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Autore: Manu_93    24/11/2013    5 recensioni
Sono passate due settimane da quella fatidica sera. Takumi si è finalmente dichiarato alla bella Misaki e lei sembra ricambiare a pieno i sentimenti del ragazzo.
Un giorno, però, successe qualcosa che cambiò radicalmente i sentimenti dei nostri due protagonisti.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Misaki Ayuzawa, Takumi Usui
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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E' passata una settimana da quando ho detto addio ad Usui. 
Nessuno squillo, nessun messaggio, nessuna chiamata. Niente di niente.
Credevo che mi avrebbe perseguitata per ottenere il mio perdono, e invece no. Quel codardo non ha avuto il coraggio di farsi sentire. Forse è meglio così, perché se si fosse fatto sentire, non avrei risposto delle mie azioni.
Domani inizierò il mio primo giorno da matricola al college. Mi butterò a capofitto sullo studio così da dimenticare per sempre quella scena e quella sua stupida faccia. 
La suoneria del mio telefono mi riporta al presente, strappandomi dai miei pensieri. "Sarà LUI?" forse ci spero, nel profondo del mio cuore.
Guardo il display del mio telefono e il mio umore cambia: da "speranzosa" a "delusa". Rispondo.
«Pronto?» so chi è, ma preferisco ignorare.
«Pronto, Misa-chan? Sono il capo del Maid Latte.» Eh, già. Insieme ad Usui, quel giorno, ho detto addio anche al mio lavoro. Come faccio a tornare se so di poter incrociare quella ragazzina?
«Dimmi» cerco di far sembrare la conversazione, più normale possibile.
«Perché non stai venendo a lavoro? E' una settimana che manchi.» "Non vengo perché rischierei di spaccare la faccia a quella sgualdrina che mi ha rubato Usui, il mio Usui.." Un senso di angoscia e tristezza mi assale, facendosi nuovamente strada quella voglia irrefrenabile di piangere. Mi trattengo.
«Non sto tanto bene..» In effetti è vero. Da quando mi sono lasciata, non faccio che rinchiudermi sempre più in me stessa, alimentando nuovamente l'odio verso il sesso maschile. "Non devo fidarmi più" mi ripeto come un mantra fino alla nausea.
«Capisco. Qui il Maid Latte è sempre zeppo di gente e una mano in più ci farebbe comoda. Anche il cuoco si è ammalato e così Usui si è offerto di sostituirlo.» "U-Usui..Sempre e solo lui!"
Questa conversazione inizia a darmi sui nervi, così decido di tagliare a corto. «Ora devo andare. A presto, ciao.» Chiudo la chiamata e lancio il telefono nel vuoto. Non mi frega se si sia rotto.
"Usui s'è offerto di sostituire il cuoco." Non ce la faccio. Non riesco più a trattenermi, così mi abbandono sul letto e singhiozzando, piango in silenzio. "Perché Usui? Cos'ho fatto per meritarmi questa sofferenza?"


Un raggio di sole filtra dalla finestra socchiusa centrandomi in pieno viso. Un dolce tepore mi scalda le guance che si colorano di un rosa intenso. Facendosi strada, il raggio di sole arriva ai miei occhi i quali, infastiditi, iniziano a strizzarsi e a cercare l'ombra.
Mi sveglio di soprassalto, reduce da un incubo. Ho rivissuto il momento del tradimento ed è stato bruttissimo. Fortunatamente, i miei pensieri iniziano a prendere una direzione diversa, ricordandomi il mio primo giorno al college.
Mi alzo dal letto e aprendo l'armadio, prendo la divisa del college e inizio a carezzarla, a sentire la morbidezza della stoffa sotto il mio tatto. 
Dal cassetto della scrivania, prendo una scatolina e da essa, estraggo i due nastri per capelli dello stesso colore della divisa.
Elettrizzata, mi precipito in bagno e indosso la nuova divisa. Fucsia con al centro un fiocchetto bianco, una gonna bianca con un fiocchettino fucsia all'estremità destra, un paio di calze bianche fino al ginocchio e delle scarpe nere. Raggiunto lo specchio, inizio a raccogliere i capelli in due codine fermate dai due nastri: uno bianco e uno fucsia.
Sembro più una bambola che una studentessa.
Davvero devo indossare queste cose per andare al college? Oddio, non so guardarmi conciata così. 
Io, Misaki Ayuzawa, maschiaccio nel corpo di una donna, che indosso una divisa schifosamente femminile.
Qualcuno bussa alla porta e l'imbarazzo mi sovrasta cercando di togliere il prima possibile quel costume simile ad un cosplay moe.
«Misaki, apri. Sono la mamma.» «S-Si, mamma.»
Decido di tenere la divisa e dare la soddisfazione a mamma di vedermi finalmente vestita da ragazza. Apro la porta e la prima reazione di mamma è lo stupore, la sorpresa. «Misaki, amore..Sei..sei..meravigliosa!»
Prendendo la mia mano, mi fa girare su me stessa ammirando la divisa nel suo complesso. «Non esagerare» le dico «è solo una ridicola divisa. Troppo femminile per me.» Già, non pensavo di indossare una cosa simile, un giorno.
Torno a prestarle attenzione e noto che delle piccole lacrime le bagnano il viso. "No mamma, non piangere. No, no!" L'abbraccio.
«Perché piangi, mamma?» cerco di coccolarla stringendola forte a me. «Sembra ieri quando ti tenevo qui, tra le mie braccia a cullarti e coccolarti. Tua sorella ancora non c'era e, assieme a tuo padre..» la noto bloccarsi. Le scappa un piccolo singhiozzo e io capisco che è per via dei suoi ricordi con papà. Le do una piccola pacca sulla schiena posandole un dolce bacio sulla guancia. «Ora la tua famiglia siamo io e Suzuno, mamma. Non pensarci, ora.» La rassicuro.
«Vi voglio bene, figlie mie.» «Lo so, mamma. Anche noi te ne vogliamo.»
Tenendola sempre stretta a me, inizio a cullarla per rassicurarla.
"Oh, mamma!"


Ed eccomi qui. Finalmente!
Mi trovo davanti all'entrata del college e mi concedo qualche minuto per contemplarlo. Alto, imponente, prettamente bianco. Al centro della struttura, in lettere cubitali, il nome del college: "Seika University".
Centinaia, migliaia di ragazzi e ragazze con libri in mano che corrono a perdifiato per raggiungere le aule per seguire le lezioni.
Un gruppo di ragazze, non molto distanti da me, indossano la mia stessa divisa e intuisco che saranno mie compagne di università. Mentre inizio a muovermi per raggiungerle, qualcuno urta alle mie spalle, facendomi cadere per terra come una patata lessa. Decine di fogli sparsi attorno a me e una cartellina blu poco lontano. 
"Di chi sarà tutta questa roba? E chi è stato a farmi fare questa ridicola figura proprio nel mio primo giorno di college?"
  
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