la Vale no?  Non capisco. Infondo non c’è niente da capire ritornai alla conversazione lasciando che i miei pensieri si zittiscono.
   -è un se-gre-to- mentre diceva “se-gre-to” mosse l’indice a tempo. Chissà che posto è, io sono una ragazza molto curiosa e ora non sto più dalla pelle, voglio saperlo. Prima pensavo che tre giorni fossero pochi, ma adesso due giorni – ovviamente non conto oggi come terzo giorno- sembrano lunghissimi. La Giuly sospirò.
   -bè ragazzi, non so voi, ma adesso due giorni sembrano un eternità grazie a Lorenzo- disse Sakura, e non ha tutti i torti.
   Ci alzammo e ognuno andò alla proprio lezione.
   Hiroki si mise vicino a me, nel suo posto. Non avevo voglio di parlargli, la conversazione in mensa mi ha sfinita, e poi sono troppo impegnata ad ascoltare la prof e ad annegare nei miei pensieri, dove ci porterà? Nel cuore del bosco? Vicino al sentiero? Vicino alle colline? O alle montagne? Deve essere un posto vicino visto che dobbiamo camminare solo per quindici minuti. Ma forse ci metteremo molto di più, visto che saremo carichi come muli, con la tenda e tutto il resto. A pensarci bene, io non ho neanche una tenda, ho un sacco a pelo, ma non una tenda. Dovrò dormire fuori in mezzo agli insetti? Non voglio! Ero talmente assorta nei miei pensieri che non mi accorsi di qualcuno che mi stava punzecchiando con il dito nel mio braccio. Mi girai e Hiroki mi sorrise.
   -finalmente, è da un’ora che cerco di parlarti- 
   -ah, scusa ero sovrappensiero. Cosa volevi dirmi?- si girò verso il libro sempre mantenendo quel suo sorriso gentile e allo stesso tempo giocoso.
   -ciao- aspettai che mi dicesse qualcos’altro, ma a quanto pare voleva dirmi solo questo.
   -tutto qui? Volevi dirmi solo “ciao”?- io rimasi girata verso di lui, la prof stava ancora spiegando non si era ancora accorta che io non la stavo più ascoltando.
   -bè.. sì. Ti sei seduta, io mi sono seduto e non mi hai considerato proprio per niente, ti volevo salutare- mentre parlava guardava prima la prof, poi il libro per dare l’impressione che stava ascoltando. Forse ascoltava davvero.
   -ah, scusa. Ciao- mi girai e ritornai alla lezione. Sembrerebbe che Hiroki abbia deciso di cercare di essermi amico, invece di essere scorbutico con me. Bene è un passo avanti. Sono nervosa, me ne sono accorta perché non faccio altro che muovere la gamba destra, cercai di fermarla tenendola ferma con la mano. Funzionò un pochino. Ora devo chiedermi: perché sono nervosa? Per il campeggio? O perché Hiroki mi ha parlato e ha attirato la mia attenzione solo per dirmi “ciao”? mmh forse è per questo, lo guardai con la coda dell’occhio. Impugnava la penna con la mano destra, quindi è destro come me. Bene. Seguì il braccio coperto dal suo maglione grigio, fino al suo viso. Era concentrato, attento non sembrava affatto scocciato o arrabbiamo dalla mia presenza. Bene. Decisi di tornare a guardare il libro. Mi sentivo calda, mi toccai le guance ed erano bollenti. Ho no! Devo essere rossa come un peperone! Che imbarazzo e fuori fa pure freddo! Che scusa trovavo se mi vedeva conciata così? Dovevo guardare la prof e ascoltare, ascoltare solo la prof, e basta. Funzionò.
   La campanella suonò e mi diressi in palestra, un'altra ora con lui. Almeno c’era Sakura.
   Trascorsi l’ora correndo e facendo esercizi a quanto pare per un po’ le lezioni di ballo non erano previste. Meno male. Non me la sentivo di stare vicino a lui e sentire il suo profumo. La lezione finì preso e andammo tutti a casa. Mentre preparavo la cena sentì il mio telefono squillare. Andai a vedere. Era un messaggio della Fra, diceva che avremmo dormito in due in una tenda quindi Lorenzo e Mattia insieme. La Vale con Sakura. la Fra con la Giuly e io rimanevo da sola. Le risposi che non avevo una tenda e mi rispose che me l’avrebbe prestata lei, perché tanto avrebbe dormito insieme alla Giuly, le risposi che andava bene e che ci saremmo viste domani a scuola e la salutai. Continuai con la cena.
   Mio padre arrivò dopo un’ora. Gli raccontai della mia giornata e della conversazione di oggi in mensa. Mi diede l’ok. Io ero felicissima andai a lavare i piatti e poi subito a letto.
 
 
   I due giorni tanto lunghi passarono in modo molto noioso, ma almeno siamo quasi all’ora X. Tirai fuori il sacco a pelo rosso –il mio colore preferito- e preparai i vestiti, il pigiama e le cose per il bagno, con lo spazzolino, il dentifricio e la spazzola. Prima di andare via mi feci il bagno. Finito di asciugarmi i miei capelli ribelli rossi controllai per la millesima volta che ci fosse tutto. Bene a quanto pare non ho dimenticato nulla. Scesi le scale e mentre scendevo gli ultimi due scalini quasi caddi per terra, per fortuna c’era lo scorri mano sennò mi avrei fatto molto male. Mi misi in spalla lo zaino, il sacco a pelo sotto il braccio e uscì di casa chiudendomi dietro la porta e mi trovai davanti tutti i miei amici che mi aspettavano e ci incamminammo tutti insieme verso il posto in cui ci stava portando Lorenzo. 

 
  
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