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Autore: mylifesucks    24/11/2013    1 recensioni
''il liceo è stato come una secchiata di acqua fredda che ti arriva addosso mentre già stai affogando''
Jennifer è stanca, appena entrata al liceo già vuole uscirne, i compagni sono uno schifo e i professori quasi peggio. I genitori non riescono mai a capirla, per quanto si possano sforzare e lei vorrebbe solo scappare via e trovare un rifugio sicuro, un luogo dove stare in pace con se stessa; ma forse il suo rifugio sicuro non sarà un luogo, ma una persona...
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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-Dai su Jennifer, mettici un po’ di impegno in quei pliè!- Alyssa la mia insegnante di danza mi riprende, la conosco da cinque anni quindi ormai le voglio bene ma oggi non ho voglio di sentirmi i suoi richiami perciò non rispondo neanche e cerco di concentrarmi.
Mi concentro sulla musica, e lascio che mi trascini via dal mondo reale, mi lascio trasportare fino a che i miei piedi non si muovono da soli; la musica è sempre stata il mio calmante e con la danza riesco sempre a scaricarmi, è da quando ero piccola che sogno di diventare una ballerina e da allora mi sono sempre data da fare per realizzare il mio sogno;
Purtroppo ho solo un quarto d’ora prima che la lezione finisca e mentre sto per andare via Alyssa mi fa un cenno, mi deve dire qualcosa..


-Che succede Jennifer? Ormai è da un po’ di settimane che ti vedo sempre distratta..-

Ecco di cosa si tratta, vuole sapere perché non sono attenta come al solito, ma cosa le posso dire, che qualche pazzo mi minaccia attraverso dei messaggi? Che a scuola va tutto male e non sono riuscita a farmi neanche un amico? Che i miei genitori hanno iniziato a litigare tutto il giorno? E che perciò la mia sorellina di dieci anni sta sempre chiusa in camera sua a piangere?
Per quanto vorrei sfogarmi, non posso quindi decido di optare per una verità più semplice:
 
-È solo un po’ di stanchezza, non ti preoccupare- le rispondo cercando di assumere il tono più convincente possibile non solo per lei ma anche per cercare di convincere me stessa che forse le cose non stanno così male come sembra.


-Va bene, ma mi raccomando presta un po’ più di attenzione almeno-
 
Io annuisco e senza aggiungere altro vado negli spogliatoi.
Appena entro sento le mie compagne di danza che ridono e scherzano, sto per andare a parlare con loro ma poi ci ripenso, non ho voglia di essere trattata ancora male per oggi.
Mi fermo a guardarmi allo specchio anche se so che poi me ne pentirò e non posso che chiedermi perché devo essere così:  sono circondata da ragazze bellissime, con labbra grandi, che hanno un bel seno, senza neanche un filino di grasso; perché non posso essere anche io come loro, non chiedo una bellezza straordinaria, vorrei solo essere come le altre.
Vedo i miei occhi diventare lucidi e poi una prima lacrima scendere giù fino alla mia guancia, non voglio che ne seguano altre perciò tiro su il naso e mi asciugo gli occhi con la manica della maglietta anche se la sporco di mascara;
mi sciolgo la coda di cavallo e cerco di sistemare i capelli in modo che mi coprano il viso il più possibile per non far notare che ho pianto.


Dopo cinque minuti sono fuori dallo spogliatoio, mi sono infilata i jeans, una canottiera e sopra ho un giacchetto di pelle nero con delle borchie;
Tiro fuori le cuffiette e mi avvio verso casa.
Cammino al ritmo di ‘’Warrior’’ e mi chiudo nei miei pensieri, probabilmente è per questo che non vedo la figura che mi arriva addosso e che mi spinge in un vicolo cieco;
Riesco a distinguere un’ombra alta e robusta così deduco che si tratti di un uomo, ma indossa un cappuccio e non riesco a vederne il volto al buio;
si avvicina a me, come un cacciatore, e io non posso che indietreggiare fino a toccare il muro con le spalle, come una facile preda. Non si sente un solo rumore dalla strada, e quindi se anche riuscissi ad urlare nessuno mi sentirebbe. L’uomo mi si avvicina sempre di più e riesco a sentire il suo alito caldo sulla mia faccia insieme ai miei respiri pesanti; penso che forse potrei riuscire a scappare aggirandolo, ma tutta la mia forza di volontà svanisce quando tira fuori un coltello.
Sono paralizzata, so che respiro solo perché vedo le nuvolette di vapore che si formano nell’aria, altrimenti penserei di essere morta, non mi sento più le braccia, né le gambe, né i piedi, non sento più il mio corpo.
L’aggressore mi si avvicina –Togliti il giacchetto- mi dice puntandomi il coltello alla gola,
 
-Ti prego no, lasciamo in pace e ti prometto che non lo’ dirò a nessuno, non farò alcuna denuncia, ti prego…- spero che le mie suppliche gli facciano cambiare idea.


-Stupida ragazzina- ride lui, con una risata che di gioioso non ha proprio niente e mi strappa via il giacchetto.
Inizia a far scorrere le sue sporche mani sul mio corpo e le lacrime iniziano a scendere senza che io possa controllarle, chiudo gli occhi per cercare di non vedere cosa mi sta facendo, un attimo dopo la sua bocca è sulla mia, mi bacia con foga e infila la sua lurida lingua dentro la mia bocca, io spalanco gli occhi all’improvviso e a quel punto vedo che mi sta abbassando la zip dei pantaloni e so che non ce la farò, che preferirei che mi uccidesse subito e farla finita qui.


Quando ormai sto per lasciarmi andare, decido che non voglio più essere la vittima, che non voglio più subìre tutto senza fare niente, che non voglio più dare a nessuno la soddisfazione di farmi del male; così senza pensarci neanche tiro uno schiaffo con tutta la forza che ho sulla faccia del mio aggressore; riesco a vedere l’alone rosso che si forma sulla sua guancia prima di ricevere un pugno nello stomaco che mi scaraventa a terra. Penso di aver sentito delle costole che si rompevano.
Mentre cerco di rialzarmi, mi arriva un calcio sulla schiena che mi ributta giù con la faccia per terra.
Il mio corpo è scosso da brividi, di paura e di freddo.
Sento dolore ovunque, sento il mio naso che pulsa e il sangue caldo che mi cola sul viso, sento delle fitte al ginocchio sinistro, sento il pugno nello stomaco, più e più volte; fino a che inizio a non sentire più niente.
La vista mi si annebbia e riesco a vedere colui che mi ha aggredito che corre via, ma perché corre via se adesso potrebbe avere cio’ che voleva?, non ho neanche voglia di pensarci, so che sto per morire, ma mi va bene così.
Almeno per una volta nella vita, non sono stata solo una vittima, mi sono ribellata e ho combattuto per me stessa e se per questo dovrò morire mi va bene, infondo la vita non è poi questa gran cosa.
 
Vedo una figura che mi si avvicina, sembra un angelo, forse ogni volta che qualcuno muore ha questa specie di apparizione, penso; così chiudo gli occhi una volta per tutte e lascio che piano piano il vuoto invada la mia mente.
 
 
 
 
ANGOLO AUTRICE
 
Ciao a tutte c:
Finalmente ho ricevuto le mie prime recensioni yeah!
Questo è il secondo capitolo della storia, so che non è molto lungo ma piano piano spero di riuscire a scrivere sempre meglio fino ad allungare i capitoli sempre di più.
Spero che la storia vi piaccia; recensite in tanti c:
  
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