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Autore: Alex Wolf    24/11/2013    7 recensioni
Dal primo capitolo:
« Eleonora » mormorò una voce fievole. Un fremito scosse il mio corpo e io mi voltai. Legolas mi fissò con i suoi occhi azzurri e le labbra socchiuse. Era bellissimo, ed era li in piedi di fronte a me… ma doveva essere tutto un sogno. Perché lui mi odiava, io l’avevo tradito e lui me l’aveva ricordato, gridandomi contro. « Legolas » mi uscì dalla bocca. « C’è n’hai messo di tempo a trovarmi. »
Consigliato per chi ha letto "When you let her go".
Storia ispirata al film: "Il signore degli anelli: le due torri".
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Legolas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Just can’t let her go.

 
“ E tutto andava bene.”
 
— Harry Potter e I doni della morte.
 




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Strinsi forte le braccia attorno alla schiena di Legolas e poggiai la testa sotto il collo, lui mise il mento su di essa e mi accarezzò la schiena. Chiusi gli occhi e mi rilassai.
« Legolas », sussurrai.
« El. »
« Non chiamarmi El, mi da fastidio. » Lo avvisai borbottando.
« Non sai neanche che vuol dire », ribatté divertito lui.
« Ah, perché “El” ha un significato? » Allontanai il volto dal suo corpo per guardalo. « Non è solo un abbreviativo del mio nome? » Sbattei le palpebre.
« Anche. Ma in Sindarin “El” significa “stella”. » Rimasi un attimo in silenzio, concentrata sul suo volto.
« Mi hai sempre chiamato “stella”? » Per un attimo ebbi la voglia di strangolarmi, e strangolarlo: quante volte mi aveva chiamato così, e io come un stupida che credevo fosse un nomignolo? Dannazione, chissà cosa avevano pensato per tutto quel tempo Aragorn e Gandalf conoscitori delle lingue elfiche. Chissà per quanto tempo ero passata come un creatura fragile ai loro occhi, a causa di quel nomignolo. Tutta via, non potevo non pensare che fosse dolce.
« Si. » Sorrise, tenendomi stretta a se. Alzò poi il capo verso l’alto e con aria meditativa disse: « In Sindarin c’è un nome che assomiglia al tuo: “Elanor”. »
« Sul serio? » Abbozzai un sorriso. « E cosa significa? » La luce proiettò sulla mascella del ragazzo un’ombra dolce e delicata. Le nostre ombre, alle sue spalle, cominciavano a fondersi mentre alle mie spalle si sentiva il rumore dei soldati sopravvissuti che si ricongiungevano alle famiglie.
« “El” vuol dire “stella” e “Anor” significa “Sole”. » Abbassò il viso e il sorriso delle sue labbra mi fece rimanere stupita. Era aperto e sincero, bello come lui in quel momento. « Sai, prende il nome da un fiore doro di forma stellata, perciò Elanor. » Si avvicinò ancora un poco. « Credo che potremmo chiamare nostra figlia così. »
« Cosa ti fa credere che sarà femmina? » Scherzai io. A dire la verità ero terrorizzata all’idea di diventare madre, ma non potevo farlo sapere a Legolas. O forse avrei dovuto farglielo presente? Ma non potevo. Non c’è la facevo, era più forte di me. C’era qualcosa nel mio corpo che mi diceva di non permettere a nessuno di vedermi debole, stanca o distrutta; era una cosa chiamata orgoglio, e aveva sempre la meglio – la maggior parte delle volte - .
« Non lo so. Ma mi piacerebbe avere una femmina, immagina mio padre con una piccoletta che gironzola per il castello… » Rise divertito all’idea.
« Mi piacerebbe conoscerlo, tuo padre. » Ammisi. Lui si rabbuiò all’istante, ma poi si sforzò di fare l’indifferente. Capii al volo quello che gli passava per la mente e così gli presi il viso fra le mani: « Ehi, Legolas, devi stare tranquillo ok? Io non ricordo nulla della mia vita passata, ma da quello che mi hanno detto ho avuto una specie di “flirt” con tuo padre. »
« Ti ha baciata, davanti a me », ringhiò lui stringendo i pugni.
« Primo: è stato più di sessant’anni fa. Secondo: io ho comunque scelto te, no? Cosa ti fa credere che non lo rifarei? » Parve rilassarsi un attimo, poi divenne serio.
« Perché… ora hai conosciuto un altro. » Sapevo che alludeva a Sauron, ma anche lui era troppo orgoglioso per ammettere che aveva paura che io scegliessi l’altro e non lui. « E anche se non è mio padre, è comunque una minaccia, per me. Senza contare che vuole distruggere la Terra si Mezzo. » Chiuse le palpebre e le riaprì. L’azzurro dei suoi occhi mi fece sciogliere, erano più chiari che mai. « Ma trovartene uno che sia una via di mezzo no, è? » Rise, tentando di alleviare la tensione.
« Lo sai che non sono brava a mettermi dei limiti », mi giustificai con un alzata di spalle. Poi, volendo cambiare argomento – non potevo starmene buona a parlare di Sauron con Legolas – mi misi ad aggiustare il colletto della sua casacca e mormorai: « Se il bambino fosse maschio… » L’elfo rimase in silenzio a guardarmi, attendendo la fine della frase. « Potremmo chiamarlo, si, insomma pensavo… potremmo chiamarlo Haldir? » Le mie guance si colorarono di rosso. Sentii gli occhi pizzicare leggermente al ricordo dell’amico che avevamo perduto perciò abbassai lo sguardo e fissai i miei piedi. Qualcosa sembrò battermi nel petto, ma non ci feci caso più di tanto. Non avevo più un cuore, e ormai il dolore al petto era frequente, perciò non mi preoccupavo molto di quei piccoli colpi; per non parlare del fatto che il mio custode non c’era più.
« Oh El… » Si abbassò per raggiungere la mia altezza. « Certo. » Mi accarezzò una guancia e senza accorgermene asciugò una lacrima. Quella era la prima lacrima che mi scendeva in sua presenza.
 « Spero che non abbia il mio carattere », scherzai, asciugando tutte le altre lacrime.
« Già, lo spero anche io. » Lo fulminai con un’occhiataccia e tentai di dargli uno schiaffo. Lui rise divertito facendo un salto indietro. Lo guardai scuotendo la testa e sorrisi. In quel momento non pensavo a nient’altro che noi due, e il nostro bambino.
E tutta andava bene.
 
 
 
 
« La collera di Sauron sarà terribile. La sua rappresaglia immediata. » Fermammo tutti i cavali su una collina, da cui si scorgeva Mordor. Grandi nubi di zolfo rosso e nero pitturavano quello che era stato il cielo una volta, fulmini e tuoni rimbombavano nella conca di pietra. Accarezzai il collo del mio cavallo e non fiatai. Un tuono più forte schioccò nell’aria. Mi domandai se Sauron sapesse cos’era accaduto. Se era venuto a sapere della morte del mio custode, e del fatto che fossi incinta. Mi domandava come l’aveva presa, come stava.
Lanciai un’occhiata all’elfo di fianco  a me, ma lui non se ne accorse. Gli occhi azzurri erano troppo concentrati su Mordor. Chissà cosa pensava?
« Ora che la battaglia per il Fosso di Helm è conclusa, la battaglia per la Terra di Mezzo sta per cominciare. » Gandalf aveva lo sguardo perso nel vuoto, e sembrava in una specie di trans. Scambiò uno sguardo con Aragorn e tornò al nero cupo di Mordor. « Le nostre speranze sono ora riposte nella mani di due piccoli hobbit. Sperduti nelle terre desolate. »
« Speriamo riescano nell’impresa. » Mi sfuggì un sospiro, che fece voltare tutti gli uomini verso di me. Aragorn sorrise leggermente, Gandalf non trattenne le labbra e le lasciò andare verso l’alto.
« Hai poca fiducia nei nostri amici, ragazza », affermò il mago, negli occhi una scintilla divertita.
« Non è quello, Gandalf. Ho fiducia in Frodo e Sam; i loro cuori sono forti. » Gli rivolsi un’occhiata diretta. « E’ di voi che non mi fido. Gli uomini sono esseri mutevoli. Non si sa mai che vi passa per la testa. » Alzai il mento in alto per poi voltare il cavallo.
« Perché “voi” e non “noi”?  Anche tu fai parte della congrega. » Chiese Gimli.
« Si. Ma io sono donna, e sono più intelligente! » Spronai il cavallo in una corsa sfrenata, seguita da tutti gli altri.
 
 
 
Ehy peipe.
 
Questo è l’ultimo capitolo T.T Pensavo che c’è ne fosse qualcun altro, ma mi sono dimenticata che il film finisce con Frodo e Sam, e mi sono fregata da sola. Anyway, che ne pensate? Mi rendo conto che è orrendo, e mi scuso XD.
Comunque sia un grazie a tutte quelle che hanno seguito questa ff, e resteranno anche per la prossima che inizierò tra qualche giorno e chiamerò “ You must go. ‘Cause it’s time to chose”.


P.s: ancora grazie. Voi non sapete cosa significhi per me che la mia ff vi piaccia. La scrittura è un modo di sfogo per me, che faccio fatica ad essere apprezzata ( non perché non ho una bella famiglia -la mia famiglia è perfetta, per me -) perché mi piacciono cose diverse da quelle dei ragazzi di "adesso". Mi rendete davvero felice. 
Grazie.

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Mucho love


Likeapanda.
  
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