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Autore: roseinwonderland    25/11/2013    2 recensioni
“Vedo che non è mai venuta. E questo mi dice ogni cosa.”
“Allora perché è venuta proprio lei a chiamarmi? Poteva venire chiunque altro.”
[fanfiction Loki/Nuovo personaggio][Leggete solo se avete visto entrambi i film!]
--->ATTENZIONE! Questa ff non tiene ASSOLUTAMENTE conto degli avvenimenti di un futuro Thor3!
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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NOTA DI PRELETTURA
La storia racconta della relazione tra Loki e un’asgardiana di mia invenzione, Meridia. In questo primo capitolo ho preso l’episodio del dialogo tra Loki e Frigga nella cella di Loki, nei sotterranei di Asgard,  e l’ho stravolto  e modificato. ATTENZIONE! Abbiamo SPOILERS del seguito di Thor, Thor the Dark World!| Copertina--> http://alicebloomsburypotter.tumblr.com/image/86007313604 | E se potete, recensite alla fine
 
No. Lei non è mai tornata.
 
Era snervante essere un criminale intergalattico, ricercato in nove regni e condannato alla prigionia eterna nei sotterranei di Asgard.
A differenza di altre carceri, in quella non avevi le ore d’aria o la libertà vigilata, ma una continua monotonia, chiuso nella stessa stanza per millenni. Frigga, da brava mammina,  gli aveva portato dei libri, e lui li aveva finto di apprezzarli. Suo madre non era una buona lettrice, e si vedeva dai titoli che gli aveva portato.
Noiosi. Tutti.
Ma almeno si era interessata alla sua sorte, senza lo stesso sadismo che ci stava mettendo il re, Odino. 
Il re…Che persona monotona. Pensava solamente alla sua ‘redenzione’ , come la nominava lui; ovvero ogni giorni lo trascinava nella sala del trono per tentare di salvare la sua anima. Tempo perso, per entrambi. Ma gli dei sono nati per perdere tempo.
Le numerose altre creature che popolavano le celle accanto erano continuamente in movimento e pronte a far rumore anche per nulla.
Erano così rozze.
Loki passava invece buona parte del suo tempo immobile a riflettere. Avrebbe voluto affermare di aver pensato solo ai piani futuri, ma era il passato a tormentarlo. I ricordi.
Stava diventando un nostalgico.
Stava diventando quasi umano.
Sorrise mesto.  Non era pentito del motivo per cui era finito in quella squallida celletta . Aveva ucciso certo, ma chi non lo fa? E gli umani erano sette miliardi. E di certo non valeva la pena tenerli in considerazione, con le loro manie di grandezza, sempre a pensare di essere unici nell’universo.
Avevano imparato qualcosa per una volta.
Il pensiero fu interrotto a metà da un fruscio.
“Madre.”
La bellissima regina comparve nella stanza. Naturalmente non era lei in persona, ma la sua Ombra. Un ologramma, un’immagine proiettata, informe e intoccabile. Odino non voleva rischiare altre vittime dopo il disastro accaduto sulla Terra. E naturalmente non si fidava di Loki. Nessuno si fidava mai di lui.
La regina degli dei atterrò fluttuando nella stanza, atterrando con grazia sul terreno. Indossava una tunica semplice, lunga, con strascico, e un paio di sandali. La corona, sottile, scintillava sul capo. Non aveva null’altro, ma era lo sguardo, il portamento, l’intelligenza, a fare la differenza. Era una donna straordinaria.
“Non ti interessano i libri che ti ho fatto portare?”
“Certo che mi interessano, ma come posso passare l’eternità con dei semplici volumi da sfogliare? Mi. Annoio.”  ribattè secco il detenuto.
“Loki, sai che non posso fare altro per te.  Sei sempre un criminale, non dimenticarlo. “
“E come potrei? Sono in una cella, madre. “
“La tua arroganza non ti porterà da nessuna parte, e di sicuro non fuori di qui.”
“Fuori di qui!? Per fare cosa? Tornare a essere il compagno di giochi di un bambino troppo cresciuto? Tornare a essere la seconda scelta, la merce di scambio? No, preferisco la morte in questo luogo, che una vita di scarti e avanzi.”
”Sei mio figlio Loki. Non sei nè sarai mai uno scarto ai miei occhi. Cerca di non dimenticarlo.”
“Non sono tuo figlio. Thor è tuo figlio. E lo è stato dal giorno in cui è nato. ” il tono era gelido, cattivo.
“I figli certe volte sono davvero una seccatura.”
Loki fece per ribattere, quando un lieve fruscio annunciò l’arrivo  di un’altra presenza. Una donna alta e sottile, i capelli racchiusi in due trecce arrotolate ben strette che le davano un’aria ancor più severa, comparve elegantemente nella stanza. Sul viso dorato, un tempo bellissimo , ma ora freddo e spento, due solchi rossi leggeri scendevano dagli occhi grigi fin quasi alla bocca, come lacrime di sangue. Una veste da combattimento le cingeva il corpo, senza evidenziare alcuna forma, ma ogni parte di quel corpo perfetto si poteva immaginare. Era come se cercasse di nascondere se stessa in un fagotto informe, ma senza riuscirci, perché la sua fierezza nel portamento e i suoi occhi forti e arditi la tradivano. Sembrava giovane d’aspetto (aveva l’età del figlio di Lafi), ma vecchia di anni, attraversati in un solo istante.
Si rivolse alla regina degli dei con un inchino.
“Vostra maestà, il re vi desidera vedere immediatamente.”
“Certo Meridia. Stavo giusto per andarmene.”.
 
Meridia si voltò verso il prigioniero: lo osservò con finto disgusto e superiorità, che non le si addicevano, perché erano falsi come una moneta d’ottone. I loro sguardi si incrociarono, scambiandosi una miriade di informazioni, quasi come due bambini che parlavano in un loro linguaggio segreto, sconosciuto agli adulti, fatto di scintille e battiti di ciglia. Rimasero così immobili per qualche secondo, studiandosi come due specie diverse che si incontrano la prima volta. Sembrava avessero da dirsi milioni di pensieri, ma nessuno parola uscì dalle loro bocche. Un rumore più forte degli altri risvegliò Meridia, che, turbata,  si volatilizzò.
La regina parlò con voce sommessa:
“E cambiata molto.”
“Sta bene?”
“Come vuoi che stia? Vive, ma è come un fiore appassito nel mezzo della primavera: ha perso qualcosa, il giorno in cui tu sei scomparso e Bifröst è stato distrutto.”
“Sta meglio ora rispetto a  prima madre, lo sai. Ed è meglio che sia così. “ ribatté con astio Loki.
La regina guardò il figlio con compassione.
“Oh Loki, quanto sei testardo! Nella tua cecità e nella tua sete di potere hai perso di vista tutto, tanto da non accorgerti di cosa avevi attorno. Eri felice, o almeno, avresti potuto esserlo. E invece sei qui, solo.”
Il dio le voltò le spalle con indifferenza. La discussione stava per concludersi a quanto pareva.
“Lei non è mai venuta qui di persona vero? “
 “  No. Non è mai venuta.  “
“Forse dovresti riflettere sul perché, giovane principe, smettendo di intestardirti. Pensa, Loki. E comprenderai ciò che devi fare.”
“Vedo che non è mai venuta. E questo mi dice ogni cosa.”
“Allora perché è venuta proprio lei a chiamarmi? Poteva venire chiunque altro.”
Un altro frusciò e la regina scomparve in uno sbuffo dorato, lasciando il principe ai suoi pensieri.

 
ANGOLO DELL’AUTRICE
Buongiorno a voi!
La mia prima ff a capitoli! Come avrete capito, ho deciso di raccontare una mia versione della storia di Loki. Non seguirò gli avvenimenti del terzo film che verrà(se verrà!), ma elaborerò un mio racconto personale, che andrà oltre e più a fondo, si spera. Meridia, il nome almeno, è lo stesso si una eroina disneyana, lo so, ma era il più equilibrato e saggio, e si adattava troppo bene per non usarlo.
Spero vi siate divertiti, e spero continuiate a leggere la mia storia! ;)
 
#roseinwonderland
   
 
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